30.11.20

Pensaci, Giacomino!

DI NINO RUGGIERO

Da oggi l’allenatore Erra ha una conferma inequivocabile: Scarpa non è un quarantenne; la sua carta di identità è bugiarda e fa a pugni – perdendo – con la sua età biologica. Scarpa è confermato campione senza età; ha classe, temperamento e – soprattutto – ha ancora tanta benzina nel motore. Credo che i dubbi di tutti sul suo utilizzo – compreso Erra – riguardassero solo la sua tenuta atletica, giacché è noto quanto grande sia il bagaglio tecnico di questo immenso giocatore. Ebbene, la risposta ai tanti legittimi dubbi arriva da Castellammare di Stabia: Francesco Scarpa in questa squadra, orfana di guida in cabina di regìa, può, anzi deve, giocare.Facciamolo un discorso serio e costruttivo. Con l’attuale organico, chiaramente deficitario sulla linea centrale del campo, con atleti che devono maturare esperienze importanti, che devono ancora imparare a mangiare i classici “forni di pane”, senza alternative di qualità, c’è qualcuno che se la sentirebbe di lasciare in panchina l’attuale Scarpa, che sprizza salute da tutti i pori?

L’interrogativo quindi è questo: può l’attuale Paganese fare a meno del suo capitano di cento battaglie? La risposta arriva senza mezzi termini dal “Romeo Menti” di Castellammare di Stabia: non può e non deve. L’interrogativo suona come l’ultima frase di una famosa commedia di Luigi Pirandello, “Pensaci, Giacomino” – sono le ultime parole della omonima commedia che suonano da consiglio e da monito. Potrebbe calzare a pennello per Erra che, per il futuro, è chiamato a rivisitare il suo disegno tattico per trovare un posto stabile in prima fila a un calciatore che – nonostante gli anni – si eleva per caratura tecnica e caratteriale. Dovesse, in seguito, arrivare un calciatore dotato di personalità, di carisma, di grande spessore, pronto per assumere un ruolo importante in una squadra che fino a questo momento è vissuta di poca luce, si potrà anche ridefinire il ruolo di Scarpa e il suo utilizzo. Ma al momento, è opinione comune che non si possa fare a meno di assegnargli il ruolo di protagonista.

Gara bella e avvincente; non capita spesso di questi tempi. Stavolta la Paganese non abbassa la guardia, non perde la giusta concentrazione e mette più di una volta piede nell’area di rigore avversaria, cosa che non capitava da un bel po’ di tempo.
Erra blinda per bene l’apparato difensivo. Cigagna non fa toccare palla a Orlando per tutta la durata del primo tempo; tanto che lo stesso attaccante nella seconda parte pensa bene di cambiare fascia trasferendosi dalle parti di Squillace. Schiavino e Sirignano si intendono alla perfezione e bloccano le manovre centrali degli avversari. In avanti Diop è inarrestabile: l’erba sintetica e la luce dei riflettori stimolano la sua fantasia e i suoi colpi di genio. Mendicino appare più pronto del solito, più reattivo; e segna infine un gol da attaccante vero.

Il calcio riserva sempre delle sorprese: nel momento in cui sembra che la Paganese possa passare da un momento all’altro, arriva il gol della Juve Stabia. Campani respinge a mani aperte un tiro dal limite di Mastalli e Romeo è il più lesto ad arrivare sulla palla e a insaccare da due passi. Il gol incassato potrebbe demoralizzare gli azzurro stellati ma ci pensa Scarpa a suonare la carica, a guidare la squadra da secondo allenatore in campo. Scatenato Diop in avanti, difficile tenerlo a freno. Il pareggio arriva al 38’ sull’ennesimo invito dalla sinistra di Squillace. Mendicino è lesto in piena area, aggancia il pallone, si gira da grande attaccante e fa secco il portiere Tomei. La Paganese potrebbe raddoppiare in due occasioni. Prima con Diop e poi allo scadere del tempo con Carotenuto che di testa, solo davanti alla porta, non riesce a centrare il bersaglio.

Nel secondo tempo la Paganese preferisce agire di rimessa. Si difende bene e non corre mai pericoli. Peccato che a dieci minuti dalla fine l’arbitro prenda un abbaglio ed espelle per doppia ammonizione l’incolpevole Gaeta. Il fallo era stato di Cigagna. 

Ma gli arbitri sono come i giudici: hanno sempre ragione.

Nino Ruggiero
(da Il Quotidiano del Sud, edizione Salerno, del 30 novembre 2020) 

Mister Erra contento a metà: "Prova di personalità, peccato per le chance sprecate".

Potrebbe sembrare strano eppure a recriminare - per il pareggio di Castellammare - è la Paganese. Una prestazione brillante degli azzurrostellati, che hanno messo in difficoltà la Juve Stabia sin dalle prime fasi, hanno reagito al vantaggio di Romero e hanno costruito le migliori occasioni della partita. La prova è stata soddisfacente, meno il risultato per Alessandro Erra: "Abbiamo giocato una partita di grande personalità contro squadra forte, che qui aveva sempre vinto tranne che col Monopoli. Abbiamo costruito tante occasioni per segnare - spiega il tecnico della Paganese - i giocatori hanno battagliato con ardore e lucidità. Andiamo via con un risultato che non ci soddisfa totalmente, il campo ha espresso cose evidenti. Non so se sono due punti persi, anche perchè loro hanno preso il palo al 96' e se avessero fatto gol staremmo parlando di altro". Nel finale gli azzurrostellati sono rimasti in dieci per l'espulsione di Gaeta, che farà parecchio discutere: "Si tratta di un errore evidente e clamoroso - ammette Erra - chi vigila sugli arbitri valuterà. Anche in dieci siamo stati pericolosi, non siamo stati bravi nel concretizzare quanto creato, ma abbiamo dimostrato che siamo vivi". 

E' arrivata però la risposta che ci si aspettava dopo il pareggio beffa con il Bisceglie: "Noi non ci facciamo mai condizionare dal risultato, le prestazioni sono state di buon livello nell'ultimo periodo, certo se accompagnate dal risultato danno autostima. Anche con la Juve Stabia abbiamo giocato con piglio autoritario - sottolinea Erra - le risposte ci sono state. Ripeto che siamo stati penalizzati da episodi rocamboleschi in alcune circostanze, la squadra ha sempre dimostrato di essere organizzata e compatta, eccezion fatta per due partite su tredici". Un riferimento chiaro ai due match con Ternana e Vibonese

Oggi nuova coppia d'attacco, con Diop e Mendicino partiti dal 1'. I due si sono mossi bene e hanno confermato di saper stare insieme: "Ho scelto loro due per un attacco con caratteristiche diverse dal solito, visto che loro sono molto fisici in difesa, per poi giocarci dopo la carta Guadagni. Mendicino ha risposto bene, con grande applicazione e serietà. Fra l'altro in panchina avevamo Cesaretti con dei problemi"

E sabato arriva il quotato Bari al Torre: "Abbiamo dimostrato di poter essere competitivi con tutti, in casa abbiamo fatto più fatica e cercheremo di invertire il trend sin da sabato per dare una gioia ai nostri tifosi. Il Bari lotta per fare un campionato diverso dal nostro, vogliamo dimosotrare di essere tosti e combattivi".

Danilo Sorrentino
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Paganese bella e anche sprecona. Rimpianti per il pari (1-1) nel derby con la Juve Stabia.

Termina in pareggio il derby tra Juve Stabia e Paganese con gli azzurrostellati che hanno parecchio da recriminare per le tre occasioni nitide sciupate nel primo tempo e per la dubbia espulsione di Gaeta ma che rischiano addirittura di perderla nei secondi finali con Codromaz che colpisce il palo su calcio d’angolo e con il pallone che termina tra le braccia di Campani.

