29.9.22

Tre perle, tre punti.

DI NINO RUGGIERO

Senza strafare, con una prestazione così così, la Paganese prende i tre punti in palio con l’Angri e conquista, in condominio con il Pomezia, la prima posizione in classifica.

Sempre più strano il calcio. Nel turno precedente, a Caserta, gli azzurrostellati avevano dominato in lungo e in largo per poi cedere, proprio alla fine, due punti d’oro all’avversaria di turno.

Contro l’Angri, in un derby dal sapore antico, gli uomini di Giampà hanno probabilmente recuperato i due punti persi malamente per strada proprio a Caserta. Si, perché diciamocelo in un orecchio, l’Angri si è dimostrata una signora squadra e ha ribattuto colpo su colpo alle iniziative della Paganese; prima, andando in vantaggio dopo nemmeno cinque minuti di gioco con un’azione da manuale calcistico e poi con una saggia condotta utilitaristica che ha portato a bloccare sul nascere la fonte di gioco avversaria individuata nel fantasista D’Agostino. 


Proprio quest’ultimo, benchè marcato stretto, a volte anche da due spietati controllori, e quindi limitato nel suo incedere a ridosso dell’attacco ha timbrato – ironia della sorte! – per due volte il cartellino delle segnature con due punizioni che hanno condannato l’Angri a una sconfitta amara e poco digeribile nel suo ambiente.

Amici, questo è il calcio; giochi bene e non vinci, giochi maluccio e fai bottino pieno. Va detto però – a scanso di equivoci – anche che la vittoria non è mai il frutto solo del caso o della buona sorte. La Paganese non ha strabiliato per padronanza territoriale come a Caserta, ma ha giocato la sua onesta partita, impreziosita però da tre autentiche perle; una di Pozzebon e due di D’Agostino. 

Quando si hanno giocatori di buona levatura tecnica possono bastare anche pochi spunti per arraffare un risultato che è in bilico. Certo, anche l’occhio vuole la sua parte e non ci sono dubbi che sia così; ma nel calcio quello che conta è il risultato, specie quando in palio ci sono obiettivi importanti. 

Il fatto di averla spuntata senza giocare una grossa partita la dice lunga sulle potenzialità della squadra azzurrostellata che con la vittoria sull’Angri si avvia a dire la sua parola in questo campionato.
La partita. Sul piano puramente tecnico va detto che qualcosa bisognerebbe registrare nella fase difensiva attuata dalla squadra; badate bene, fase difensiva, che è cosa ben diversa dall’accusare solo i componenti della difesa quando si incassa un gol. 

Alla fase difensiva, che si attua quando è l’avversaria ad avere il possesso del pallone, devono attivamente partecipare anche i centrocampisti e soprattutto i calciatori di fascia. Quando il meccanismo si inceppa, quando gli avversari trovano terreno fertile in avanti, diciamo praterie, allora sono dolori e spesso i difensori puri – in caso di segnature inopinate – salgono sul banco degli accusati. Non è solo così, anche si è portati a incolpare del malfatto solo la difesa come reparto.

Resta il fatto, a prescindere dalle considerazioni puramente tecniche, che prendere quattro gol in due gare non è da squadra che vuole vincere un campionato. I campionati si vincono con difese che prendono pochi gol; e questa Paganese mostra probabilmente di avere bisogno – oltre che di una maggiore partecipazione alla fase difensiva da parte di tutti i componenti chiamati ad interpretarla – anche di maggiore personalità al centro della difesa. 

E’ questione di mestiere e di autorevolezza. Ma questo lo sa bene Giampà che dovrebbe avere le dee chiare in materia, per averle espresse in più di una occasione.

Per il resto ci sono state conferme soprattutto da parte di Iuliano, faro indiscusso del centrocampo, e del difensore tuttofare Adeyemo. Cresce Pozzebon. Peccato per l’espulsione rimediata da De Felice nel finale. In Sardegna, contro l’Atletico Uri, appuntamento domenica alle ore 13 e 30, orario insolito, Giampà dovrà fare a meno di lui. Ma è pronto in rampa di lancio il coloured Gueye, di cui si dice un gran bene. Vediamolo all’opera.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com