14.2.22

Paganese-Campobasso 2-1. Mai dire mai.

DI NINO RUGGIERO

Dall’incontro con il Campobasso sono arrivati punti e fiducia. Poche note sulla gara. Non è stata una partita facile per i ragazzi di Grassadonia che hanno avuto un impatto difficile contro avversari che nei primi minuti di gioco sono apparsi intraprendenti e spregiudicati. Ancora una volta la Paganese ha evidenziato sfasature nel reparto arretrato tanto che i molisani hanno prima sfiorato il gol su errate posizioni difensive e poi hanno incassato il gol che avrebbe potuto dare una svolta decisiva alla partita. Il gol incassato ha evocato tristi presagi sul “Marcello Torre” visti i precedenti in materia, ma, per buona sorte, la Paganese con il passare del tempo ha preso coraggio, ha ribattuto colpo su colpo e ha potuto allestire qualche buona manovra offensiva grazie alla lineare regia di Bensaja e alla buona vena di Firenze tornato quello delle migliori giornate.La vittoria, inutile dirlo, rilancia le azioni della Paganese che adesso ha ridotto a una sola lunghezza la distanza dalla zona salvezza. Ovviamente oltre ai tre punti si spera che la squadra possa ritrovare la sua identità e la convinzione nei propri mezzi in vista di un calendario che non dà tregua.

L’impressione è che ci sia ancora qualcosa che non va nel reparto difensivo. L’innesto di De Santis è indubbiamente da annoverare tra le note positive, ma è il meccanismo di interscambio tra i difensori che non funziona come dovrebbe. Il gol incassato, infatti, contro il Campobasso suona come solenne bocciatura per un reparto infilato con una semplicità incredibile da innocuo pallone in verticale.
La difesa, schierata alta, senza alcuna protezione ha alzato nell’occasione bandiera bianca, ma lo aveva fatto già qualche minuto prima graziata da un errore sotto rete di Emmausso.

Adesso bisognerà capire se Murolo, che ha scontato una giornata di squalifica, sarà pronto per prendere posto nel ruolo di leader difensivo che gli spetta per autorevolezza e per determinazione.
Grassadonia per adesso ha trovato per strada il centrocampista d’ordine che ci voleva. Bensaja, senza strafare, si è proposto autorevolmente nel ruolo con un gioco semplice, senza inutili fronzoli, con lanci illuminanti. Bisognerà solo capire se riuscirà a convivere con Tissone e soprattutto capire chi – eventualmente – potrà fargli spazio. Il compito spetta all’allenatore che dovrà scegliere tra un centrocampo più guarnito, formato da Bensaja, Tissone e Cretella, e un attacco formato da un attaccante e un trequartista come Firenze. Si tratterebbe, per quanto ovvio, di cambiare metodo di gioco. Ma queste sono scelte tecniche che spettano all’allenatore.

Per intanto, in attesa del recupero di Guadagni, in avanti Tommasini sta facendo tutto per intero quello che da lui si aspettava. Castaldo e Diop non appaiono in condizioni ottimali, soprattutto il senegalese che è stato assente per quattro mesi dai campi di calcio. Ma, giocando, si spera che possano prendere il ritmo partita e regalare alla squadra gol importanti per lasciare l’attuale scomoda posizione di classifica.
Intanto c’è poco tempo per disquisire su argomenti tecnico-tattici.

Domani gli azzurro-stellati saranno di scena nuovamente a Catanzaro. Un banco di prova proibitivo sulla carta. Mai dire mai, però. Una Paganese come quella vista all’opera contro il Campobasso nel secondo tempo potrebbe essere capace di tutto.

Nino Ruggiero