31.10.19

L'infermeria si svuota, Erra ritrova anche Diop. Solo Perri resta ai box.


Il match con il Picerno ha chiuso una settimana delicata sul fronte dei risultati (un solo punto raccolto in tre gare), ma allo stesso tempo ha aperto un'ultima parte di girone d'andata dall'altissimo coefficiente di difficoltà per la Paganese. Da qui al giro di boa, gli azzurrostellati se la vedranno con le compagini più accreditate a recitare un ruolo da protagonista in questo torneo. Solo il Bisceglie, fra l'altro in trasferta, rappresenta una gara sulla carta più abbordabile. Alessandro Erra ha già detto, prima del match coi lucani, che non intende guardare troppo in là, piuttosto preferisce concentrarsi su un match alla volta, a partire dall'impegno di domenica alle 15 contro il Catania

In questo momento è fondamentale, per la Paganese, recuperare gli infortunati: l'esiguità della rosa e i pochi cambi hanno contribuito certamente a raccogliere poco nelle ultime tre partite. Sotto questo aspetto, un sorriso lo può comunque abbozzare l'allenatore azzurrostellato. Ieri, alla ripresa degli allenamenti, sono tornati ad allenarsi col gruppo Baiocco, Dramè e Diop. Il portiere aveva saltato la trasferta di Potenza per un risentimento muscolare accusato nel finale della gara con la Vibonese, per cui a scopo precauzionale era stato tenuto fuori. L'esterno ex Atalanta già domenica era stato convocato, ma ovviamente non gettato nella mischia: può ritenersi comunque a disposizione. La notizia migliore è certamente quella del recupero di Abou Diop, ko dal match con l'Avellino a causa di una contrattura al bicipite femorale che è stata smaltita. L'unico ancora ai box è il terzino Matteo Perri, le cui condizioni saranno valutate in settimana. Recuperi importanti di giocatori che si sono fermati nel loro momento migliore, andando ad incidere - negativamente - sul rendimento della Paganese.

Danilo Sorrentino
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30.10.19

Aneddoti e curiosità di Picerno-Paganese.


L'equilibrio precario, gli approcci rivedibili e i birilli in area. Questo e tanto altro in 10-0, la rubrica "semiseria" di #paganesemania, che vi racconta così #PicernoPaganese.

DIECI alla tifoseria azzurrostellata che domenica ha riempito il settore ospiti dello stadio Viviani di Potenza, che però ancora una volta torna a casa delusa, vista la brutta prestazione della squadra, ma ciò non ha fermato gli ultras a cantare durante tutti i 90 minuti e oltre.

NOVE le volte in cui la Paganese si è trovata in una situazione di svantaggio da inizio anno. Considerando che si sono giocate solo 12 partite, la situazione potrebbe diventare preoccupante se l'andamento dovesse continuare ad essere questo. In più di un'occasione gli azzurrostellati sono riusciti a recuperare e spesso anche a ribaltare. Ma non sempre va bene.

OTTO le gare impiegate dall'attaccante Emmanuele Esposito a sbloccarsi fra i professionisti. Dopo una vita trascorsa nei dilettanti, la bandiera del Picerno ha trovato il primo centro proprio contro la Paganese.
SETTE a Matteo Campani, alla sua prima presenza in campionato fra i professionisti. Il classe 2000 era stato titolare in Coppa Italia col Bari e con l'Avellino, salvo poi lasciare il posto a Baiocco, che ha sostituito degnamente, con un paio di parate che hanno evitato un passivo più ampio. In avvio di ripresa, ha anche rischiato un'altra frittata come su Antenucci ad agosto, ma ne è uscito bene e si è confermato un secondo di buona affidabilità.

SEI i giocatori di movimento della Paganese, più il portiere, che si trovano in area di rigore al momento del gol del Picerno. Nessun giocatore in maglia bianca riesce a fermare lo scambio in velocità dei tre calciatori rossoblù, con Guerra che trova il facile tap-in addirittura sulla linea di porta. Quando si dice iniziare bene una partita...

CINQUE come i minuti che passano dal fischio d'inizio all'uno a zero del Picerno. Un gol a testimonianza della difficoltà ad approcciarsi alla gara della Paganese come già avvenuto in altre occasioni. Alla Sicula ne furono necessari 8, alla Reggina 12, all'Avellino 15.

QUATTRO le sconfitte stagionali, tutte fuori casa, della Paganese. Se tra la mura amiche sembra essere tornata la legge del Torre come i tempi d'oro, i ragazzi di Erra in trasferta hanno maggiore difficoltà soprattutto se sono costretti sempre a rincorrere.

TRE le gare in sette giorni della Paganese che ha affrontato in rapida successione Teramo, Vibonese e Picerno. Doveva essere la settimana delle conferme ed invece gli azzurrostellati portano via soltanto un punto. Approcci sbagliati, episodi arbitrali alquanto dubbi e la prima vera emergenza in termini di infortuni (out Dramè, Perri, Diop, Baiocco) il filo conduttore di una settimana da cancellare.

DUE le sconfitte senza attenuanti collezionate dai ragazzi di Erra in questo avvio di campionato. La debacle di Potenza fa il paio con quella nel derby con la Cavese proprio in termine di prestazione globale della squadra. Meglio incassare una sconfitta senza giocare che dominare ed ottenere lo stesso risultato.

UNO il tiro nello specchio della porta della Paganese ad opera di Caccetta appena dopo il gol subito. Nei restanti minuti ci provano Musso, Capece e Guadagni senza riuscire neanche a sporcare i guantoni di Cavagnaro.

ZERO all'equilibrio di quella fetta di tifosi, per fortuna piccolissima, che è passata in appena una settimana dai sogni di gloria di altissima classifica al disfattismo generale. Serve equilibrio: 16 punti in 12 partite per una squadra che deve salvarsi (l'obiettivo è questo) è un buon bottino.

Alfonso Esposito
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28.10.19

Pigmei e giganti.

di NINO RUGGIERO

Nella particolare, improbabile e ipotetica classifica delle brutte gare disputate dalla Paganese in quest’annata calcistica pensavamo in tanti che il primo posto spettasse all’incontro con la Cavese a Castellammare di Stabia; non avevamo evidentemente fatto i conti con la partita di ieri con il Picerno.

Brutta gara, brutto risultato per gli azzurro stellati mai in partita, anche quando gli avversari generosamente hanno lasciato campo libero alle loro asfittiche e prevedibilissime manovre. Un risultato che deve fare riflettere non tanto per la sconfitta maturata e che fa parte del gioco, quanto per il rendimento offerto nel corso dei novanta e più minuti.

Stavolta la squadra non ha avuto sussulti; né dopo aver incassato un gol assurdo dopo pochi minuti, né nella seconda parte della gara, come in precedenti occasioni quando c’era stato un cambiamento radicale di gioco e di risultato.

Una partita piatta, senza uno scampolo di orgoglio, senza un solo tiro decente verso la porta del Picerno, se si eccettua quello scoccato da Caccetta nella prima parte della gara. Solo illusorio dominio territoriale, solo possesso del pallone nei confronti di un avversario scaltro e pratico al tempo stesso che ha concesso campo quasi scientemente per poi ripartire con contropiedi ficcanti e redditizi. Buon per Erra che ha potuto contare sul giovane Campani che, dopo una comprensibile incertezza iniziale in occasione del primo gol, ha poi sfoderato una prestazione di alto livello salvando a più riprese la sua porta da una capitolazione mortificante.

La sconfitta con il Picerno ci ha detto alcune cose importanti.

Primo: che la Paganese nel corso del campionato deve fare i conti con squadre costruite con obiettivi precisi, senza alcun risparmio e che non fanno sconti a nessuno; fra queste proprio il Picerno che non schiera under, non ha badato a spese nel corso della campagna di allestimento ed ha come obiettivo la salvezza diretta.

