29.10.18

Le vittorie possibili e quelle impossibili.

Di Nino Ruggiero

La partita di sabato sera con il Bisceglie ha detto che quantomeno sul piano dell’impegno agonistico la Paganese di quest’anno ha poco da rimproverarsi. Il pareggio conseguito in Puglia potrebbe essere considerato risultato positivo, soprattutto perché conseguito in trasferta, sul campo di una squadra che, verosimilmente, da quello che si è visto, avrà gli stessi problemi di salvezza, ma che intanto ha nove punti in classifica.

Questo pareggio, purtroppo, arriva dopo una serie di sconfitte senza scampo e quindi conta assai poco ai fini di una classifica che vede la Paganese irrimediabilmente sola all’ultimo posto, considerando che la Viterbese (altro pasticcio all’italiana!) quando (e se) riprenderà il suo cammino difficilmente potrà fare peggio degli azzurro stellati.

Una cosa la devo dire. Fermo restando che la Paganese è stata costruita male e che manca di una spina dorsale di sicuro affidamento, soprattutto nella fase difensiva, si è capito che nel girone ci sono alcune squadre – fra cui lo stesso Bisceglie – che sono da considerarsi abbastanza abbordabili in termini di consistenza tecnica. Magra consolazione, certo, ma anche consapevolezza che una Paganese schierata al completo, con Piana in difesa, con Musacci sulla linea mediana, con Cesaretti all’attacco, nel corso del campionato, potrebbe – se non altro – giocarsela alla pari con squadre del suo livello tecnico. Siamo però nell’accademico campo del possibile, che nel calcio non porta punti.
Meglio sarebbe stato se la società – dopo le prime avvisaglie di inadeguatezza difensiva – fosse venuta nella determinazione di irrobustire il reparto arretrato con qualche calciatore abile e arruolabile in questo periodo di vacche magre. Calciatori svincolati ce n’erano e ci sono, eccome! Ma da questo orecchio Raffaele Trapani e soci non sentono.

Sul piano puramente tecnico, Fusco fa tutto il possibile, settimana dopo settimana, per presentare una squadra competitiva ma deve fare i conti anche con infortuni e squalifiche che falcidiano una squadra già di per sé ridotta all’osso. La difesa schierata a tre, con l’appoggio di due laterali che dovrebbero dare il loro contributo sia nella fase difensiva che in quella propositiva, al momento pare più quadrata dal punto di vista tattico. Però restano sul groppone numeri impietosi in fatto di gol incassati; ventiquattro reti suonano come una bestemmia per una squadra che deve salvarsi e che, proprio per questo, dovrebbe avere una difesa ermetica.

All’orizzonte, per sabato prossimo, si profila l’incontro con la Sicula Leonzio, una squadra che dovrebbe, grosso modo, avere potenzialità complessivamente abbordabili, ma che comunque ha undici punti in classifica. Una cosa, per l’attuale Paganese, è affrontare Juve Stabia, Catania, Catanzaro, lo stesso Rende, vera rivelazione del torneo; un’altra, giocarsela con squadre che si sono presentate ai nastri di partenza soprattutto per non retrocedere. Ma è chiaro anche, a questo punto, che per progredire, in fatto di classifica e di speranze di salvezza, quello di sabato è un appuntamento da non mancare in termini di vittoria.

Purtroppo ancora una volta, Fusco dovrà scontare due assenze per squalifica: quella di Nacci, che si stava avviando verso uno standard di forma eccellente e di Acampora. Potrebbero però rientrare Piana e Cesaretti. Ancora dubbi su Fornito e poche luci e informazioni sullo stato di forma e di recupero di Musacci, sul quale erano appuntate molte speranze in tema di allestimento della squadra.
Proprio sabato potrebbe cominciare un nuovo campionato per la Paganese; quello della rincorsa verso posizioni meno disagevoli di classifica. Ma è chiaro che, in questa fase delicata del campionato, servono soprattutto i tre punti.

Arriveranno?

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com

La Paganese vista da...Nocera! - Un punto di ripartenza, si spera.

Finalmente si ritorna a far punti ! Questa è la notizia principale che arriva dalla trasferta di Bisceglie, che doveva essere, nelle intenzioni della vigilia, uno spartiacque per il futuro. Arrestare la caduta libera, innescate dalle tre sconfitte consecutive e relative imbarcate di gol, cercando di ritrovare un filo di speranza. Da questo punto di vista, l'obiettivo è stato centrato. Tornare a casa con l'ennesima sconfitta avrebbe ulteriormente affossato una squadra che, attraverso l'impegno ed il lavoro quotidiano, sta cercando di ovviare a quelle carenze tecniche e d'età che sono emerse in queste prime otto giornate. Resta il digiuno di vittorie da inizio stagione, con le gare che salgono a dieci considerando anche le prime due di Coppa Italia, in cui si stagliano i soli due pareggi in trasferta. Il secondo punto, come il primo, arriva dopo tre sconfitte consecutive. Viene conquistato ancora in trasferta ed ancora in inferiorità numerica. A Potenza fu Diop a lasciare i compagni a sbrigarsela da soli nell'ultimo assalto della gara dei lucani, a Bisceglie prima Nacci, dal secondo giallo è scaturito il rigore del pareggio, e poi Acampora, fallo inutile e gratuito oltre che ingenuo che macchia ulteriormente un inizio di stagione insufficiente, hanno lasciato addirittura in nove il resto della comitiva azzurra.

In entrambe le occasioni il muro difensivo ha retto, portando a casa un punticino che almeno fa emergere un mezzo sorriso sulla bocca di tutti. La prova è stata convincente. La squadra tutto sommato è stata sempre in partita, sin dall'inizio, mostrando meno amnesie rispetto alle precedenti uscite ed anche i gol, questa volta, non sono frutto di sbavature dei singoli, se non di dinamiche episodiche. Arrivano il terzo gol stagionale di Parigi, secondo consecutivo, ed il secondo di Tazza, che come nella gara d'esordio con il Rende segue l'azione e si fa trovare pronto con un preciso colpo di testa in tuffo. L'attaccante paganese è l'altra lieta sorpresa di serata, in un contesto di gara sufficiente che con un pizzico di buona sorte poteva anche essere portata a casa, con l'intera posta in palio. Sarebbe stato fondamentale visto anche il blitz a tempo scaduto del Siracusa a Rieti e la giornata di riposo del Matera. Serve altro comunque (le vittorie) per risalire la classifica e si spera che veramente il pareggio in terra pugliese sia l'inizio di un nuovo campionato per gli uomini di Fusco che da sabato, contro la Sicula Leonzio, devono iniziare a mettere nel proprio mirino la vittoria. E' un punto che, se inquadrato nel momento, ha un valore importante, ma se inserito nel contesto globale ha l'efficacia di un'aspirina per un malato di bronchite cronica. E' un punto che dev'essere di monito per il lavoro svolto su cui fondare la reazione, grintosa e battagliera in vista del prosieguo del campionato. Sono stati archiviati praticamente due mesi di campionato ed il bilancio è ovviamente disastroso, contro cinque avversarie nettamente superiori che hanno mostrato tutte le deficienze di questa squadra. Il tempo per la conoscenza, dopo tre mesi abbondanti ritiro compreso, sembrano giusti per cominciare a far oleare meccanismi di una rosa che Fusco, negli undici, non ha mai avuto a completo. Ora dopo questa difficile semina è tempo che si raccolga anche se il lavoro da fare è ancora tanto.  

