30.5.23

Un posto in prima fila nella storia.

Stavolta non ci sono dubbi o tentennamenti più o meno strategici: Raffaele Trapani lascia il timone della società dopo venti anni di gioie e di sofferenze che hanno caratterizzato la sua gestione.

Le cifre, se andiamo a consultare i periodi storici della vita della Paganese, parlano da sole. Raffaele Trapani è la persona che più a lungo di tutti ha tenuto il timone della squadra per un ventennio. Tutto cominciò nel 2003 quando, in uno dei tanti momenti di crisi societaria, si fece avanti, con l’aiuto di alcuni fedeli amici, con un preciso intendimento programmatico: portare in alto, quanto più in alto possibile nelle gerarchie del calcio nazionale, la squadra del suo cuore. Già questo dato numerico dovrebbe bastare per tributare all’uomo Trapani gli onori che merita.


I risultati ottenuti, soppesando il ventennio, sono da considerarsi più che onorevoli. Ci sono state vittorie prestigiose contro squadre di caratura nazionale, ci sono state promozioni insperate, ci sono state soddisfazioni incredibili che non possono essere cancellate. Certo, ci sono stati anche momenti bui, errori di valutazioni, retrocessioni cocenti, ma alla fine, anche nei momenti critici, lo spirito guerriero di Trapani non si è smentito e non si è mai arreso davanti alle avversità della vita, fino al giorno della disfatta di Tivoli. Sono i cicli dell’esistenza: inizio e fine.

E Raffaele Trapani, con una scelta ponderata, probabilmente molto sofferta, ha deciso di scrivere la parola fine al suo viaggio da primattore sulla scena del calcio. Onore a lui e a tutti coloro che in questi anni lo hanno accompagnato in un’avventura ambiziosa e maliarda.

Il futuro è adesso, non è lontano. Quali sono gli scenari? Mi pare di capire che il pallino del gioco, dopo l’ufficializzazione delle dimissioni di Trapani, sia passato nelle mani del sindaco De Prisco che dovrebbe incontrare a breve, se non già fatto, il notaio Calabrese che risulta essere uno dei maggiori azionisti della società. Bisognerà a questo punto capire come ci si può muovere per assicurare un futuro alla squadra. Soprattutto bisognerà capire se ci sono i presupposti per continuare con la vecchia società, che, salvo errori, non è in liquidazione, o se, invece, bisognerà affidarsi a un nuovo gruppo (domanda: c’è veramente un gruppo affidabile pronto a rilevare la società?).

È innegabile che il primo cittadino debba tastare il polso al notaio Calabrese, maggiore azionista della società, da sempre vicinissimo alla squadra fin dai tempi di Marcello Torre e di Attilio De Pascale, serio ed autorevole candidato alla continuità societaria, per poi farsi un’idea sulla strategia da attuare per assicurare un futuro alla Paganese calcio.

Un solo consiglio mi sento di darlo al sindaco De Prisco. Non facciamoci attrarre da sirene incantatrici e manteniamo i piedi per terra a tutti i livelli; la storia del calcio è ricca di avventurieri pronti ad avventarsi sulla preda nel momento del bisogno.

Occhi aperti, mi raccomando; fiducia e rispetto per chi merita.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.it

Nella foto il notaio Calabrese.

È finita l’era Trapani.

«Dopo 20 anni di Presidenza, dopo tanti sacrifici e lavoro, con annate sportive per me e la città di Pagani colmi di gioie e anche di delusioni in giro per l’Italia calcistica, dove i colori azzurrostellati hanno colorato cieli di stadi prestigiosi, sono qui a ufficializzare il disimpegno immediato dalla Paganese Calcio 1926. Il titolo sportivo è stato consegnato nelle mani del sindaco di Pagani, dott. Raffaele Maria De Prisco. Sicuro che chi potrà essere al timone della mia squadra del cuore in un futuro, si spera prossimo, possa raggiungere risultati sportivi ancor più importanti come meritano di vivere i tifosi e la città.

Raffaele Trapani


Partiamo da qui: dalla fine. Alle 22.59 la Paganese ha diramato il comunicato che avete appena letto; una nota di commiato da parte del presidente Raffaele Trapani. Una notizia nell’aria da giorni, forse già dal triste epilogo di Tivoli e della promozione sfumata a 17 minuti dal termine del campionato. Difficile dimenticare l’esito della partita e, per chi era presente sugli spalti, in tribuna, praticamente impossibile scordare l’espressione del patron al termine della gara. Ecco, forse è quella l’ultima immagine pubblica che lega Trapani alla Paganese. Nelle settimane seguenti, anche in occasione dei play off, impegni di lavoro pare abbiano tenuto il presidente lontano dalla città di Sant’Alfonso. Anche se qualcuno – dopo aver visto il suo posto vuoto in tribuna in occasione delle gare con Lvpa Frascati e Casertana – aveva già dato per scontata la volontà del presidente di mollare. Stasera la conferma: le strade di Raffaele Trapani e della Paganese si dividono dopo venti anni.