Erra si affida a capitan Scarpa per rilevare lo squalificato Bonavolontà schierandolo alle spalle di Diop e Mendicino che vince il ballotaggio con Guadagni. Pronti, via e Diop addomestica un pallone sul lato destro del campo, cross basso per l’accorrente Scarpa che da terra in scivolata non riesce ad imprimere la giusta forza e Tomei si rifugia in angolo. Gli azzurrostellati assediano la metà campo dei padroni di casa e guadagnano subito tre calci d’angolo in serie, sull’ultimo dei quali Sirignano tenta la conclusione da grandissima distanza, sfera che si perde alta sopra la traversa. All’improvviso Berardocco è geniale nel trovare in verticale Orlando che però non elude la trappola del fuorigioco e batte Campani a gioco già fermo. La Juve Stabia si riorganizza e tenta il lungo fraseggio, molto attivo Orlando, ma fatica a trovare spazi. Le vespe passano in vantaggio al 12’ con Romero che si avventa sulla respinta corta di Campani su una botta dal limite di Orlando. Gli uomini di Padalino sono padroni del campo ed è ancora Berardocco a trovare libero Romero che colpisce un clamoroso palo alla sinistra di Campani. La Paganese si riassesta e trova il gol del pari al 37’; Squillace crossa rasoterra per Diop che aggancia ma sul pallone si avventa Mendicino che si gira e batte Tomei centralmente con un gol da rapace d’area. Primo gol per l’attaccante laziale. Gli uomini di Erra spingono sull’acceleratore e Diop approfitta di un’indecisione di Codromaz colpendo d’esterno a due passi dalla porta ma non trova incredibilmente lo specchio di porta. Allo scadere del primo tempo Scarpa ruba palla a Garattoni e si invola a sinistra servendo Squillace che crossa sul secondo palo ma Carotenuto è troppo timoroso e colpisce male di testa sprecando una ghiotta occasione di portare in vantaggio i suoi. Azzurrostellati che hanno sprecato troppo in questo primo tempo.


Nella ripresa i padroni di casa sono più propositivi e ci provano con la punizione di Berardocco deviata in corner da Campani. Quest’ultimo rischia in uscita tre minuti dopo quando tocca involontariamente il pallone con le mani fuori dall’area di rigore e viene ammonito. Squadre che si annullano a vicenda con la girandola dei cambi a farla da padrone. A dieci minuti dalla fine il signor Longo espelle Gaeta, per doppia ammonizione, verosimilmente per aver allontanato il pallone dopo un fallo da egli fischiato. Veementi le proteste degli azzurrostellati che lamentano uno scambio di persona nell’ammonizione (il fallo l'aveva commesso Cigagna), espulso anche il direttore Raiola per proteste. Partita che si accende nel finale con Guadagni che va via in contropiede e allarga per Diop che però spreca con una conclusione da dimenticare. Juve Stabia che si riversa nell’area di rigore della Paganese con Codromaz che sugli sviluppi dell’ultimo corner della partita colpisce il palo e pallone che Campani si ritrova tra le braccia. 

IL TABELLINO

MARCATORI: pt 12' Romero, 38' Mendicino

JUVE STABIA (4-3-3): Tomei; Garattoni, Codromaz, Allievi, Rizzo (36’st Mulè); Mastalli (36’st Ripa), Berardocco, Scaccabarozzi (25’st Vallocchia); Orlando (25’st Bubas), Romero, Bentivegna (1’st Golfo). A disp: Lazzari, Russo, Lia, Bovo, Guarracino, Volpicelli, Oliva. All.: Padalino.

PAGANESE (3-4-1-2): Campani; Cigagna, Schiavino, Sirignano (48’st Perazzolo); Carotenuto (25’st Mattia), Onescu, Gaeta, Squillace; Scarpa; Diop, Mendicino (31’st Guadagni). A disp: Bovenzi, Fasan, Esposito, Mattia, Bramati, Di Palma, Costagliola, Criscuolo, Cesaretti, Curci. All.: Erra

ARBITRO: Longo di Paola (Matera/Cleopazzo IV Angelucci)

NOTE: gara che si disputa a porte chiuse. Espulsi: Gaeta, Raiola (dalla panchina) Ammoniti: Garattoni, Berardocco, Scaccabarozzi, Campani, Diop, Gaeta, Carotenuto, Guadagni. Angoli: 5-4. Recupero: 0‘pt, 5’st.

Alfonso Esposito
© Paganesemania - Riproduzione riservata

24.11.20

Non è mai troppo tardi.

DI NINO RUGGIERO

La salvezza, obiettivo minimo fissato alla vigilia del campionato, al momento è molto lontana per la Paganese. La squadra di Erra, al cospetto di un Bisceglie decimato dal famigerato Covid-19, stenta come una scolaretta al primo impatto con i libri di testo. Prima contenta di poter dimostrare di saper leggere; poi stordita per non riuscire a leggere qualche periodo più difficile da interpretare. Metafora a parte, nel calcio la buona volontà dei singoli (che c’è, diciamolo a scanso di equivoci) non basta; alla Paganese non può bastare un predominio territoriale continuo, martellante e poi cavare solo un piccolo ragno dal buco.

Un primo tempo che promette bene. Tre calci d’angoli conquistati nei primi due minuti di gioco suonano come un promettente segnale di presenza per la squadra azzurro stellata. La Paganese incalza e il Bisceglie sembra poter crollare da un momento all’altro. Il gol che potrebbe aprire orizzonti di gloria arriva al 22’ e porta la firma di Diop bravo ad arpionare un invitante servizio di Onescu e a insaccare in diagonale a fil di palo. Sembra che non ci siano problemi per la conquista dei tre punti. Gli azzurro stellati paiono essere in buona salute, vincono contrasti, sono sempre primi anche sulle seconde palle. Ma il predominio territoriale resta fine a se stesso; la manovra è involuta e incerta dalla tre quarti in avanti. C’è come una frattura invisibile tra i centrocampisti e gli attaccanti. Diop e Guadagni vivono solo di luce propria; vanno alla ricerca di palloni giocabili e non ricevono mai un invito in diagonale, se si esclude il servizio vincente di Onescu che porterà al gol di Diop.

Il Bisceglie resta rintanato nella sua metà campo e non si vede mai in avanti. La Paganese trova anche buoni spunti sulla sinistra con Squillace e Gaeta e sembra aver ritrovato il migliore Carotenuto sulla fascia destra. Ma il raddoppio, pur cercato, non arriva. Qualcosa si inceppa sulla tre quarti campo e viene a mancare il secondo gol che metterebbe il risultato al sicuro. Nel calcio è così: quando sei martello devi battere, altrimenti sono guai.

E i guai puntualmente arrivano alla ripresa delle ostilità con il Bisceglie che cambia mezza squadra, inserendo cinque giocatori freschi. Ciononostante, la Paganese continua ad avere il pallino del gioco in mano; potrebbe anche raddoppiare dopo due minuti con Diop autore di un colpo di tacco d’autore, ma il portiere pugliese compie un vero miracolo e devia in angolo. Poi con il passare dei minuti, il Bisceglie comincia a farsi vedere con maggiore determinazione in avanti e la Paganese, misteriosamente sgonfia sul piano psicologico, timorosa e impacciata, comincia a traballare più del dovuto. Tanto traballa che a quattro minuti dalla fine regala letteralmente un pallone d’oro a Musso, cui non pare vero di approfittare di un generoso regalo. Sirignano e Sbampato s’incartano in area e per l’ex di turno è un gioco da ragazzi far fuori il povero Campani, da due passi.

Dodici gare, undici punti in classifica, proprio non ci siamo. Non ci siamo soprattutto per aver perso un’occasione d’oro contro una presumibile avversaria diretta in tema di salvezza. Non è la prima volta che la Paganese si vede fuggire di mano il risultato negli ultimi minuti di gioco. È capitato a Catania nella prima giornata, poi con il Teramo in casa e ancora con l’Avellino. Si è oramai capito che con questa squadra non è possibile far volare la fantasia; anzi si è capito che pure la salvezza sarà un traguardo difficile da raggiungere.

Purtroppo sono solo conferme di sensazioni avute fin dalle prime esibizioni. La squadra ha problemi di tenuta nella zona centrale del campo che vengono mascherati da movimenti frenetici che non possono però durare novanta e più minuti di gioco.

Quando i ritmi calano, quando gli avversari cominciano a ragionare in virtù di un tasso tecnico superiore, emergono tutte le magagne della Paganese, orfana soprattutto di un vero regista che sappia tenere in mano le redini del gioco.

Non è mai troppo tardi per provvedere.

Nino Ruggiero
(da Il Quotidiano del Sud. edizione Salerno, del 23.11.2020)

23.11.20

Erra mastica amaro: "Buona partita, ma se non la chiudi...".

