27.6.07

Forza, passione e impegno quotidiano per la squadra: ecco chi è Vincenzo Cosco.


Vincenzo Cosco ha superato in maniera brillante il corso a Coverciano, e col nuovo patentino in tasca è partito per Frosolone dove è al lavoro con la Val di Sangro per la nuova ed entusiasmante stagione in C2.
Nella sua Santa Croce di Magliano sono tutti davvero felici ed emozionati per il mister che nei giorni di Coverciano si è fatto conoscere per le sue doti umane e tecniche, per la sua infinita applicazione, per il suo coraggio e la sua forza. Romeo Benetti, responsabile del corso e leggenda del calcio italiano, ha speso parole di stima nei suoi confronti e ne ha rimarcato le doti in presenza di gente come Di Canio, Ravanelli, Sebastiano Rossi, Abel Balbo, Venturin, Costacurta, Marchigiani e tanti altri professionisti della serie A. Noi che lo conosciamo dai tempi delle medie sappiamo che tutto quello che Benetti ha visto, Vincenzo Cosco lo ha conquistato tra queste strade e sui campi in terra battuta della provincia del mondo.
Nel sudore quotidiano e nella voglia grande di raggiungere un sogno, una possibilità. La forza della passione e il quotidiano impegno ne hanno fatto un esempio per quanti, in qualsiasi campo, vogliono arrivare e raggiungere obiettivi.
Qui, dove vedere un film è quasi un'odissea, Cosco è riuscito laddove a Roma o Milano sembra niente. Padre autista e madre casalinga, hanno sempre creduto nelle qualità di un figlio che nei giorni di Natale sfidava vento e neve e si allenava solo al campo. E poi preparava la partita come nessuno. I sogni costano. Soprattutto quando sono stati raggiunti. E per difenderli occorre sfidare tutto. Nella vita ha dovuto lottare contro misteri e dolori, ma è sempre riuscito a vincere per quella sua incredibile voglia di vivere e superarsi. Così è stato a Coverciano e così sarà il futuro.
a Santa Croce di Magliano a Coverciano il passo è lungo, ma a lui è sembrato breve. E ha sempre rimarcato l'importanza di nascere qui, tra questa gente, dove il niente sembra tutto e dove è difficile volare. Confrontarsi con gente che ha vinto Coppe dei Campioni e campionati, ha fatto fortuna all'estero non gli è costato molto. Sembrava esserci nato lì, ma nei suoi discorsi, nella sua voglia di raccontarsi e farsi apprezzare, queste colline e queste pietre hanno un valore fondamentale.
E mentre dirigeva una partita (prova tecnica) ripensava a quello che diceva al ragazzino alle prime armi, a quel ragazzino di San Paolo Civitate che, accompagnato dal padre custodiva sogni di seria A e ala destra nel Foggia di Zeman.
Ciò che siamo stati e ciò che abbiamo vissuto te "lo porti' in ogni angolo di mondo, in ogni latitudine in cui ci toccherà vivere.
E Vincenzo Cosco, in una giornata di riposo, ci ha confidato che ha dimenticato molte esperienze della sua vita calcistica ma i primi calci e i primi discorsi negli spogliatoi sgangherati di provincia non li dimenticherà mai. E' quella la sua vita. E mentre parlava a Benetti o Di Canio gli tornava in mente il suo passato, a quanti sacrifici per raggiungere quel corso e grazie alla sua vita ha potuto ottenere cose che sembravano impossibili.
Perchè di sogni e desideri si vive. Chi non lo fa sopravvive, magari anche bene, ma manca sempre qualcosa. E poi un desiderio se realizzato non è più un desiderio, e abbiamo bisogno di altri per respirare ancora. Se mai dovesse raggiungere San Siro o l'Olimpico, prima del fischio non mancherà da parte sua un saluto alla sua terra, senza la quale non sarebbe stato quello che è diventato. Senza smettere di sognare mai. In bocca al lupo.

Pasquale Licursi (Oggi Nuovo Molise)