Finisce qui la presidenza più longeva della squadra azzurrostellata: venti anni intensi, costellati di successi e di risultati storici. Dal ritorno in serie C dopo 19 lunghi anni, alla doppia promozione consecutiva, quando C1 e C2 erano ancora divise, alla conquista dello scudetto di serie D: sono tante le emozioni che i tifosi hanno vissuto sotto la presidenza Trapani. L’ultima immagine, purtroppo, resta la più amara: l’inopinata sconfitta di Tivoli, i play off persi in malo modo e il segno che forse un’epoca si stava chiudendo. Non doveva andar così…

Oggi si chiude un ciclo, ma cosa accadrà in futuro? Tecnicamente la società non è in liquidazione e nelle prossime ore potrebbe partire la caccia al nuovo presidente. Al vaglio di alcuni tecnici legati ai colori azzurrostellati ci sarebbe anche la possibilità di saldo e stralcio di vecchi debiti con il fisco e di una ripartenza con nuovi dirigenti. Nelle prossime ore se ne saprà di più.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.it

Ufficiale! Trapani lascia la presidenza della Paganese. Il titolo nelle mani del sindaco De Prisco.

Dopo 20 anni di Presidenza, dopo tanti sacrifici e lavoro, con annate sportive per me e la città di Pagani colmi di gioie e anche di delusioni in giro per l’Italia calcistica, dove i colori azzurrostellati hanno colorato cieli di stadi prestigiosi, sono qui a ufficializzare il disimpegno immediato dalla Paganese Calcio 1926.

Il titolo sportivo è stato consegnato nelle mani del sindaco di Pagani, dott. Raffaele Maria De Prisco.

Sicuro che chi potrà essere al timone della mia squadra del cuore in un futuro, si spera prossimo, possa raggiungere risultati sportivi ancor piu’ importanti come meritano di vivere i tifosi e la città.

Raffaele Trapani

da paganesemania.it

22.5.23

Solo chi cade può risorgere.

DI NINO RUGGIERO

La voglia di scrivere ancora di calcio e di Paganese è poca. Anzi, a dire il vero, non ce n’è per niente. Ma gli impegni presi con i pochi amici e lettori che hanno avuto la bontà di seguire le mie note settimanali da oltre dieci anni vanno rispettati.

Pensate, “Paganese graffiti” nacque nel 2010 con la rubrica “Così è, anche se non vi pare” con la presunzione di essere una voce di sostegno anche critica al servizio della Paganese. Non so se ci sono riuscito; di sicuro, posso garantirlo, ogni parola, ogni pensiero espresso ha avuto sempre e solo la connotazione di un grande amore verso i colori azzurro-stellati.


Dunque, è finito anche l’ultimo capitolo di un’annata strana che è partita male, che ha avuto momenti di speranze e di gloria ma si è poi conclusa in modo infausto a Tivoli nell’ultima gara di campionato, proprio quando un sogno volatile, cullato all’indomani di una storica rimonta, sembrava sul punto di materializzarsi.

La partita con la Casertana, qualificata come gara playoff, peraltro incomprensibilmente e sciaguratamente disputata senza pubblico, aveva solo il senso di un pannicello caldo; i playoff in serie D non garantiscono un bel niente. Lo dico con cognizione di causa, dopo aver letto e riletto il regolamento di serie D sul tema. Certo, quando si gioca, anche se la posta in palio non assicura alcunché, la vittoria è sempre la benvenuta. La Paganese l’ha cercata, pur potendosi accontentare del pareggio, ma ha pagato dazio perché nell’occasione non ha potuto contare sul solito apporto decisivo dei suoi uomini migliori, di quelli che in tante gare hanno estratto giocate prestigiose dal loro magico cilindro.

Diciamolo: buona squadra nel complesso la Paganese, ma troppo D’Agostino-dipendente. È bastato che il suo capitano contro la Casertana incocciasse in una giornata così così, normale, senza acuti, in una prestazione da semplice mortale, perché la squadra ne risentisse soprattutto in zona gol. È il destino dei fuoriclasse, e D’Agostino in questa serie lo è. Per il resto, la Paganese ha giocato la sua onesta partita senza grossi acuti potendo contare su una inquadratura abbastanza consolidata. Peccato che per la regola imposta sull’utilizzo degli under non sia mai stato possibile vedere all’opera un centrocampo composto da Verna, Iuliano e Sicurella che probabilmente avrebbe assicurato alla squadra più consistenza nella zona vitale del campo. Ma allo stesso modo va detto che Giampà, salvo qualche tardiva mossa tattica, ha cercato di trarre il massimo dagli elementi che ha avuto a disposizione.

Il discorso postumo e complessivo sulla bontà della squadra va rimandato. Per farlo bisognerà calarsi nel momento storico, di quando a fine luglio ancora non si sapeva come muoversi per l’allestimento della squadra, operare in che termini e con quali fondi, per le note vicende societarie, sbloccate successivamente e solo parzialmente per l’intervento risolutivo del primo cittadino di Pagani.

Per il momento va detto che la squadra affidata a Giampà, nel complesso, ha fatto il suo dovere e si è ben comportata; tutti i calciatori hanno speso le loro migliori energie fino all’ultima stilla di sudore, ma nel calcio per vincere non bastano energie e agonismo. Ci sono tanti fattori che fanno grande una squadra, non ultimo quello mentale. Forse proprio quello mentale, che è mancato nell’ultima decisiva partita di campionato.

Così vanno le cose del calcio. Solo il tempo riuscirà a guarire le ferite più profonde. Ma bisognerà anche guardare alle certezze di futuro che al momento non ci sono.

L’ho già scritto e voglio ripeterlo: nell’annata 1965-66 la Paganese dopo aver stravinto il campionato senza perdere una sola partita, fu sconfitta allo stadio Collana di Napoli nella finale con la Sessana e rimase in Prima categoria. I dirigenti della società di allora si guardarono in faccia e decisero di ritentare la scalata alla quarta serie di allora. Lo fecero, irrobustirono la squadra e l’anno successivo vinsero a piene mani. Forse è preistoria, ma quel periodo lo ricordo come fosse oggi. C’era sconforto, delusione in ogni cuore, un po’ come oggi. Ma c’era anche la volontà di rifarsi, di ritentare subito la scalata alla serie D. Ecco, il problema: questa volontà oggi c’è?

