Il momento è critico, inutile nasconderlo. Anche a Palermo, sabato scorso, la Paganese è incappata nella “regola del tre” tristemente inaugurata in occasione della trasferta di Avellino e confermata successivamente allo “Zaccheria” di Foggia non più tardi di quindi giorni fa. Problemi dopo problemi stanno caratterizzando il cammino degli azzurrostellati negli ultimi tempi, da quando cioè è cominciata la falcidia degli infortuni a catena degli elementi più rappresentativi che avrebbero dovuto – nelle intenzioni di chi la squadra l’ha costruita – dare un volto nuovo e vincente alla squadra.
Le premesse c’erano tutte, anche se qualche riserva sull’età anagrafica degli atleti ingaggiati non era mai mancata. Ma che volete; nelle prime gare erano bastate un paio di invenzioni di Castaldo in zona gol, qualche gol d’autore di Piovaccari e di Firenze per scordarsi di tutte le riserve del mondo sia sul gioco espresso, abbastanza farraginoso, sia sull’età anagrafica dei componenti la rosa. Il gioco migliorerà con il tempo – si pensava; importante era incamerare punti. E meno male che i punti sono stati incamerati! Sono diciassette dal 30 ottobre, dopo la vittoria interna con la Virtus Francavilla. Poi più niente; diciassette erano, diciassette sono. Nelle ultime tre partite sono giunte puntuali altrettanto sconfitte. Sconfitte che pesano e accusano. Vediamo.
I guai cominciano da dietro, dalla fase difensiva. Fatto salvo il portiere che, anzi, è un punto di forza della squadra, c’è un dato incontrovertibile che è più espressivo e sintetico delle parole: è rappresentato dai numeri. Ad oggi la difesa della Paganese è tra quelle più battute del campionato. Con 24 gol subìti è quella più perforata dietro Campobasso e Catania; ma è soprattutto il rapporto gol fatti/gol subìti che la mette all’ultimo posto e che preoccupa di più.
Purtroppo le assenze di Schiavi e Murolo, due atleti che avrebbero dovuto assicurare mestiere e padronanza del ruolo al centro della difesa, si sentono. Adesso pare che Schiavi sia finalmente pronto, ma il ritmo partita di un calciatore non si acquista da un momento all’altro; inoltre non si metabolizzano facilmente i movimenti e i meccanismi dell’intera fase difensiva quando si è costretti a continui cambiamenti settimana dopo settimana.
Problemi anche per il centrocampo. Tissone, l’uomo di maggiore caratura tecnica, regista acclarato, appare in fase calante e probabilmente sconta l’assenza di un mediano incontrista che gli faccia da spalla. E’ chiaro che Grassadonia non ritiene che tale lavoro possa essere svolto da Vitiello; altrimenti non si spiegherebbe l’utilizzo part-time dell’ex centrocampista della Vibonese.
Intanto però domenica prossima bisognerà fare i conti anche con la prevedibile squalifica di Tissone; e sarò proprio Vitiello, a questo punto, che dovrà assumere il comando delle operazioni a centrocampo.
I problemi che investono sia la fase difensiva che quella di costruzione del gioco si stanno ripercuotendo inevitabilmente anche sull’attacco che può contare al momento solo sul giovane Guadagni e su Piovaccari. Non si conoscono al momento i tempi di recupero di Castaldo e Iannone. Per Diop, indiscusso leader, leone vincente di cento battaglie, il discorso è più lungo e delicato. Ci auguriamo che il periodo di riposo concessogli possa ristabilire appieno la sua vitalità agonistica; ma i tempi sono incerti.
Sono giorni di paure, di preoccupazioni e di incubi in casa azzurrostellata. Soluzioni taumaturgiche non esistono. Gianluca Grassadonia gode della piena fiducia della società e dovrà pensare a mettere in campo una squadra determinata ed equilibrata. Gli uomini sono quelli che sono, nessuno si attende miracoli: si sa, nel calcio non ci sono ricette magiche. Al di là delle litanie continue sulle assenze, qualcuno potrebbe però anche interrogarsi sul perché di tante defezioni. Perchè tanti infortuni? In tutti i casi, questo è il momento di dare una svolta al campionato e di chiarire il ruolo di coloro che saranno intenzionati a restare a Pagani. Su questo assunto, la squadra deve trovare una sua precisa identità adesso che rischia di essere risucchiata in basso. I giorni degli incubi devono finire. Ne abbiamo subiti tanti…

Nino Ruggiero