Appuntamento con la vittoria casalingo ancora rimandato, ma stavolta fa più male del solito perchè in 90' la Paganese mai aveva rischiato, subendo la beffa nel finale per mano dell'ex Antonino Musso. Altro scontro diretto al Torre chiuso con un pugno di mosche, altra gara in cui crescono i rimpianti. Il commento di Alessandro Erra è ricco di rammarico: "E' una partita che ci lascia l'amaro in bocca. Non aver vinto ci fa capire che il nostro è un percorso duro e difficile. Ovvio che partite come queste sono scontri diretti e vanno indirizzati dalla nostra parte. Ci eravamo riusciti ed avevamo fatto bene, ma non l’abbiamo chiusa, quindi facciamo mea culpa per la leggerezza finale che gli ha permesso di pareggiare una partita in cui il Bisceglie non aveva fatto praticamente nulla. Di sicuro dovremo rivedere qualcosa sotto il profilo dell’atteggiamento perché non è la prima volta che capita una cosa del genere. Nel secondo tempo siamo andati al cross con Squillace sei o sette volte, ma non abbiamo trovato il guizzo. Queste partite se non le chiudi prima, poi paghi dazio e così è successo con un rimpallo a sfavore nel finale. Una prestazione positiva, ma ancora una volta ci siamo fatti sorprendere nei particolari"

Ancora una volta i cambi non hanno dato l’effetto desiderato, il solito doppio ingresso di Cesaretti e Mendicino (anche se stavolta non in tandem) ha frenato gli azzurrostellati. Erra si assume le responsabilità: "Quando qualcuno non rende al meglio è colpa dell’allenatore. Non vedo responsabilità nello specifico da parte di Mendicino e Cesaretti. Il responsabile sono io che non riesco ad incidere in alcune situazioni, quindi da martedì si farà diversamente e meglio".

Danilo Sorrentino
© Paganesemania - Riproduzione riservata

Paganese-Bisceglie 1-1: non basta Diop, l'ex Musso nel finale impone il pari al Torre.

Continua l'astinenza da vittorie in casa per la Paganese, che non si sblocca neppure contro un Bisceglie presentatosi al Torre rimaneggiato e reduce da venti giorni di inattività. Gli azzurrostellati passano in vantaggio a metà primo tempo, gestiscono bene ma non chiudono la contesa. E così nel finale viene il braccino corto e subentra la paura di perdere. Lo intuisce l'ex Musso che realizza il suo primo gol fra i professionisti, complicando la posizione di Erra.

Paganese che parte col piglio giusto nel primo tempo provando a fare la partita con personalità. La fascia dalla quale provengono gli attacchi azzurrostellati più pericolosi è quella di sinistra, con a testimonianza anche i 6 angoli battuti nella prima frazione da quella zona di campo. La squadra di Erra è poco incisiva nei primi minuti ma al 22’ arriva il gol che sblocca la partita nel forte vento del Torre. Onescu illumina a centrocampo con un lancio perfetto che mette Diop praticamente solo davanti al portiere. Il bomber senegalese controlla e, freddissimo, incrocia di destro battendo l’estremo difensore nerazzurro. Il Bisceglie accenna una timida risposta con Padulano che prova da fuori ma il tiro, debole e centrale, viene bloccato da Campani. Paganese che continua ad attaccare a caccia del raddoppio sfiorandolo da calcio d’angolo con Sirignano che, pescato da Squillace, mette alto di testa da ottima posizione. 

Paganese che nel secondo tempo ricomincia come aveva lasciato. Diop cerca l’euro-goal deviando al volo di tacco un ottimo cross dalla sinistra, con Spurio che ci arriva e mette in corner. Bisceglie che ci prova, Rocco di testa impatta debole ma con abbastanza precisione, Campani blocca. Problemi in vista della Juve Stabia per Erra che perde Bonavolontà ammonito, essendo diffidato salterà il derby di domenica prossima. Nel finale brutta palla persa da Bonavolontà davanti alla difesa, ancora Rocco recupera il pallone e prova senza grandi risultati a battere l’estremo difensore della Paganese. Ribaltamento di fronte che vede la Paganese sprecare il match point in contropiede con Cesaretti che non riesce a correggere in gol il cross impreciso di Squillace. Errore che si rivelerà fatale per la squadra di Erra. Infatti a 3’ dalla fine accade l’irreparabile con Musso che realizza il classico goal dell’ex, freddando in diagonale col sinistro Campani, che non aveva subito tiri particolarmente pericolosi fino a quel momento. La Paganese cestina così un’altra occasione d’oro per ottenere la prima vittoria in un Torre che sembra davvero stregato.

MARCATORI: pt 22’ Diop (P), st 42’ Musso (B)

PAGANESE (3-5-2): Campani; Sbampato (43’st Scarpa), Schiavino, Sirignano; Carotenuto (21’st Mattia), Onescu, Bonavolontà, Gaeta, Squillace; Guadagni (21’st Cesaretti), Diop (36’st Mendicino). A disp.: Bovenzi, Fasan, Esposito, Cigagna, Curci, Criscuolo, Isufaj. All.: Erra

BISCEGLIE (4-3-3): Spurio; Pelliccia (1' pt De Marino), Altobello, Priola, Tarantino; Zagaria (36’st Musso), Cigliano; Ferrante (1' pt Casella); Padulano (29’ st Sartore), Rocco, Vitale (1' pt Mansour). A disp.: Russo, Barletta, Laraspata, Lauria, Tedone. All.: Bucaro

ARBITRO: Turrini di Firenze

NOTE: gara disputata a porte chiuse. Ammoniti: Cigliano (B), Bonavolontà (P). Angoli: 9-0. Recupero: 2’pt, 4’st 

Christian Esposito
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16.11.20

A che servono questi quattrini.

Di Nino Ruggiero

Di solito, in quasi tutte le partite, l’inizio viene vissuto attraverso una fase di studio. A Palermo no. La gara tattica non c’è, si passa subito oltre. Il Palermo è come assatanato; va subito all’assalto, lancia in resta, alla ricerca del gol che deve sbloccare la partita. Primi minuti d’inferno: il pallone balla davanti a Campani, una, due, tre volte. Il portiere ci mette una pezza in un paio di occasioni e la Paganese si salva con affanno; il Palermo è lì che pressa e non dà agli spaesati avversari nemmeno il tempo di organizzarsi. Mentre i cronisti vanno alla ricerca di moduli difensivi, di schieramenti, di posizioni in campo, I rosanero arrivano in area paganese da tutte le parti; sembrano tante anguille sfuggite di mano alla vigilia di Natale.Una diecina di minuti d’inferno per la squadra azzurro stellata; prendi questo, prendi quello; i calciatori siciliani sembrano avere l’argento vivo addosso e si scambiano di ruolo in continuazione. Allo scadere dei dieci minuti, come logica conseguenza di una superiorità tecnica e territoriale, arriva il gol che sblocca la partita e forse tranquillizza mentalmente i padroni di casa. 

Superiorità territoriale e tecnica; certo, perché una superiorità territoriale nel calcio non basta; bisogna anche avere i numeri tecnici per poterla concretizzare. Il Palermo li ha; ha calciatori di levatura tecnica fuori dal comune per i quali la società rosanero ha dovuto esporsi parecchio a suon di quattrini. C’è una commedia scritta da Armando Curcio, interpretata da quel genio di Eduardo. Si chiama “A che servono questi quattrini”. Ebbene, i quattrini servono per comprare calciatori di livello; e devono essere anche parecchi per arrivare ad avere il meglio che c’è sul mercato. Potrebbe mai la piccola Paganese competere, viso a viso, con il grande Palermo? Potrebbe: è la risposta, perché nel calcio non c’è mai niente di scontato. Perché una piccola realtà calcistica può e deve competere, con possibilità di successo, anche contro grandi squadre. Capita anche nella vita; altrimenti non sarebbe stata tramandata alla storia la vicenda del piccolo Davide vincitore contro il gigante Golia.

Dunque, condizionale: potrebbe. Però le piccole squadre dovrebbero saper gestire quel poco che passa il convento in termini di campagna acquisti. È stato fatto dalla Paganese? Questo è l’interrogativo che deve suonare all’indomani di una sconfitta che nel calcio può essere messa in conto. E’ un interrogativo che viene da lontano: non è la prima volta, infatti, in questo campionato che la squadra non riesce a prendere le redini del gioco in mano. Il gioco della Paganese nasce dalla difesa, è vero, con Schiavino e Sicignano capaci di lanciare palloni lunghi in avanti, ma dovrebbe nascere soprattutto dal centrocampo. Nella Paganese, dispiace dirlo, con tutta la buona volontà di giovani che sicuramente cresceranno, al momento c’è penuria di gioco dalla cintola in su.