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.it

Playoff alla Casertana! Nei supplementari decidono Ferrari e Guida.

Termina con una sconfitta la stagione della Paganese che viene superata in casa dalla Casertana nella finale dei Playoff. In un Marcello Torre, vuoto dopo la decisione degli organi competenti, decidono Ferrari e Guida nei tempi supplementari. 

Fino a quel momento la gara, ferma sul risultato 0-0, era stata sostanzialmente equilibrata con la Paganese più vicina al vantaggio nel corso dei 90 minuti. A metà ripresa (27'), infatti, è soltanto un intervento provvidenziale di Sabatino sulla linea di porta a negare la gioia del gol a De Felice abile a sfruttare una indecisione in uscita di Prisco

Il gol che rompe gli equilibri arriva in avvio del primo tempo supplementare (4') con Ferrari che di testa sfrutta nel migliore dei modi il cross di Liurni. La Paganese tanta una reazione ma senza riuscire ad imbastire un'azione pericolosa. Il colpo del KO arriva nel secondo tempo supplementare (7') con Guida che approfitta dell'indecisione tra Di Somma e Moro in uscita. 

IL TABELLINO 

MARCATORI: pts 4' Ferrari; sts 7' Guida 

PAGANESE (3-4-3): Moro; Maccherini (10' st Cusumano), Di Somma, Capone (6' sts Dioh); Cipolla (22' st Maggio), Del Gesso, Sicurella (32' st Iuliano), Faiello; D'Agostino, Campanile (22' st Fois), De Felice. A disp.: Pinestro, Caiazzo, Verna, Semonella. All.: Giampà. 

CASERTANA (4-3-3): Prisco; Paglino, Soprano, Sabatino, Cugnata; Casoli, Tringali (44' st Matese), Manzo; Bollino (28' st Liurni), Ferrari (2' sts Guida), Turchetta (20' st Taurino). A disp.: Romano, Galletta, Vacca, Atteo, De Falco. All.: Cangelosi. 

ARBITRO: Virgilio di Agrigento 
NOTE: Gara disputata a porte chiuse dopo la decisione del CASMS. Ammoniti: Capone, Cipolla,  Soprano, Sicurella, Ferrari, Matese. Espulso al 10' sts Faiello. Angoli: 3-9. Recupero: pt 1'; st 4'; pts 1'; sts 2'

da paganesemania.it - foto: Scialla

15.5.23

Pacco, doppio pacco e contropaccotto.

DI NINO RUGGIERO

Playoff. Servono, non servono; non si sa. Intanto cerchiamo di vincerli, poi si vede.

Dunque, dopo aver vinto contro una tosta Lvpa Frascati, domenica prossima la Paganese incontrerà al “Marcello Torre” la Casertana. Per vincere queste specie di finali riparatorie potrebbe bastare un pareggio scaturito anche al termine di eventuali tempi supplementari. Ma basterà vincere per entrare dalla finestra dopo che non si è stati in grado di entrare dalla porta, ingresso principale? No, non basterà.

Le squadre vincitrici delle rispettive finali dei playoff di girone (sono nove) non hanno alcun diritto all’accesso in Lega Pro, ma avranno soltanto un piazzamento migliore in una graduatoria che sarà formata per gli eventuali ripescaggi. Per loro saranno stipulate classifiche di merito (tradizione sportiva della società, media punti conquistati, numero medio di spettatori, ecc).


Guardate, non è il caso di illudersi troppo, senza per questo voler parafrasare il titolo di un famoso film diretto da Nanni Loy, “Pacco, doppio pacco e contropaccotto”. Non ci sono imbrogli, ma speranze, solo speranze. Guai però a mollare. Nella vita bisogna sempre credere in qualcosa, avere un obiettivo da raggiungere per non cadere nel fatalismo e nella rassegnazione più deteriore.

Procediamo per gradi. Per prima cosa, la Paganese dovrà battere la Casertana; dopo di che sarà possibile immaginare scenari futuri. Parlarne adesso non ha senso; c’è ancora in giro tanta delusione per aver perso domenica scorsa a Tivoli un obiettivo che era lì, a portata di mano e gli animi non sono sereni. Bisogna dunque fare scorrere il tempo che in questi casi probabilmente è la migliore medicina per smussare brutti ricordi. Poi, ne riparliamo.

Ieri, contro la Lvpa Frascati, nella prima partita dei playoff, si è vista all’opera una buona Paganese. Dopo un inizio timido, figlio della terribile delusione di sette giorni addietro, la squadra ha preso a giocare con una certa scioltezza potendo contare sulla determinazione e voglia di riscatto dei suoi uomini migliori. Il punteggio finale non fa una grinza. Troppo vogliosi di riscatto, gli azzurro-stellati hanno dominato la gara in lungo e in largo lasciando agli ospiti solo gli ultimi minuti di gioco, a punteggio praticamente già acquisito.