Peppe Nocera
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27.10.18

Prima il vantaggio, poi la sofferenza. Arriva il secondo punto per la Paganese.


Un altro passettino in avanti, il secondo punto stagionale dopo quello di Potenza. Ma, come al Viviani, anche stavolta la Paganese può mangiarsi le mani per aver condotto la partita fino a venti minuti dalla fine. Il 2-1 è stato messo in discussione solo nell'ultimo quarto d'ora, quando il Bisceglie ha pareggiato su rigore e ha giocato in superiorità numerica: a quel punto la Paganese ha pensato solo a portare a casa il punto che interrompe l'emorragia delle tre sconfitte consecutive contro Catanzaro, Monopoli e Catania
L'avvio degli azzurrostellati, almeno per questa volta, è positivo. La squadra è attenta e, dopo neppure cinque minuti, passa anche in vantaggio sugli sviluppi di un calcio d'angolo. Scarpa trova Parigi sul secondo palo che in tuffo realizza l'1-0. La reazione del Bisceglie però è immediata e coincide con il pareggio che arriva al 10', in seguito ad un'azione di rimessa: Calandra serve Onescu, il quale con un piattone dal limite batte Galli. Ristabilità la parità, ritorna la fase di studio fra le due squadre che non si scompongono più di tanto. Pochi gli affondi da una parte e dall'altra e così ancora un calcio piazzato spezza di nuovo l'equilibrio. Ed è nuovamente favorevole alla Paganese, che trova il nuovo vantaggio grazie a Tazza, liberato da un assist di Parigi sulla punizione di Scarpa. Stavolta gli azzurrostellati riescono a conservare il vantaggio, l'unica conclusione del Bisceglie prima dell'intervallo è affidata a Risolo che sfiora l'incrocio al 38'. 

Nella ripresa la Paganese prova a gestire il 2-1 e non corre eccessivi pericoli. Purtroppo è decisivo un piccolo blackout, più che altro episodico, a metà della frazione. Il Bisceglie sfiora il pareggio al 24' con un colpo di testa di Onescu su calcio d'angolo, salvato sulla linea da Gori. Nell'occasione successiva, però, la Paganese è meno fortunata. Nacci impatta col braccio in area la punizione di Risolo: per l'arbitro è rigore e secondo giallo per il centrocampista del Pisa. Dal dischetto l'ex di turno De Sena spiazza Galli e dà il via ad un finale incandescente. Come a Potenza, la Paganese resiste. Nel lunghissimo recupero azzurri addirittura in nove per un ingenuo calcione di Acampora a Longo

IL TABELLINO

MARCATORI: pt 5' Parigi, 10' Onescu, 27' Tazza; st 29' rig. De Sena

BISCEGLIE (3-5-2): Crispino; Longo, Markic, Maestrelli; Calandra (22' st Jakimovski), Risolo, Giacomarro, Onescu, Raucci (1' st De Sena); Scalzone (22' st Messina), Starita. A disp.: Addario, Bottalico, Toskic, Camporeale, Antonicelli, Sisto, Vogliacco. All.: Ginestra

PAGANESE (3-5-2): Galli; Tazza, Diop, Acampora; Carotenuto, Sapone (45' st Gargiulo), Nacci, Gori (32' st Gaeta), Della Corte; Parigi (15' st Alberti), Scarpa. A disp.: Cappa, Santopadre, Cappiello, Garofalo, Della Morte, Amadio, Cesaretti, Verdicchio, Longo. All.: Fusco

ARBITRO: Miele di Torino (D'Elia-Di Monte)

NOTE: spettatori 800 circa. Espulsi: al 27' st Nacci per doppia ammonizione e al 52' st Acampora per fallo di reazione. Ammoniti: Longo, Scarpa, Parigi, Alberti, Markic, Risolo, Sapone, Gaeta. Angoli 8-2. Recupero pt 2', st 8'

Danilo Sorrentino
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Bisceglie-Paganese 2-2: un pareggio orgoglioso dopo l'illusione iniziale.



















Termina 2-2 la gara odierna tra Bisceglie e Paganese, valida per la nona giornata del Girone C. Gli azzurrostellati si illudono per circa 74 minuti di riuscire per la prima volta in stagione ad ottenere il successo, ma alla fine strappano solo un pareggio: gli uomini di Fusco vanno in vantaggio al 6' con Parigi, che di testa in tuffo sorprende la difesa di casa e batte Crispino. Non passano che 4 minuti ed ecco il pari dei padroni di casa: Calandra da destra serve Onescu che da fuori area di prima intenzione infila la palla all'angolino. Al 28' torna avanti la Paganese: schema perfetto su punizione e Tazza replica la prima rete, ancora di testa in tuffo. Nella ripresa fioccano i cartellini gialli e al 72' il patatrac: Nacci devia la sfera con un braccio sugli sviluppi di una punizione. Per lui è la seconda ammonizione e la conseguente espulsione, per il Bisceglie è il rigore che riporta il match sui binari della parità. Dal dischetto trasforma De Sena e chiude definitivamente i conti.

Con questo pareggio il Bisceglie si rialza dopo il ko di Rende e si porta a quota 9 punti, insieme a Virtus Francavilla e Potenza. La Paganese pone fine a una striscia di 3 sconfitte di fila ottenendo il secondo pari stagionale e conseguentemente il secondo punto in classifica, restando però penultima, nella consapevolezza che dietro c'è solo la Viterbese che ancora non è scesa in campo.

da www.tuttoc.com

22.10.18

Chi va per certi mari, questi pesci piglia.

di Nino Ruggiero

Con il Catania è andata meno peggio di quanto si paventava. Certo prendere un primo gol dopo nemmeno dodici secondi dall’inizio, con l’arbitro ancora alle prese con il cronometro, non è il massimo per una squadra che già ha i suoi problemi e che si presenta in campo anche senza Piana, al momento uno dei pochi difensori di mestiere in organico. Palla a centro, altri due minuti e il Catania è già in vantaggio per due reti a zero. Ancora qualche minuto ed arriva pure il pallone dello zero a tre.
In casa azzurro stellata si teme di dover fare i conti con il pallottoliere; qualcuno in tribuna lascia il suo posto sconsolato con una smorfia che vale più di cento parole e di indicibili imprecazioni.
Il Catania appare pago del risultato acquisito; non infierisce, gioca al piccolo trotto. Buon controllo della palla, buone geometrie, buone trame di gioco, ritmi sincopati propri di chi vuole solo amministrare il vantaggio acquisito. Di diverso avviso però è la Paganese pungolata nell’amor proprio e stimolata dall’eterno Scarpa, un giovanotto di quaranta primavere, vera anima della squadra. Il Catania trotterella e la Paganese prende a giocare con spirito guerriero, come si conviene a squadre che sanno di avere di fronte compagini tecnicamente superiori da contrastare con velocità di esecuzione, con agonismo e determinazione.

