“Ma com’è che a Pagani vivete per la Paganese?” Domande impertinenti, che tornano come la folla allo stadio nei momenti clou della storia. Quesiti posti con un misto di curiosità e diffidenza da chi certe cose preferisce farsele raccontare. Da ieri forse avremo una risposta alla domanda che a volte ci fa sentire incompresi. Da ieri potremo rispondere con il video di una coreografia che ha emozionato per i valori umani e sociali, prima ancora per quelli sportivi. Ecco, risponderemo alla domanda con l’immagine dell’indimenticato Marcello Torre – simbolo di questa terra, uomo di sport e di autentica passione civile – che abbraccia un bambino con la sciarpa al collo e lo porta idealmente allo stadio. Al “suo” stadio, quello che porta il suo nome, che volle fortissimamente oramai mezzo secolo fa, quello in cui è tornato platealmente ieri con una coreografia, ma anche uno spazio che non ha mai abbandonato perché l’intitolazione avvenuta dopo pochi anni dalla sua tragica scomparsa è forse una delle più azzeccate della storia: unisce la passione sportiva all’impegno civile, tiene viva la memoria e consente di narrare a tutti che Marcello Torre è parte della storia di Pagani, anche di quella sportiva. Perché non è vero che impegno civile e passione sportiva sono agli opposti, e forse Torre ha rappresentato proprio la perfetta sintesi di tutto questo.
L’immagine dell’ex sindaco che abbraccia il bambino e lo porta allo stadio meriterebbe di restare impressa sulle pareti esterne della struttura sportiva: ha un alto valore simbolico, mescola passato, presente e futuro. È un fermo immagine che ci ricorda chi siamo; ma pure una importante bussola per il futuro. Invoca un cambio generazionale che finalmente pare stia avvenendo anche sulle gradinate dello stadio: quanti di quelli che hanno alzato bandiere e striscioni hanno realmente conosciuto Marcello Torre in vita? Forse pochi: i settori dello stadio, come accaduto nella storia recente che amiamo ricordare, stanno tornando pieni di donne e famiglie ma anche di tanti giovani e giovanissimi attratti da un campionato interessante, forse dall’imminente centenario, e legati indissolubilmente alle proprie radici. Merito forse di un lavoro che, iniziato negli scorsi anni, comincia a dare i suoi frutti. Accanto alla coreografia, i canali della Lega Nazionale Dilettanti hanno anche diffuso video e foto dei cori dei bambini in abiti azzurrostellati desiderosi di entrare in campo per il calcio d’inizio. Cerchiamo di non perderlo questo patrimonio, a prescindere di quello che sarà l’andamento della stagione.
Cerchiamo di non smarrire anche il coraggio delle emozioni: il calcio è pure questo. Lo sanno bene quelli che col volto rigato dalle lacrime per la coreografia si sono ripetuti sugli spalti “È proprio vero: qui la Paganese è tutto”. E lo sa bene anche mister Novelli che, visibilmente emozionato, in chiusura di conferenza stampa, nell’augurare buon Natale, ha tenuto a precisare alla stampa “Io a questi ragazzi voglio bene”.
Non sappiamo come andrà a finire, ma il campionato delle emozioni la Paganese se lo aggiudica a mani basse. E su questo, possiamo dirlo senza paura di essere smentiti, non abbiamo rivali.
Cerchiamo di non smarrire anche il coraggio delle emozioni: il calcio è pure questo. Lo sanno bene quelli che col volto rigato dalle lacrime per la coreografia si sono ripetuti sugli spalti “È proprio vero: qui la Paganese è tutto”. E lo sa bene anche mister Novelli che, visibilmente emozionato, in chiusura di conferenza stampa, nell’augurare buon Natale, ha tenuto a precisare alla stampa “Io a questi ragazzi voglio bene”.
Non sappiamo come andrà a finire, ma il campionato delle emozioni la Paganese se lo aggiudica a mani basse. E su questo, possiamo dirlo senza paura di essere smentiti, non abbiamo rivali.
Nino Ruggiero per paganesegraffiti.it