Già, punteggio acquisito, e come? Con un gioco avvolgente, con grossa capacità cognitiva, con uomini giusti al posto giusto; inoltre, sono stati spietati e cinici sotto rete. Mancava De Felice, autentico fromboliere, capocannoniere principe del campionato, ma la squadra ne ha risentito meno di quanto si potesse pensare. Anzi, ironia della sorte, i gol non sono mancati a suggello di una prestazione di buon livello qualitativo. La squadra di Giampà è riuscita a capitalizzare tutte quelle manovre degne di essere finalizzate; cosa che non sempre ha fatto nel corso del campionato quando, in tante partite condotte con punteggi striminziti, ha sprecato in maniera industriale palloni che le avrebbero consentito di portare a casa punti preziosi per la classifica.

È probabilmente inutile piangere sul latte versato, ma tante gare sono state riaperte e pareggiate dalle avversarie proprio perché sotto rete si è sprecato tanto, anzi troppo. E il calcio insegna che, quando si è padroni del campo in lungo e in largo, quando si ha tra i piedi il pallino del gioco, bisogna mettere i palloni in rete. E sapete perché? Perché in campo ci sono sempre gli avversari e bisogna pur sempre fare i conti con loro, anche quando sembrano in difficoltà.

Con la Lvpa è successo proprio questo. I romani hanno avuto un sussulto finale, hanno accorciato le distanze, complice un momento di comprensibile rilassamento della difesa. Ma intanto erano sotto di tre reti… non so se mi spiego.

Adesso, occhio alla Casertana. Poi, in caso di superamento del turno, guarderemo con più fiducia al futuro.

Nino Ruggiero per paganesegraffiti.it

Paganese-Lupa Frascati: il pagellone di PaganeseGraffiti.

Moro 8 – Un portiere con i controfiocchi. Sicuro tra i pali, dà sicurezza all’intero reparto. Sul finale compie un paio di interventi miracolosi. Chi lo ha ingaggiato a dicembre ha avuto buon occhio.

Maccherini 7 – Gioca con sempre maggiore autorevolezza sul centro destra a contatto diretto con il maestro Di Somma. Oramai non è più una sorpresa: è una certezza.

Di Somma 7,5 – Non fallisce un solo intervento. Bravissimo sull’uomo, riesce a coordinare con grande bravura e mestiere il lavoro di tutti i compagni impegnati nella fase difensiva. Un vero baluardo.

Esposito 7 – È la vera e positiva sorpresa della giornata. Sul centro sinistra agisce in piena intesa con un ispirato Faiello. Dal suo lato proprio non si passa anche se gli avversari le provano tutte per metterlo in difficoltà. Peccato per l’espulsione rimediata per doppia ammonizione.

Cipolla 7 – Un’altra nota più che positiva della giornata. Schierato come esterno destro di difesa riesce non solo ad arginare gli inserimenti sulla fascia del proprio avversario ma si propone spesso e volentieri in avanti. Possente e autorevole nelle sgroppate, trova terreno fertile sul campo reso pesantissimo dalla pioggia.

Del Gesso 6 – Gioca la sua onesta partita e viene spesso risucchiato indietro in funzione difensiva di mediano vecchio stampo. Non è particolarmente appariscente ma il suo dovere lo compie tutto per intero.

Sicurella 7,5 – Si esalta quando la partita diventa dura. È su tutti i palloni che gravitano nella zona centrale del campo denotando un’ottima condizione atletica. Il suo gol è da antologia, da segnalare forse tra i più belli messi a segno quest’anno al “Marcello Torre”.

Faiello 7,5 – Gli aggettivi si sprecano per questo piccolo/grande atleta. Piccolo forse di statura tra tanti giganti, ma grande per l’intensità che investe in ogni suo movimento. Il suo moto perpetuo lo porta sempre a eccellere, qualche volta anche a eccedere in personalismi; ma il suo apporto è sempre determinante e apprezzato dalla sua tifoseria.

D’Agostino 7,5 – Non c’è De Felice in avanti per squalifica e allora deve dare un contributo supplementare in fase offensiva. Le sue movenze sbilanciano l’apparato difensivo della Lvpa che si trova spesso a usare le maniere dure per frenarlo. Segna il primo gol alla sua maniera infilando il portiere avversario con un chirurgico rasoterra.

Maggio 7 – È la sua partita. Su un terreno reso pesantissimo dalla pioggia ingaggia furiosi duelli con il suo controllore. Ne esce spesso vincitore all’arma bianca da autentico gladiatore. Peccato che non riesca a mettere il suo timbro nelle segnature. Lo avrebbe meritato.

Campanile 6,5 – Merita qualcosa in più della semplice sufficienza. Non è una partita facile per un classe 2005 che fa il suo esordio dal primo minuto al posto del capocannoniere del torneo. Gioca semplice, tocchi di buona scuola, anche sacrifici nel recupero di palloni vaganti dalla trequarti in avanti. Ha buoni numeri e soprattutto sembra duttile sotto il profilo tattico.

Cusumano 7 – Entra in campo nella seconda parte della gara al posto di Campanile quando c’è più bisogno di arginare gli avversari sulla fascia sinistra. Stavolta punta più al sodo e riesce a che a mettere a segno il gol del momentaneo tre a zero.

da paganesegraffiti.it

Playoff: la Paganese non sbaglia! Lupa Frascati ko e adesso la finale con la Casertana.

Reagisce, e non era per niente facile dopo la disfatta di Tivoli che è costata la promozione in C, la Paganese che nella semifinale Playoff supera la Lvpa Frascati. Tre a due il risultato finale con gli azzurrostellati, però, in pieno controllo della gara e in vantaggio di 3 reti fino ai minuti di recupero della ripresa quando la Lvpa si fa viva con le reti di D'Angelo (46') su rigore e Giannetti (51').

