12.1.21

Fatti, non chiacchiere.

DI NINO RUGGIERO

Una sconfitta e una prestazione senza attenuanti, l’ennesima. Ennesima in tutto, per gioco espresso, per incapacità a tenere testa all’avversaria, per scarsa incisività in avanti, per mancanza di idee e di lucidità, ma ennesima soprattutto perché, sconfitta a parte che pure pesa, non si può regalare graziosamente un gol agli avversari dopo pochi minuti di gioco.

“’A primma entrata, guardateve ‘e ssacche”, è un detto napoletano che dice già tutto sulla partita di Potenza.

La storia, purtroppo, si ripete. Anche contro il Foggia, prima della pausa natalizia, sempre dopo soli quattro minuti di gioco, era stata data via libera a D’Andrea – per un imperdonabile svarione difensivo – che da pochi passi aveva trafitto l’incolpevole Campani.

Il Potenza di Eziolino Capuano ha solo raccolto e portato a casa una vittoria importantissima per la sua classifica. Il gol incassato al “Viviani” dopo pochissimi minuti farebbe impallidire anche gli spensierati interpreti di un calcio goliardico per la leggerezza con la quale è stata data via libera dentro l’area agli avversari di turno. Un gol del genere di solito spezza le gambe a una squadra di spessore, figuriamoci poi a una Paganese che da un po’ di tempo a questa parte non riesce nemmeno più a recitare la parte della squadra che dovrebbe pensare prima di tutto a non prenderle.

Il Potenza, una volta passato in vantaggio, fedele a uno schema collaudato dal suo vulcanico allenatore. ha potuto esprimersi come meglio sa, accorciandosi, raddoppiando le marcature sugli elementi in possesso di palla e ripartendo in contropiede soprattutto con il centravanti Cianci. Una tattica che di solito premia le squadre solide; costruite soprattutto per traguardi di salvezza. Purtroppo la Paganese, che si esprime al meglio quando mantiene l’equidistanza fra i reparti e quando riesce a sfruttare gli spazi in avanti, una volta passata in svantaggio, ha dovuto prendere in mano le redini del gioco. E qui sono cominciate le note dolenti, le solite per la verità, perché si è creata una frattura tra fase difensiva e gioco di proposizione in avanti. Prova ne sia che il portiere del Potenza ha dovuto solo una volta, durante tutta la partita, tuffarsi alla sua destra al 62’ per bloccare a terra un tiro di Mendicino. Poi da parte degli uomini di Erra c’è stato solo un assedio scoordinato verso la porta potentina che ha presentato una difesa coriacea ed attenta, forse in affanno solo negli ultimi minuti di gioco. Nelle rare volte in cui c’è stata la possibilità per la Paganese di poter cambiare le carte in tavola, c’è sempre stato un quid che lo ha impedito.

L’episodio che avrebbe potuto dare una svolta alla gara è capitato a Mattia nella seconda parte della gara, innescato in area da un colpo di tacco di Mendicino: il difensore azzurro stellato, da buona posizione, ha però perduto il pallone per strada. Non hanno fatto di meglio gli avversari lucani, a dire il vero; ma che volete, almeno loro hanno avuto – diciamo così – il merito di non rifiutare il grazioso regalo ricevuto nelle prime fasi della gara!

La classifica della Paganese, intanto, è diventata ancora più critica. Adesso bisognerebbe solo capire come intende muoversi la società. E’ evidente che non è bastato aver confermato Erra al timone della squadra; qualche autorevole rinforzo – possibilmente già in palla – è necessario per poter sperare di risalire la china. Adesso che è finito definitivamente il momento delle chiacchiere come hanno detto in tanti, primi fra tutti Filippo Raiola ed Alessandro Erra, è arrivato quello dei fatti. Ma si può ancora indugiare?

Nino Ruggiero
(da “Il Quotidiano del Sud”, edizione Salerno, 11 gennaio 2021)