24.11.20

Non è mai troppo tardi.

DI NINO RUGGIERO

La salvezza, obiettivo minimo fissato alla vigilia del campionato, al momento è molto lontana per la Paganese. La squadra di Erra, al cospetto di un Bisceglie decimato dal famigerato Covid-19, stenta come una scolaretta al primo impatto con i libri di testo. Prima contenta di poter dimostrare di saper leggere; poi stordita per non riuscire a leggere qualche periodo più difficile da interpretare. Metafora a parte, nel calcio la buona volontà dei singoli (che c’è, diciamolo a scanso di equivoci) non basta; alla Paganese non può bastare un predominio territoriale continuo, martellante e poi cavare solo un piccolo ragno dal buco.

Un primo tempo che promette bene. Tre calci d’angoli conquistati nei primi due minuti di gioco suonano come un promettente segnale di presenza per la squadra azzurro stellata. La Paganese incalza e il Bisceglie sembra poter crollare da un momento all’altro. Il gol che potrebbe aprire orizzonti di gloria arriva al 22’ e porta la firma di Diop bravo ad arpionare un invitante servizio di Onescu e a insaccare in diagonale a fil di palo. Sembra che non ci siano problemi per la conquista dei tre punti. Gli azzurro stellati paiono essere in buona salute, vincono contrasti, sono sempre primi anche sulle seconde palle. Ma il predominio territoriale resta fine a se stesso; la manovra è involuta e incerta dalla tre quarti in avanti. C’è come una frattura invisibile tra i centrocampisti e gli attaccanti. Diop e Guadagni vivono solo di luce propria; vanno alla ricerca di palloni giocabili e non ricevono mai un invito in diagonale, se si esclude il servizio vincente di Onescu che porterà al gol di Diop.

Il Bisceglie resta rintanato nella sua metà campo e non si vede mai in avanti. La Paganese trova anche buoni spunti sulla sinistra con Squillace e Gaeta e sembra aver ritrovato il migliore Carotenuto sulla fascia destra. Ma il raddoppio, pur cercato, non arriva. Qualcosa si inceppa sulla tre quarti campo e viene a mancare il secondo gol che metterebbe il risultato al sicuro. Nel calcio è così: quando sei martello devi battere, altrimenti sono guai.

E i guai puntualmente arrivano alla ripresa delle ostilità con il Bisceglie che cambia mezza squadra, inserendo cinque giocatori freschi. Ciononostante, la Paganese continua ad avere il pallino del gioco in mano; potrebbe anche raddoppiare dopo due minuti con Diop autore di un colpo di tacco d’autore, ma il portiere pugliese compie un vero miracolo e devia in angolo. Poi con il passare dei minuti, il Bisceglie comincia a farsi vedere con maggiore determinazione in avanti e la Paganese, misteriosamente sgonfia sul piano psicologico, timorosa e impacciata, comincia a traballare più del dovuto. Tanto traballa che a quattro minuti dalla fine regala letteralmente un pallone d’oro a Musso, cui non pare vero di approfittare di un generoso regalo. Sirignano e Sbampato s’incartano in area e per l’ex di turno è un gioco da ragazzi far fuori il povero Campani, da due passi.

Dodici gare, undici punti in classifica, proprio non ci siamo. Non ci siamo soprattutto per aver perso un’occasione d’oro contro una presumibile avversaria diretta in tema di salvezza. Non è la prima volta che la Paganese si vede fuggire di mano il risultato negli ultimi minuti di gioco. È capitato a Catania nella prima giornata, poi con il Teramo in casa e ancora con l’Avellino. Si è oramai capito che con questa squadra non è possibile far volare la fantasia; anzi si è capito che pure la salvezza sarà un traguardo difficile da raggiungere.

Purtroppo sono solo conferme di sensazioni avute fin dalle prime esibizioni. La squadra ha problemi di tenuta nella zona centrale del campo che vengono mascherati da movimenti frenetici che non possono però durare novanta e più minuti di gioco.

Quando i ritmi calano, quando gli avversari cominciano a ragionare in virtù di un tasso tecnico superiore, emergono tutte le magagne della Paganese, orfana soprattutto di un vero regista che sappia tenere in mano le redini del gioco.

Non è mai troppo tardi per provvedere.

Nino Ruggiero
(da Il Quotidiano del Sud. edizione Salerno, del 23.11.2020)