25.10.21

Avellino e dintorni.

DI NINO RUGGIERO 

Brutta cosa dover mischiare cronaca nera e calcio. Quello che è realmente successo sul raccordo autostradale che da Avellino porta all’imbocco dell’autostrada A30 saranno gli organi inquirenti a stabilirlo. Resta l’amarezza nel dover constatare che la violenza ha ripreso a imperversare – dopo un periodo di tregua – e che il calcio è preso a pretesto da taluni, per dare sfogo a una brutalità che, proprio perché tale, non ha scusanti.

La partita con l’Avellino ha evidenziato una buona Paganese per gran parte della gara, diciamo almeno fino all’uscita dal campo di Schiavi per infortunio. La Paganese sicura di sé del primo tempo, anche spavalda in un paio di occasioni meritevoli di maggiori fortune, si è poi come sfaldata dopo aver perduto prima il suo leader, centrale di difesa, e poi, di seguito, per espulsione, Bianchi, altro difensore. La squadra, che aveva così bene retto agli attacchi degli irpini per oltre cinquantacinque minuti, ha perduto non solo due uomini importanti, ma anche le sue sicurezze e la sua compattezza: doti che avevano impedito all’Avellino di farsi vivo minacciosamente per gran parte della prima frazione di gioco. 

Grassadonia aveva studiato bene le mosse tattiche da contrapporre agli avversari. Aveva affidato a Tissone, Zito e Firenze il compito di organizzazione del gioco di centrocampo. Aveva affiancato Guadagni a Piovaccari per sfidare in profondità la munita difesa avversaria. Ma non poteva minimamente immaginare che proprio Piovaccari, il suo attaccante di maggiore peso e qualità, dopo dieci minuti avrebbe dovuto abbandonate il campo per un risentimento muscolare. Grassadonia sapeva della forza prorompente costituita da Rizzo e Micovschi sulla fascia destra dello schieramento irpino e aveva affidato i due all’accoppiata Zito-Manarelli. Mossa vincente perché su quella fascia sia Zito che Manarelli si sono fatti rispettare sia nella fase di contenimento, sia in quella di proposizione del gioco. L’altro elemento da guardare a vista era Di Gaudio, uno che non ha bisogno di presentazioni e che è un vero lusso per la categoria. Pensate che nella sua carriera ha disputato – avendo in tutto trentuno anni – dieci campionati pieni di serie B e serie A con Carpi, Verona, Parma e Spezia. Da Di Gaudio sono arrivati i pericoli più seri per la porta di Baiocco e poco hanno potuto per contrastarlo sulla fascia sia Bianchi che Zanini; lo ha fatto bene Schiavi, con azzeccate diagonali difensive, finché è stato in campo. Poi Di Gaudio, nel secondo tempo, ha dilagato sulla fascia di competenza e l’Avellino ha potuto raccogliere tre punti importanti per la sua classifica.

L’intero reparto difensivo ha funzionato come un orologio per tutto il primo tempo: Baiocco si è limitato a parare il parabile e lo ha fatto senza affanni, lui che è abituato ai miracoli. Lo ha fatto poi il miracolo nel secondo tempo parando un rigore a Tito; niente però ha potuto sulla ribattuta in rete dello stesso calciatore.

Nella ripresa c’è stato il crollo, dovuto soprattutto al depauperamento di determinate certezze difensive. Troppo importante in questo momento per l’economia del gioco difensivo appare l’apporto di Schiavi, costretto a uscire dal campo per infortunio. Troppi giovani schierati in difesa tutti in una volta per sperare di poter uscire indenni dal Partenio. 

Il problema della tenuta della squadra azzurrostellata sta venendo fuori partita dopo partita. Assenze di rilievo stanno condizionando il rendimento della Paganese. Qualcosa si inceppa anche a livello mentale nei momenti in cui, invece, la squadra dovrebbe farsi valere. Sta venendo fuori – prepotentemente – il problema dei troppi infortuni che stanno falcidiando la squadra nei suoi uomini migliori. Ben poche volte Grassadonia ha avuto il piacere di schierare la formazione che ha in testa, a cominciare dalla difesa che non riesce a schierare in contemporanea i due calciatori più rappresentativi, vale a dire Murolo e Schiavi.
Adesso però bisogna guardare avanti. C’è solo il tempo per leccarsi le ferite e per contarsi. Da una parte gli abili e arruolabili, dall’altra l’infermeria. Si gioca sabato al “Marcello Torre” contro il Francavilla, contro la squadra che domenica ha battuto la capolista Bari per tre a zero. Non so se mi spiego…

Nino Ruggiero

Scontri sul raccordo Salerno-Avellino dopo il derby.

Avellino-Paganese purtroppo non è finita al 90' e col triplice fischio dell'arbitro Rutella che ha sancito una vittoria netta da parte dei biancoverdi per 3-0. Sul raccordo autostradale Avellino-Salerno, nei pressi dell’uscita di Montoro Nord in direzione Salerno, si sono verificati scontri che hanno avuto delle ripercussioni anche sul traffico, mentre le tifoserie stavano facendo rientro. Secondo le testimonianze dei presenti, lungo la carreggiata e sopra i cavalcavia, alcuni tifosi irpini avrebbero colpito i pulmini nei quali viaggiavano gli ultras paganesi. Questi ultimi avrebbero reagito portandoli ad abbandonare i rispettivi mezzi, colpendo alcune autovetture. Ci sarebbero due feriti lievi, in seguito agli scontri. Sono intervenuti i sanitari del 118. Disagi per il traffico che è rinasto bloccato in direzione Salerno. Sono intervenuti la Polizia e i carabinieri della Compagnia di Solofra. Sul posto gli agenti della Polizia Stradale, guidati dal vicequestore Alfredo Petriccione, per disciplinare il traffico. Indagini affidate alla Digos. 

paganesemania.it

Avellino-Paganese 3-0: derby a tinte verdi, gli azzurrostellati crollano nella ripresa.