Secondo: che la Paganese non può prescindere da un suo consolidato cliscé di manovra e soffre più del dovuto quando deve fare a meno di elementi ritenuti indispensabili per il suo gioco, vale a dire Perri e Diop. E non cito Dramé fra gli elementi indispensabili solo perché è arrivato in corso d’opera. Sostituti con identiche caratteristiche tecniche non ce ne sono, facciamocene una ragione. La qualcosa rappresenta un limite che altre squadre non hanno perché le loro panchine sono ricche di elementi pari o addirittura più bravi dei titolari.

Cosa voglio dire? Solo che la gara di Potenza ci ha riportati sulla terra dopo che qualche più che buona esibizione aveva fatto sognare in grande. Adesso, all’indomani di una gara infausta, sappiamo tutti che bisognerà tenere in piedi ben saldi per terra e fare i conti con il materiale umano a disposizione per arrivare al prefissato traguardo della salvezza.

Su questo materiale umano Erra dovrà lavorare a fondo mettendo in conto infortuni e squalifiche perché purtroppo fanno parte del gioco. Va detto anche, ad onor del vero, che – a causa di una giornata nera complessiva – non possono essere tutt’ad un tratto dimenticate le buone prestazioni effettuate in precedenza. Ma nella vita ci vuole equilibrio in tutto: sia in campo, per quello che riguarda la squadra e il suo rendimento, sia nell’ambiente sportivo soggetto a comprensibili sbalzi di umore. Bisognerà comprendere che la squadra se al momento non è quella dei sogni proibiti non è nemmeno, però, quella vista in campo a Potenza.

La partita con il Picerno deve rappresentare solo un infortunio di percorso, una brutta pagina scritta in un libro che fino a questo momento è stato soprattutto ricco di emozioni.

In questa ottica, Erra, che finora ha fatto un buon lavoro, deve fare le scelte che ritiene più opportune per presentare una squadra costante nel rendimento e con uomini al meglio della loro condizione psico-fisica.

L’occasione per un pronto riscatto è già dietro l’angolo. Domenica al “Marcello Torre” arriva il blasonato Catania.

Pensate anche solo per un attimo al privilegio di poter giocare con squadre come Reggina, Bari, Catania, Catanzaro, Ternana. Noi, Pagani, piccolo centro di provincia.

Pigmei contro giganti. Eppure ci siamo!

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com

La Paganese vista da...Nocera! - Ora calma e gesso per capire e rimediare.

Alla vigilia della gara con il Teramo, la prima di tre gare in sette giorni, avevo titolato da queste pagine: "Un Tris per diventare Grandi". Ebbene la crescita non c'è stata, sul più bello - nel momento in cui ci si aspettava il salto di qualità - questa squadra s'è sgonfiata come quando togli in anticipo un dolce dal forno. Sicuramente al momento dell'impasto, la massaia non aveva a disposizione degli ingredienti importanti, alludiamo alle assenze di Baiocco, ma soprattutto Diop, Perri e Dramè, ma è pur vero che è mancato qualcos'altro. Perchè, al netto delle assenze, gli altri ingredienti sono stati al di sotto delle aspettative e non sempre il dolce può risultare buono se lo togli prima dal forno. Ti può andare bene una volta, ma non sempre.

Un punto in tre partite, che potevano essere tre, ma col senno di poi e qualche rigore più che dubbio non si fanno le classifiche. Sicuramente non bisognava esaltarsi dopo la striscia positiva raggiunta con la vittoria sull'Avellino e non bisogna deprimersi ora, dopo questa settimana magra. Però vanno fatte delle considerazioni analizzando queste prestazioni. Un amico, commentando la partita mi ha detto. che "è stata peggio della sconfitta di Castellammare contro la Cavese". Ma basta leggere la cronaca della gara per capire che, con un solo tiro in porta dopo pochi minuti, è difficile portare a casa un risultato positivo. Onestamente Erra, nel dopo gara, ha ammesso la sconfitta più che meritata con il Picerno e non poteva essere altrimenti. 

Il momento no - il periodo nero - si sapeva che doveva e poteva capitare, perciò c'è il rammarico per quelle due vittorie sfumate in casa, di rigore, con Francavilla e Vibonese. Al di là di ciò, va detto anche che qualche pedina si oscura dal contesto o, come a Picerno, tutti sono insufficienti. Sicuramente non potevamo pensare che questa squadra potesse avere una continuità di risultati rimontando sempre, dopo aver sempre regalato, in undici partite, la prima frazione di gioco. Sia a Teramo che a Potenza con il Picerno se si chiude sotto di due reti e non si gioca, non si può pensare di fare sempre il miracolo.

Ora però è il momento in cui l'allenatore deve avere la capacità di trovare delle soluzioni a questa situazione. Bisogna far tirare il fiato ad una rosa che in qualche reparto ha una coperta corta e con gli infortuni che ci sono fa lievitare le difficoltà. Poi capire la propria dimensione senza far drammi perchè tutto sommato i punti conquistati, 16 in 12 gare, per una squadra che deve salvarsi, rappresentano un buon bottino.

Soprattutto però ora l'allenatore deve trovare delle varianti ad un reparto difensivo, o di organizzazione corale, che subisce troppo facilmente le iniziative offensive avversarie. Capire se è una predisposizione dei singoli e delle loro caratteristiche o di reparto. Se quello appena trascorso era un tris di gare per diventare grandi, ed è stato fallito, ora siamo all'inizio di un trittico da brividi con Catania, Ternana e Bari. Però il calcio è strano, come questa Paganese, e chissà che, recuperando tutti gli infortunati, tirando il fiato, affrontando squadre che ti lasciano giocare, non possano Scarpa e compagni ritornare a trovare la via della vittoria a partire dalla sfida con il Catania

Peppe Nocera
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Erra senza giri di parole: "E' stata la nostra peggior prestazione".


"E' stata la peggior prestazione del campionato". Non usa mezzi termini nè giri di parole Alessandro Erra per spiegare - o provare a farlo - la sconfitta di Potenza contro il Picerno. "Forse non ho fatto capire l'importanza di questo scontro diretto, mi assumo la responsabilità. Avevo messo in guardia la squadra, probabilmente sono stato poco incisivo. Bisogna fare mea culpa, quando si gioca così, è giusto perdere. Il Picerno ha segnato subito, ci ha messo più di noi, ha fatto meglio e di più per vincere, noi siamo venuti meno su tutto. L'importanza della partita era evidente. C'è amarezza per come è maturata". Erra è tornato al 3-5-2, affidandosi di nuovo dall'inizio a Musso in coppia con Scarpa. Nel secondo tempo ha provato a cambiare, con l'ingresso di Calil e Alberti, ma la musica non è cambiata. "Calil non stava bene, Alberti sta vivendo una fase particolare, per cui ho fatto giocare Musso: ha fatto male come tutti gli altri, non getterei la croce su questo ragazzo. Il nostro atteggiamento complessivo è stato sempre buono, è la prima volta dopo dodici partite. Bisogna resettare, analizzare con calma alla ripresa. Noi alla mezz'ora con la Vibonese eravamo col 3-4-1-2, abbiamo provato a dare continuità nella ripresa con un giocatore offensivo in più". Un punto in tre partite, quarta sconfitta stagionale, tutte in trasferta per la Paganese. "Questo ko non cambia nulla, dobbiamo fare 40 punti, il nostro obiettivo è la salvezza, non cambia di una virgola. Da qua a dicembre ci sono tantissime partite, stiamo pensando solo a domenica e quindi al Catania. Quello che succede dopo Catania non ci deve interessare, alla fine del girone d'andata si traccerà un bilancio, da martedì pensiamo solo al Catania e spero di recuperare qualche infortunato". Anche oggi Paganese poco fortunata con l'arbitro. Erra commenta con un sorriso amaro: "Quello di oggi è un rigorino, interessa poco perchè il Picerno meritava di vincere". 

