21.3.22

Quel che resta di un sogno.

DI NINO RUGGIERO

Brutto scivolone interno per la Paganese che ne prende quattro dal Foggia di Zeman e vede con tutta probabilità definitivamente compromesso il discorso della salvezza diretta. La bella prova disputata appena qualche giorno fa contro la Virtus Francavilla dai ragazzi in maglia azzurro-stellata, autori di una memorabile rimonta dopo essere stati in svantaggio di tre reti, autorizzava a sperare in un finale di campionato di tutto rispetto; ma non è stato così.Eppure la squadra di Grassadonia contro il Foggia aveva segnato per prima con Tommasini e tutto lasciava pensare che – nonostante le solite lacune di natura tecnico-tattica – la squadra avrebbe potuto ricavare tre punti importantissimi per la sua deficitaria classifica. Pura illusione.

Dopo una buona prestazione nel primo tempo e nei minuti iniziali della seconda frazione di gioco, la squadra ha perduto lo smalto e l’orgoglio che aveva caratterizzato soprattutto il secondo tempo disputato contro la Virtus Francavilla.

È bastato che il Foggia pigiasse il piede sull’acceleratore perché tutte le magagne di ordine strutturale della Paganese venissero scoperte. Ancora una volta la fase difensiva ha prima scricchiolato e poi ha alzato bandiera bianca sotto l’incedere spavaldo dei calciatori foggiani. E pensare che proprio la difesa, nel pensiero iniziale di chi la squadra l’ha ideata e costruita, doveva essere il punto di forza per evitare quelle brutte sorprese che nel calcio sono sempre dietro l’angolo. Invece infortuni a catena che hanno interessato soprattutto Schiavi e Murolo, ritenuti pilastri insostituibili della difesa, hanno messo in crisi soprattutto Grassadonia alle prese, settimana dopo settimana, con l’allestimento del reparto arretrato. Nel calcio, si sa, le squadre che hanno determinati obiettivi devono contare su difese ferree; tutto il contrario degli schieramenti difensivi presentati quest’anno. Pensate che oggi la Paganese conta il triste primato di 53 gol incassati; solo il Messina ha fatto di peggio.

Cosa fare con questi chiari di luna? Cosa resta di un sogno e delle speranze di farla franca in tema di retrocessione? I sogni impossibili sono naufragati da tempo, dopo un inizio di campionato che prometteva molto. Resta solo la speranza di riuscire a salvare il salvabile. Si, lo so, ci sono colpe ed errori commessi a tutti i livelli, soprattutto in tema di valutazione. Ma alla fine, con tutte le imprecazioni più che giustificabili che ognuno di noi – anche nell’intimo – sente di esprimere, bisogna convenire che non si può abdicare a cuore leggero a una categoria di assoluto prestigio.

Allora bisognerà solo richiamarsi all’orgoglio dei singoli e ai colori sociali di una squadra che ha sempre onorato il calcio. Nella speranza anche che gli errori di oggi possano essere di monito per il futuro.

Altro non si può fare.

Nino Ruggiero