Paganese che esce sconfitta con un sonoro 3-0, le tre reti subite tutte nel secondo tempo. Svolta dell’incontro è stata sicuramente la doppia ammonizione di Bianchi che ha reso più debole e penetrabile il castello difensivo costruito da Grassadonia.

Il tecnico degli azzurrostellati conferma nove undicesimi rispetto al turno infrasettimanale di mercoledì scorso con Sbampato che rileva Murolo squalificato e Piovaccari al posto dell’infortunato Castaldo. Braglia piazza Micovschi e Di Gaudio alle spalle dell’unica punta Plescia.

Inizio di timbro avellinese con gli uomini di Braglia che girano palla alla ricerca di un varco nella difesa azzurrostellata, quest’oggi in divisa blu.

Dopo dieci minuti Piovaccari è già costretto ad alzare bandiera bianca dopo un contrasto in cui ha la peggio, dentro Iannone. Ritmi bassi in questo avvio con la prima occasione arriva dopo quasi venti minuti con Tissone che perde un pallone sanguinoso sul quale Plescia spreca con una pessima conclusione. 

Risponde la Paganese con una punizione insidiosa di Firenze che impegna Forte in presa bassa. La squadra di Braglia non riesce a verticalizzare con Schiavi che guida bene la linea difensiva, in avanti invece il giovane tandem Iannone-Guadagni si pesta un po' i piedi soffrendo dal punto di vista del gioco aereo con il terzetto difensivo locale. Sono però i liguorini a sprecare un’occasione colossale. 

Dopo gli sviluppi di un calcio di punizione dalla destra, Zanini viene pescato da Zito sul filo del fuorigioco ma tira forte centrando in pieno Forte. I padroni di casa riprendono in mano le redini dell’incontro e poco prima dell’intervallo sviluppano un’ottima azione dalla destra con Rizzo che serve Plescia al centro dell’area e di testa impegna Baiocco costretto a rifugiarsi in calcio d’angolo.

All’inizio della ripresa anche Schiavi è costretto ad alzare bandiera bianca, al suo posto Scanagatta con Bianchi che si sposta al centro della retroguardia a tre. La svolta dell’incontro avviene quando Bianchi viene espulso per doppia ammonizione dopo una trattenuta vistosa ai danni di Plescia. Paganese in difficoltà e Braglia ne approfitta inserendo Mastalli per Bove con l’Avellino che si schiera con il 4-2-3-1. 

Mossa che si rivela subito vincente perché sulla conclusione del centrocampista ex Juve Stabia, il pallone viene respinto sulla sinistra per Di Gaudio che trova la rete del vantaggio con una conclusione sul palo più lontano. 

Gli azzurrostellati non riescono a ripartire, anzi soffrono le ripartenze degli irpini in una delle quali conquistano il calcio di rigore sull’imbucata per Mastalli che viene trattenuto da Zanini e Rutella non ha dubbi. Sul dischetto si presenta Tito che viene ipnotizzato da Baiocco, al terzo rigore neutralizzato, ma il pallone torna al numero 3 avellinese che ribadisce per il 2-0. Avellino che gestisce l’incontro e Gagliano sfiora addirittura il tris con una conclusione di sinistro sulla quale si supera Baiocco. 3-0 che trova al primo minuto di recupero sugli sviluppi di un calcio d’angolo.

IL TABELLINO

AVELLINO-PAGANESE 3-0

AVELLINO (3-4-2-1): Forte; Silvestri, Dossena, Bove (10’st Mastalli); Rizzo, Aloi, De Francesco (45’st Matera), Tito; Micovschi, Di Gaudio (45’st Mignanelli); Plescia (20’st Gagliano). A disp: Pane, Sbraga, Mastalli, Messina. All.: Braglia.

PAGANESE (3-5-2): Baiocco; Bianchi, Schiavi (4’st Scanagatta), Sbampato; Zanini, Firenze, Tissone (19’st Vitiello), Zito, Manarelli; Guadagni, Piovaccari (13’pt Iannone). A disp: Pellecchia, Caruso, Viti, Perlingieri, Pica, Sussi, Del Regno. All.: Grassadonia.

ARBITRO: Rutella di Enna (Torresan/Ferrari, IV: Andreano)

RETI: 13’st Di Gaudio, 26’st Tito, 46’st Gagliano.

NOTE: 4000 spettatori circa, 375 provenienti da Pagani. Al 26’st Baiocco para un calcio di rigore a Tito. Ammoniti: Bove, Di Gaudio, Bianchi, Schiavi, Zanini, Zito. Espulsi: Bianchi.  Angoli: 6-4. Recupero: pt 1’, st’ 4

Alfonso Esposito - paganesemania.it

22.10.21

I moschettieri del re.

DI NINO RUGGIERO 

Erano loro che dovevano riportare in auge la Paganese; e lo hanno fatto. Quelli della vecchia guardia, quelli che sono stati sulla graticola per tre settimane durante le quali la squadra aveva dato segni di cedimento strutturale, si sono presentati all’appello e hanno ribadito con forza e determinazione che loro sono lì, pronti a ribaltare tutte le paradossali e ingenerose teorie inerenti Inps e dintorni del pianeta calcio.

Sugli scudi la vecchia guardia: Zito, Murolo, Tissone, Piovaccari e Castaldo. Una specie di moschettieri del re, di Gianluca Grassadonia.
C’era bisogno di qualcuno che, dopo le disfatte patite negli ultimi tre turni, prendesse per mano la squadra e la indirizzasse sui giusti binari.

