13.12.21

Picerno-Paganese 5-3: le due facce della medaglia.

DI NINO RUGGIERO

Le medaglie hanno sempre due facce. Un po’ come un manuale di calcio, forse mai scritto, da interpretare a seconda se sei la squadra che si deve proporre in attacco o se invece, come avversaria, nella stessa azione, devi difenderti. Il fantomatico manuale prevede incursioni a fondo campo su una delle due fasce con cross al centro teso, e possibilmente all’indietro, per mettere in condizione un proprio attaccante di battere a rete. Il Picerno sabato scorso nell’incontro che ha visto la Paganese soccombere con un sonoro 5 a 3, ha attuato per due volte di seguito le direttive del manuale e per due volte ha castigato il povero Baiocco.

Il manuale però (ecco le due facce della medaglia) prevederebbe anche che l’avversaria, nella fattispecie la Paganese, attuasse marcature ferree su attaccanti che hanno nelle corde questi tipi di realizzazioni. Li avete viste queste marcature nei due gol che hanno spezzato le gambe alla squadra? e poi, di grazia, chi avrebbe potuto contrastare in area un marcantonio come Gerardi?

Da dove hanno origini i mali della Paganese? Un vecchio allenatore, da tempo passato a miglior vita, quando cominciavo a scrivere di calcio mi spiegò “papale papale” che nel calcio c’era ben poco da disquisire in tecnica e tattica. “Ci sono delle regole che non bisogna mai tradire. La prima è che ogni calciatore deve essere utilizzato secondo le sue caratteristiche. Secondo, per vincere o quanto meno non perdere, devi avere una difesa forte. Essa deve costituire il baluardo indispensabile per le fortune di una squadra di calcio. I difensori devono essere fisicamente ben piantati, in possesso di una buona tecnica individuale e devono avere il senso della posizione in campo”.

Sto parlando di circa cinquant’anni fa. Parole pronunciate da un allenatore che seppe trarre il meglio da un calciatore alle prime armi, precedentemente utilizzato in una difesa che voleva giocare a zona. Certo, si trattava di un altro calcio, epico, pioneristico. Ma credo che il concetto di base sia rimasto lo stesso.
Giacomo De Caprio, “palummiello”, era arrivato da poco alla Paganese per sostituire alla guida della squadra Guido Gratton, una specie di mostro sacro, già calciatore della Fiorentina e della Nazionale. De Caprio prese da parte Mauro Della Martira, approdato successivamente alla Fiorentina, Perugia e Lazio in serie A e gli disse: “Se vuoi fare carriera, forte come sei fisicamente, devi giocare sull’uomo. Ti dico io, domenica dopo domenica, chi devi marcare stretto senza fargli vedere mai il pallone”
E’ storia, non sono chiacchiere.

Cosa voglio dire? Che per dare sostanza a una squadra bisogna innanzitutto contare su una difesa forte e arcigna. La difesa deve essere il baluardo cui affidarsi quando gli avversari prendono predominio nella loro tre quarti campo. Cosa che l’attuale Paganese non riesce a fare perché, dopo diciotto gare disputate, non ha mai potuto presentare quella difesa disegnata a tavolino e che era nella mente di società e staff tecnico.

Adesso, in attesa di qualche indispensabile colpo di mercato, bisognerà solo darci dentro e cercare di superare indenni sia la prossima gara interna con la Turris, sia quella successiva (prima del girone di ritorno) con il Messina.
Altre strade non ne vedo.

Nino Ruggiero