Non sapremo mai se i due gol messi a segno in rimonta dalla Paganese sono il frutto di una ritrovata vitalità della squadra o se invece sono da mettere in conto con una certa rilassatezza psicologica della squadra etnea; così come non sapremo mai quale piega avrebbe potuto prendere la partita se il portiere catanese non si fosse superato con il tiro a botta sicura di Parigi da due passi. Sarebbe stato il gol del tre a tre, un risultato da sogno. Con i “se”, con i “ma” e con i “però” nel calcio non si va da nessuna parte. Si tratta solo di una riflessione veicolata nel campo del possibile e del condizionale da parte di – in casa paganese – sabato la partita l’ha vissuta intensamente dal punto di vista emotivo.
La verità è che ancora una volta – ma non ce ne sarebbe stato bisogno, per non essere ripetitivi – la squadra azzurro stellata ha manifestato lacune soprattutto di ordine difensive. Ma non poteva essere diversamente in considerazione dell’assenza anche di uno dei pochi calciatori di esperienza difensiva, appiedato da un infortunio. Forse in proposito, per rendere meglio l’idea dell’importante assenza di Piana, possiamo prendere in prestito un colorito detto napoletano: “Già a vacante jammo bbuono carichi!”

Fusco ha dovuto giocoforza schierare una difesa con calciatori da poco diventati maggiorenni. Normale dunque che ci possa essere stata incertezza da parte degli imberbi difensori al cospetto di Marotta e Curiale, due vecchie volpi delle aree di rigore. Sapete quante volte ho sostenuto l’esigenza di qualche calciatore d’esperienza in più in difesa; è storia vecchia, ma la società non ha mai inteso aprire il discorso degli svincolati. Purtroppo, come dicevano i saggi:chi va per certi mari, questo tipo di pesci piglia.

Strano destino quello della Paganese in tema di infortuni. Era stato ingaggiato Schiavino, vecchia conoscenza, calciatore eclettico, buon colpitore di testa. Tre anni nella Paganese per il difensore ex Ascoli: tre infortuni, una vera e propria disdetta. Ma l’infortunio che probabilmente preoccupa di più Luca Fusco è quello relativo a Musacci. Il centrocampista doveva essere, nelle intenzioni, l’uomo faro della squadra, ma si è visto solo in una gara amichevole di precampionato. Non si conoscono l’entità dell’infortunio e i tempi di recupero del calciatore.

Per tornare una volta tanto anche all’aspetto tecnico, credo che vada segnalata la buona prova di Nacci che, soprattutto nella ripresa, ha tenuto autorevolmente il campo nella posizione di playmaker ed ha sfiorato un eurogol con un tiro a volo di sinistro meritevole di migliori fortune. Benino Diop, anche se poco accorto nell’azione del rigore provocato. Ma sono certo che migliorerà sotto la guida di un ex difensore come Fusco: dovrà acquistare solo il mestiere. Ha posizione, prestanza fisica, sa disimpegnarsi con il pallone fra i piedi, e ha buoni tempi di inserimento.

Gli altri giovani vanno rivisti contro squadre di pari levatura. Forse la trasferta di Bisceglie capita a proposito. Vediamo se quella specie di risveglio mostrato contro il Catania può avere una conferma in fatto di risultato; è quello che serve per dare una scossa all’intero ambiente.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com

21.10.18

La classifica dopo l'ottava giornata.


Top&Flop di Paganese-Catania.


TOP: GIACOMO PARIGI

La punta, arrivata in prestito dall’Atalanta, è l’unico elemento a mettere in apprensione la retroguardia ospite su azione manovrata. Sul gioco aereo crea i suoi grattacapi ai difensori siciliani e fa valere le sue doti fisiche. Va a segno di testa da rapinatore d’area e potrebbe incorniciare la sua giornata con la possibile rete del clamoroso 3-3 se solo non gli mancasse la necessaria lucidità sotto porta come capitato a Potenza.

FLOP: APPROCCIO MENTALE

Si sapeva fin dalla vigilia che la sfida con il Catania sarebbe stata una sorta di mission impossible ma partire sotto di tre reti dopo un quarto d’ora conferma che la squadra di Fusco ha dei grossi limiti mentali. Non occorre uno stratega per capire che servono rinforzi, l’esperienza di cui è monca la Paganese è necessaria anche a colmare questo gap. Meglio la ripresa ma una netta inversione di tendenza urge come il pane.

Francesco Pepe
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Paganese-Catania 2-4: blackout tremendo in avvio, poi la reazione che non basta.


Chissà come sarebbe andata a finire senza quell'assurdo primo quarto d'ora. Quindici minuti in cui la Paganese ha steso il tappeto rosso al Catania che ha preso subito il largo. E' come se fosse iniziata 3-0 la sfida con gli etnei, perchè da quel momento in poi - dopo una buona gestione della squadra di Sottil - è nata un'altra gara. Le reti di Parigi e Scarpa a cavallo fra i due tempi hanno spaventato il Catania, che ha rischiato di subire il pareggio, e dato un senso ad un match che sembrava fortemente indirizzato dopo i primi minuti. La Paganese deve ripartire dal secondo tempo di oggi, anche perchè a Bisceglie deve necessariamente una nuova stagione. Ma sarà necessario, oltre che recuperare tutti gli elementi della rosa, ridurre all'osso gli errori marchiani che proseguono gara dopo gara.

Tutto troppo facile per il Catania che dopo neppure quindici secondi - 12 per la precisione! - è già avanti con Marotta. Secondo affondo e raddoppio etneo, con la rete dell'altro attaccante etneo Curiale. Al quarto d'ora arriva anche la doppietta personale per Marotta. Paganese, in particolare la difesa, non pervenuta. Fragile la retroguardia azzurrostellata (esordio da titolare per il classe 2000 Gargiulo al posto dell'infortunato Piana), i lanci da centrocampo sembrano coltelli nel burro con spazi che si aprono per le punte siciliane. Il Catania gestisce senza troppi affanni, la Paganese ha un moto d'orgoglio nel finale col colpo di testa di Parigi che riapre la contesa. 