Eccoli. Si è presentato sin da subito Antonio Zito, schierato a sorpresa nella zona centrale del campo, quella zona che una volta, agli inizi della carriera, lo voleva centrocampista di grande talento, stella nascente, titolare di maglia numero dieci (il che è tutto dire!) nel Sorrento. Zito ha fatto stropicciare gli occhi per la naturalezza e la disinvoltura con la quale si è presentato, da vero leader, in campo; ha poi sfoderato una prestazione da incorniciare, al di sopra delle righe, piacevole sorpresa per i tanti che fino a quel momento – dopo fugaci apparizioni – lo avevano visto come un oggetto misterioso, una specie di Ufo.

Punto di riferimento costante per tutta la squadra, Zito si è presentato in una condizione fisico-atletica invidiabile; dai suoi ripiegamenti difensivi, nella fase di non possesso, ha beneficiato tutta la fase difensiva della squadra; dal suo magico piede sinistro sono partiti i palloni più intriganti per le manovre di attacco; le sue poderose accelerazioni, nella fase di possesso, hanno dato linfa alle manovre d’attacco della squadra. Zito, un giocatore rinato, mai visto in campo così brillante e continuo nelle precedenti esibizioni; una garanzia per le gare che verranno in quanto a rendimento, impegno e – perché no? – per classe genuina.

Poi Murolo. E sono due. Non solo si è un fatto trovare pronto per prendere autorevolmente posto al centro della difesa, dopo aver superato un fastidioso acciacco, ma addirittura è andato in gol con la prontezza e il cinismo di un attaccante nato. Tissone, e sono tre. Non ha sbagliato un solo passaggio, architetto del gioco, si è pure sacrificato in un oscuro lavoro di interdizione, lui che è distributore del gioco, tecnico e sopraffino.

Piovaccari, e sono quattro. Serio e taciturno, sempre pronto e professionale, oramai ha fatto amicizia con le porte avversarie. Ne ha segnato già tre di gol, uno più importante dell’altro, e lo fatto negli spezzoni di partita in cui è stato impegnato: Piovaccari oramai nella fantasia popolare non è solo il “pifferaio magico”; egli oramai rappresenta il capolinea del gol, come Castaldo, e sono cinque, d’altra parte, uno dei pochi sempre presenti e che contro il Potenza è uscito solo per stanchezza, martirizzato oltre misura da marcature al limite della correttezza agonistica. Quattro erano i moschettieri di Alessandro Dumas; cinque, uno in più, sono i moschettieri cui si è rivolto Gianluca Grassadonia per rimettere in sesto una barca apparsa nelle ultime tre settimane in balìa di un mare agitato e minaccioso.

I tre punti conquistati con il Potenza adesso danno più tranquillità non solo alla squadra ma anche all’ambiente, apparso scoraggiato dopo le ultime deludenti prestazioni.
Ci sono tutte le premesse, adesso, per vedere ancora all’opera la Paganese battagliera e mai doma vista in campo con il Potenza, soprattutto capace di impostare e mantenere ritmi intensi per gran parte della partita.

A questa squadra non chiedete l’impossibile. Ma le cose terrene, sappiatelo, sono alla sua portata.

Nino Ruggiero

21.10.21

Paganese-Potenza 2-0: pronta reazione degli azzurrostellati che tornano al successo dopo tre sconfitte consecutive.

Dopo tre sconfitte consecutive, la Paganese rialza la testa battendo per 2-0 il Potenza. Una rete in avvio di Murolo ha spianato la strada agli azzurrostellati, la reazione dei rossoblù si è infranta contro Baiocco e un palo, prima del sigillo di Piovaccari a tempo scaduto. 

Partita che ci mette poco a decollare: al 4’ grande azione della Paganese ben avviata da Zito che manda Zanini al cross, sponda volante di Firenze per il destro di prima di Castaldo che però viene deviato in angolo da un difensore avversario. La risposta del Potenza non si fa attendere ed arriva con la conclusione in area di Volpe, Baiocco compie una grande parata ma la respinta è corta e dà vita ad una mischia in area dalla quale gli ospiti reclamano un contatto da calcio di rigore. Al quarto d’ora arriva il vantaggio della Paganese: su calcio da fermo Zito mette in area dove trova la torre di Schiavi che libera al tiro Guadagni, conclusione sporcata dalla difesa corretta in rete da Murolo che festeggia così il suo ritorno da titolare. Paganese ben messa in campo ma che però rischia di subire il pareggio dei rossoblù grazie ad una disattenzione difensiva che tiene in gioco Coccia che, rimasto solo nella parte sinistra dell’area di rigore, prova il tiro a giro che Baiocco con un gran colpo di reni alza sopra la traversa. Nel finale di primo tempo occasione d’oro per la Paganese in ripartenza con Manarelli che lancia in velocità Guadagni, il numero 26 azzurrostellato va al tu per tu con Marcone ma risulta poco freddo e si divora il gol del raddoppio calciando fuori. 

Ripresa che si apre con ritmi di gioco meno elevati rispetto ai primi 45, la scossa la danno gli ospiti con la bella azione personale di Volpe, che si libera della marcatura di Murolo in area e fa partire un gran destro che si stampa sul palo. Partita che con le varie interruzioni cala ulteriormente di intensità e dunque per occasioni pericolose bisogna aspettare l’85’ quando Guadagni ruba palla a Cargnelutti e crossa per Firenze che calcia a botta sicura ma Marcone con un gran riflesso tiene in partita i suoi. Nel recupero Costa Ferreira impegna ancora una volta Baiocco con un insidioso tiro da fuori messo in angolo. Allo scadere la Paganese raddoppia e blinda la vittoria con il gol di Piovaccari che servito stoppa il cross di Guadagni e fredda Marcone per il 2-0 finale.