Apre le marcature nel primo tempo (37') D'Agostino che, imboccato da Del Gesso, supera Casagrande in uscita mentre a metà ripresa (27') arriva il raddoppio con un gran gol dalla distanza di Sicurella. Ad una manciata di secondi dal novantesimo arriva anche il tris con Cusumano a termine di un ottimo contropiede. 

La Paganese si regala così la finale e mantiene viva la flebile fiammella della serie C da ottenere tramite un eventuale ripescaggio. Tra sette giorni ultimo step della stagione: al "Marcello Torre" arriva la Casertana.

IL TABELLINO

MARCATORI: pt 37' D'Agostino; st 27' Sicurella, 41' Cusumano, 45' D'angelo su rig., 51' Giannetti

PAGANESE (3-4-3): Moro; Maccherini, Di Somma, Esposito; Cipolla (32' st Capone), Del Gesso, Sicurella (42' st Iuliano), Faiello; Campanile (15' st Cusumano), Maggio (43' st Dioh), D'Agostino (45' st Verna). A disp. Pinestro, Grimaldi, Caiazzo, Fois. All. Giampà

LVPA FRASCATI (3-4-2-1): Casagrande; Frosali, Giannetti, Avellini; Ferraro (10' st Pompili), Traditi, Sabelli, Ruggeri (40' st Marras); Armini (1' st Rufo), Senesi (1' st D'Angelo); Persano (21' st Flores Heatley). A disp. Palmieri, Molinari, Silvestri, Panella. All. Chiappara

ARBITRO: Terribile di Bassano del Grappa (Cantatore-Rizzi)
NOTE: Spettatori 1000 circa. Espulsi al 35'st Cipolla (P) per doppia ammonizione. Ammoniti Cipolla, Moro, Maccherini, Ruggeri, Giannetti. Rec.: pt 1'; st 6'

da paganesemania.it

10.5.23

Le stelle non le spengono i temporali.

DI NINO RUGGIERO

È vero, è praticamente impossibile, pure dopo due giorni, scrivere senza le lacrime agli occhi. Difficile spiegarlo a chi con il calcio di provincia non si emoziona più, e parla con una (finta) aria di superiorità, storcendo il muso quando parli di traguardo fallito a un passo dal sogno. Scontato raccontarlo a chi a Tivoli c’era, in presenza o col pensiero. A un certo punto il flusso delle lacrime è stato inversamente proporzionale a quello delle parole: tutti muti e disperati allo stesso tempo. E dopo due giorni è ancora così.


Ci sono immagini di questa sconfitta – la più bruciante della storia recente – che nemmeno il tempo spazzerà via. Ci sono gli abbracci di consolazione che restano impressi come un fermo immagine, perché questo calcio crea legami veri; ci sono i cori instancabili ed encomiabili dei tifosi dopo una sconfitta che pesa e condanna; c’è la folla al Palazzurro, una folla azzurra strabocchevole che non eravamo più abituati a vedere. E poi ci sono i bambini, i tanti bambini che, raccogliendo il testimone di una fede calcistica da tramandare, quest’anno si sono avvicinati alla Paganese. Voi ve li ricordate i ragazzini delle scuole che, sistemati nei distinti, durante il campionato cantano “Questa è la mia città e la difenderò”, vero? Tutto ciò a riprova del fatto che la Paganese qui non è solo calcio. Lo dimostrano la cocente delusione, le copiose lacrime, la mancanza di parole e il silenzio assordante in cui siamo sprofondati – tutti, senza distinzione alcuna – da domenica pomeriggio.

Ora, ditemi, con tutto il comprensibilissimo e bruciante sconforto del momento, come tutto questo può finire?

Ci sono i play-off: mollare la presa non sarebbe giusto per tutto il mondo che ruota intorno ai colori azzurrostellati. E la rabbia che ancora anima i più delusi non è disinteresse; al contrario: è sintomatica del forte attaccamento ai colori sociali.

Nello sconforto generale, si è parlato poco delle partite all’orizzonte: si gioca domenica alle 16 in casa con la Lupa Frascati. La Paganese ha due risultati utili su tre: anche in caso di pareggio, dopo i supplementari, passano gli azzurrostellati. Poi, in caso di qualificazione, ancora un’altra partita in casa, domenica 21 maggio, contro la vincente tra Casertana e Arzachena con le stesse chance di passare il turno. E poi? La graduatoria per eventuali ripescaggi in Lega Pro. Poche speranze, sì; ma cos’altro si può fare? C’è un patrimonio da preservare e la storia insegna che solo chi cade impara a rialzarsi. Vecchioni, invece, lo canta da anni: “le stelle non le spengono i temporali”.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.it 

8.5.23

Infausta Rassegna Stampa.

I sogni non muoiono solo all’alba.

DI NINO RUGGIERO

Scrivere, sì devo scrivere. Già, come se fosse facile. E che vi dico? Che la conclusione nefasta della partita con il Tivoli l’abbiamo solo sognata? Datemi un pizzicotto, svegliatemi; ditemi che si tratta solo di un brutto sogno finito male. Una conclusione amara che mi perseguita e non mi dà pace da ore. Se è stato un brutto sogno, lo abbiamo fatto in tanti, direi tantissimi, più di quelli che si potevano immaginare; forse una città intera, coinvolta come non mai da una specie di miraggio nel deserto. Adesso non basta un pizzicotto per svegliarci e portarci alla realtà. No, non poteva e non doveva finire così!