Lo fa insieme alla grande punizione di Scarpa che ad inizio ripresa riporta la Paganese a -1 dal Catania: destro al bacio nell'angolino alto e azzurrostellati che ritornano incredibilmente in partita. L'esperienza del Catania avrebbe dovuto tenere lontana la squadra di Fusco che invece alla mezz'ora spaventa per due volte i siciliani. Il sinistro di Nacci esce di un soffio a lato, poi è un super Pisseri a salvare la formazione di Sottil dal tentativo sottomisura di Parigi. A dieci dalla fine, è Curiale con un'azione personale a procurarsi e segnare il calcio di rigore che fa scorrere i titoli di coda sul match.

MARCATORI: pt 1' e 14' Marotta, 4' Curiale, 37' Parigi; st 8' Scarpa, 37' rig. Curiale

PAGANESE (3-5-2): Galli; Diop, Gargiulo (15' st Garofalo), Acampora (1' st Carotenuto); Tazza, Sapone, Nacci, Gaeta (15' st Gori), Della Corte (45' st Longo); Parigi (39' st Cappiello), Scarpa. A disp.: Cappa, Santopadre,Buonocore, Della Morte, Amadio, Alberti, Verdicchio. All.: Fusco

CATANIA (3-4-1-2): Pisseri; Aya, Esposito, Silvestri; Scaglia (26' st Angiulli), Biagianti, Bucolo, Ciancio; Lodi (19' st Llama); Marotta (26' st Calapai), Curiale. A disp.: Pulidori, Fabiani, Lovric, Brodic, Baraye, Manneh, Mujkic, Rizzo. All.: Sottil

ARBITRO: Marcenaro di Genova (Abruzzese-Pappagallo)

NOTE: spettatori 500 circa. Ammoniti: Tazza, Esposito, Bucolo, Llama, Garofalo, Gori. Angoli 4-1. Recupero pt 1', st 4'

Danilo Sorrentino
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18.10.18

Questa è la minestra, fate voi.


di Nino Ruggiero

Oramai a Pagani è diventato difficile parlare di calcio giocato. Diciotto gol incassati in sei gare lasciano senza parole; una media di tre gol a partita è record da squadre di oratorio. Così come è un record negativo avere incassato cinque sconfitte su sei gare disputate. Rimedi? Non so proprio cos’altro si potrebbe aggiungere a quello già detto abbondantemente in tante circostanze sull’allestimento di una squadra di calcio.

Quella di oggi, purtroppo, è una Paganese costruita male, senza criteri che tengano conto dell’abc del calcio; non ha fondamenta, non ha una spina dorsale e sconta elementari peccati di inesperienza che una società navigata che ha tanti anni sul groppone non dovrebbe mai commettere.

Il guaio più grande – e che lascia pensare – è rappresentato dalla mancata presa di coscienza della realtà dei fatti. Solitamente quando si commettono errori, si cerca di correggerli; invece, nonostante il campanello di allarme sia squillato più volte sonoramente, tutto tace in società e l’unico che oramai sbiascica qualcosa è il povero Luca Fusco, costretto a difendere l’indifendibile.

Rinforzi? Manco a parlarne. Qualcosa – ha detto la settima scorsa il direttore sportivo Accardi nel corso della trasmissione “Paganesemania” – potrebbe essere fatto nella sessione invernale, praticamente dopo Natale. Tardi, troppo tardi, quando la classifica sarà già delineata e quando sarà difficilissimo invertire il corso del tempo.

Allora, a questo punto, è chiaro e lampante che in casa Paganese per la salvezza ci si affida solo ed esclusivamente alle disgrazie amministrative delle altre squadre del girone, prime fra tutte il Matera e la Reggina. Ma anche in questo caso è lecito chiedersi; quanti punti di penalizzazione dovrebbero subire queste squadre perché a fine campionato vadano a posizionarsi in classifica alle spalle della Paganese? Perché, guardate, per quello che riguarda gli azzurro stellati, da quello che si è visto in sei gare, non si riesce a capire quali e quante possano essere le squadre abbordabili per la conquista di qualche vittoria.

Intanto il povero Fusco si sarà reso conto di aver preso coscienza della realtà troppo tardi. A lui va imputato il fatto di aver accettato una squadra incompleta e inadeguata. Si è fidato troppo della sua voglia di emergere e delle sue teorie di lavoro, senza tenere in debito conto la qualità del materiale umano che gli veniva posto a disposizione. Quello che non sapremo mai (e Fusco da serio allenatore aziendalista non parlerà mai) è se gli fosse stato promesso qualche rinforzo all’indomani delle prime scoppole; rinforzo che non è mai arrivato e che – a questo punto – non arriverà mai.

Questa è la squadra, pare dicano dalla società, ulteriori acquisti non se ne faranno. Sulla scorta delle dichiarazioni societarie, Luca Fusco allora dovrà solo puntare sul lavoro che svolge quotidianamente. Miracoli non potrà farne; e miracoli la parte restante del pubblico che ancora segue la squadra non potrà chiederne. Questa è la squadra, purtroppo, e Fusco potrà solo sperare di dare una sterzata al centrocampo quando potrà disporre di Musacci, uno degli atleti che – nelle intenzioni della società – avrebbe dovuto prendere in mano le redini del gioco. A proposito di Musacci, qualcuno potrà riferirci sulle sue condizioni fisiche e sui tempi di recupero per il suo impiego in campo?

Intanto sabato arriva pure il Catania al “Marcello Torre”. Non so se mi spiego…

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com

17.10.18

La classifica dopo la settima giornata.


Top & Flop di Monopoli-Paganese (3-0).


TOP: RICCARDO GALLI

Davvero difficile trovare un migliore in questa Paganese che fa il compitino anche dopo aver subito lo svantaggio iniziale. Soltanto nell'ultimo quarto d'ora del primo tempo la squadra azzurrostellata si rende pericolosa, grazie all'ispirato Scarpa che sforna due assist. Nel secondo tempo, invece, tutta la squadra, per mezz'ora, giochicchia e non riesce mai a impensierire Pissardo. Così nel finale il Monopoli riesce anche a dilagare. Avrebbe potuto farlo anche prima, con Galli che respinge il tentativo di Gerardi in uscita. Sul 3-0, aveva anche provato a respingere ma poi Diop ha comunque regalato il gol a Mangni

FLOP: PIERSILVIO ACAMPORA

Pochissimi si salvano nella debacle del Veneziani. Ancora una volta il giovane difensore napoletano finisce dietro la lavagna, con due errori sul groppone che pesano più di quelli dei compagni di reparto. In particolare, perde qualsiasi misura sul raddoppio e sul tris del Monopoli. Dopo l'errore di Della Corte, esce a vuoto su Rota che poi realizza l'assist a Montinaro. Sul 3-0, invece, si lascia superare con estrema facilità dal più lesto Mangni. Anche in precedenza, non aveva mostrato sicurezza.