IL TABELLINO

MARCATORI: 15’pt Murolo (PAG), 49’st Piovaccari (PAG).
PAGANESE (3-4-2-1): Baiocco; Bianchi, Schiavi, Murolo (24’st Sbampato); Zanini, Tissone, Zito, Manarelli; Firenze (44’st Scanagatta), Guadagni; Castaldo (18’st Piovaccari). A disp.: Pellecchia, Caruso, Vitiello, Viti, Perlingieri, Pica, Sussi, Iannone, Del Regno. All.: Grassadonia.
POTENZA (4-3-1-2): Marcone; Coccia (24’st Banegas), Piana (39’st Cargnelutti), Gigli, Maestrelli; Zagaria (24’st Vecchi), Sandri (39’st Sessa), Ricci; Costa Ferreira; Volpe, Salvemini (14’st Baclet). A disp.: Greco, Petriccione, Zampa, Orazzo, Bruzzo, Zenuni, Sepe. All.: Gallo.
ARBITRO: Costanza di Agrigento 
NOTE: spettatori:1000 di cui 200 ospiti. Ammoniti: Gigli (POT), Tissone (PAG), Coccia (POT), Piana (POT), Baiocco (PAG), Firenze (PAG), Murolo (PAG), Manarelli (PAG), Zito (PAG) . Recupero: 1’pt, 5’st. Angoli: 3-4.

Christian Esposito
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18.10.21

Le cose da chiarire.

DI NINO RUGGIERO 

La partita con il Monterosi ci ha consegnato, purtroppo, la Paganese delle ultime settimane, quella di Campobasso e quella di sette giorni fa nell’incontro casalingo con il Catanzaro. Una squadra lenta, impacciata, timorosa, addirittura autolesionistica nei suoi comportamenti difensivi. Per ben due volte, siamo nei primi minuti della gara, palle velenose in uscita sono state graziosamente consegnate agli attaccanti avversari. E per due volte c’è voluta tutta la classe, la bravura e l’esperienza di Baiocco per evitare che il Monterosi passasse subito in vantaggio. Perdere palla in uscita dalla difesa o non riuscire ad allontanare palloni vaganti e velenosi in area è da dilettanti allo sbaraglio, non da professionisti. Sta capitando troppo spesso per definirli infortuni. Grassadonia, che è stato ottimo difensore, deve porre rimedio allo scempio difensivo che sta relegando la squadra a uno degli ultimi posti in fatto di reti incassate. E meno male che in porta c’è un certo signor Baiocco, anche a Viterbo sugli scudi…

Eppure, la squadra disegnata a fine estate a tavolino dallo staff tecnico, coordinato da Cocchino D’Eboli, pareva avere le qualità giuste per disputare un onorevole campionato. 

Murolo e Schiavi come centrali, elementi dotati di pedigree non indifferenti, avrebbero dovuto costituire una coppia di centrali insormontabili. Ma i due, per svariati motivi, di salute e per infortuni,  sono stati utilizzati con il contagocce e non è mai stato possibile varare una difesa all’altezza della situazione, così come nelle intenzioni della vigilia. È mancato anche il filtro di centrocampo, essenziale, assicurato da un mediano quando sono gli avversari ad avere il pallino del gioco in mano; per questa fase di non possesso è mancato l’apporto qualitativo e quantitativo di Vitiello, perennemente alle prese con acciacchi vari, uno dei pochi atleti in grado di recitare la parte di mediano frangiflutti davanti alla difesa.

Certo, la squadra, spulciando l’età dei componenti, ha presentato sin da subito la problematica di atleti avanti negli anni; ma, nel complesso, proprio la classe ed esperienza degli atleti ingaggiati autorizzava a ben sperare nel futuro, soprattutto se paragonata alla formazione dell’ultimo campionato, quello della salvezza all’ultimo secondo contro il Bisceglie. 

A fine estate, in giro, nei bar, nei covi della tifoseria, si respirava aria nuova, aria di riscatto e di rivincita. S’era ricreato entusiasmo e fiducia nei confronti della società, cosa che non avveniva da anni. La famosa asticella, quella che consente  sbalzi di rendimento e voli di fantasia, poteva essere azionata. Li avevano poi autorizzati le due vittorie di fila, dopo l’arrivo di Grassadonia, contro Catania e Taranto.

Nessuno però aveva messo in conto gli acciacchi, lo stato di forma, gli infortuni più facili a verificarsi con atleti ultratrentenni.

Dall’altare alla polvere, non ci vuole molto nel mondo del calcio a invertire la tendenza, soprattutto quando si è in presenza di atleti che rappresentano vere e proprie scommesse in quanto a rendimento. 

Il calcio negli ultimi tempi è cambiato. Oggi le squadre puntano molto sul dinamismo e sulla velocità; sui raddoppi di marcature; sulla capacità di arrivare per primi sulle seconde palle, che sono poi quelle vaganti in seguito a contrasti. L’aspetto atletico conta molto, quasi come quello squisitamente tecnico. Ci vogliono polmoni a mantice per mantenere costante il rendimento agonistico, per contrastare gli avversari sul piano della velocità.

Una squadra come la Paganese, costruita con altri criteri, potrebbe contrapporre tecnica, mestiere e scaltrezza; ma a condizione che i suoi componenti migliori abbiano una condizione fisica accettabile. Manca una condizione atletica accettabile e stanno mancando soprattutto elementi di indubbio valore come Murolo in difesa, Vitiello e Cretella a centrocampo, Diop e Piovaccari in avanti. Una giustificazione? Fate voi, ma non credo che possa essere sottaciuta la mancanza in contemporanea di atleti ritenuti titolari a tutti gli effetti.

