1.5.23

Nel blu dipinto di blu.

DI NINO RUGGIERO

Nel giorno in cui potevano decidersi le sorti del campionato non ci sono stati elementi di novità. La Paganese ha vinto, il Sorrento pure. Il responso finale è rimandato di una settimana, l’ultima di un campionato che ha tenuto con il fiato sospeso tre tifoserie importanti: quelle di Pagani, di Sorrento e di Caserta.

Il ritorno del grande pubblico al “Marcello Torre”, richiamato dall’importanza della posta in palio, è coinciso con una convincente vittoria dei padroni di casa nei confronti dei laziali del Pomezia.

Primo tempo così così. Paganese subito alla ricerca affannosa del gol ma troppo precipitosa in qualche occasione degna di migliore fortuna, tipo colpo di testa di Maggio terminato sulla traversa e susseguente tiraccio di De Felice mandato alle stelle. Per il resto, per tutto il primo tempo, poco lavoro per il portiere laziale.

La formazione di Pomezia ha recitato in pieno la parte della squadra che non vuole perdere per non retrocedere direttamente; e lo ha fatto per oltre quarantacinque minuti con ordine, senza grossi affanni, schierandosi a protezione della difesa con un massiccio lavoro a centrocampo dove, in superiorità numerica, ha tentato di imbrigliare le azioni che la Paganese proponeva. La squadra laziale non si è fatta scrupoli di bel gioco; ha badato al sodo e per farlo ha cercato di ingabbiare sia D’Agostino, costretto a giocare più arretrato del solito, sia Faiello costantemente braccato da due mastini sulla fascia sinistra di iniziale competenza. A centrocampo il duo Iuliano-Del Gesso ha funzionato a corrente alternata anche perché nella stessa zona il Pomezia appariva molto spesso in superiorità numerica. In questa fase è venuto meno il lavoro di profondità sulla fascia destra che Giampà aveva affidato al giovane Cusumano che non è riuscito mai a entrare in partita; il ragazzo probabilmente ha sentito più del dovuto il peso della responsabilità che gli era stata affidata.

I miglioramenti sperati sono arrivati nella seconda parte della gara, probabilmente perché Faiello, spostato a destra per fare spazio a sinistra al giovane Semonella, è risultato più a suo agio. Su quella fascia la Paganese ha costruito la sua vittoria. A destra l’ex nolano ha imperversato in campo largo. Si è rivisto il giocatore irrefrenabile delle giornate migliori. Per due volte di seguito il taccuino ha marchiato il suo nome. Prima ha servito il pallone dell’uno a zero al centro per Maggio con una parabola a rientrare di destro; poi, sempre di destro ha tentato il tiro deviato a stento dal portiere laziale.

Le cose migliori della gara sono racchiuse nello spazio di una ventina di minuti di grande calcio offerto come sempre dagli uomini migliori, da quelli che quest’anno hanno connotato il cammino della squadra dall’alto della loro classe. Tra questi, senza ombra di dubbio Verna, metronomo di qualità e di presenza. Il secondo gol messo a segno da D’Agostino è uno di quelli che si vedono solo in serie superiore. Una vera perla. Nell’occasione De Felice ha voluto ricambiare i tanti assist avuti proprio dal compagno d’attacco e lo ha servito dalla destra con un traversone invitante. D’Agostino, tutto spostato sulla sinistra, in area, ha controllato di petto e poi di sinistro ha incrociato con un tiro che si è conficcato all’incrocio dei pali alla sinistra dell’incredulo portiere laziale.

Oggi, nel giorno in cui gli irriducibili tifosi della curva nord hanno intonato a perdifiato per tutta la durata della partita inni e cori coinvolgenti, mi viene voglia di parafrasare una vecchia canzone di Domenico Modugno, “Nel blu dipinto di blu”, blu, azzurro, stiamo là, per una dedica speciale proprio a D’Agostino, calciatore immenso, di sicuro sprecato per la categoria. Prima strofa della canzone, dedicata a lui, numero dieci di nome e di fatto, il numero dei campioni. “Penso che un gol così non si veda mai più”. In un campionato dove si rumina calcio all’insegna della mediocrità, è giusto osannare quelli che al pallone danno del “tu” e che riescono a indirizzare con le loro prodezze i destini delle squadre che li hanno in formazione.

Il campionato finirà domenica prossima. Con un solo punto di vantaggio sul Sorrento, la Paganese per avere certezze di promozione deve vincere a Tivoli. Il vantaggio di un punto è pur sempre un vantaggio. Con una vittoria la squadra sarebbe matematicamente in serie C a prescindere da quello che sarà il risultato ottenuto dalla contendente al titolo. La Paganese arriva a questo incontro decisivo ben carica e con la convinzione di potercela fare. L’allenatore Giampà avrà a disposizione tutti i suoi uomini migliori e di certo farà tesoro di qualche discrasia di ordine tattico emersa nella gara con il Pomezia.

A D’Agostino e compagni, Pagani sportiva chiede un ultimo sforzo. Non sarà facile, ma le premesse per fare bene ci sono tutte. Prosit!

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.it