Come è stato, come è possibile? Un obiettivo a portata di mano fallito a soli venti minuti dalla fine. C’erano tutte le premesse per completare un percorso difficile ma percorribile. Un primo tempo giocato senza storia, contro un Tivoli tremebondo che tenta solo di limitare i danni. Moro tranquillo tra i pali, mai infastidito da una squadra votata solo alla difensiva. Una, due, tre volte la Paganese va a un passo dalla segnatura. Quando si domina bisogna mettere i palloni in rete; altrimenti si tratta solo di predominio territoriale fine a se stesso. Una pecca della Paganese di quest’anno, una delle tante. Il gol, meritatissimo, liberatorio, arriva ancora una volta da un inserimento sotto rete di De Felice sul finale del tempo. Poteva e doveva essere un gol storico, di quelli che vengono ricordati a futura memoria perché risolutivo. Doveva…

E invece alla ripresa delle ostilità il Tivoli cambia faccia dopo aver rischiato di prendere il secondo gol da Maggio. Due innesti dopo una decina di minuti, Coquin e Mastropietro, portano una ventata di freschezza alla squadra di casa; riequilibrano lo schieramento tattico del Tivoli e portano seri fastidi dalla trequarti in avanti. La Paganese accusa il colpo, si tira indietro ma non riesce a frenare l’irruenza e la vitalità soprattutto di Coquin che prende a svariare su tutto il fronte d’attacco. Alla squadra azzurrostellata manca un efficace filtro a ridosso della difesa, presa d’infilata non solo dall’irrefrenabile Coquin ma anche dai rinfrancati Fall e Mastropietro. Tardive e poco efficaci le contromosse da parte della Paganese. Qualche calciatore chiaramente in debito d’ossigeno per aver dato troppo nella prima parte della gara viene tenuto in campo, qualche altro sembra accusare più del dovuto la risistemazione di ordine tattico dei padroni di casa mossi da un furore agonistico che li vede arrivare per primi su tutte le seconde palle, quelle che sfuggono al controllo. In altre occasioni, e non è una novità, la Paganese era riuscita a difendere il vantaggio risicato fino all’ultimo fidando sulla forza della difesa. A Tivoli non è così; è tutto l’apparato difensivo che va in crisi soprattutto dopo l’inopinata segnatura arrivata a venti minuti dal termine e che rimette tutto in gioco: promozione della Paganese e salvezza del Tivoli.

La Paganese è sotto shock. Scoramento, mancanza di forze, acido lattico nelle gambe quanto ne vuoi; va tutto a rotoli. La squadra non c’è più, né con la testa, né con le gambe. È proprio finita!

La storia della Paganese non è scevra da scoramenti e da disfatte sportive. Una su tutte quella del 1965-66. In quell’annata la squadra si classificò prima senza perdere una sola partita. La perse poi allo stadio “Collana” di Napoli contro la Sessana in una finale da “mors tua vita mea” e non fu promossa in serie D. La società non si scompose, si ripromise di di non demordere e l’anno successivo fu poi promossa nel corso delle finali che si svolsero allo stadio “San Paolo”, oggi stadio “Maradona”.

La domanda adesso è una sola: ci sarà un futuro?

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.it

A Tivoli harakiri Paganese: da 0-1 a 3-1. Addio serie C!

Sul rettilineo finale a soli 20 minuti dal tagliare il traguardo finale della Serie C la Paganese cade. E lo fa in modo rovinoso ed inaspettato a Tivoli dove, dopo essere passata in vantaggio a fine primo tempo col solito De Felice, viene prima raggiunta da Fall (73') e poi superata proprio nell'ultima parte della gara dai gol di Mastropietro (90') e Coquin (95'). 

Una beffa atroce per gli uomini di Giampà che hanno accarezzato il sogno serie C proprio fino al gol di Fall incapaci poi di cingere da assedio la trequarti laziale, eccezion fatta per una rete annullata per fuorigioco da De Felice, a caccia del gol promozione. 

Un vero e proprio suicidio calcistico per gli azzurrostellati che hanno pagato a caro prezzo l'imprecisione sotto porta nella prima frazione in almeno tre nitide palle gol con D'Agostino e De Felice e ad inizio ripresa con Maggio. 

IL TABELLINO 

MARCATORI: pt 43' De Felice; st 28' Fall, 45' Mastropietro  50' Coquin 

TIVOLI (3-5-2): Trovato; Tarantino, Sfanò, Valentini; Vagnoni, Torsellini (13' st Coquin), Spila (31' st Pellegrini), Capodaglio, Perrotta (31' st Falilò); De Marco (13' st Mastropietro), Fall. A disp.: Chiapparelli, Lisari, Vecchi, De Dominicis, Nistor. All.: Cotroneo 

PAGANESE (3-4-3): Moro; Maccherini, Di Somma, Capone (33' st Esposito); Faiello (38' st Cipolla), Del Gesso, Sicurella (11' st Verna), Cusumano (17' st Semonella (33' st Campanile); De Felice, Maggio, D'Agostino. A disp.: Pinestro, Iuliano, Fois, Dioh. All.: Giampà 

ARBITRO: Angelo Tomasi di Lecce (Boato - Gennuso)
NOTE: spettatori: 2000 circa di cui oltre 500 da Pagani. Ammoniti: Valentini (T), Semonella (P), Maccherini (P), Mastropietro (T), Faiello (P), Del Gesso (P). Angoli: 2-7. Recupero: pt 1'; st 7'

da paganesemania.it

1.5.23

Paganese-Pomezia: rassegna stampa da Paganese Graffiti.