Cosa voglio dire? Solo che al momento bisogna guardarsi bene in faccia e capire come andare avanti. Lo deve fare per primo Grassadonia, responsabile tecnico, per trovare il bandolo della matassa che coinvolge soprattutto la fase difensiva; ma lo deve fare anche la società che deve ridimensionare le aspettative di grandezza. Sono dell’avviso che una volta sistemata l’intelaiatura difensiva, che è quella che dà più preoccupazioni, si possa guardare con maggiore fiducia ai prossimi impegni.

Si, è vero. Questa Paganese ha molte cose da chiarire. Lo deve fare per tanti motivi; per la classifica che comincia diventare ingenerosa; per la sua tifoseria probabilmente illusa da un buon inizio di campionato; ma lo deve fare soprattutto per se stessa perché i valori tecnici, per quanto datati, non si inventano dalla sera alla mattina. E il calcio, checché se ne dica, per quanto oggi possa celebrare l’agonismo e il podismo più frenetico, è anche poesia. 

La poesia della vita.

Nino Ruggiero

Monterosi Tuscia-Paganese 1-0: tre indizi fanno una prova, arriva la terza sconfitta consecutiva.

Per gli azzurrostellati arriva la terza sconfitta consecutiva senza trovare la via della rete. Adesso è crisi vera anche se la squadra resta aggrappata a numerose squadre che si contendono la zona valida per i play-off.

Alla vigilia il tecnico Grassadonia deve fare a meno di numerosi elementi e schiera per la prima volta dall'inizio Bianchi come braccetto di sinistra della difesa a tre. 

Protagonista della prima frazione è Baiocco che dopo pochi minuti è costretto subito al grande intervento su Polidori che si invola a campo aperto sfruttando uno sciagurato disimpegno di Bianchi evidentemente emozionato al ritorno nel suo vecchio stadio. Risponde Tissone che su schema da calcio d'angolo viene liberato al tiro respinto dai difensori laziali. 

Al decimo minuto arriva già la seconda occasione per i padroni di casa con Costantino che si invola sul filo del fuorigioco e trova l'esterno della rete con un sinistro potente. Poco prima della mezz'ora il Monterosi confeziona due palle gol con Costantino che chiama al riflesso Baiocco e Di Paolantonio che per poco non trova lo specchio della porta dal limite dell'area con una conclusione sporca. 

Al 40' i padroni di casa passano in vantaggio con Di Paolantonio che scodella un pallone perfetto per la testa di Polidori, tenuto in gioco da Scanagatta, e serve il tutto solo Costantino che da pochi passi può solo portare meritatamente in vantaggio i suoi. 

La Paganese non è in campo e rischia di capitolare pochi minuti dopo con Costantino che questa volta sceglie di graziare gli avversari. Nel secondo tempo accade poco o niente con i padroni di casa che amministrano il vantaggio e gli azzurrostellati escono sconfitti anche contro la neopromossa Monterosi. 

Anche questa volta la casella gol e tiri in porta è ferma a quota zero. 

MONTEROSI-PAGANESE 1-0

MONTEROSI (3-5-2): Borghetto (11’st Alia); Mbende, Rocchi, Piroli; Verde, Franchini, Di Paolantonio, Adamo (37’st Parlati), Cancellieri (37’st Polito); Polidori, Costantino (44’st Caon). In panchina: Buono, Luciani, Tartaglia, Nasini, Tonetto, Zakaria, Buglio. Allenatore: D’Antoni.

PAGANESE (3-5-2): Baiocco; Scanagatta (12’st Sbampato), Schiavi, Bianchi; Zanini, Volpicelli (18’pt Sussi), Tissone, Firenze, Manarelli (32’ Viti); Guadagni (32’st Vitiello), Castaldo.
In panchina: Pellechia, Caruso, Perlingieri, Pica, Iannone, Del Regno. Allenatore: Grassadonia.

ARBITRO: Marini di Trieste (assistenti: Severino e Fraggetta; quarto uomo: Emmanuele).

RETE: 39’pt Costantino (M).

NOTE: Ammoniti: Franchini, Polidori (M), Scanagatta, Sbampato (P). Angoli: 3-4. Recupero: 1’pt e 4’st.

Alfonso Esposito - paganesemania.it

11.10.21

La lana e la seta.

