22.3.21

Bisceglie-Paganese 0-1. Ritorno al calcio eroico.

DI NINO RUGGIERO

La risposta ai tanti interrogativi della vigilia sullo stato di forma della Paganese c’è stata. Ed è stata autorevole, al di là del risultato striminzito e di un secondo tempo giocato all’insegna di un calcio d’altri tempi; un calcio eroico giocato da uomini pronti ad immolarsi anima e corpo per salvaguardare un risultato.Bella partita, soprattutto nel primo tempo. La Paganese ha giocato di anticipo; ha messo subito sul tappeto tutte le sue carte più preziose, senza bluffare, autorevolmente come si conviene a una squadra che vuole far intendere subito all’avversaria che c’è poca trippa per gatti.

Il Bisceglie, evidentemente, non si aspettava una squadra così sicura del fatto suo; ha perso colpi in continuazione, ha lasciato il pallino di gioco agli uomini di Di Napoli; ha sbandato non una sola volta in difesa ed è stata giustamente punita con un tiro cross di Squillace, uno dei migliori per la sua squadra, che al 24 minuto è andato ad infilarsi, complice un vento malandrino e amico, proprio sotto l’incrocio dei pali lasciando esterrefatto non solo il portiere Spurio ma anche tutti gli interpreti della scena, ivi compresi gli addetti ai lavori.

Certi gol non sempre hanno il crisma dell’irresistibilità, è vero, e possono sembrare il frutto del caso e di una fortuna sfacciata. Però capitano. Poche volte, ma capitano. Certo, il calciatore che lascia partire un tiro cross diretto verso la rete avversaria non è mai sicuro che arrivi puntualmente a destinazione; spera sempre però in un evento favorevole: una piccola deviazione, una papera del portiere. Quello che è innegabile è che il tiro sia stato diretto verso la porta avversaria. Bene, gol fortunoso a parte, la Paganese ha continuato a dettare legge in tutte le zone del campo sfiorando il raddoppio in più di una occasione. facendo leva su un centrocampo onnipresente. I calciatori della Paganese arrivavano sempre prima sulle seconde palle, scacciando così tutti assieme i timori di tenuta espressi alla vigilia.

Ci sarebbe voluto il secondo gol per legittimare un predominio quasi totale. L’occasione buona per mettere la parola fine alla partita è capitata alla mezzora, ma Mendicino, lanciato in area da un invito millimetrico di Zanini, ha colpito di sinistro il palo con un rasoterra in corsa; sulla ribattuta il portiere Spurio, con il corpo, fortunosamente, ha poi deviato in angolo.

La partita è cambiata del tutto nel secondo tempo, dopo l’espulsione di Mendicino, già ammonito in precedenza. La Paganese ha capito subito di dover cambiare registro; ha rinserrato le file ed è riuscita a resistere agli attacchi sconclusionati dei padroni di casa.

Due parole di commento, come è giusto che sia. Quella di Bisceglie era una partita importante, non decisiva, ma nemmeno una partita come le altre. E’ servita per valutare le potenzialità della squadra in una specie di scontro diretto, perché è innegabile che l’incontro sia stato una specie di prova generale in vista del finale di campionato.

Ebbene, la squadra di Di Napoli ha giocato una gara esemplare, non perfetta perché nel calcio la perfezione non esiste, ma esemplare sicuramente si. Ha giocato come fa il gatto con il topo nella prima parte della gara concedendo poco o niente all’avversaria; l’ha dominata dal punto di vista tattico e territoriale e – proprio per questo – avrebbe potuto, e dovuto, tranquillamente chiudere anticipatamente la partita segnando almeno un altro gol.

Quando poi la partita si è incanalata su binari squisitamente agonistici, a causa della espulsione subìta da Mendicino, i ragazzi di Di Napoli hanno dimostrato – nei confronti di una concorrente diretta alla salvezza – di saper gestire il risultato e di saper interpretare il ruolo di squadra che sa quello che vuole. Lo hanno fatto con personalità, padronanza di ruolo, con mestiere e con saggezza tattica correndo pochi pericoli.
Le emozioni non sono mancate. Segno il calcio è vivo e che non c’è mai niente di scontato. Non è stato facile erigere autentici muri difensivi nei momenti di maggiore pressione da parte degli avversari. Ma una squadra è forte proprio quando sa recitare la parte che in un determinato momento il copione le assegna. Nel calcio bisogna saper attaccare, ma bisogna soprattutto saper difendere il risultato quando è a portata di mano. E la Paganese, bisogna riconoscerlo, è stata brava a d interpretare con grande sagacia la fase difensiva. Lo ha fatto molto bene. Inutile fare una graduatoria di meriti e di scendere nella valutazione dei singoli. Una riprova di efficienza organizzativa e di carattere che fa onore al gruppo e a chi lo ha assemblato.

Adesso bisogna convincersi che le restanti partite hanno bisogno di essere interpretate con lo stesso spirito messo in campo a Bisceglie, magari in undici e non in dieci.

Niente è ancora deciso per il capitolo retrocessioni. La Paganese però ha dimostrato di esserci, proprio per carattere e determinazione.

Alla fine tireremo le somme. Per ora, bentornato calcio eroico.

Nino Ruggiero
(da Il Quotidiano del Sud, edizione Salerno, del 18.03.2021)