Danilo Sorrentino
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Top & Flop di Picerno-Paganese.

Ritorna alla vittoria il Picerno che allo stadio “Viviani” centra la sua terza vittoria in campionato, la seconda tra le mure amiche, battendo per 2-0 la Paganese salendo a quota quindicesimo posto a quota 13 punti a pari merito con Cavese e Virtus Francavilla che però devono ancora giocare. Una vittoria ampiamente merita per i rossoblù che hanno espresso un buon gioco al cospetto di una Paganese apparsa sin dalle prime battute in difficoltà e addirittura sfiorando il terzo gol in un paio di occasioni nel secondo tempo.

Nel primo tempo il Picerno trova dopo solo otto minuti il gol del vantaggio con Guerra abile ad insaccare alle spalle di Campani. Dopo poco prova a reagire la Paganese con Caccetta ma è abile Cavagnaro a respingere. Verso la mezzora è Calamai ad andare ad un passo dal raddoppio con la palla che termina di poco a lato. A cinque minuti dalla fine del primo tempo il Picerno guadagna un calcio di rigore, realizzato da Esposito, per fallo di Stendardo ai danni di Santaniello. Nella ripresa la Paganese prova a scuotersi con gli ingressi di Calil e Alberti ma non riesce a riaprire il match con il Picerno che gestisce bene il pallone e si rende pericoloso in un paio di occasioni. Prima su una punizione di Nappello trovando la grande parata di Campani e poi sempre con lo stesso Nappello il quale, dopo un buon fraseggio, calcia addosso al portiere. La Paganese non riesce a creare grattacapi alla difesa ospite e il Picerno sfiora ancora il terzo gol ma il neoentrato Kosovan non riesce a trovare per un soffio la deviazione sotto porta.

Termina dunque la gara con il Picerno che ottiene tre punti fondamentali in ottica salvezza in attesa del risultato delle principali concorrenti. Per la Paganese è la terza gara di fila senza vittoria, senza dimenticare l’ottimo inizio di campionato degli azzurrostellati

Ecco Top e Flop della gara:

TOP

Santaniello (Picerno)
: nonostante il gol e la bella prova offerta da Guerra e dal centrocampo di casa, la prima gioia tra i professionisti della bandiera Esposito, il miglior in campo è stato il centravanti campano, capace di seminare il panico nella difesa ospite,guadagnarsi un calcio di rigore ed essendo imprendibile per i difensori di casa. FUNAMBOLO

Campani (Paganese)
: ottima prova da parte del giovane portiere, chiamato in causa a sostituire l’esperto Baiocco dimostrandosi affidabile e di aversi scrollato quelle indecisioni avute nell’inizio di stagione. Decisivo in almeno tre occasioni, due delle quali su uno sprecone Nappello. RISCATTO

FLOP

Nessuno per il Picerno
: Dopo più di un mese la compagine del patron Curcio ritorna al successo , dopo aver offerto belle prestazioni e dimostrando anche nella gara odierna un’ottima organizzazione in mezzo al campo per una squadra allenata da un grande allenatore come l’esperto Giacomarro. ARCIGNI

Il resto della squadra per la Paganese: poco determinati e decisi i giocatori di mister Erra dai quali si aspettava una reazione che non vi è stata dopo il doppio svantaggio, non riuscendo a creare pericoli alla retroguardia ospite e subendo molto il dinamismo degli attaccanti ospiti. RIMANDATI

da tuttoc.com

La reazione non arriva, Paganese annichilita dal Picerno (2-0).


La Paganese non reagisce da squadra matura e perde meritatamente al Viviani di Potenza contro un Picerno che ha condotto dall’inizio alla fine il gioco. Approccio ancora una volta horror per gli uomini di Erra che, a partire dal primo minuto di gioco, accettano il possesso palla degli avversari e si lasciano infilare con troppa facilità in occasione del vantaggio che arriva dopo soli quattro minuti. Sul finale del primo tempo arriva il gol del raddoppio con un calcio di rigore, anche questo abbastanza generoso, del capitano Esposito che trova il primo gol tra i professionisti. Azzurrostellati che non si rendono mai pericolosi dalle parti di Cavagnaro e trovano la quarta sconfitta stagionale.

Pronti via e stavolta la Paganese subisce gol dopo appena quattro minuti di gioco. L’insistito possesso palla dei pugliesi porta subito i frutti sperati. Esposito serve Santaniello in area di rigore che è bravo e pronto a servire sul secondo palo Guerra il quale con un facile tap-in porta in vantaggio i suoi. Gli azzurrostellati tentano subito la reazione con Mattia che dopo essere arrivato sul fondo crossa rasoterra per l’inserimento di Caccetta, ma trova pronta la respinta di Cavagnaro. Il Picerno amministra bene il vantaggio arrivando diverse volte alla conclusione, la più pericolosa con l’ex Calamai che dal limite dell’area sfiora il palo alla destra di Campani. Alla mezz’ora ci prova Musso con una semi rovesciata che termina alta. A poco meno di dieci minuti dall’intervallo Santaniello sfugge alla marcatura di Stendardo che lo atterra in area di rigore, per Costanza non ci sono dubbi ed assegna il penalty al Picerno con allegata ammonizione per il centrale difensivo. Esposito dal dischetto spiazza Campani e trova la prima rete tra i professionisti.

All’intervallo Erra inserisce subito Alberti e Calil per Mattia e Musso non modificando l’assetto difensivo a 3 ma piazza Scarpa dietro le punte con Gaeta che slitta sulla corsia di sinistra. Gli uomini di Erra conquistano il pallino del gioco che non crea però grossi grattacapi alla difesa dei lucani. Anzi è la squadra di Giacomarro ad andare vicino alla rete del 3-0 con Guerra che spara addosso a Campani un traversone di Melli. Dalla panchina escono anche Lidin, Guadagni e Bonavolontà con la Paganese che, scopertissima, tenta invano il gol che potrebbe riaprire l’incontro. Le uniche conclusioni non trovano lo specchio della porta e portano la firma di Capece e Guadagni. Negli ultimi dieci minuti Campani evita la disfatta superandosi prima sul calcio di punizione di Nappello e poi nell’ultimo minuto di recupero toglie letteralmente dall’incrocio dei pali un colpo di testa a botta sicura di Santaniello.

IL TABELLINO

MARCATORI: pt 4' Guerra, 37' rig. Esposito

AZ PICERNO (3-5-2): Cavagnaro; Caidi, Fontana, Bertolo; Melli (20’st Vanacore), Pitarresi, Vrdoljak, Calamai (26’st Kosovan), Guerra; Santaniello, Esposito (20’st Sparacello, 33’st Nappello). A disp: Fusco, Langone, Ruggieri, Lorenzini, Donnarumma, Calabrese, Priola, Fiumara. All.: Giacomarro.

PAGANESE (3-5-2): Campani; Schiavino, Stendardo (20’st Lidin), Panariello; Carotenuto, Caccetta, Capece (35’st Bonavolontà), Gaeta, Mattia (1’st Calil); Scarpa (35’st Guadagni), Musso (1’st Alberti). A disp: Scevola, Dramè, Sbampato, Bramati, Acampora. All.: Erra

ARBITRO: Costanza di Agrigento (Vitale/Monaco)

NOTE: spettatori 1000 circa. Ammoniti: Cavagnaro, Stendardo. Angoli 0-2. Recupero pt 1', st. 5'

Alfonso Esposito
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24.10.19

On e off, aperto e chiuso.

di Nino Ruggiero

Le assenze, nel caso di una società di calcio che non può fare il passo più lungo della gamba, pesano. E come se pesano!