Sul risultato di Palermo, non basta cancellare con un colpo di spugna un primo tempo penoso e pensare che alla fin fine un pareggio poteva pure essere raggiunto in virtù di un buon secondo tempo durante il quale la Paganese ha surclassato su piano agonistico gli avversari. Le carenze di organico e di qualità alla lunga si scontano. E la Paganese, già orfana di una mente pensante, se viene a mancare anche qualche pedina importante, è poi difficile che riesca a tirare fuori un ragno dal buco. E badate bene, qui non si parla negativamente dei ragazzi impiegati a Palermo; ognuno di loro ha recitato la sua parte, ma sono ragazzi che dovrebbero crescere in una squadra che ha già una sua precisa fisionomia.

Processi all’allenatore, mi dispiace per quelli che la pensano diversamente, non ne faccio. Se un allenatore è bravo quando vince, resta bravo anche quando perde.
I piccoli errori li commettono tutti; sono sempre dietro l’angolo.

Nino Ruggiero
(da Il Quotidiano del Sud, edizione Salerno, del 16 novembre 2020)

Erra dopo il Palermo: "Ripresa sopra le righe".

Nonostante il ko di Palermo, Alessandro Erra non perde la fiducia, soprattutto per il secondo tempo disputato dalla Paganese. Dopo l'intervallo la squadra azzurrostellata è rientrata meglio in campo (anche perchè fare peggio della prima frazione era impossibile), senza riuscire a pareggiare il match anche perchè - gol di Schiavino a parte - non sono stati arrecati troppi pericoli a Pelagotti: "Il Palermo è partito meglio - ammette Erra - perchè era in fiducia, è una squadra forte e quindi siamo stati costretti subito a rincorrere. Il nostro primo tempo è stato difficile, leggermente sotto tono, mentre nella ripresa abbiamo giocato sopra le righe. Non ci siamo scomposti dopo il 2-0, abbiamo giocato con qualità, orgoglio, intensità, aggressività, risultando quasi sempre padroni. Abbiamo avuto qualche occasione per rimetterla in piedi, peccato per il risultato perchè la prestazione c'è stata. Far penare il Palermo fino al 95' è un merito per la mia squadra"

La sconfitta brucia anche perchè gli errori che hanno portato ai due gol rosanero potevano essere evitati. Soprattutto sulla rete di Rauti, qualcosa non ha funzionato sulle uscite: "Abbiamo sbagliato qualche uscita davanti, inevitabilmente si crea problemi anche in fase difensiva. Siamo usciti con poca convinzione sul primo gol. Il raddoppio è stato un contropiede nato da un rimpallo, dove abbiamo ciccato il tiro, loro sono stati bravi e ci hanno preso alla sprovvista sulla ripartenza, sfruttando la velocità dei loro giocatori". E però ancora una volta è stato il reparto mediano a soffrire particolarmente, specie nel primo tempo, arrivando in ritardo sulle seconde palle e non riuscendo a imbastire occasioni: "Mancavano anche due giocatori importanti, siamo giovani. Sappiamo che è un percorso che dobbiamo fare - sottolinea Erra - a volte si paga dazio quando si incontrano giocatori di esperienza e spessore come ce li ha il Palermo. Dall'inizio sapevamo che potevano esserci tappe lungo il percorso, siamo stati in campo con dignità e personalità".

Danilo Sorrentino
© Paganesemania - Riproduzione riservata

Il Barbera vuoto impressiona la Paganese: inizio da dimenticare poi pareggio sfiorato. Vince il Palermo 2-1.

Dopo aver regalato il primo tempo, la Paganese non riesce ad agganciare il pareggio nonostante negli ultimi cinque minuti Erra abbia inserito tutto il potenziale offensivo con quattro attaccanti più Scarpa. Gli azzurrostellati consentono al Palermo di trovare la prima vittoria stagionale tra le mura amiche dando continuità al successo di Castellammare di Stabia di mercoledì. A nulla vale il gol della bandiera di Schiavino.

Il Palermo parte fortissimo premendo sull’acceleratore e dopo tre minuti la difesa della Paganese sbroglia un pallone pericoloso che Floriano e Saraniti non riescono a far loro. E’ proprio del numero 9 rosanero la prima occasione della partita quando sale in cielo sul cross di Corrado e trova pronto il riflesso di Campani. Azzurrostellati che non riescono a reagire e vanno sotto dopo undici minuti. Kanoute elude la pressione di Sirignano e si invola sulla fascia destra, entra in area e serve Rauti che con il piatto destro batte Campani sul palo più lontano. Sono ancora gli uomini di Boscaglia a sfiorare il raddoppio con Marconi che devia alto sopra la traversa un calcio piazzato battuto da Martin. Dopo venticinque minuti la Paganese si fa viva dalle parti di Pelagotti; Mattia approfitta di una bella giocata di Diop e serve un rasoterra insidioso che Guadagni non arpiona di un soffio forse anche spinto da Palazzi. Azzurrostellati che protestano fortemente con l’arbitro Natilla. E’ ancora Mattia a rendersi pericoloso servendo al limite dell’area Cigagna, che aveva accompagnato l’azione, ma perde malamente il pallone che dà il via al contropiede perfetto del Palermo con Rauti che tarda il servizio per Almici; quest’ultimo crossa al bacio per Saraniti che trova il gol del raddoppio con un preciso colpo di testa. Rosanero che allora rallentano e consegnano il pallone tra i piedi dei liguorini e si arroccano nella propria metà campo ma si rendono comunque pericolosi con due calci di punizione, di Rauti prima e di Almici poi, che non impensieriscono Campani bravo a respingere.

Gli uomini di Erra escono dagli spogliatoi con un piglio diverso, con Schiavino e i suoi che provano a raddrizzare un primo tempo iniziato e terminato male. E’ proprio il difensore a trovare subito il gol che accorcia le distanze sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto da Bonavolontà. Allora il tecnico di Coperchia ridisegna i suoi inserendo Scarpa, Carotenuto e Cesaretti arretrando Mattia nei tre di difesa e piazzando Scarpa a centrocampo. La Paganese spinge e colleziona due calci d’angolo nel giro di pochi secondi, l’ultimo dei quali vede svettare Bonavolontà che però non trova lo specchio della porta. Il Palermo spreca diversi contropiedi e vede accendersi la spia della riserva, ma gli azzurrostellati sono più imprecisi che altro nell’ultimo passaggio e non impensieriscono quasi mai Pelagotti. L’estremo difensore rosanero accompagna sul fondo l’ultima opportunità per la Paganese con Cesaretti che calcia dal limite dell’area trovando una deviazione che porta solamente ad un calcio d’angolo. Erra inserisce tutti gli attaccanti ma a nulla vale. La partita termina con la prima vittoria casalinga degli uomini di Boscaglia. Da rivedere l’approccio degli azzurrostellati.

IL TABELLINO

MARCATORI: pt 11' Rauti, 33' Saraniti; st 8' Schiavino 

PALERMO (4-2-3-1): Pelagotti; Almici, Palazzi (31’pt Peretti), Marconi, Corrado (11’st Crivello); Martin (24’st Luperini), Broh; Kanoute, Rauti, Floriano (24’st Silipo); Saraniti (24’st Lucca). A disp: Fallani, Matranga, Doda, Accardii. All.: Boscaglia.

PAGANESE (3-5-2): Campani; Cigagna (13’st Carotenuto), Schiavino, Sirignano; Mattia (38’st Mendicino), Bramati (13’st Scarpa), Bonavolontà (42’st Isufaj), Gaeta, Squillace; Guadagni (13’st Cesaretti), Diop. A disp: Bovenzi, Fasan, Sbampato, Criscuolo, Curci. All.: Erra.

ARBITRO: Natilla di Molfetta (Pappagallo/Dell’Olio IV Pirrotta)

NOTE: gara che si disputa a porte chiuse. Ammoniti: Lucca (PAL), Schiavino, Cigagna (PAG). Angoli: 1-3. Recupero: 2’pt, 4’st.

Alfonso Esposito

foto: FB Paganese Calcio 1926 srl

13.11.20

Quando le gambe tradiscono il pensiero.