Paganese-Pomezia 2-0: il pagellone di Paganese Graffiti.

Moro 7 – Partita attenta, di grande concentrazione. Preciso nelle uscite, non si è mai fatto trovare impreparato quelle rare volte in cui è stato chiamato in causa

Capone 6 – Svolge il suo compito con assoluta dedizione alla causa non concedendo spazio agli avversari

Di Somma 6,5 – Leader incontrastato della difesa. Guida la linea da par suo e sfiora anche la rete di testa

Maccherini 6 – Stesso discorso dei compagni di reparto. Era una gara molto delicata ed è stato importante averla affrontata con la solita freddezza

Cusumano 5,5 – Incide poco. Non riesce quasi mai a superare l’avversario e a creare la superiorità numerica nel primo tempo

Del Gesso 6 – È costretto a lottare a centrocampo con gli avversari, spesso in superiorità numerica in quella zona di campo

Iuliano 5,5 – Non era nella migliore giornata. Sbaglia qualche giocata di troppo

Faiello 7 – Nella ripresa, spostato sulla destra, riesce ad affondare con più facilità nella retroguardia avversaria. Da un suo cross nasce l’importantissimo gol del vantaggio

De Felice 6 – Lotta come un leone ma stavolta non riesce a trovare il guizzo vincente

Maggio 7 – Partita di combattimento in mezzo all’arcigna difesa ospite. Poi segna il gol che fa esplodere letteralmente il Marcello Torre

D’Agostino 7 – Un gol straordinario che mette al sicuro il risultato. Ora restano gli ultimi novanta minuti per sancire la sua indiscussa superiorità tecnica in questo torneo

Verna 6,5 – Il suo ingresso in campo nella ripresa dà brio e consistenza al centrocampo azzurrostellato

Semonella 6 – Giusta la scelta di Giampà che lo fa entrare in campo nella ripresa. L’assetto tattico diventa molto più equilibrato e consente alla Paganese di attaccare con maggior profitto anche a destra con Faiello

Nel blu dipinto di blu.

DI NINO RUGGIERO

Nel giorno in cui potevano decidersi le sorti del campionato non ci sono stati elementi di novità. La Paganese ha vinto, il Sorrento pure. Il responso finale è rimandato di una settimana, l’ultima di un campionato che ha tenuto con il fiato sospeso tre tifoserie importanti: quelle di Pagani, di Sorrento e di Caserta.

Il ritorno del grande pubblico al “Marcello Torre”, richiamato dall’importanza della posta in palio, è coinciso con una convincente vittoria dei padroni di casa nei confronti dei laziali del Pomezia.

Primo tempo così così. Paganese subito alla ricerca affannosa del gol ma troppo precipitosa in qualche occasione degna di migliore fortuna, tipo colpo di testa di Maggio terminato sulla traversa e susseguente tiraccio di De Felice mandato alle stelle. Per il resto, per tutto il primo tempo, poco lavoro per il portiere laziale.

La formazione di Pomezia ha recitato in pieno la parte della squadra che non vuole perdere per non retrocedere direttamente; e lo ha fatto per oltre quarantacinque minuti con ordine, senza grossi affanni, schierandosi a protezione della difesa con un massiccio lavoro a centrocampo dove, in superiorità numerica, ha tentato di imbrigliare le azioni che la Paganese proponeva. La squadra laziale non si è fatta scrupoli di bel gioco; ha badato al sodo e per farlo ha cercato di ingabbiare sia D’Agostino, costretto a giocare più arretrato del solito, sia Faiello costantemente braccato da due mastini sulla fascia sinistra di iniziale competenza. A centrocampo il duo Iuliano-Del Gesso ha funzionato a corrente alternata anche perché nella stessa zona il Pomezia appariva molto spesso in superiorità numerica. In questa fase è venuto meno il lavoro di profondità sulla fascia destra che Giampà aveva affidato al giovane Cusumano che non è riuscito mai a entrare in partita; il ragazzo probabilmente ha sentito più del dovuto il peso della responsabilità che gli era stata affidata.

I miglioramenti sperati sono arrivati nella seconda parte della gara, probabilmente perché Faiello, spostato a destra per fare spazio a sinistra al giovane Semonella, è risultato più a suo agio. Su quella fascia la Paganese ha costruito la sua vittoria. A destra l’ex nolano ha imperversato in campo largo. Si è rivisto il giocatore irrefrenabile delle giornate migliori. Per due volte di seguito il taccuino ha marchiato il suo nome. Prima ha servito il pallone dell’uno a zero al centro per Maggio con una parabola a rientrare di destro; poi, sempre di destro ha tentato il tiro deviato a stento dal portiere laziale.

Le cose migliori della gara sono racchiuse nello spazio di una ventina di minuti di grande calcio offerto come sempre dagli uomini migliori, da quelli che quest’anno hanno connotato il cammino della squadra dall’alto della loro classe. Tra questi, senza ombra di dubbio Verna, metronomo di qualità e di presenza. Il secondo gol messo a segno da D’Agostino è uno di quelli che si vedono solo in serie superiore. Una vera perla. Nell’occasione De Felice ha voluto ricambiare i tanti assist avuti proprio dal compagno d’attacco e lo ha servito dalla destra con un traversone invitante. D’Agostino, tutto spostato sulla sinistra, in area, ha controllato di petto e poi di sinistro ha incrociato con un tiro che si è conficcato all’incrocio dei pali alla sinistra dell’incredulo portiere laziale.