All’appello contro la Vibonese in una serata infrasettimanale semiestiva mancano ancora una volta i difensori di fascia sinistra Dramé e Perri; in avanti manca Diop. Tre assenze importanti, assenze di uomini ritenuti indispensabili nell’economia di una squadra costruita con criteri necessariamente parsimoniosi.

Ruolo delicato quello di un allenatore che deve conciliare le esigenze della società, cui è legato da vincoli contrattuali, con quelle della piazza che vorrebbe vedere all’opera sempre una squadra all’altezza della situazione.

Quando ti mancano pedine ritenute indispensabili, devi trovare una soluzione, quella più indolore possibile per schierare una squadra competitiva. In questa ottica, Erra deve riformare la difesa; infatti sa che dovrà fare i conti con una squadra particolarmente agguerrita che appena tre giorni prima ha rifilato cinque gol al Catania. Cinque gol a una pretendente diretta alla promozione, non so se mi spiego…

Gira e rigira, dopo aver rivisto, evidentemente, la gara precedente con il Teramo, Erra opta per lo schieramento di una difesa a quattro in linea.

Carotenuto e Schiavino vanno a fare i terzini; ma sono chiaramente fuori ruolo. La Vibonese non perdona e affonda i suoi colpi in avanti come un coltello caldo nel burro. Carotenuto a sinistra sembra un pesce fuor d’acqua; Schiavino, centrale più che collaudato, sulla destra, da terzino puro, non ha il passo per contrastare efficacemente i vari folletti indiavolati della Vibonese che vanno a spasso indisturbati nella sua zona.

Erra, da tecnico navigato, intuisce che l’esperimento non regge e torna alla difesa schierata a tre, restituendo a Carotenuto la sua fascia d’azione che è a destra dello schieramento difensivo, con la protezione di Schiavino schierato sul centro destra. Sul centrosinistra si sposta Panariello, con Gaeta a ridosso. I miglioramenti sono tangibili.

Nel frattempo la Vibonese è già passata in vantaggio su calcio di rigore, causato da un errato disimpegno difensivo di Panariello.

Ci mette del tempo, però, ed è oramai una consuetudine, la Paganese a ritrovare la sua identità. Lo fa grazie al senso geometrico di Capece che è l’uomo di maggiore peso specifico nella zona centrale di centrocampo, ma lo fa anche grazie all’inesauribile Scarpa che agisce sulla tre quarti campo, un occhio alla fase difensiva e un altro alle azioni di attacco da proporre e finalizzare; una vera spina costante nella difesa avversaria, esempio di fulgido attaccamento ai colori sociali.

Nella seconda parte della gara si vede la vera Paganese, quella che avvince e trascina; la squadra che trasuda agonismo da tutti i pori. Prima pareggio e poi vantaggio. Segnano due difensori Panariello e Schiavino, ma è come se segnasse tutta la squadra tanto chiara appare la partecipazione di tutti per arrivare alla vittoria.

Il finale è amaro; così come è stato amaro, in precedenza, quello con la Sicula Leonzio e con il Francavilla; rigori forse ineccepibili, forse no, specialmente quello subito contro la Vibonese. Ma così va il calcio, facciamocene una ragione.

On e off, aperto e chiuso. Come un tasto da premere, in estrema sintesi, appare il rendimento della Paganese in questo campionato. Off, chiuso, per la prima parte della gara; on, aperto, nel prosieguo della stessa fino a pochi minuti dal termine. Non si è capito ancora, nel caso che ci occupa, chi debba azionarlo questo benedetto tasto; se l’allenatore o la testa dei calciatori.

Una specie di refrain, un motivetto, viene intonato in ogni gara che vede impegnati gli atleti in maglia azzurro stellata. Un primo tempo regalato agli avversari che sembrano schizzare via da tutte le parti; un secondo tempo vigoroso e di sostanza, quasi sempre con gli stessi uomini.

Questione di testa? Probabile che sia così. Non certo di gambe, perché se così fosse dovrebbe essere il contrario, cioè dovremmo avere un gran primo tempo con una ripresa in calando.

Sul fattore psicologico dovrà operare a fondo Alessandro Erra in vista della trasferta di domenica in terra lucana.

Si giocherà al “Viviani” di Potenza e sicuramente non mancherà la folta schiera di appassionati che seguiranno la stella con il calore e la passione che li contraddistingue. Prosit!

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com

Mister Erra mastica amaro: "Un rigore al novantesimo dovrebbe essere cosa seria".


La rabbia è tanta, ma Alessandro Erra riesce a gestirla davanti ai microfoni nonostante non riesca a spiegarsi i motivi che hanno portato a concedere il rigore del 2-2. L'argomento arbitrale è ovviamente il primo che affronta l'allenatore della Paganese in sala stampa, usando parole diplomatiche e rimettendosi ai vertici dell'AIA

"Se vogliamo parlare dell'arbitro, non ne usciamo più. Le cose sono talmente evidenti che è superfluo commentarle, io credo che un rigore all'ultimo minuto, quando è un episodio che decide la partita, debba essere una cosa seria, è questo non lo era. Parliamo di una spinta impercettibile - sottolinea Erra - con la palla non più giocabile. Sono decisioni che il commissario degli arbitri avrà appuntato, è giusto che chi è preposto a valutare determinate cose prenda le giuste decisioni. Mi fermo qui perchè potrebbe sembrare un alibi, non mi sono mai attaccato a queste cose. Di fronte all'evidenza, però, preferisco tacere"

Ancora una volta, però, il primo tempo della Paganese è da cancellare, con la squadra che solo nella ripresa ha rialzato la testa. 

"Se giocassimo il primo tempo come il secondo, vinceremmo tutte le partite. Abbiamo i nostri difetti - rimarca Erra - abbiamo regalato qualcosa, fra cui il primo rigore, ad una squadra che ci poteva mettere in difficoltà e lo sapevamo. Giocavamo con un atteggiamento particolare, senza un mancino a sinistra, ci hanno messo in difficoltà. Siamo stati bravi a non rischiare troppo nel momento di difficoltà. La squadra nella ripresa ha reagito con autorevolezza. C'è rammarico non per il pareggio in sè, ma per come è maturato il risultato e perchè, per la terza volta, perdiamo due punti nel finale per un calcio di rigore". Pesano le diverse assenze a cui deve far fronte la Paganese: "La cosa che dispiace è che abbiamo perso Perri e Diop nel loro miglior momento, è difficile far fronte a queste assenze, nonostante chi sta giocando sta facendo bene e dimostrando grande personalità"

Danilo Sorrentino
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Paganese-Vibonese 2-2: un rigore dubbio nel finale nega i 3 punti agli azzurrostellati.


Un rigore generoso, concesso dall'arbitro e dal secondo assistente, fa mordere il freno alla Paganese che si sentiva già in tasca i tre punti. La Vibonese agguanta il pareggio a un soffio dal 90' dagli undici metri, dopo l'ennesima rimonta del secondo tempo aveva fatto sognare la squadra di Erra. Approccio rivedibile, con un rigore parato da Baiocco e l'1-0 di Emmausso nel primo tempo, poi come al solito cambia il copione nella ripresa e la Paganese ribalta i rossoblù grazie ai difensori Panariello e Schiavino. Fino al beffardo epilogo finale.