DI NINO RUGGIERO

Non è andata proprio nel modo migliore con l’Avellino, non tanto per le aspettative deluse quanto per una partita che poteva essere gestita meglio. Un pareggio, però, per una squadra come la Paganese, che deve saper gestire le poche risorse di cui dispone, può anche essere accettato. Resta la delusione in casa azzurro stellata per un risultato che a un certo punto della gara, specie dopo aver messo a segno il rigore con Diop, sembrava potesse volgere a proprio favore; a maggior ragione perché in vantaggio numerico su un Avellino ridotto in dieci uomini. Niente. Ancora una volta, nel momento in cui era attesa la definitiva consacrazione di una potenzialità appena intravista nelle ultime esibizioni, la squadra ha dovuto fare i conti con le sue fragilità che non sono solo di natura tecnica. 

Eppure, bisogna riconoscerlo, i ragazzi in maglia azzurro stellata non si sono risparmiati; ma stavolta – come capita assai spesso nel calcio – le gambe hanno tradito il pensiero. Volevano fare chissà che, ma le energie erano spente e l’Avellino, con un uomo in meno, è riuscito a fare un figurone. C’è però da dire che Alessandro Erra ha dovuto fare i conti con una ridotta disponibilità di elementi da utilizzare e che giocoforza ha dovuto schierare i calciatori utilizzati appena tre giorni prima a Viterbo.

Resta il rammarico per il risultato. Ma per gestirlo bisogna avere inquadrature di livello, con elementi di mestiere, di calciatori che sappiano giocare la palla a centrocampo. E in questo non ci siamo.
Il discorso sulle potenzialità della Paganese è in ballo e va fatto. Tutti vorremmo vedere all’opera una squadra vincente che riuscisse a tradurre in punti quello che esprime in campo dal punto di vista agonistico. Ma questa è una squadra che deve fare i conti con molte verità, anche scomode.

Partiamo dall’inizio e quindi partiamo dalla squadra dello scorso anno che si era ben comportata, anche se con alterna fortuna. Per quella squadra, per cercare di migliorarla, sarebbero bastati un paio di buoni innesti, diciamo innesti mirati. Questo è il ragionamento che fa un giornalista che vive la realtà, al di fuori di logiche societarie e dinamiche di mercato. Ma è anche il ragionamento di chi, da tifoso e appassionato, segue le sorti della propria squadra. In linea teorica è così, non si discute. Poi, c’è la vita di tutti i giorni; c’è la realtà che è ben diversa da quella che uno vorrebbe vivere. Ci sono i problemi di chi deve sobbarcarsi oneri inimmaginabili per i comuni mortali. 

Ci sono intoppi di varia natura; c’è difficoltà a fare quadrare i conti, ci sono richieste economiche da parte di calciatori che non è possibile accontentare. Così, quello che parrebbe essere una soluzione semplice, per motivi che comunque non conosciamo, se ne va a carte quarantotto. Intendiamoci, nel calcio non c’è mai niente di certo; se fossero stati innestati un paio di elementi sull’ossatura dello scorso anno, non è poi detto che la squadra avrebbe volato. Lo dimostrano squadre del girone che, sulla carta, si sono rinforzate, rispetto alla squadra dell’anno precedente, ma che stentano comunque a decollare (è il caso del Monopoli, Catania e Casertana).

E’ andata come è andata, la Paganese di oggi, pur rivoluzionata rispetto alla compagine dello scorso anno, mantiene tutte le potenzialità di una squadra che di sicuro non può fare voli pindarici ma che può disputare un campionato onorevole; che, tradotto, significa arrivare ad una salvezza tranquilla.
Volete di più? Tutti vorremmo avere qualcosa in più dalla vita, ma dobbiamo saper misurare i passi e non farne mai più lunghi della gamba. Mentre facevo queste considerazioni, mi chiama un caro amico a telefono. “La Paganese ha pareggiato? Va bene, ci rifacciamo domenica a Palermo!”.

A Palermo? E quando mai la Paganese ha giocato a Palermo? Se qualcuno me lo avesse detto una ventina di anni fa, lo avrei preso per pazzo. Sì, la Paganese domenica gioca proprio allo stadio “Renzo Barbera”, già “Favorita” di Palermo, un terreno di gioco prestigioso, calcato da squadre come l’Inter, il Milan, la Juventus, il Napoli. E volete che per un momento non ci scordiamo del pareggio interno con l’Avellino; che non ci sentiamo orgogliosi di calpestare l’erba di un campo che per tanti anni ha ospitato squadre di serie A; che forse, infine, è il caso di dire grazie, una volta ogni tanto a Raffaele Trapani?

12.11.20

Il rammarico di Erra: "Superiorità virtuale, noi trascinati dll'Avellino".


Non può essere mezzo pieno il bicchiere per la Paganese dopo il pareggio casalingo con l'Avellino. La gara si era messa bene nel primo tempo, con gli azzurrostellati bravi a prendersi l'episodio, mentre nella ripresa i biancoverdi hanno messo in evidenza una maggiore qualità anche con l'uomo in meno. E la Paganese, anzichè imporre i propri ritmi, si è fatta sovrastare dai lupi che hanno trovato un pari meritato. L'analisi di Alessandro Erra parte proprio da qui: "Nel secondo tempo non siamo stati bravi nella lettura della partita, ci siamo fatti trascinare da loro che hanno sempre scavalcato il nostro centrocampo con queste palle lunghe per gli attaccanti, tanto che la nostra superiorità in quella zona del campo è diventata di fatto virtuale. Siamo stati carenti su questa lettura. L'inferiorità numerica è un discorso molto soggettivo, soprattutto contro una squadra che ha attaccanti così fisici, che l'Avellino è riuscito a cercare bene, ottenendo più di quello che dovevamo concedere. Avremmo dovuto sfruttare un fraseggio più corta, fare più possesso palla in modo tale da poterci affacciare con pericolosità nella loro metà campo, invece abbiamo commesso troppi falli inutili - recrimina Erra - e proprio da una punizione è nata questa mezza autorete che ha portato al pareggio. Dal punto di vista tecnico, forse non siamo ancora pronti per reggere l'urto di una squadra più forte".

Se il pareggio fosse arrivato in condizioni "normali", probabilmente sarebbe stato da accogliere come un buon punto per dare continuità al successo di Viterbo. Solo che, per la seconda gara interna, la Paganese si ritrova in vantaggio di un uomo - stavolta anche nel risultato rispetto alla gara con la Cavese - e quasi non si vede: "Ci siamo fatti trascinare dalla loro giocata su Bernardotto, gli abbiamo dato troppe volte l'appoggio, ha un passo diverso rispetto ai nostri difensori - ammonisce Erra - però non dimentichiamo che abbiamo giocato contro una squadra forte, con giocatori con caratteristiche superiori alla media e in linea con le ambizioni. Ci prendiamo questo punto, muoviamo la classifica".

L'unico aspetto positivo della serata è il rientro dei sette giocatori che hanno debellato il Covid. Diop è andato subito in gol, approccio da rivedere per Mendicino e Cesaretti: "Siamo riusciti a dare minutaggio a chi ha giocato meno ultimamente, abbiamo avuto questo contrattempo di dieci giorni e stamattina ho recuperato tutti. Fra tre giorni si rigioca, è il leitmotiv di questo campionato anomalo, sperando che non vi siano più casi".

Danilo Sorrentino
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Diop illude, la Paganese non sfrutta la superiorità numerica. Con l'Avellino finisce 1-1.

Un pareggio che lascia l’amaro in bocca, una grossa occasione sprecata per poter rompere quest’incantesimo interno. La Paganese impatta ancora al Torre, finisce 1-1 con l’Avellino, non sfruttando la superiorità numerica con cui ha giocato per tutto il secondo tempo. Diop porta in vantaggio gli azzurrostellati dal dischetto, nella ripresa i lupi prima falliscono un penalty con Santaniello e poi trovano il pari con Aloi. 


Primo tempo ricco di emozioni al Torre. Partono subito forte gli ospiti con Santaniello che per poco non arriva in scivolata su un tiro debole di Fella trasformatosi in assist per il numero 9 biancoverde. La risposta della Paganese non si fa attendere: Diop entra di forza nell’area di rigore avversaria in mezzo a due avversari e serve un pallone d’oro a Gaeta che, dal limite dell’area piccola, conclude senza pensarci con il ormai portiere battuto. Sembra fatta per il vantaggio della Paganese ma Ciancio salva di testa sulla linea di porta. La partita è divertente e al 15’ arriva il secondo salvataggio clamoroso, questa volta in favore della Paganese. Mischia in area su calcio d’angolo, Onescu con un miracolo salva sulla riga di porta. Partita che prosegue ad un ritmo elevato ma il punto di svolta della partita avviene al 42’: ingenuità clamorosa dell’ex Silvestri) che, su calcio d’angolo, colpisce Sirignano con un pugno alla testa. L’arbitro vede tutto e non esita a estrarre il cartellino rosso diretto per il difensore degli irpini. Dal dischetto va il cecchino Diop che dagli 11 metri non fallisce.

