21.3.22

Le domande senza risposte.

DI NINO RUGGIERO

Ancora un passo falso della Paganese in quella che potrebbe essere considerata una specie di anteprima o prova generale per i play-out. Contro una Fidelis Andria ridotta in dieci uomini per l’espulsione di Gaeta, uno degli ex della gara, gli uomini di Grassadonia hanno prodotto solo fumo con un predominio territoriale pressoché costante per tutta la durata della gara. 

Il portiere pugliese non ha dovuto compiere interventi di rilievo al pari dell’inoperoso Baiocco. Per il resto la manovra degli azzurro-stellati si è sviluppata in modo lineare e semplice fino a tre quarti campo grazie soprattutto alla buona vena di Bensaja e Tissone schierati finalmente insieme a centrocampo. Dalla tre quarti in avanti, invece, è emersa l’incapacità congenita della squadra di tirare a rete, aggravata anche dall’uscita precauzionale di Diop vittima di decisi interventi da parte della difesa pugliese.Particolarmente sfortunata la prestazione di Tommasini che ha avuto per ben due volte la possibilità di riportare la partita perlomeno in parità.

La partita è stata decisa da un rigore molto dubbio concesso dall’arbitro che ha ravvisato un fallo di Perlingieri ai danni di Carullo. Lo stesso arbitro ha chiuso tutti e due gli occhi quando a pochi minuti dal termine l’attaccante Tommasini, lanciato a rete, è stato travolto in piena area da un intervento alla disperata del portiere Saracco.

Resta il fatto – errori arbitrali a parte – che anche contro una concorrente diretta alla salvezza, peraltro piazzata peggio in classifica, la squadra non ha saputo imporsi; la qualcosa induce a interrogarsi sul futuro più prossimo.

Con la sconfitta maturata ad Andria è quasi matematico che la Paganese dovrà disputare i play-out per restare in serie C e non è detto che non siano proprio i pugliesi gli avversari da incontrare in quella che resta una vera e propria una lotteria per la salvezza.

Intanto è in calendario per mercoledì il recupero della partita con il Potenza non disputata per neve. Sarà un altro test probante contro una squadra che – al pari del Messina – ha recuperato preziose posizioni in classifica dopo gli acquisti effettuati nella sessione invernale. Strano dover parlare di squadre concorrenti in ripresa proprio quando le cose sembrano camminare in maniera opposta in casa azzurro-stellata. 

Gli innesti di gennaio – stando alle dichiarazioni del responsabile dell’area tecnica – avrebbero dovuto consentire alla squadra di camminare più speditamente, invece siamo lì, a pochi passi dal baratro, a leccarci le ferite. Cosa è successo? Possibile che – a tempo dovuto – Grassadonia non si sia fatto sentire in tema di potenziamento della squadra? Domanda che non avrà mai una risposta considerato il particolare momento; adesso c’è solo da ricompattarsi in vista di un finale di campionato per salvare una categoria. Che, volenti o nolenti, rappresenta un valore aggiunto per una piccola città di provincia.

Scusatemi, se non sarete d’accordo.

Nino Ruggiero