Danilo Sorrentino
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Soliti errori e solita sterilità: il Monopoli vince 3-0 senza sudare.

Il riscatto, come era avvenuto nelle precedenti apparizioni a Monopoli, era un'impresa ardua. Più facile ripetere l'andamento delle ultime sfide e confermare la mediocrità di una squadra che continua a raccogliere umiliazioni a raffica. Un'altra goleada al Veneziani per la Paganese, che perde 3-0, di fatto regalando le reti alla formazione di Scienza. Solo un quarto d'ora (l'ultimo del primo tempo) "da salvare" per gli azzurrostellati, poi il nulla cosmico. I soliti problemi in fase di costruzione, la solita sterilità offensiva ma soprattutto i soliti errori difensivi, che permettono al Monopoli di trovare la prima vittoria stagionale in casa. 
L'equil
ibrio non dura neppure 5', perchè al primo affondo del Monopoli la Paganese va sotto: in mezzo a tre difensori, spunta il piede di Zampa che supera Galli e mette subito in salita la sfida per gli azzurrostellati. La squadra di Fusco ci mette un po' per smaltire lo schiaffo immediato, cerca sempre la giocata ma è inconcludente per la prima mezz'ora. Il Monopoli, dal canto suo, non sfrutta il momento e dà adito alla Paganese di rendersi pericolosa nell'ultimo quarto d'ora. Particolarmente ispirato Scarpa che, dopo aver cercato fortuna con un tiro dalla distanza deviato da un difensore e bloccatato senza problemi da Pissardo, si mette al servizio dei compagni. Prima con un cross morbido impattato male da Della Corte, poi con un assist a volo per Alberti che però da buona posizione spara alto. L'ultimo brivido del primo tempo lo corre la Paganese, su una punizione dalla distanza di Gerardi non bloccata da Galli

Nella ripresa non c'è comunque reazione da parte della Paganese, che non calcia neppure una volta in porta, denotando ancora una volta limiti in fase di costruzione della manovra. Anche il Monopoli sbaglia parecchio, ma ha più qualità e soprattutto una panchina più profonda. Così, nell'ultimo quarto d'ora getta le basi per un'altra batosta per gli azzurrostellati. Galli salva su Gerardi in uscita (20'), ma nulla può sugli orrori difensivi dei suoi compagni. Alla mezz'ora Rota porta a spasso Della Corte ed Acampora, apparecchiando per l'appena entrato Montinaro che realizza a porta vuota. Acampora protagonista in negativo anche sul 3-0, quando lascia campo libero a Mangni che, dopo l'opposizione di Galli, respinge in rete ricevendo da Diop che aveva salvato sulla linea. 

MARCATORI: pt 5' Zampa; st 30' Montinaro, 32' Mangni

MONOPOLI (3-5-2): Pissardo; Ferrara, De Franco, Gatti; Rota, Fabris (6' st Montinaro), Scoppa, Zampa (35' st Maimone), Donnarumma (35' st Pierfederici); Gerardi, Mendicino (24' st Mangni). A disp.: Saloni, Gallitelli, Mercadante, Mavretic, Bei, Berardi. All.: Scienza 

PAGANESE (3-5-2): Galli; Diop, Piana, Acampora; Tazza (44' st Carotenuto), Sapone, Nacci (21' st Parigi), Gaeta (35' st Gori), Della Corte (44' st Verdicchio); Scarpa, Alberti (35' st Cappiello). A disp.: Cappa, Santopadre, Garofalo, Della Morte, Amadio, Longo, Gargiulo. All.: Fusco

ARBITRO: Gualtieri di Asti (Barone - Rizzotto)

NOTE: spettatori 1200 circa. Ammoniti: De Franco, Nacci, Zampa, Piana. Angoli 7-1. Recupero pt 2', st 5'

Danilo Sorrentino
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15.10.18

I due campionati della Paganese.


Nella foto, tratta da Eleven Sports, la magìa di Sapone sul risultato di 0-2. Il pallone viene servito a Gaeta che spreca da due passi il pallone del possibile 1 a 2

di Nino Ruggiero

I campionati a cui quest’anno partecipa la Paganese sono due.

Il primo, agonistico, prevede vittorie, pareggi e sconfitte. Per essere competitivi, non necessariamente vincenti, in questo tipo di campionato bisogna avere fondamenta salde, avere un assetto di base con una spina dorsale che non ti abbandona mai perché poggiata su mestiere ed esperienza. Ma qui, quest’anno, siamo ai verbi difettivi, prova ne sia che in cinque gare è stato racimolato un solo punto e sono stati incassati la bellezza di quindici gol.

Il secondo, amministrativo-contabile, prevede conteggi ragionieristici di costi e ricavi. In questo campo probabilmente la Paganese è ai primi posti di una ipotetica graduatoria, perché se c’è una cosa che è a posto questa è rappresentata dall’oculatezza dei bilanci societari. Questo però è un campionato anomalo che non prevede spettatori; è un campionato solo per ragionieri ed analisti contabili.

Ce ne poteva essere anche un terzo, per la verità, ma la società non ha inteso parteciparvi. Ed è quello della armonica convivenza fra le due anime; fra l’allestimento di una squadra discreta che poggiasse le sue certezze su un nucleo di quattro-cinque calciatori di mestiere nei ruoli chiave, soprattutto in difesa, con il dovuto occhio alle esigenze di bilancio. Purtroppo ancora una volta, chi doveva costruire la squadra ha commesso il grave errore di non guardare prima ai pilastri o, fate voi, alle mura maestre; detto più chiaramente, alla difesa che è il reparto fondamentale di una squadra di calcio.

Una squadra che si deve salvare deve avere un reparto difensivo affidabile e l’affidabilità, soprattutto nella propria area di rigore, te la può dare solo il mestiere. Se andiamo a vedere con la lente di ingrandimento, noteremo che alcuni gol incassati fino a questo momento sono figli di errori madornali di difensori che non riescono a liberarsi del pallone nei momenti di maggiore pressione avversaria o – peggio ancora – escono maldestramente dalla propria area, palla al piede, innescando il contropiede avversario a difesa scoperta. L’allenatore Fusco, che ama parlare di un calcio propositivo (e fa bene), deve però fare i conti con il materiale umano a disposizione. Nell’attuale Paganese, se si eccettua Sapone, non vedo giovani particolarmente bravi nell’uscire palla al piede. Se non c’è qualità, visto che non si può competere sul piano del palleggio con avversari ben dotati tecnicamente, allora, meglio puntare sul ritmo; anche a costo di dover ricorrere a “palla lunga e pedalare” per evitare di scoprire la parte restante della difesa.