Paganese che sbaglia l’approccio col secondo tempo. Infatti, arriva subito la clamorosa occasione per il pareggio dei lupi su rigore causato da Schiavino che in area stende Bernardotto. Dal dischetto si presenta Santaniello che batte malissimo, mandando il pallone di molto a lato alla sinistra di Campani che aveva comunque indovinato l’angolo. Erra ridisegna l’attacco per provare a sfruttare al massimo l’uomo in più, inserendo Mendicino e Cesaretti per Diop e Guadagni. La Paganese soffre troppo l’Avellino in 10 e al 70’ si materializza il pareggio irpino su punizione di Aloi che sorprende da sinistra Campani. Avellino che nonostante l’inferiorità numerica comincia a crederci e prova a portare a casa l’intera posta in palio affidandosi alle accelerazioni di Bernardotto, tra i migliori in campo per i suoi. Nel recupero Onescu che avrebbe già saltato la trasferta di Palermo essendo diffidato, rimedia la seconda ammonizione e torna anticipatamente negli spogliatoi. Azzurrostellati ingenui che sprecano quanto di buono fatto nel primo tempo e cestinano l’occasione di trovare la prima vittoria in casa.

IL TABELLINO

PAGANESE (3-5-2): Campani; Sbampato, Schiavino, Sirignano; Mattia (30’ st Carotenuto), Onescu, Bonavolontà (30’ st Scarpa), Gaeta, Squillace; Guadagni (17’ st Cesaretti), Diop (17’ st Mendicino). A disp.: Bovenzi, Fasan, Esposito, Perazzolo, Cigagna, Curci, Bramati, Isufaj. All.: Erra.

AVELLINO (3-4-3): Leoni; Ciancio, Rocchi, L. Silvestri; Rizzo (24’ st Adamo), Aloi, D’Angelo, Tito; Santaniello (28' st Dossena), Bernardotto, Fella (42’ st Bruzzo). A disp.: Pane, M. Silvestri, Mariconda, Nikolic. All.: Braglia

ARBITRO: Cosso di Reggio Calabria (Piazzini-Bahri; IV Carrione)

RETI: pt 43’ rig. Diop (P); st 25' Aloi (A).

NOTE: gara disputata a porte chiuse. Ammoniti: Ciancio (A), D’Angelo (A), Gaeta (P). Espulsi al 41' pt Silvestri (A) e al 47' st Onescu (P). Angoli: 10-4. Recupero: 1’ pt, 4’ st.

Christian Esposito
© Paganesemania - Riproduzione riservata

9.11.20

Una vita da mediano.

DI NINO RUGGIERO

Gioco poco, emozioni pochine. Ma nel calcio conta il risultato.Vuole arrivare alla vittoria la Paganese e ci arriva nella seconda parte della gara dopo aver lavorato ai fianchi la Viterbese per tutto il primo tempo. Vittoria sudaticcia, con risultato in bilico fino all’ultimo, perché quando vinci con un solo gol di scarto c’è sempre da temere il ritorno dell’avversaria; ma vittoria legittima, vittoria più che meritata.

La verità è che nel calcio quando domini territorialmente devi poi mettere la palla dentro; e questo a Viterbo non avviene nella prima parte della gara. In campo, più passano i minuti e più si avverte l’aria fumosa che di solito aleggia quando si prospetta un risultato di parità. Impressione sbagliata però: la Paganese vuole i tre punti anche per recuperare – essendo in credito con la fortuna – tutti i risultati positivi sfumati al novantesimo per un motivo o per un altro; non ultimo lo sfortunato episodio di una settimana fa in casa con il Teramo.

C’è da dire che la Viterbese presenta dopo solo due minuti il suo biglietto da visita con un gran fendente di Toukara da lunga distanza che fa venire i brividi al povero Bovenzi. Poi quasi scompare dalla scena; batte con la testa contro il muro difensivo della Paganese senza mai impensierire il portierino azzurro stellato chiamato una sola volta a un intervento plastico allo scadere del tempo su colpo di testa di Falbo.

Una Paganese finalmente ben quadrata, tosta, monumentale nella fase difensiva con un Sirignano tornato ad essere quello che tutti ricordavano, un gigante a stretto contatto con Schiavino altro elemento oramai inamovibile. Dicevamo muro difensivo, ma muro intelligente, pronto a trasformare ogni pallone recuperato agli avversari in azione di controllo e di rilancio del gioco.

L’allenatore Erra può contare su pochi elementi ma a tutti chiede un sacrificio fisico-atletico non comune; tutti sanno di dover giocare fino al novantesimo e oltre, per mancanza di alternative in panchina e lo fanno con grande professionalità e determinazione.

La svolta arriva nel secondo tempo, con una Viterbese in affanno e continuamente in ritardo sulle seconde palle, quelle che schizzano via e che devono essere recuperate. Ci arrivi prima se la condizione atletica te lo permette e alla Paganese di oggi non manca la freschezza atletica. Tutti freschi e pimpanti come mai, con il “giovanotto” Scarpa ancora una volta sugli scudi, pronto a dare l’esempio alla combriccola di ragazzi che lo circonda, assieme a Onescu, un centrocampista universale, uno di quei calciatori che a suo tempo ispirarono i versi di “una vita da mediano” di Ligabue, uno che cresce di giornata in giornata e che è un mostro di continuità atletica.

Il gol che decide la partita arriva su calcio di rigore, ma si può dire senza tema di essere smentiti che rappresenta solo il punto di arrivo di una vittoria voluta e cercata in tutti i modi.

Freddo dal dischetto il giovanissimo Guadagni, classe 2001, atteggiamento spavaldo e fiero da veterano. Pallone di sinistro a fil di palo e portiere avversario servito.

Considerazioni finali. Erra può essere finalmente soddisfatto. La squadra si sta esprimendo con il carattere e la determinazione richiesti; inoltre appare più omogenea ed equilibrata, anche meno pasticciona in difesa. Certo, spreca molto dalla tre quarti in avanti; ma bisogna anche dire che se la squadra fosse spietata, se riuscisse a concretizzare in gol tutto il lavoro preparato dalla difesa, perfezionato da un centrocampo più ferrato per la fase difensiva che per quella offensiva, non staremmo a parlare di una squadra che fissa nella salvezza tranquilla il suo obiettivo.

Scusate, ma è così.

Nino Ruggiero
(da Il Quotidiano del Sud – Edizione Salerno – del 9.11.2020)

La Paganese "pensa" ai tifosi, Erra esalta i suoi: "Mentalità diversa dopo Vibo".

La Paganese festeggia, per la seconda volta di fila lontano dal Marcello Torre, con la speranza di poterlo fare presto fra le mura amiche. Tuttavia, la squadra azzurrostellata ha voluto condividere il successo di Viterbo con i suoi tifosi, con un coro direttamente dal pullman pubblicato sui profili social del club. Anche Alessandro Erra, pur mantenendo la solita compostezza, esalta la prestazione della sua squadra. "Bisogna fargli un plauso, perchè hanno giocato una partita gagliarda, ottenendo un risultato importante che non era per niente scontato. E' una vittoria meritata, pesante, ottenuta su un campo difficile e contro una squadra attrezzata. Siamo partiti un po' contratti all'inizio - ha ammesso Erra - poi però la prestazione è stata in crescendo". E stavolta anche gli episodi hanno detto bene alla Paganese: "La fortuna può spostare gli equilibri, negli episodi finora non eravamo stati fortunati. Anche col Teramo avevamo fatto una partita sopra le righe, oggi la gara è stata equilibrata e decisa da un episodio a nostro favore. Ci sta che gli episodi siano determinanti, ma in generale mi è piaciuto l'atteggiamento dei ragazzi, i reduci come li definirei, perchè hanno disputato una partita stoica".