Pronti via e Berardi, al quinto minuto di gioco da solo in area, manda alla sinistra di Baiocco, mancando così il vantaggio ospite. Al minuto 8 la Paganese si rende pericolosa, Caccetta svetta di testa ma è super l’intervento di Greco. Altra occasione per gli ospiti, Rezzi scambia bene in area con Prezioso, risponde presente Baiocco, chiamato al primo intervento della partita. La Vibonese gestisce benissimo e al 19' usufruisce di un calcio di rigore, dopo un pasticcio di Panariello. Il portiere azzurrostellato ipnotizza Tito dal dischetto, poi è miracoloso sulla ribattuta raccolta da Prezioso. Ma l'appuntamento con il gol per i rossoblù è solo rinviato: assolo di Emmausso sulla sinistra e trafigge Baiocco sul suo palo. Continua a ballare la retroguardia azzurrostellata, Bernardotto mette dentro, ma l’arbitro ferma tutto per fuorigioco. 

All'intervallo Erra scuote i suoi, ritorna alla difesa a tre (con gli stessi uomini) e la Paganese trova subito il pareggio, con Panariello che calcia a giro e fa 1-1. Al 17' la Paganese mette la freccia e passa grazie al gol di Schiavino, sugli sviluppi di un angolo. Gli azzurrostellati sono in totale controllo della partita, il patatrac arriva nel finale. Il secondo assistente Micalizzi reputa irregolare il contatto fra Mattia e Ciotti in area di rigore ed induce l'arbitro a fischiare rigore. Dal dischetto stavolta va Allegretti che spiazza Baiocco; durante l'esultanza lo stesso numero 10 colpisce in volto Panariello, l’arbitro vede tutto e lo espelle. Ma nonostante la superiorità numerica, nel recupero la Paganese non riesce a reagire.

IL TABELLINO

MARCATORI: pt 22' Emmausso; st 3' Panariello, 17' Schiavino, 44' rig. Allegretti

PAGANESE (4-3-1-2): Baiocco; Schiavino, Stendardo, Panariello, Carotenuto; Gaeta, Capece, Caccetta (41' st Bramati); Scarpa (27' st Mattia); Calil, Musso (11' st Alberti). A disp.: Scevola, Campani, Sbampato, Lidin, Bonavolontà, Acampora, Guadagni. All.: Erra 

VIBONESE (4-3-3): Greco; Ciotti, Altobello, Redolfi, Tito (11' st Tumbarello); Prezioso (11' st Pugliese), Petermann (27' st Allegretti), Rezzi (11' st Mahrous); Berardi (27' st Taurino), Bernardotto, Emmausso. A disp.: Mengoni, De Col, Prezzabile, Napolitano, Bubas, Maniscalchi, Gualtieri. All.: Modica

ARBITRO: Giordano di Novara (Licari-Micalizzi)

NOTE: spettatori 1000 circa. Al 19' pt Baiocco para calcio di rigore a Tito. Espulso al 44' st Allegretti. Ammoniti: Ciotti, Redolfi, Gaeta, Taurino, Stendardo. Angoli 9-4. Recupero pt 2', st 6'

Alfonso Amarante
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21.10.19

Il festival delle assenze.

DI NINO RUGGIERO

Le sconfitte fanno parte del gioco, così come le vittorie e i pareggi.

A Teramo è andata male alla Paganese che solo nella seconda parte della gara ha mostrato scampoli della sua personalità.

La squadra di Erra in terra d’Abruzzo ha giocato al di sotto delle prestazioni precedenti ma ci sono delle attenuanti che hanno condizionato l’approccio alla gara. Il che non significa, è bene dirlo subito, che tali attenuanti possano assolvere del tutto la squadra nel suo insieme.

Ci sono cose che una squadra come l’attuale Paganese, costruita con il bilancino del farmacista, non riesce a sopportare e sono le assenze importanti.

Altre squadre, costruite per vincere, centri importanti, capoluoghi di provincia, hanno panchine lunghissime, spesso costituite da elementi pari o addirittura superiori agli elementi schierati in campo. Nel caso della Paganese, non capita tutti i giorni di perdere due pedine dalle identiche caratteristiche, dello stesso ruolo, una migliore dell’altra.

Per inciso, assenze in contemporanea di uomini come Dramè e Perri, dominatori della fascia sinistra dello schieramento, alla fine, in una gara delicata come quella di Teramo, possono influenzare il rendimento complessivo della squadra; sia chiaro, non per manchevolezze del sostituto Mattia, che ha recitato nel migliore dei modi la sua parte, quanto perché alla squadra è venuta a mancare una spinta determinante nelle azioni di rilancio del gioco.

Altra attenuante in avanti: senza Diop la squadra ha vissuto solo sugli spunti energetici di Scarpa, ancora una volta tra i migliori in campo a dispetto dell’età anagrafica che fa a pugni con quella biologica. Buon per Erra che si ritrova un vecchio campione mai domo, sempre pronto a prendere per mano la squadra nel momento in cui c’è necessità di cambiare marcia. Un’ottima carta da giocare nel prosieguo del lungo campionato; un elemento di cui al momento la squadra non sembra poter fare a meno.

Il Teramo ha giocato la sua onesta partita; ha presentato ottime individualità in Bombagi, Ilari e il portoghese Costa Ferreira, mostrando anche di avere una difesa molto affidabile e concreta.

Il primo tempo, come da consuetudine, ha visto una Paganese molto contratta, quasi succube della più titolata avversaria. In questa fase, ancora una volta, ha avuto il suo da fare il portiere Baiocco che oramai è una sicurezza, di certo uno dei punti fermi dell’inquadratura.

La mazzata per la Paganese si è avuta non tanto in occasione del primo gol subìto, quanto nel raddoppio arrivato sul finale del primo tempo. Andare a riposo con due gol al passivo è cosa ben diversa dall’essere in svantaggio di una sola rete.

Nel corso della ripresa, Erra ha intuito di dover osare di più e ha sostituito Stendardo, non ancora al pieno della condizione fisica, con l’attaccante Calil ed è arrivato anche il turno di Musso ex Salernitana. Il gol della speranza realizzato da Scarpa su rigore non ha avuto seguito; infatti le poche azioni azzurro stellate si sono infrante davanti a una difesa teramana che aveva rinserrato sempre più le sue fila.

Una sconfitta adesso non deve demoralizzare. La squadra, è vero, sta facendo i conti con importanti assenze ma sta pure rispettando le aspettative generali in fatto di classifica.

Intanto mercoledì, tra due giorni, c’è un turno infrasettimanale al “Marcello Torre” contro la Vibonese che ieri ha castigato il Catania con cinque reti.

Erra dovrà schierare gli elementi più in forma, i meno acciaccati, per andare alla ricerca della vittoria: l’unica panacea in un calcio che non è più quello di una volta.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com

La Paganese si ferma a Teramo: primo tempo regalato, reazione tardiva. Al Bonolis finisce 2-1.


Il magic moment della Paganese s'interrompe al Bonolis, in casa di un Teramo qualitativamente superiore e che ha dimostrato di non meritare la classifica che aveva. Il rammarico, per gli azzurrostellati, è sempre relativo al fatto di aver regalato - ancora una volta - il primo tempo all'avversario; e in questo caso, rispetto alle precedenti occasioni, la Paganese non è riuscita a rimontare, fermandosi solo al gol di Scarpa su rigore al 77'. Mercoledì arriva già l'occasione per il riscatto, perchè al Torre ci sarà il turno infrasettimanale contro la Vibonese, che oggi ha battuto a sorpresa per 5-0 il Catania.