Adesso, con la squadra sconsolatamente all’ultimo posto (giacché è impensabile che la Viterbese nelle cinque gare da recuperare possa ripetere lo stesso fallimentare cammino della Paganese), con un pubblico oramai disamorato e sempre più assente, la società può solo puntare a mettere qualche puntello in difesa pescando tra i tanti svincolati. Se non lo farà, sarà chiaro e lampante che – per la salvezza – si punta solo ed esclusivamente sulle disgrazie amministrative di qualche altra compagine del girone che verosimilmente non avrà adempiuto a tutti quegli obblighi che invece la Paganese ha puntualmente eseguito nei termini previsti.

Magra consolazione che potrà anche soddisfare la società ma non certamente il pubblico che sempre di più, settimana dopo settimana, sta abbandonando la squadra perché si sente tradito e umiliato. La società ha tempo per mettere qualche opportuno correttivo, non deve per forza attendere gennaio: basta volerlo e fare qualche opportuno fischio.

Intanto sono alle porte due impegni: domani si gioca in notturna a Monopoli e sabato prossimo arriva il Catania al “Marcello Torre”.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com

14.10.18

La classifica dopo la sesta giornata.


Top&Flop di Paganese-Catanzaro.


TOP: CURVA NORD

“Solo gli Ultras vincono sempre”, questo il coro lanciato dalla Curva Nord Francavilla subito dopo la rete del poker calabrese. Poche parole ma cariche di significato a testimoniare che attorno alla Paganese c’è ancora una componente importante che non molla mai, a dispetto di coloro che indossano la maglia con la stella bianca sul petto. La palma di “migliore in campo” va di diritto al cuore del tifo azzurro che si ripete dopo essersi fatto sentire alla grande nella bolgia rossoblu di Potenza. Peccato che la fede incrollabile dei gruppi organizzati non trovi riscontro sul rettangolo verde da parte dei calciatori. Chissà se verrà il momento di raccogliere qualche soddisfazione…..

FLOP: ACAMPORA e GAETA

Dietro la lavagna dovrebbero finire tutti, nessuno escluso. Una parola in più va spesa per il difensore Piersilvio Acampora ed il centrocampista Danilo Gaeta che hanno il “merito” di superare i compagni di squadra per diverse ragioni. Il primo commette la solità ingenuità in occasione del vantaggio del Catanzaro perdendo inopinatamente palla sulla trequarti. Un errore tecnico grossolano, sulla falsariga di quello andato in scena a Siracusa, e che conferma i limiti tecnici di un elemento individuato dalla società come tesoretto da far fruttare in vista di una cessione a fine stagione. Deli e Cicerelli erano però calciatori di ben altro calibro…. Per Gaeta pesano invece la clamorosa chance gettata alle ortiche sullo 0-2, quando manda in curva un pallone da mettere solo alle spalle di Elezaj, e l'errore che concede il tris al Catanzaro. Forse l’esito finale non sarebbe cambiato ma avrebbe dato un senso ad un secondo tempo da incubo per gli uomini di Fusco.

Francesco Pepe
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Altro pomeriggio da horror: il Catanzaro passeggia al Torre.

Un'altra umiliazione in casa. Un'altra goleada in una partita senza storia. Errori su errori condannano la Paganese, per nulla rinfrancata dal pareggio di Potenza al quale non è seguita la giusta continuità. Il Catanzaro passeggia al Torre, stravince 4-0 in una sfida che dopo un'ora già non aveva nulla da dire. Troppo impari il confronto fra i giovani - non pronti per la categoria - della Paganese e gli esperti calciatori giallorossi, che nel finale si sono anche risparmiati in vista dello scontro diretto di martedì con la Juve Stabia. Le assenze pesanti possono essere un alibi ma non l'unica giustificazione ad una sconfitta decisamente dura.

Le attese della vigilia sono rispettate per la Paganese, l'unica novità è la posizione di Sapone che agisce da mezz'ala e non da play. Il Catanzaro, che in porta schiera a sorpresa Elezaj (la sua ultima partita era stata l'andata del playout a Fondi quando regalò l'1-0 a Cesaretti), gestisce sin da subito la sfida senza troppi affanni anche se le prime conclusioni di Ciccone e Fischnaller non creano eccessivi grattacapi a Galli. Il vantaggio giallorosso arriva poco prima del quarto d'ora sull'ennesimo errore individuale degli azzurrostellati. Come già accaduto a Siracusa in occasione del raddoppio, Acampora regala palla in uscita sull'out destro, Giannone si presenta in area e batte l'incolpevole portiere della Paganese. Stavolta la reazione, come invece era accaduto a Potenza, non c'è in termini di occasioni anche perchè gli uomini di Auteri restano in controllo totale della partita e lasciano pochi spazi al duo Parigi-Alberti che duetta col contagocce. Lo fa bene una sola volta, al 27', quando il diagonale dell'attaccante in prestito dal Pisa termina sul fondo. Tutto sommato, la squadra di Fusco ha tenuto bene il campo nella prima frazione, lasciando ben presagire per il secondo tempo.

La reazione avuta al Viviani resta un lontano ricordo, perchè nella ripresa di fatto la sfida si chiude quasi subito, quando al 7' il Catanzaro trova il raddoppio di Riggio, dimenticato in area di rigore su calcio d'angolo dalla destra. Il 2-0 e la rete fallita da Gaeta poco dopo (destro alle stelle a due passi dalla porta) tagliano le gambe alla Paganese che scompare dal campo e a metà ripresa regala altri due gol al Catanzaro. Il tris lo cala De Risio dalla distanza dopo una palla persa a centrocampo dal troppo lezioso Gaeta. Il poker lo trova invece il neoentrato D'Ursi in seguito all'ennesima palla persa in uscita da Della Corte. Gli ultimi venti minuti servono a Fusco solo per far esordire Gori, Amadio, Longo ed il millennial Gargiulo

MARCATORI: pt 13' Giannone; st 7' Riggio, 21' De Risio, 24' D'Ursi

PAGANESE (3-5-2): Galli; Tazza, Piana (32' st Gargiulo), Acampora; Carotenuto, Gaeta (23' st Gori), Sapone (36' st Amadio), Nacci, Della Corte; Parigi (23' st Cappiello), Alberti (36' st Longo). A disp.: Cappa, Santopadre, Buonocore, Garofalo, Della Morte. All.: Fusco

CATANZARO (3-4-3): Elezaj; Celiento, Riggio, Figliomeni; Statella, Maita, De Risio (25' st Nicoletti), Favalli (25' st Eklu); Giannone (20' st Kanoute), Ciccone (20' st D'Ursi), Fischnaller (29' st Posocco). A disp.: Golubovic, Mittica, Alvaro, Signorini, Nikolopoulos, Repossi. All.: Auteri

ARBITRO: Clerico di Torino (Perrotti-Severino)

NOTE: spettatori 700 circa. Ammoniti: Piana, Maita, Celiento. Angoli 1-7. Recupero pt 2', st 5'

Danilo Sorrentino
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13.10.18

Paganese-Catanzaro 0-4: altri 4 schiaffoni e la panchina di Fusco adesso traballa.

