24.4.19

La ciambella di salvataggio.

di Nino Ruggiero

Le novità sono due.

La prima, beneaugurante, è rappresentata dalla vittoria contro la Virtus Francavilla, portatrice di tre punti che hanno ridotto lo svantaggio dal Bisceglie e significano, al momento, disputa dei play-out.
La seconda, non meno importante, è la consapevolezza di avere a portata di mano anche una ciambella di salvataggio calata dalla Lega da assegnare alle cosiddette squadre virtuose.

Di che di tratta? Il consiglio federale, primo fra tutti il presidente di Lega, Francesco Ghirelli – con la modifica delle norme federali, all’articolo 49 – ha inteso premiare le squadre più virtuose, vale a dire quelle che hanno sempre avuto i piedi ben saldi per terra e non si sono avventurate sul terreno della dissolutezza facendo debiti che poi alla lunga non hanno onorato. Fra queste squadre virtuose c’è senza ombra di dubbio la Paganese.

Da quest’anno, dunque, le squadre virtuose avranno un ruolo di primo piano e saranno tenute in considerazione ove mai dovessero rischiare di scendere di categoria; in tal caso i club virtuosi saranno riammessi – per raggiungere il numero complessivo delle squadre (che restano sessanta) – a disputare i tre gironi di terza serie, senza dover richiedere il ripescaggio.

Ricapitolando, la Paganese adesso ha disposizione non solo la temibile arma dei play-out, a patto che riesca a mantenere il distacco dal Bisceglie negli otto punti; ma anche la classica ciambella di salvataggio o paracadute, statuita dal nuovo regolamento federale, ove mai ce ne fosse bisogno. Vogliamo sperare innanzitutto che la squadra possa raggiungere la salvezza sul campo di gioco: avrebbe tutto un altro significato.

Essere virtuosi sia sul terreno di gioco che sul piano amministrativo non avrebbe uguali; ma, se ci è consentito, se si dovesse scegliere, preferiremmo vincere la battaglia dell’esistenza proprio sul terreno di gioco, perché essa avrebbe tutto un altro sapore.

La vittoria con la Virtus Francavilla è arrivata nell’ultimo giro delle lancette, in pieno recupero. Ed è arrivata grazie a un’inzuccata prepotente di Alberti, schierato a sostegno dell’attacco negli ultimi minuti di gioco. Mossa della disperazione quella di Erra o intuito professionale? Come tutte le mosse tattiche, sono i risultati che le caratterizzano: esse sono ottime quando si vince, come sabato, o fallimentari quando invece scompensano tatticamente una squadra. Così va il calcio.

A dire il vero, a prescindere dalla vittoria conseguita sabato scorso, che ci voleva come il pane dopo mesi e mesi di sofferenze, la Paganese è apparsa più armonica e organizzata; e non solo perché è arrivata la vittoria al “Marcello Torre”, tanto inseguita per tutta l’annata calcistica.

Di certo le manchevolezze di ordine strutturale – che ci sono e continuano a far dannare gli ultimi baluardi del tifo – non potevano essere eliminate come d’incanto; ma nel complesso la formazione è apparsa se non altro più omogenea dal punto di vista tattico.

Alessandro Erra, con la difesa che si ritrova, grazie al buon assetto assicurato da Stendardo, Dellafiore e Piana, può dedicarsi a prestare maggiore attenzione al gioco che deve essere sviluppato dalla cintola in su. Fermo restando la regia saldamente assicurata dall’onnipresente Capece, bravo a interpretare sia la fase di filtro che quella del rilancio in avanti, sono i ruoli di Gaeta e di Fornito che – rassicurati probabilmente dalle scelte effettuate dall’allenatore – stanno assumendo connotazioni di omogeneità e continuità con il corpo della squadra.

L’allenatore aspetta anche di avere a completa disposizione il migliore Scarpa, attualmente alle prese con un problema alla schiena che ne mina la continuità d’azione. Ma Scarpa è atleta dalle mille risorse; probabilmente, dall’alto della sua indubbia classe, è in grado di dare alla squadra quel ”quid” in più anche se viene utilizzato negli ultimi scorci della gara.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com