Dalla sfida con la Vibonese, in cui si era vista una delle peggiori Paganese della gestione Erra probabilmente, qualcosa è cambiato e lo svela pure Erra: "Abbiamo intrapreso una strada, a livello mentale, più consona alle nostre caratteristiche. E' per questo che sono rammaricato per la sconfitta di sabato scorso, perchè questo poteva essere il quarto risultato utile consecutivo. Io penso che la Paganese non sia ancora diventata quella che potrà essere, perchè non abbiamo ancora avuto tutti gli effettivi a disposizione come volevamo, fra ritardi di condizione e situazione Covid. Non è tutto bello ora, non era tutto brutto prima. Noi con Ternana e Vibonese ci siamo fatti del male da soli, in modo evidente e comico, non abbiamo subito così tanto finora. Le partite si giocano col coltello fra i denti, voglio vedere uno spirito combattivo, come si sta vedendo nelle ultime partite. I giovani devono crescere, i grandi devono essere guida per loro, è un percorso in cui crediamo, con unione e compattezza possiamo affrontare tanti ostacoli come fatto finora"

Danilo Sorrentino
© Paganesemania - Riproduzione riservata

Cuore, carattere e sangue freddo la Paganese espugna Viterbo (0-1).

Nelle difficoltà, questa squadra si compatta e si esalta. Con la Turris l'ha fatto vedere ma poteva essere un episodio, l'ha confermato sabato scorso col Teramo e lo ha certificato nella trasferta di Viterbo. Con ancora tutto l'attacco fuori, la Paganese ha sfoderato una prova di carattere, di sacrificio e di determinazione, con i senatori che finalmente si stanno prendendo la squadra in mano. Due nomi su tutti e per reparto: immenso Sirignano in difesa, gigantesco Onescu in mezzo al campo...e poi la "scugnizzeria" ci ha messo il suo. Guadagni ha ribaltato le gerarchie dagli undici metri, andandosi a prendere il pallone deviato col braccio da Mbende sul tiro di Bonavolontà e scagliandolo alle spalle di Daga dal dischetto. Un risultato che ripaga gli azzurrostellati dei (già troppi) punti persi per strada in questo avvio di campionato.


Perchè poi la partita, per gran parte del suo andamento, è stata equilibrata e bruttina, con due squadre che si sono affrontate con fin troppo rispetto. La Viterbese si è resa pericolosa dopo appena un minuto con un insidioso destro al volo di Tounkara e ha colpito la parte superiore della traversa con Rossi sugli sviluppi di un angolo. Però poi i due attaccanti non si sono più accesi, ben limitati da una retroguardia che ha concesso pochissimo alle due bocche di fuoco dell'ex Maurizi (a casa perchè in isolamento). Soltanto nel finale di tempo, i gialloblù si sono riaffacciati dalle parti di Bovenzi, attento a respingere un colpo di testa di Falbo. Paganese che ha preso le misure nella parte centrale del primo tempo e che nella ripresa ha cercato anche di proporsi con efficacia nella metà campo della Viterbese, senza però trovare i guizzi giusti con Guadagni e Scarpa. Meglio nel secondo tempo gli azzurrostellati, subito pericolosi con un mancino di Gaeta dal limite: Daga con un colpo di reni alza sulla traversa. La Paganese ci crede nel finale, gioca meglio ed ottiene il massimo alla mezz'ora. Mbende devia con un braccio un tiro dal limite di Bonavolontà, l'arbitro concede calcio di rigore che Guadagni realizza spiazzando Daga. E nell'ultimo quarto d'ora, con il piglio della grande squadra, gli azzurrostellati addormentano la partita. 

IL TABELLINO

MARCATORE: st 31' rig. Guadagni

VITERBESE (3-5-2): Daga; Mbende, Ferrani, De Santis; Bezziccheri, Salandria (17' st Galardi), De Falco, Palermo (34' st Calì), Falbo; Tounkara, Rossi. A disp.: Borsellini, Maraolo, Markic, Ricci, E. Menghi, Macrì, Scalera, Besea. All.: Baldassarri (Maurizi ind.)

PAGANESE (3-5-2): Bovenzi; Sbampato, Schiavino, Sirignano; Carotenuto (26' st Mattia), Onescu, Bonavolontà (36' st Bramati), Gaeta, Squillace; Scarpa, Guadagni (46' st Costagliola). A disp.: Fasan, Esposito, Perazzolo, Di Palma, Cigagna, Criscuolo. All.: Erra

ARBITRO: Costanza di Agrigento

NOTE: gara a porte chiuse. Espulso al 33' st l'allenatore Baldassarri. Ammoniti: Onescu, De Falco, Mbende, Galardi. Angoli 6-4. Recupero pt 1', st 5'

Danilo Sorrentino
© Paganesemania - Riproduzione riservata

2.11.20

I falli di confusione.

 DI NINO RUGGIERO


Nella foto, tratta da Eleven Sports, il contestato gol di Ilari al novantesimo

Il cammino di una squadra di calcio, pure di quelle che volano alto, non è mai facile; figurarsi poi se ci riferiamo a una società piccola, di quelle che devono continuamente fare conti per far quadrare i bilanci. Ci riferiamo alla Paganese, ovviamente. In passato, non siamo stati teneri quando si è trattato di evidenziare discrasie tecniche e prove poco in linea con le aspettative di società e tifoseria. Lo abbiamo fatto senza peli sulla lingua, rimarcando errori di valutazione in sede di campagna acquisti e prestazioni non all’altezza di una squadra che è vero che si deve salvare, ma deve anche, e soprattutto, salvare la faccia. Detto questo, doverosamente, è però anche il caso di dare a Cesare quello che è di Cesare. Pannicelli caldi non ne dispensiamo, non l’abbiamo mai fatto, ma qualcosa va detto all’indomani di una gara che ha lasciato l’amaro in bocca a quanti l’hanno vista “de visu” o attraverso i vari mezzi televisivi.

Bisognerà partire dalla fine per commentare Paganese-Teramo, soprattutto per capire come è maturata una sconfitta. Novantesimo minuto di gioco. Bramati, neo entrato, commette uno di quei falli che non si devono mai fare a difesa schierata, con quattro suoi compagni pronti ad intervenire, a pochi metri dall’area di rigore. Per lui è doverosa una tiratina di orecchie da parte di Erra, anche perché non è più un ragazzino alle prime armi. 

Sulla punizione di Arrigoni, calciata con effetto a rientrare, si buttano in tanti per colpire il pallone di testa; fra questi Ilari che pensa più a farsi largo a spallate che a colpire il pallone; travolge letteralmente Schiavino e lo manda a terra a gambe levate. Stessa sorte anche per Bramati brutalmente spostato e impedito a intervenire di testa. Due falli grossolani. Impossibile non rilevarli. Novantanove arbitri su cento avrebbero fischiato un fallo di sfondamento ma l’ineffabile Gallipo’ di Firenze non vede niente e, nonostante le vibrate proteste di Scarpa, fa continuare l’azione che porta al gol realizzato proprio da parte di Ilari, autore di una scorrettezza marchiana. Novantanove arbitri su cento avrebbero visto i due falli consecutivi commessi a carico dei difensori azzurro stellati: il centesimo, nel dubbio, avuta anche solo la percezione che qualcosa non fosse andata per il vero giusto, si sarebbe adeguato a quello che una volta veniva definito coloritamente “fallo di confusione” ed avrebbe fischiato e interrotto il gioco.

Oramai, però, anche il “fallo di confusione” è andato frettolosamente in pensione perché è arrivata la tecnologia VAR, acronimo di Video Assistent Referee; bene per la serie A dove sembra funzionare come un orologio, ma per le altre serie, cosiddette minori, come la mettiamo?

Nel caso di specie, collegato a un risultato condizionato da acuta miopia arbitrale, purtroppo, ingiustizia è stata fatta. Per gli scettici, che non mancano mai, ci sono le immagini televisive per capire appieno quanto detto solo a parole e convincersene.

Topica arbitrale a parte, decisiva perché arrivata proprio a fine partita, va detto che la Paganese dell’emergenza è stata all’altezza della situazione. Con il problema sul groppone di sette elementi risultati positivi al Covid19 proprio alla vigilia dell’incontro, l’allenatore Erra si è dovuto inventare una squadra del tutto nuova e ha affidato la difesa della porta al giovanissimo Bovenzi, un diciassettenne alle prime armi. Con tutto il peso sulle spalle da parte di elementi chiamati a dare il massimo, coscienti di dover restare stoicamente in campo per tutta la durata della gara, bisogna dire che nel corso di una partita risultata molto spigolosa, non si è notata per niente la differenza di valori tecnici tra le due squadre.