Nettissima la sconfitta della squadra di Fusco contro il Catanzaro di Auteri, squadra che ha sfruttato tutti gli errori e i limiti della Paganese. Primo gol calabrese al 14′. Ciccone raccoglie una palla persa dalla difesa azzurrostellata e serve al centro Giannone che solo in area insacca. La squadra di Fusco prova a rispondere al 27′: Sapone per Alberti che riceve sulla destra e lascia partire un tiro ad incrociare che si spegne di poco a lato. Il gol che ammazza la partita e gli azzurrostellati arriva al 52′: dagli sviluppi di un corner, Giannone serve al centro Riggio che di testa insacca alle spalle di Galli. Il rimpianto di non risuscitarla giunge due minuti dopo. Sapone sulla linea di fondo serve Gaeta al centro dell’area, che da solo a due passi dalla porta spara alle stelle. Scampato il pericolo, il Catanzaro va ad imperversare. De Risio, per vie centrali ,lascia partir un rasoterra che trafigge Galli. Manca pochissimo al disastro. Giunge al 69′, il poker è servito così:contropiede dei giallorossi quattro contro uno, De Risio serve per D’Ursi che a porta sguarnita fa centro. Crisi buia per la Paganese: possibili novità sulla conduzione tecnica nelle prossime ore, Fusco non sembra in grado di reggere all’urto della difficoltà della situazione.

Paganese: Galli, Tazza, Della Corte, Sapone (81′ Amadio), Nacci, Gaeta (68′ Gori), Carotenuto, Piana, Parigi (68′ Cappiello), Alberti (81′ Longo), Acampora. Allenatore: Fusco

Catanzaro: Elezaj, Ciccone (65′ D’Ursi), Maita, Celiento, Giannone (65′ Kanoute), Statella, Favalli (70′ Nicoletti), Riggio, De Risio (70′ Eklou), Fischnaller (75′ Posocco), Figliomeni. Allenatore: Auteri

Reti: 14′ Giannone, 52′ Riggio, 67′ De Risio, 69′ D’Ursi
Arbitro: Clerico della sezione di Torino

Note: Ammoniti Piana, Maita, Celiento. Recupero: 2′ p.t., 5’s.t.

da cronachedellacampania.it

9.10.18

Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.


Nella foto, tratta dalla piattaforma Eleven Sports, il momento del tiro di Parigi miracolosamente deviato dal portiere del Potenza

di NINO RUGGIERO
Si muove la classifica; ed è già tanto in tempo di vacche magre.

Contro un Potenza dai ritmi sincopati, la Paganese ha mascherato bene le proprie manchevolezze (che ci sono sempre; non è che siano magicamente sparite!) e si è disimpegnata come meglio non avrebbe potuto. Anzi, a dire il vero, se mettiamo nel conto il vero e proprio miracolo compiuto dal portiere potentino sul tiro a botta sicura di Parigi sul risultato di uno a uno, si potrebbe dire che la squadra ha raccolto meno di quanto meritasse nel computo finale.

A distanza di una settimana, dopo l’avvilente e bruttissima esibizione in casa contro la Juve Stabia, l’allenatore Fusco a Potenza ha presentato una squadra più arcigna, più votata a contrastare l’avversaria di turno nella zona centrale del campo e a presidiare la zona a ridosso della difesa; lo ha fatto schierando Nacci al posto di Sapone, elemento notoriamente più portato alla regia, dando spazio anche a Gaeta.

Sempre tenendo presente la diversa caratura tecnica del Potenza, prendendo come pietra di paragone le squadre finora incontrate, vale a dire Rende, Siracusa e Juve Stabia, va detto subito che la Paganese la partita di domenica sera se l’è giocata da pari a pari e – a differenza delle gare giocate in precedenza – non è parsa mai in grande difficoltà.

Luca Fusco, da ex navigato e arcigno difensore avrà pensato che, in mancanza di qualche necessario rinforzo in difesa, qualcosa lo deve pur escogitare per dare maggiore protezione al reparto. Ecco spiegato lo schieramento più prudente che ha fatto dormire sonni meno agitati al portiere Galli, infilato purtroppo da un micidiale rasoterra del brasiliano Emerson che ha castigato la sua buona esibizione. La bravura di qualche avversario, purtroppo, non si può azzerare con mosse tattiche e bisogna dire che il gol di Emerson è ascrivibile a una vera e propria prodezza balistica; a questo aggiungeteci pure il favore di un terreno sintetico bagnato e quindi particolarmente ingannevole per un pallone che ha toccato terra a due metri dalla porta.

La partita vista a Potenza ci ha consegnato una Paganese più quadrata e meglio disposta tatticamente; diciamo, nel complesso, soprattutto più equilibrata. Nonostante una maggiore prudenza difensiva, l’attacco degli azzurro-stellati non se n’è stato con le mani in mano. Cesaretti (ottima la sua prova) è stato una vera spina nel fianco del Potenza denotando un buon momento di forma. Luca Fusco deve solo affiancarlo con un collega di reparto che sia in grado di accompagnare la sua esplosività e recepire le sue invenzioni che spesso tagliano in due le difese avversarie. Al momento uno solo tra Parigi, Cappiello e Alberti è candidato al ruolo di attaccante centrale, visto che la squadra si avvia a schierare una difesa con tre centrali e che per – motivi di equilibrio tattico – difficilmente Fusco schiererà più un attacco a tre punte.

Proprio la difesa a tre, composta attualmente da Diop, Piana e Acampora, rafforzata con due laterali chiamati a curare sia la fase difensiva che quella di proposizione del gioco sulle fasce, costituirà verosimilmente la base da cui ripartire nelle prossime gare.

Peccato che il giovane Diop, per il quale prevedo un buon futuro calcistico, domenica sera sia stato vittima della sua esuberanza e della sua ingenuità, facendosi espellere nel momento più delicato della partita; certa sarà la sua assenza nella prossima gara con il Catanzaro. Ma il calciatore, e credo presuntuosamente di non sbagliare, nel corso del campionato, potrà rappresentare una lieta sorpresa perché ha denotato di avere senso di posizione e padronanza del ruolo in una difesa schierata con tre centrali.