Erra sceglie Scarpa come partner di Alberti, mentre nel riscaldamento si fa male Perri: al suo posto Carotenuto che era stato inizialmente lasciato fuori. La prima frazione è stata di grossa difficoltà per gli azzurrostellati, col Teramo che ha dominato la scena e ha avuto un predominio totale sulla partita. Al quarto d'ora occasione per Magnaghi, con palla di poco fuori. Poco dopo occasione per Costa Ferreira, è attento Baiocco. Il portiere è chiamato invece agli straordinari al 24', quando si allunga sull'inzuccata di Magnaghi sugli sviluppi di un corner, ma nulla può sul corner successivo perchè la retroguardia si dimentica di Ilari che gira in rete il gol dell'1-0. Il forcing teramano non si arresta ed è ancora Baiocco a tenere in vita la Paganese, con un'uscita provvidenziale su Cancellotti. Ci provano anche Bombagi e Mungo, i quali sono imprecisi, poi però l'ex Cosenza entra nell'azione del raddoppio che arriva in pieno recupero. Cancellotti va via a destra, Mungo la tocca e Magnaghi la corregge in gol. 

La rete del 2-0 ad un passo dall'intervallo è una mazzata tremenda per la Paganese, che in avvio di ripresa sbanda ancora e rischia di incappare nel tris: Baiocco ci mette ancora l'istinto per respingere la conclusione di Magnaghi. Erra comprende che bisogna cambiare ed infatti sceglie la difesa a quattro dopo neppure un'ora: fuori Stendardo ed Alberti, dentro Calil e Musso, per provare a rimontare. Invece, eccezion fatta per un colpo di testa di Caccetta a lato, gli azzurrostellati sono sterili, seppur riescano a non subire come nel primo tempo. Alla mezz'ora il match si riapre, grazie ad un rigore (molto contestato dagli abruzzesi) concesso per fallo su Musso: Scarpa dal dischetto spiazza Tomei. Ma il risultato non cambierà più: la Paganese perde dopo quattro risultati utili di fila. 

TERAMO (4-3-2-1): Tomei; Cancellotti, Piacentini, Iotti, Di Matteo (6' pt Tentardini); Costa Ferreira, Viero (23' st Arrigoni), Ilari; Mungo (23' st Cristini), Bombagi (36' st Santoro); Magnaghi (36' st Cianci). A disp.: Valentini, Lewandowski, Florio, Martignago, Minelli, Lasik, Birligea. All.: Tedino.

PAGANESE (3-5-2): Baiocco; Schiavino, Stendardo (8' st Calil), Panariello; Carotenuto, Caccetta, Capece, Gaeta (40' st Guadagni), Mattia; Alberti (8' st Musso), Scarpa. A disp.: Scevola, Campani, Sbampato, Bramati, Lidin, Bonavolontà, Acampora, Perri. All.: Erra

ARBITRO: Moriconi di Roma 2.

RETI: pt 25' Ilari, 46' Magnaghi; st 32' rig. Scarpa

NOTE: spettatori 2.431, di cui 221 ospiti. Ammoniti: Stendardo, Scarpa, Viero, Cancellotti, Santoro. Recupero: 3' pt, 4' st.

Danilo Sorrentino
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17.10.19

Tre punti e gente allo stadio: la domenica perfetta.


Rubrica LA PARTITA DEL TIFOSO di Alberto Maria Cesarano per PaganeseMania

Sogno o son desto? Uno stadio pieno (o quasi), un tifo caloroso e trascinante, una squadra che convince e vince ancora: cosa volere di più?! Quella andata in scena domenica scorsa è stata la partita perfetta, quella che ogni tifoso sogna di vivere. Sì, partite come quella con l’Avellino non si vedono ma si vivono perché, tu tifoso, magari non la giochi ma sei partecipe in tutto, sei il partner ideale dei primi attori, i calciatori. Io non ho ben capito se siamo stati noi tifosi, in particolare gli stupendi ragazzi della Nord, a trascinare i calciatori oppure sono stati quest’ultimi a coinvolgere noi, in un crescendo di emozioni che da troppo non si vivevano al Torre. Fatto sta che questa squadra ci sta conquistando. La grinta, la tenacia, l’attaccamento di questi ragazzi arriva fino a noi e da noi, per osmosi, ritorna a loro, in uno scambio continuo che sta portando - di nuovo e finalmente, aggiungo - a ricompattare società, tifosi e squadra. Insomma, stiamo tornando a essere un tutt’uno e questa, a mio avviso, è la notizia più bella, anche oltre ai tanti punti, alla posizione in classifica e alle giocate spettacolari.

Lo dicevo a qualche amico nei giorni scorsi: è come se qualcuno avesse premuto un pulsante, attivato un interruttore o che so io, e così, all’improvviso e magicamente, tutto è tornato a essere bellissimo. La società sembra più convinta che mai: nuovi e vecchi sponsor si sono avvicinati con concrete promesse di supporto. Nuovi e vecchi tifosi, di nuovo insieme, come non si vedeva da un po’, anche al di là delle più rosee aspettative. E poi, ed è ovviamente la cosa più importante, l’innesco da cui tutto si accende, ci sono segnali che quest’anno abbiamo una squadra “seria”, competitiva e che può dire la sua contro ogni avversario.

In rete, da domenica sera, girano dei video che ormai stiamo mandando avanti a ripetizione, senza soluzione di continuità (grazie a “Ma no, ci mancherebbe, non c’è bisogno, ci vediamo la domenica, ngopp ‘o camp”): si vede e si sente di tutto. Sul gol di Perri, specialmente, si sente un boato impressionante; si vede gente saltare dalla gioia, esultare abbracciando il vicino di poltroncina; si sentono i commenti dei tifosi che danno sfogo a tutta la loro gioia irrefrenabile. Si sente, in particolare, il “Grosso ma buono” dare consigli (spassionatamente, si intende, perché lui è fatto così, è un buono) a un affranto Di Somma, su cosa fare per salvare l’Avellino. Già che c’era, assestare una bella “minaccetta” al Bari, che tra qualche domenica verrà a farci visita, dopo oltre quaranta anni.

Veniamo ai nostri eroi. Ecco a voi i più migliori (eh, ci voleva proprio una cosa esagerata, per fare capire che questi sono stati proprio bravi) in assoluto:
  1. Cicc. Vabbè, visto che sono almeno centoventitre articoli che scrivo, credo di aver terminato gli aggettivi (ma mica per colpa mia? È il sig. Garzanti che ormai ha bloccato il mio numero perché non so quante volte l’ho chiamato per farmi dare qualche suggerimento e poter fare così il tipo brillante che sa sempre cosa scrivere) per cui dico: grazie! Per l’impegno che profondi; per l’attaccamento che dimostri a questa bellissima maglia e poi perché, ngopp ‘o goll di domenica, a tuff, manc fossi Giggin Riv, ci hai fatto addicriare;
  2. Perri. Allora, per capire quello che ha combinato questo giovanotto, mi limito a dire che ha rivoltato la partita come un calzino (a final mi ha risposto almeno la segretaria di Garzanti e qualche cosa sono riuscito ad apparare. Intendo con l’articolo, non con la segretaria. Facit semp chell…), partendo dalla panchina e prendendo il posto di… tatatataaaaa… Dramè! Cioè, entri al posto di Dramè e fai il revuoto!! Sei un grande, giovano’!;
  3. Calil. Esatto, perché, se questo entra finalmente in forma e torna poco poco ai livelli a lui consoni, allor, come ha detto il “Grosso ma buono”: ‘e s…….m chist’ann!!
Statevi bene.  
   
Alberto Maria Cesarano
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14.10.19

La Paganese vista da...Nocera! - Godiamocela!