La Paganese ha fatto leva sull’esperienza di Schiavino e Sirignano in difesa mentre a centrocampo si è visto il migliore Onescu della stagione. Sugli scudi ancora una volta Francesco Scarpa, nonostante il carico delle quarantuno primavere; mai domo, stoico interprete di un attaccamento viscerale ai colori azzurro stellati, pronto a dare tutto se stesso per novanta e più minuti con la grinta di un ragazzino che vuole conquistarsi uno spazio in prima squadra. Proprio Scarpa, capitano immarcescibile, deve essere portato a esempio in vista delle prossime gare. Quarantun’anni e non sentirli.

Dicevamo, prossime gare. La situazione rischia di diventare drammatica. La prossima avversaria della Paganese è la Viterbese. Al momento entrambe le squadre hanno elementi risultati positivi al Covid19; sette la Paganese, sei la Viterbese.

Allora, ci chiediamo: è possibile continuare così?

Nino Ruggiero
(da Il Quotidiano del Sud – edizione Salerno – del 2/11/2020)

Erra non nasconde la rabbia: "Stremati e penalizzati. Viviamo in un film".

La Paganese ha lottato, ha superato le avversità che le si sono abbattute addosso poche ore prima del fischio d'inizio e ha chinato la testa - immeritatamente - solo a un passo dal 90', per un gol di Ilari molto contestato. Alessandro Erra non può sorridere, ma solo perchè la sconfitta è pesante e dolorosa: "C'è grande rabbia perchè non meritavamo di perdere. I ragazzi hanno disputato una partita coi fiocchi e purtroppo usciamo sconfitti solo a causa di una situazione di gioco, su un gol nel finale sul quale non capisco perchè non sia stato chiamato fallo. Usciamo anche penalizzati, andiamo via amareggiati perchè senza punti ma questa partita ci renderà più forte. E' una serata negativa solo per il risultato, il contesto, per cosa ci è successo. Non dobbiamo abbatterci perchè anche sull'1-1 sarei venuto non contento perchè noi meritavamo di vincere, addirittura l'abbiamo persa per un episodio rocambolesco sul quale l'arbitro è stato poco attento".

Sette casi positivi al Covid-19 scoperti in mattinata, nuovo giro di tamponi e nel frattempo match rinviato alle 20.30, con la paura di nuovi contagi. Erra prova a descrivere cosa è successo: "E' stata una vigilia surreale, abbiamo vissuto qualcosa di difficile da spiegare. A questo giro è toccato a noi subire delle situazioni di vita reale che sono all'ordine del giorno, quello che ne è conseguito ci ha turbato e ci comporterà disagi da qui a un tempo spero relativamente breve. Credo che siamo ad un punto di non ritorno, c'è bisogno di omogeneità. Già ieri è stata rinviata Catania-Vibonese perchè c'erano sei casi alla Vibonese, noi ne avevamo sette e abbiamo dovuto giocare. E' un momento di confusione totale, da marzo andiamo avanti fra scienzati e presunti tali che ci danno informazioni variegate, da otto mesi brancoliamo nel buio ma è una situazione generale. La nostra vita è stata stravolta, non si sa quando ritorneremo a quella reale perchè ora sembra che stiamo girando un film. Non so se sospendere il campionato possa giovare a qualcuno, il dato di fatto è che la situazione va avanti in modo incontrollato"

Anche per questo, per quello che la Paganese ha dato in campo avendo giocato una partita diversa da quella preparata, la sconfitta brucia: "La prestazione è stata super, ho visto gente che ha lottato, è uscita dal campo stremata, mettendo sotto la squadra prima in classifica, che ha avuto anche qualche atteggiamento di scherno che non mi è piaciuto sinceramente. Abbiamo avuto un buon approccio, loro hanno fatto due gol senza tirare in porta, il calcio è anche questo. La squadra ha dimostrato grande spirito, ormai già da diverse giornate: la strada intrapresa è quella giusta, è chiaro che c'è bisogno di un pizzico di fortuna che al momento non abbiamo".

Danilo Sorrentino
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1-2: nonostante l'emergenza è una buona Paganese, ma col Teramo la beffa arriva al 90'.

E’ emergenza piena per il tecnico Erra che è costretto a ridisegnare il proprio undici nel giorno della gara dopo la positività di ben 7 calciatori ai classici controlli anti covid. Oltre a Sbampato e Benedetti, già out per problemi fisici, non figurano nella distinta pregara Campani, Curci, Cesaretti, Diop, Isufaj e Mendicino con il tecnico azzurrostellato che comporrà il duo d'attacco con Scarpa, il calciatore più anziano ad aver segnato in C, e Guadagni, quello più giovane (relativamente alla Paganese). Tra i nati sono 22 gli anni di differenza. Novità assoluta tra i pali dove esordirà il classe 2002 Bovenzi, preferito a Fasan.

Parte bene la Paganese che nel primo tempo dimostra di tenere testa al Teramo coprendo bene il campo e provando a ripartire. Tra le fila azzurrostellate il più in serata sembra essere Onescu che prima devia un’ottima punizione di Scarpa, mandando il pallone di poco fuori alla destra del portiere. E poco dopo ci riprova inventandosi un assist di tacco che, se non fosse stato per un grande intervento difensivo, avrebbe mandato Guadagni a tu per tu con l’estremo difensore del Teramo. Gli ospiti nonostante gli spazi ristretti provano a rendersi pericolosi soprattutto con gli inserimenti di Ilari che tiene in apprensione la difesa della Paganese. Prima impegnando il giovane Bovenzi con un tiro di esterno sinistro bloccato in due tempi e poi al 22’ con l’azione che sblocca la partita quando si inserisce alle spalle di Schiavino e colpisce di testa, sfruttando al meglio il cross dalla destra di Di Francesco. Dopo lo svantaggio la Paganese prova a creare pericolo in attacco ma la sostanza è poca, visto che nel primo tempo non riesce a colpire lo specchio della porta difesa da un inoperoso Lewandowski.

Il secondo tempo si apre subito con una grande occasione che capita sui piedi di Gaeta che al centro dell’area stoppa portandosi il pallone sul destro ma non riesce a imprimere potenza alla sua conclusione. All’undicesimo, però, la Paganese riesce finalmente a ritrovare il gol al Torre che mancava da febbraio. L’azione è ben manovrata con l’ispiratissimo Onescu che dipinge un cross al bacio per Guadagni che, prima si vede negare il gol di testa da un miracolo del portiere ospite e poi ribadisce in rete firmando l’1-1. Gli uomini di Erra prendono coraggio ed è ancora Gaeta sfiorare di testa il gol del sorpasso. Con il passare dei minuti la partita cala di ritmo anche in virtù dei numerosi falli e dall’atteggiamento delle due squadre che non vogliono lasciare campo agli avversari. A spuntarla però è il Teramo che riesce a strappare i 3 punti al 90’ ancora con Ilari, che nella mischia sulla punizione battuta da Arrigoni, riesce a concludere di destro da posizione ravvicinata. Il gol, probabilmente, viziato da un fallo su Bramati assume ancora di più i contorni di una beffa per un’ottima Paganese che non meritava affatto la sconfitta vista la prestazione offerta. Per il Teramo è la vittoria che vale il primato per una notte, per la Paganese invece, il Torre resta un tabù da sfatare.

IL TABELLINO

MARCATORI: pt 22' Ilari; st 10' Guadagni, 45' Ilari


PAGANESE (3-5-2): Bovenzi, Cigagna, Schiavino, Sirignano (38’st Perazzolo), Mattia (41’st Carotenuto), Gaeta, Bonavolontà (33’st Bramati), Onescu, Squillace, Scarpa, Guadagni. A disp.: Fasan, Esposito, Di Palma, Costagliola. All.: Erra. 


TERAMO (4-2-3-1): Lewandowski, Lasik, Diakite, Piacentini, Tentardini, Arrigoni, Mungo, Ilari, Cappa (18’st Birligea), Di Francesco (1’st Bunino), Pinzauti. A disp.: Valentini, Trasciani, Minelli, Celentano, Di Matteo, Iotti. All.: Paci.

ARBITRO: Galipò di Firenze (Pintaudi-Politi; IV Collu). 


NOTE: Partita disputata a porte chiuse. Osservato un minuto di silenzio per la scomparsa del padre di un collaboratore della Paganese. Ammoniti: Arrigoni (T), Diakite (T), Lasik (T), Cappa (T), Guadagni (P), Bramati (P), Scarpa (P). Angoli: 1-1 Recupero: 1’pt, 4’st

Christian Esposito 
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