Oggi, nel giorno in cui gli irriducibili tifosi della curva nord hanno intonato a perdifiato per tutta la durata della partita inni e cori coinvolgenti, mi viene voglia di parafrasare una vecchia canzone di Domenico Modugno, “Nel blu dipinto di blu”, blu, azzurro, stiamo là, per una dedica speciale proprio a D’Agostino, calciatore immenso, di sicuro sprecato per la categoria. Prima strofa della canzone, dedicata a lui, numero dieci di nome e di fatto, il numero dei campioni. “Penso che un gol così non si veda mai più”. In un campionato dove si rumina calcio all’insegna della mediocrità, è giusto osannare quelli che al pallone danno del “tu” e che riescono a indirizzare con le loro prodezze i destini delle squadre che li hanno in formazione.

Il campionato finirà domenica prossima. Con un solo punto di vantaggio sul Sorrento, la Paganese per avere certezze di promozione deve vincere a Tivoli. Il vantaggio di un punto è pur sempre un vantaggio. Con una vittoria la squadra sarebbe matematicamente in serie C a prescindere da quello che sarà il risultato ottenuto dalla contendente al titolo. La Paganese arriva a questo incontro decisivo ben carica e con la convinzione di potercela fare. L’allenatore Giampà avrà a disposizione tutti i suoi uomini migliori e di certo farà tesoro di qualche discrasia di ordine tattico emersa nella gara con il Pomezia.

A D’Agostino e compagni, Pagani sportiva chiede un ultimo sforzo. Non sarà facile, ma le premesse per fare bene ci sono tutte. Prosit!

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.it

Paganese-Pomezia 2-0: altro scatto verso la serie C.

In una giornata che poteva rivelarsi storica, al Torre la Paganese batte senza troppi affanni il Pomezia e compie l'ennesimo scatto nella corsa alla promozione in Serie C. Una partita che ha visto gli azzurrostellati di Giampà, spinti da una cornice di pubblico eccezionale, fare fatica nella creazione di azioni offensive nel primo tempo per poi sbloccarsi, soprattutto dal punti di vista mentale, nella ripresa. A fissare il 2-0 finale sono le firme di Maggio, tornato oggi al gol, e D'Agostino, sempre più leader e trascinatore. Adesso, con la vittoria anche del Sorrento, saranno gli ultimi 90 minuti della stagione, a Tivoli, a segnare il destino della Paganese. 

Primo tempo fatto di poche emozioni. La Paganese prova a fare la partita fin dal primo minuto ma la manovra appare troppo lenta e poco efficace. La prima ed unica occasione degna di nota arriva all’11’, quando De Felice gira bene di testa un cross proveniente dalla destra, bella risposta di D’Adamo e Maggio che fallisce il tap-in di testa, colpendo la traversa. Gli azzurrostellati provano poi a scardinare la difesa degli ospiti cercando più volte l’iniziativa sulle fasce, ma con scarsi risultati. Il Pomezia invece si presenta solo in due occasioni dalle parti di Moro, entrambe con due tiri dalla distanza che non trovano la porta, prima con Lo Pinto e poi con Nanni.

Ripresa che parte ancora con la Paganese all’assalto della porta avversaria. Gli Azzurrostellati impiegano 10 minuti per trovare il varco giusto e passare in vantaggio: Faiello pennella un bel cross dalla destra, incertezza in uscita di D’Adamo e Maggio stavolta ne approfitta segnando un gol pesantissimo. Il vantaggio sblocca mentalmente i padroni di casa e così, sugli sviluppi di calcio d’angolo, arriva anche l’occasione per il raddoppio con Di Somma che impatta bene ma il portiere stavolta è reattivo. Solo questione di minuti, perchè gli uomini di Giampà riescono a trovare il secondo gol grazie all’ennesima magia di D’Agostino. Il 10 azzurrostellato, lanciato in profondità, riesce a trovare l’angolo lontano da posizione defilata con una splendida conclusione di sinistro. Sull’onda dell’entusiasmo anche De Felice prova ad entrare nella lista dei marcatori ma, con un grande intervento, D’Adamo mette in corner un pallone destinato all’angolino. Sussulto anche del Pomezia nel finale con Cabellud che impegna Moro con una potente conclusione ravvicinata. Alla fine, per la Paganese arrivano 3 punti fondamentali ma non la festa promozione, con ogni discorso rinviato all’ultima giornata.

IL TABELLINO

MARCATORI: st 10’ Maggio, 32’ D’Agostino

PAGANESE (3-4-3): Moro; Maccherini, Di Somma (38’st Esposito), Capone; Cusumano (8’st Semonella), Iuliano (8’st Verna), Del Gesso, Faiello; De Felice (43’st Cipolla), Maggio (47’ Campanile), D’Agostino. A disp.: Pinestro, Caiazzo, Dioh, Fois. All.: Chiappa (Giampà squalificato).

POMEZIA (3-5-2): D’Adamo; Cardinali (42’st Cardinali), Rosania, Gagliardini; Lahrach, Rocchi (24’st Ruci), Rizzitelli (34’st Teti), Lo Pinto (19’sy Cabellud), Pizzuto; Nanni, Massella. A disp.: Marcucci, Gasbarra, Sossai, Barbarossa, Oi. All.: Ferrazzoli.

ARBITRO : Edoardo Manedo Mazzoni di Prato (De Luca-Meraviglia)

NOTE: Ammoniti: nessuno. Recupero: 1’pt, 6’st. Angoli: 7-1.

Christian Esposito - paganesemania.it

Foto: Paganese Calcio