Sì, godiamocelo sino in fondo questo momento. A pieni polmoni. Abbracciandoci con l'amico di sempre che abbiamo sempre accanto oppure con lo sconosciuto. Godiamoci questo momento, che aspettavamo da tanto tempo e perciò ancor più bello. Se penso che negli ultimi anni assistevano alla partita della Paganese poche centinaia di spettatori, lamentandoci che a Pagani nessuno più s'interessasse alla casacca azzurra e scervellandoci a cercare le più svariate cause, ora sembra un lontano ricordo. Che bello il Torre, ribollente di passione, come diceva una volta nelle sue telecronache il grande Mimmo Russo, con il quale ci siamo scambiati un affettuoso abbraccio, prima della gara con la Reggina. Il potere di questa squadra, che non giocherà un calcio sfavillante ma estremante pratico e duttile, è stato quello di ricongiungere la città con la tifoseria. Non la Curva Nord, ieri ancor più zeppa da far impallidire i dirimpettai irpini, ma quella parte che da due, tre, quattro anni, come mi dicono per strada, non veniva più allo stadio.

Il dato più strabiliante è quello dei paganti, che in sette giorni, dalla partita con la Reggina a quella con l'Avellino, è lievitato di circa mille, per un totale di oltre 2500 spettatori compresi i circa 300 ospiti. Numeri che non si registravano in serie C dai tempi della Paganese di Capuano 2008-09 e che nemmeno quella del 2012-13, tranne in qualche partita di cartello vedi proprio quella con l'Avellino, li aveva fatto registrare. C'era una voglia di Paganese, attesa, desiderata, che era sempre covata sotto la cenere e che era pronta ad esplodere. La Curva poi... uno spettacolo. In quattro gare ha quadruplicato le presenze. Un tam tam coinvolgente, aggregante, un passaparola tra vecchi e giovani che ripopolano la curva, un voler esserci per essere testimoni di una nuova passione, di una nuova era che non so quanto durerà.

Questa società, che nella passata stagione aveva fatto collezione di errori su errori, allontanando la Paganese dai paganesi, ora ha vinto la sua partita più importante: riportare la gente allo stadio come una volta, di più di una volta. Sarà sempre la squadra il termometro di questa affluenza, una squadra che ha la capacità, la fortuna, l'astuzia e le caratteristiche di barcollare ma non crollare. Dopo Rende, Reggina e Avellino tre indizi fanno una prova. Ne parlavo con Pino Pepe... e la sua stampella, all'uscita dallo stadio. In queste tre gare casalinghe Scarpa e compagni, grazie anche alle parate decisive di Baiocco, son passati dal possibile 0-2 a stravincerle (5-1), a pareggiarle (con gli amaranto) e dominarle (ieri 3-1) sempre nel secondo tempo.

E' una Paganese diesel che ci fa sempre sperare che qualcosa accada, tanto c'è Scarpa, oppure qualche difensore la mette dentro (anche Perri s'è aggiunto alla lista ieri). Poi se segna anche Calil allora significa che siamo sulla strada buona. Bravo Erra: quando si vede la mano dell'allenatore, che ha creato, con cambi di uomini e moduli, i presupposti della vittoria. Ancora troppi errori tecnici, di appoggi, anche da chi non ti aspetti vedi Capece e Caccetta, oltre ad Alberti, troppo confusionario, ripresosi nella seconda parte sulle ali della vittoria. Scarpa cambia faccia a questa squadra che con Capece e Caccetta, per loro caratteristiche, hanno una cadenza a volte troppo blanda nel far ripartire la manovra in un reparto che ha la coperta corta. Gaeta, Perri e Scarpa hanno riacceso i motori, nel secondo tempo, di una navicella in blocco. Poi è stato un crescendo di emozioni, una goduria infinita, sino alla fine...ed oltre!

Peppe Nocera
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10-0: numeri, aneddoti e curiosità di Paganese-Avellino.

I regali di nozze, la PaganeseMania che è riesplosa e l'evergreen Scarpa. Questo e tanto altro in 10-0, la rubrica "semiseria" di #paganesemania, che vi racconta così #PaganeseAvellino.

DIECI alla signora Lucia e al suo particolare regalo di nozze. In settimana, lei ed il marito Giovanni, ritornato anche lui sulle scalee del Torre, festeggeranno i 35 anni di matrimonio (auguri!) ed all'uscita dallo stadio, al termine della sfida con l'Avellino, ecco arrivare la particolare richiesta per domenica prossima. Lasciamo a voi indovinare... signor Giovanni non ci deluda!

NOVE al ritrovato entusiamo, alla riesplosione della PaganeseMania in città (e anche della nostra redazione che ha rispolverato questa rubrica) che è ritornata ad infiammare come i bei tempi il Torre. Un tamtam contagioso che cresce di domenica in domenica a dimostrazione che non si era persa quella paganesità che ha contraddistinto anche gli anni bui dell'Eccellenza, ma che era momentaneamente sotto un cumulo di cenere, sempre ardente, in attesa di una piccola miccia.

OTTO gli anni, più o meno, di assenza dal Torre di un nostro carissimo amico. Difficile capire se è stata "colpa" del bombardamento via social (in particolare del gruppo Whatsapp di cui è dispotico amministratore), del pranzo a casa del suocero abbonato pluriennale del settore Tribuna o della fascia di capitano in Prima Categoria dell'altra squadra di Pagani (l'Atletico, ndr). Ma quello che conta a averlo riavvicinato al VERO colore azzurro. L'ultima? Una nota audio su Whatsapp in mattinata: "wuagliù ma apparamm a macchina per Teramo?"  

SETTE come la posizione attuale di classifica della Paganese. Posizione che, viste alcune distrazioni negli ultimi minuti delle partite con la Virtus Francavilla e Sicula Leonzio, poteva essere addirittura migliore, però per ora va bene così.

SEI, e qualche mese, gli anni trascorsi dall'ultimo Paganese-Avellino. Era il 21 gennaio del 2013 quando i lupi, in vantaggio all'intervallo, "videro le stelle" in un super secondo tempo in cui gli uomini di mister Grassadonia trascinati da Scarpa, entrato dalla panchina, e da un caldissimo Marcello Torre riuscirono a compiere l'impresa. Esattamente come ieri...

CINQUE i risultati utili consecutivi in casa (contando solo l'inizio di questa stagione) per la Paganese, che sta facendo del Torre un vero e proprio fortino, grazie anche all'aiuto dei tifosi. Non accadeva dal 2016/17 quando la Paganese di Grassadonia inanellò sette risultati utili consecutivi, stoppata poi dal Catanzaro, all'epoca allenato proprio da Erra.

QUATTRO-3-1-2 il modulo per il quale Erra opta ad inizio ripresa, con gli ingressi di Perri e Calil, e che dà il via alla rimonta azzurrostellata. E' pur vero che il calcio non è fatto da freddi numeri, ma è la mossa tattica che spezza in due il match.

TRE come i gol realizzati finora dall'inossidabile Francesco Scarpa. Il suo tuffo, che ai più anziani ricorda quelli famosi di Gigi Riva, consente alla Paganese di rimettere in carreggiata la gara, ma è l'intera prestazione del 40enne (giugno 1979!) a far brillare gli occhi al popolo azzurrostellato... noi non abbiamo più aggettivi!  

DUE gli anni trascorsi lontano dal gol in Italia per Caetano Calil. L'ultima realizzazione del calciatore brasiliano risale al maggio del 2017 quando in C con la casacca del Livorno realizzò il gol del definitivo due a zero a Pistoia. Ora può riprendere la corsa... al Torre c'è voglia di 'samba'.

UNO come il minuto che passa dall'ingresso in campo di Perri al gol del pari di Scarpa. Ed è proprio l'esterno azzurrostellato a spaccare la gara: prima pennellando, appena sessanta secondi dal cambio, per la testa di Scarpa e poi realizzando al volo il gol del due a uno. Una prestazione da applausi per un esterno basso classe '98 che sta cercando di far dimenticare anni di 'non cross' dalla sinistra.