DI NINO RUGGIERO 

Il calcio è materia difficile da interpretare, così come è difficile interpretare e commentare un partita. In più è opinabile perché ognuno ha un modo diverso di vedere. Non per niente si dice, coloritamente in vernacolo, “ogni capa è nu tribunale”. Ho visto la gara con il Catanzaro solo in registrazione per impegni che mi hanno tenuto lontano da Pagani. Alla fine mi pare di poter dire che la squadra calabrese ha raccolto anche meno di quello che ha seminato. Una Paganese impalpabile, timorosa, inconcludente ha lasciato campo libero agli avversari. Basti pensare che il portiere del Catanzaro non ha dovuto effettuare un intervento che sia uno per tutta la durata della gara. Dove è finita allora la squadra baldanzosa e fiera che aveva fatto sognare una vasta platea di tifosi, non solo i soliti fedelissimi ma anche gli occasionali, quelli che si infiammano quando arrivano i risultati positivi a ripetizione? Dicevo all’inizio della difficoltà di interpretare il calcio. Mi spiego. Quest’anno, dopo gli ultimi periodi grigi che avevano portato disperazione e disamore verso i colori azzurrostellati, tutto sembrava dovesse andare per il meglio. L’arrivo di Cocchino D’Eboli aveva subito infiammato la piazza. Acquisti di un certo rilievo autorizzavano a sperare in un mutamento di rotta. Non più una squadra allestita per salvarsi, ma una squadra in grado di disputare un campionato onorevole, con il malcelato obiettivo di agguantare un posto nei play off. E tutto, specie dopo il cambio del manico, con l’arrivo di Gianluca Grassadonia, pareva essersi messo sui binari giusti. Due vittorie di fila in casa contro Catania e Taranto e il pareggio conquistato con ampio merito a Bari, contro l’indiscussa capolista del girone, autorizzavano a sognare in grande. Poi qualcosa si è inceppato, a cominciare dalla vittoria all’ultimo secondo contro la Vibonese per continuare con due sconfitte consecutive a Campobasso e in casa domenica con il Catanzaro.  Allora ci viene da chiedere: qual è la vera Paganese, quella vista contro Catania, Taranto e Bari o quella di domenica che ha subito le pene dell’inferno contro il Catanzaro? Ecco, la difficile materia del calcio; ecco la difficoltà di interpretare una partita, di sviscerarla e di capire quali sono i veri ingredienti che fanno grande una squadra. Un giorno sugli altari, un altro nella polvere. Sembra questo, al momento il refrain che accompagna il cammino della Paganese. La verità, come quasi sempre nella vita, sta nel mezzo. La Paganese non è la corazzata sognata dalla tifoseria, ma non è nemmeno una squadra di mezze calzette. Bisognerebbe convincersi che le grandi squadre non nascono mai per caso e spesso sono il frutto di un lavoro di squadra, certosino, mai occasionale. Lo ha dimostrato il Catanzaro, autore di una prestazione superlativa che va al di là del risultato, frutto di una campagna acquisti effettuata senza alcun risparmio e di in gioco di squadra ben collaudato. Ogni pedina al posto giusto e grande equilibrio tattico per la squadra di Calabro che si candida a essere la più seria avversaria del Bari in tema di promozione. Sulla Paganese sarò lapidario. È di sicuro una buona squadra perché composta da elementi di buona fattura tecnica; alcuni eccellono, qualche altro stenta a innalzarsi da un’aurea mediocrità. Nel complesso, inutile fare paragoni con il recente passato perché sarebbe come mischiare la lana con la seta.  I risultati positivi arriveranno, siatene certi, anche se probabilmente qualcuno aveva volato alto con la fantasia. Forse troppo in alto. Dal punto di vista tecnico-tattico c’è da dire che la difesa continua a non convincere; il centrocampo gioca a sprazzi e mancano soprattutto i collegamenti fra i reparti. Su questo, Grassadonia avrà molto da lavorare in settimana in vista della gara esterna con il Monterosi Tuscia che si giocherà a Viterbo. Qualcosa dovrà cambiare nell’organizzazione del gioco che appare farraginoso e macchinoso. Sui singoli preferisco che sia il tecnico a fare le sue brave valutazioni. Nessuno può farle meglio di lui.

Nino Ruggiero

Paganese-Catanzaro 0-2: azzurrostellati sottotono, i giallorossi calabresi passeggiano al Torre.

Altra prestazione sottotono per la Paganese ed altra sconfitta per 2-0: il Catanzaro passeggia al Marcello Torre. 

Voglia di rifarsi per la Paganese dopo la deludente sconfitta di una settimana fa, al Torre arriva il Catanzaro ancora imbattuto. Grassadonia ritrova tutti gli indisponibili di Campobasso (Diop escluso) ma perde Piovaccari e Murolo e dunque passa dal solito 3-5-2 al 4-3-1-2. In difesa coppia di centrali formata da Sbampato e Schiavi mentre in attacco Firenze nelle vesti di trequartista alle spalle di Guadagni e Castaldo.

Primo tempo fatto di poche emozioni ma che vede il Catanzaro dominare ogni zona del campo, in particolare sugli esterni dove Vandeputte e Rolando con i loro inserimenti mandano più volte in apprensione la difesa azzurrostellata. Al 26’ la pressione degli ospiti si concretizza: Rolando punta sbampato che lo atterra in area, per l'arbitro non ci sono dubbi ed indica il dischetto. Dagli 11 metri va Carlini che spiazza Baiocco e sblocca la gara in favore della formazione calabrese. La Paganese, incapace di reagire, rischia di incassare il raddoppio degli ospiti con un’iniziativa personale di Vandeputte che arriva sul fondo e crossa per Verna che da pochi passi manca l'appuntamento con il goal.

Nella ripresa il Catanzaro riprende il discorso interrotto dal doppio fischio dell’arbitro trovando subito la seconda rete: Bombagi crossa da sinistra e pesca l’inserimento di Rolando in area che controlla e calcia, Baiocco si oppone con un miracolo ma deve arrendersi al tap-in dello stesso esterno giallorosso. Catanzaro che può chiudere definitivamente i giochi in contropiede con Carlini che conduce palla, entra in area e serve Bombagi che prova un pallonetto di poco alto. Grassadonia cambia assetto effettuando diverse sostituzioni che alla fine si rivelano inconsistenti visto che l’unico squillo è una timida conclusione da fuori di Iannone al minuto 49 della ripresa, dato che insieme a quello sui calci d’angolo (2-15) riassume un pomeriggio totalmente da dimenticare per la squadra azzurrostellata.

MARCATORI: 26'pt rig. Carlini, 9’st Rolando.

PAGANESE (4-3-1-2): Baiocco; Scanagatta (11’st Sussi), Schiavi, Sbampato, Manarelli (45’st Iannone); Cretella, Tissone, Zanini (22’st Bianchi); Firenze; Castaldo,Guadagni (22’st Zito). A disp.: Pellecchia, Caruso, Vitiello, Viti, Volpicelli, Pica, Schiavino, Del Regno. All.: Grassadonia.

CATANZARO (3-4-1-2): Branduani; Fazio, Scognamillo, Martinelli; Vandeputte, Verna, Welbeck( 41’st Cinelli), Rolando (30’st Tentardini); Carlini (40’st Curiale); Bombagi (31’st Bearzotti), Cianci (22’st Vazquez). A disp.: Nocchi, Romagnoli, De Santis, Monterisi, Ortisi, Risolo, Gatti. All.: Calabro.

ARBITRO: Panettella di Gallarate (Pragliola-Lisi; IV De Angelis)

NOTE: spettatori 800 circa. Ammoniti: Welbeck (C), Sbampato (P), Carlini (C), Vandeputte (C), Tissone (P). Angoli: 2-15. Recupero 1'pt, 4'st. 

Christian Esposito
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5.10.21

La recita del mea culpa.

DI NINO RUGGIERO

Brutta Paganese, forse la più brutta vista in campo in questo campionato. La vittoria del Campobasso per due reti a zero non fa una grinza perché meritata ampiamente nei confronti degli azzurro stellati apparsi macchinosi e inconcludenti, ancorché particolarmente fragili nella fase difensiva. Tanto di cappello al Campobasso, vincitore senza “se” e senza “ma”; ma prova assolutamente lontana dagli ultimi standard da parte della Paganese. 

Eppure le prime fasi della gara erano state beneauguranti per la Paganese: c’erano stati due importanti squilli di tromba da parte degli uomini di Grassadonia. Li avevano procurati la spavalderia e la consapevolezza di essere pronti a recitare una parte di primo piano in questo campionato. Prima c’era stata una girata a volo di Firenze terminata di un soffio a lato meritevole di migliori fortune e poi, dopo esattamente dieci minuti di gioco, Volpicelli non era riuscito a mettere in rete da due passi un pallone d’oro servitogli con il cucchiaino da Castaldo. Uno di quei palloni facili facili che non hanno bisogno di un fuoriclasse per essere accompagnati in rete. 

Mah! Capita anche questo nel calcio. Due squilli di tromba, solo beneauguranti, illusori, a ben vedere, considerato quello che poi è stato l’andamento della gara. Più niente, da parte Paganese, in un pomeriggio che ha visto miseramente naufragare le ambizioni di classifica degli atleti azzurrostellati.

Ma come è possibile che ci sia stata una brutta inversione di tendenza rispetto alle ultime gare? Qualcosa, per la verità, si era già inceppato nella vittoriosa gara interna infrasettimanale con la Vibonese, ma si pensava potesse essersi trattato solo una giornata storta e di stanchezza.

La Paganese vista a Campobasso ha avuto anima e organizzazione di gioco solo nei primi minuti di gioco. Poi, man mano, sono statli i molisani a essere padroni del campo, soprattutto in fase di impostazione e di tenuta. La Paganese ha sofferto più di quanto si potesse pensare le mancanze in contemporanea di Vitiello e di Cretella. Tissone, calciatore di assoluto spessore tecnico, uno che da del tu al pallone e che riesce a distribuire il gioco con semplicità e linearità con tocchi di grande classe, si è trovato spesso isolato e circondato da avversari che sgusciavano via da tutte le parti. 

Tissone se l’è cavata bene nei primi minuti, poi è stato soverchiato numericamente proprio dove deve nascere il gioco. Come si diceva una volta – un centrocampista di qualità non può cantare e portare la croce perché deve fare i conti con la sua struttura fisica che non è quella di un rubapalloni in fase difensiva. Purtroppo Grassadonia, proprio a causa dell’assenza in contemporanea di Vitiello e Cretella ha dovuto ridisegnare il reparto di centrocampo; quest’ultimo ha sofferto molto soprattutto quando si è trattato di arginare lo strapotere fisico del Campobasso composto da atleti brevilinei e scattanti. 

Con il passare dei minuti la Paganese, orfana di centrocampisti di movimento, ha praticamente consegnato le chiavi del gioco nelle mani dei molisani. A questo aggiungeteci le solite sbavature difensive che oramai non fanno più notizia e che hanno facilitato ampiamente il compito degli attaccanti in maglia rossoblù apparsi in grande giornata; ne ha sofferto molto soprattutto il lato destro dello schieramento difensivo della Paganese. 

Le sostituzioni effettuate da Grassadonia all’inizio della ripresa non hanno portato i miglioramenti sperati. Troppo slegata la manovra di costruzione del gioco per portare Castaldo e Piovaccari in zona gol come nelle intenzioni del tecnico. A questo aggiungeteci che il Campobasso, forte del vantaggio iniziale messo a segno al quarto d’ora da Di Francesco e propiziato da un errore difensivo, ha preso fiducia nelle proprie possibilità e ha giocato con grande determinazione agonistica proprio mentre la Paganese naufragava assieme a quell’equilibrio tattico sempre invocato, ma poche volte praticato.
Adesso in casa Paganese sarà il caso di recitare il mea culpa. 

Niente processi, per carità; solo consapevolezza che il cammino della squadra in questo campionato non sarà affatto agevole. Il gol mancato da Volpicelli, solo davanti alla porta, non può costituire un alibi per una squadra costruita ad arte facendo leva sull’esperienza dei suoi elementi. Piuttosto bisognerà capire che non sempre si potrà attendere un miracolo o un colpo di genio dai suoi migliori calciatori per vincere le partite. 