ZERO le volte in cui, prima di ieri, Erra aveva perso il suo aplomb dopo un gol realizzato. Alla rete del vantaggio azzurrostellato, anche l'allenatore della Paganese si è fatto trascinare dall'esultanza del pubblico, dicendo poco dopo "ho avvertito anche io l'emozione". Perchè prima di essere atleti si è uomini.

Alfonso Amarante
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La classe, la tattica, l'intensità.

di NINO RUGGIERO

Il calcio moderno ha mutuato tutto da quello di tanti anni fa. Ha mutuato prerogative indispensabili, tipo necessità di avere buoni fondamentali, buona tecnica e garretti sani. Nel corso degli anni ha poi affinato le tattiche rudimentali che l’avevano contraddistinto agli inizi del Novecento e che avevano portato alla formazione dei cosiddetti “metodo” e “sistema”. Era arrivato successivamente, nell’ottica di poter contrastare le squadre più forti, da parte di quelle meno dotate, il battitore libero, ultimo uomo della difesa, grazie a una intuizione del salernitano Totonno Valese quando l’allenatore dei granata in serie A era Gipo Viani. Con il tempo tante regole nel calcio sono cambiate: il battitore libero è scomparso, le regole sul fuorigioco sono state modificate, i ruoli tradizionali dei calciatori hanno trovato altre denominazioni: quello che era terzino, oggi è esterno basso; l’ala di una volta è diventato esterno alto e così via di seguito.

La sostanza del calcio non è però cambiata anche se c’è più tatticismo e c’è la possibilità di effettuare più cambi nel corso di una partita.

Oggi in un incontro di calcio, tecnica individuale a parte, quello che riesce a fare la differenza è l’intensità di gioco, una prerogativa di cui non si può fare a meno se si vuole arrivare al successo.
L’intensità era pressoché sconosciuta in un calcio che si giocava a ritmi sincopati, come il suono prodotto da un vecchio giradischi regolato a 33 giri laddove il disco sul piatto era invece un 45 giri (perdonatemi, questa metafora è per quelli della mia generazione che ben conoscevano la funzione di un vecchio giradischi).

Oggi nelle partite di calcio l’intensità di gioco è quella che riesce a fare differenza. A essa puntano gli allenatori emergenti, quelli che non esasperano il tatticismo da lavagna e che hanno capito quanto intensità e psicologia spicciola possano influire sull’andamento di una partita di calcio.

Perché ho scritto queste cose? Perché è giusto riconoscere alla Paganese nei momenti topici una dote imprescindibile nel gioco del calcio; proprio quella dell’intensità di gioco.

La partita con l’Avellino ha dimostrato che gli azzurro stellati sanno cambiare registro in corso d’opera. Il suo allenatore – dopo aver intuito il momento alquanto molle e monocorde della squadra in fatto di intensità – nella ripresa è corso ai ripari inserendo Perri e Calil, due elementi in grado di dare una sterzata decisa al gioco della squadra apparsa scontata nel suo incedere.

A questo aggiungeteci l’utilizzo di Scarpa che a quarant’anni suonati, pungolato nel suo orgoglio, mostra di avere l’argento vivo addosso; aggiungeteci il movimento continuo di Gaeta, sempre più indispensabile nell’ingranaggio di centrocampo. Aggiungeteci, infine, la grande e ineguagliabile regia di Capece, vero e incontrastato signore del centrocampo.

Insomma Erra ha intuito nell’intervallo di dover dare alla squadra più slancio dal centrocampo in su e lo ha fatto da buon stratega ridando profondità intensa sulla fascia sinistra dove Perri – fresco e pimpante – riesce a dare il meglio di se stesso per padronanza del ruolo. Dal piede del calciatore sono partiti cross invitanti per gli attaccanti. Uno fra tutti il lancio perfetto per l’implacabile testa di Scarpa, autore del gol del provvisorio pareggio.

Il tutto mentre la squadra, psicologicamente carica, intuiva di poter arrivare al risultato pieno. Riconosciamolo: gran merito della vittoria va attribuito alla classe e alle invenzioni di Scarpa, che riesce a fare la differenza quando i ritmi delle squadre avversarie non sono più gli stessi dei primi minuti di gioco.

Ma sarebbe da ingenerosi non citare le prestazioni di tutti i componenti della squadra, a partire dal portiere Baiocco, autore di un grande intervento salva risultato quando si era già in svantaggio di una rete.

Con l’intensità di gioco, che emerge soprattutto nella seconda parte della gara, almeno fino a questo momento, Erra riesce a mantenere la squadra su buoni standard di rendimento.

Il traguardo da raggiungere per Erra è costituito da una intensità per tutti i novanta e più minuti di gioco. Potrà mai riuscirci?

Ci auguriamo di si, contando sulla freschezza atletica di coloro che dalla panchina attendono di essere utilizzati ma contando anche e soprattutto sul pieno recupero di Dramè e Calil, due elementi di spessore che potrebbero dare alla squadra quella esperienza e quel tasso tecnico di cui ha bisogno.

Nino Ruggiero - PAGANESEGRAFFITI.WORDPRESS.COM

Non vince solo la squadra, vincono anche i tifosi: da anni mai così numerosi al Marcello Torre.






Foto di Mattia Francavilla da paganesemania.it

Mister Erra esulta dopo il derby con l'Avellino: "Ripresa ottima, siamo sempre stati in partita".

Tre vittorie nelle ultime quattro gare, dieci punti dopo la sconfitta con la Cavese che aveva messo in discussione un po' di cose. Alessandro Erra, mai come in questa partita, ha messo la sua firma sulla vittoria della Paganese contro l'Avellino. 

"Il primo tempo è stato buono - ha detto il tecnico azzurrostellato - il secondo tempo è stato ottimo. L'Avellino è passato in vantaggio su un’azione rocambolesca, ma siamo sempre stati in partita, abbiamo sofferto ma ci siamo sempre stati. Un episodio importante è stata anche la parata di Baiocco che ci ha tenuto in gara, ma sono sicuro che non sarebbe finita 0-2. Nel secondo tempo siamo venuti fuori e vanno fatti i complimenti ai ragazzi perchè abbiamo messo sotto un avversario di tutto rispetto, un avversario che tutto era tranne che in difficoltà, facevamo bene a non fidarci. Credo che il risultato sia giusto per quanto si è visto nel complesso"

La svolta della gara è stata ad inizio ripresa, quando Erra ha optato per il 4-3-1-2 e l'ingresso di Perri: una combo letale che ha scardinato l'Avellino

"Abbiamo avuto una settimana delicata e anche i cambi erano pensati e ponderati. Perri e Carotenuto non erano al meglio, lo stesso Stendardo l'ho dovuto inserire perchè Mattia aveva i crampi, abbiamo perso subito Diop e lì ho preferito mettere Scarpa e non Calil che pure aveva avuto dei problemi. Alla fine ce la siamo giocata con i tre davanti per avere maggiore qualità ed è andata bene". Erra è letteralmente esploso sul gol di Perri, facendosi trascinare anche lui dallo strepitoso pubblico. "C'è grosso entusiasmo e mi sono fatto coinvolgere, perchè sentivo questa emozione". Un entusiasmo coinvolgente che potrebbe trascinare la squadra anche in vista dei prossimi impegni, con la Paganese che se la vedrà con diverse squadre di testa. "Adesso non dobbiamo commettere l'errore di guardare la classifica, il fatto di avere il miglior attacco del Catania e gli stessi punti loro. Noi non dobbiamo guardare al Catania, ma alle zone calde della classifica. Dobbiamo stare lontano da quelle zone".

Danilo Sorrentino
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