Ci vorrà un bagno di umiltà da parte di tutti per convincersi che la squadra è composta da buoni elementi ma che i traguardi sperati non si raggiungono solo fidando sulle qualità individuali dei singoli. In altre parole bisognerà convincersi che i risultati devono arrivare con il gioco di squadra, con il sacrificio, con l’abnegazione lasciando per strada il passato calcistico più o meno illustre dei componenti la rosa. Un infortunio nel calcio può capitare, come capita anche nelle migliori famiglie.
Ma che sia, però, solo un infortunio….

Nino Ruggiero

4.10.21

Campobasso-Paganese 2-0: azzurrostellati mai in partita e sbranati dai lupi.

Il risultato parla chiaro, anzi per certi versi va pure stretto al Campobasso. Al “Nuovo Romagnoli” i padroni di casa dominano in lungo ed in largo la Paganese e vincono 2 a 0, riuscendo nell’impresa di interrompere a quattro la striscia di risultati utili consecutivi degli azzurrostellati. 

La vittoria porta le firme di Di Francesco nella prima frazione e di Rossetti nella seconda, tuttavia però il miglior in campo per qualità offerta è sicuramente Vitali. Dal punto di vista fisico i lupi hanno preso il sopravvento durante l’arco dei 90’. Non c’è quindi stato spazio per una risposta degli uomini di Grassadonia, soprattutto non c’è stata la reazione d’orgoglio e la voglia di crederci sempre che nelle ultime gare aveva contraddistinto in positivo questa squadra. 

Si torna quindi da Campobasso a mani vuote, forse in molti se lo aspettavano dopo la prova incolore di mercoledì scorso. Gli allarmi provenienti da quella gara però sono stati ben coperti dalla rete di Castaldo a ridosso del 90’, che comunque ad oggi vale due punti in più in graduatoria. Probabilmente ha inciso sul risultato anche la formazione con cui mister Grassadonia ha schierato in campo i suoi, dovendo per forza di cose fare a meno di alcuni importanti elementi della rosa. 

Tra questi c’è sicuramente Cretella, uomo chiave della manovra azzurrostellata nelle ultime due settimane. In difesa ha pesato l’assenza di Schiavi, infatti la retroguardia liguorina ha subito in più di una circostanza l’intraprendenza degli esterni avversari. Il trio Sbampato-Schiavino-Murolo non ha per nulla conferito certezze, anche se questi erano gli unici tre difensori centrali con i 90 minuti nelle gambe. Nonostante la prova negative le cose cominciano bene per gli azzurrostellati, che al primo minuto si fanno vedere con una girata al volo di Iannone. Al 10’ invece Volpicelli riceve tutto solo nell’area piccola una conclusione sporca di Castaldo, ma il centrocampista classe ’99 colpisce clamorosamente in pieno con una semirovesciata Raccichini

Sul ribaltamento di fronte Baiocco è costretto agli straordinari, tanto che deve letteralmente volare per togliere dalla rete il colpo di testa di Di Francesco. Quest’ultimo però tre minuti dopo è lesto ad avventarsi sulla palla vagante colpita da Sbampato intento a rinviare e ad appoggiarla in rete, dopo che Vitali si era incuneato nell’area avversaria mettendo a sedere Murolo con un tunnel. Da qui in poi comincia il dominio del Campobasso, che al 18’ con Rossetti sfiora il raddoppio da due passi se non fosse per Baiocco che alza il muro. 

Alla mezz’ora Vitali riceve da Tenkorang ed avrebbe l’opportunità di calciare a rete, ma la sua conclusione si spegne sul fondo. A fine primo tempo Grassadonia inserisce il neo acquisto Viti, Piovaccari e Scanagatta per Sussi, Iannone e Sbampato, però il copione della gara resta lo stesso. Addirittura non passano nemmeno 120 secondi e Rossetti raddoppia i conti con una potente botta sul primo palo a trafiggere Baiocco, che al contrario della sconsiderata scivolata in area di rigore di Schiavino non poteva davvero nulla. 

Nel frattempo si esauriscono i cambi azzurrostellati dato che tre minuti dopo l’ingresso in campo di Zito è costretto ad alzare bandiera bianca anche Zanini, sostituito da Perlingieri. La Paganese non riuscirà mai a mettere in campo un briciolo di reazione, anzi deve stare attenta a restare in un passivo non troppo largo. All’ora di gioco Rossetti di testa manda a lato da due metri, mentre un quarto d’ora dopo Tenkorang lascia partire un missile terra area dai 16 metri deviato da Baiocco

Negli scorci finali di un match dominato dal Campobasso ci sarebbe l’occasione di calare il tris per Rossetti, Emmausso e Liguori, ma nessuno dei tre riesce a centrare lo specchio della porta.

CAMPOBASSO-PAGANESE 2-0

CAMPOBASSO 4-3-3

Raccichini; Fabriani, Menna, Dalmazzi, Pace (28’st Vanzan); Tenkorang, Bontà, Candellori; Vitali (44’st Emmausso), Rossetti (44’st De Biase), Di Francesco (28’st Liguori).

In panchina: Zamarion, Coco, Nacci, Martino, Ciocca, Magri. Allenatore: Cudini.

PAGANESE 3-5-2

Baiocco; Sbampato (1’st Scanagatta), Schiavino, Murolo; Sussi (1’st Viti), Volpicelli, Tissone (11’st Zito), Zanini (14’st Perlingieri); Firenze; Iannone (1’st Piovaccari), Castaldo.

In panchina: Pellecchia, Caruso, Pica, Guadagni, Del Regno. Allenatore: Grassadonia.

ARBITRO: Collu di Cagliari (assistenti: Politi e Belsanti, quarto uomo: Zucchetti).

RETI: 15’pt Di Francesco, 2’st Rossetti (C).

NOTE: Ammoniti: Schiavino, Zito (P). Angoli: 3-3. Recupero: 0’pt, 4’st.

da www.paganesemania.it