La gara con il Catanzaro di sabato prossimo dovrà confermare i progressi intravisti a Potenza. La caratura tecnica della squadra calabrese è di tutto rispetto, ma la Paganese – se vuole salvarsi, come nei programmi – non potrà più avere comportamenti reverenziali perché deve cominciare a fare punti anche con le cosiddette “grandi” del campionato.

Un tantino di fiducia forse è stata riacquistata, soprattutto da parte di chi domenica la partita l’ha vista e per sabato pomeriggio guarda a un risultato positivo. Ma, come dicevano gli antichi, “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com

8.10.18

La classifica dopo la quinta giornata.


Fusco finalmente col sorriso: "Prima del rosso speravo di vincerla".


Finalmente un sorriso per Luca Fusco. Dopo la partita col Potenza, il tecnico azzurrostellato è andato ad abbracciare singolarmente tutti i suoi giocatori, per festeggiare il primo punto in campioanto della Paganese

"Siamo contenti per il primo punto conquistato, abbiamo fatto una buonissima prestazione contro una squadra forte, con un buon organico. Abbiamo avuto una grande reazione dopo le prime tre sconfitte, lo spirito è quello giusto, ma bisogna lavorare ancora tanto. Faccio tantissimi complimenti ai ragazzi, hanno messo grande personalità in campo e sciorinato un buon calcio per più di un'ora in un campo difficile". Gli chiedono se considera giusto il pareggio. "Tutto sommato credo di sì. Abbiamo avuto le nostre possibilità e devo dire che, fino all'espulsione, speravo e pensavo di poterla vincere, in dieci abbiamo sofferto tanto, ci può stare, però va dato merito ai ragazzi di aver tenuto duro. Sono contento per la prestazione della squadra, c'erano 80-90 anni di differenza fra i nostri calciatori e quelli del Potenza. I ragazzi sono stati gagliardi ed aggressivi in fase di non possesso, abbiamo interpretato bene la partita"

Sull'altro fronte, deluso il tecnico del Potenza, Nicola Ragno

"Mi aspettavo una vittoria ed una partita con voglia e grinta da vendere. Non posso trovare alibi per una prestazione del genere. Siamo stati poco attenti sul gol della Paganese, che non dovevano prendere in quel determinato momento della gara. E' anche vero che in quattro gare è la prima volta che subiamo una rete da calcio da fermo. In questo momento dobbiamo restare tutti uniti mantenere la calma e servirebbe una vittoria per sbloccarci". 

Danilo Sorrentino
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Potenza-Paganese 1-1 - Buon pareggio e prova incoraggiante: arriva il primo punto stagionale.


Dopo tre sberle, arriva la prima carezza. La prova di "potenza" è arrivata per la Paganese, è stata una prestazione incoraggiante dopo tre prove decisamente opache nell'avvio di questo campionato. Oltre a stare bene in campo, a sapere cosa fare, la squadra azzurrostellata ha saputo anche reagire allo svantaggio maturato proprio all'inizio del recupero del primo tempo e non si è fatta scoraggiare neppure dopo l'espulsione di Diop quando mancavano ancora venti minuti al triplice fischio. Squadra che ha saputo soffrire, ha sprecato il vantaggio nel primo tempo ma anche il possibile 2-1 con Parigi prima del rosso al difensore senegalese. Certo, i limiti restano, non bastano una buona prova ed un pareggio contro una squadra comunque piena di lacune a cancellare i problemi. Il punto del Viviani, però, dà morale, anche per come è maturato. Gli abbracci a fine gara lo dimostrano. 

Pronti, via e Cesaretti rischia di sbloccare il risultato con una volee che sarebbe valsa un eurogol: parte alta della traversa. Il Potenza pareggia i legni con una carambola fra Alberti e Piccinni, ma è la Paganese a stare meglio tanto che ancora Cesaretti sfiora il vantaggio con una staffilata dal limite che Ioime manda in angolo. Nel finale cresce il Potenza che prima manca il gol con un colpo di testa di França e poi lo trova con un mancino vellutato di Emerson dalla lunga distanza. La Paganese non demorde e reagisce nella ripresa. Della Corte, al 7', manda fuori di poco il possibile 1-1 su cross di Scarpa. A pareggiare ci pensa, di lì a poco, Piana sugli sviluppi di corner: sul primo stacco Ioime è miracoloso, ma il difensore raccoglie il rimbalzo e pareggia. Sulle ali dell'entusiasmo, la Paganese potrebbe anche raddoppiare, ma Parigi da ottima posizione calcia addosso a Ioime, dopo che dall'altro lato Genchi aveva colpito il palo. Il rosso a Diop per doppia ammonizione potrebbe rappresentare un'altra beffa, invece la squadra di Fusco tiene botta fino alla fine e porta a casa il primo punto stagionale. 

MARCATORI: pt 46' Emerson; st 9' Piana

POTENZA (3-5-2): Ioime; Sales, Matino, Emerson; Coccia (26' st Guaita), Pepe (26' st Strambelli), Dettori (46' st Leveque), Piccinni, Giron (13' st Panico); França (13' st Salvemini), Genchi. A disp.: Breza, Mazzoleni, Caiazza, Matera, Fanelli, Coppola. All.: Ragno.

PAGANESE (3-5-2): Galli; Diop, Piana, Acampora, Tazza, Scarpa (26' st Carotenuto), Nacci, Fornito (26' pt Gaeta), Della Corte; Alberti (17' st Parigi), Cesaretti. A disp.: Cappa, Santopadre, Sapone, Garofalo, Della Morte, Gori, Verdicchio, Longo, Gargiulo. All.: Fusco

ARBITRO: Lorenzin di Castelfranco Veneto (Notarangelo-Vettorel)

NOTE: spettatori 4mila circa. Ammoniti: Tazza, Sales, Acampora. Espulso al 25' st Diop. Angoli 6-5. Recupero pt 3', st 4'

Danilo Sorrentino
© Paganesemania - Riproduzione riservata

2.10.18

A.A.A. difesa cercasi.


Freddi e impietosi numeri da bilancio: tre gare, zero punti, dieci gol incassati.
Quando in tre gare prendi dieci gol, a prescindere dai risultati, è chiaro come il sole che c’è qualcosa che non va.

Rimedi, cure, medicine? Nel calcio non c’è mai la ricetta giusta per arrivare a traguardi prefissati, anche se – è notorio – che per prima cosa è importante avere buona materia prima. La Paganese, che ha come unico obiettivo la salvezza, difetta parecchio in questo campo, ma lo si sapeva da tempo perché le casse non hanno mai permesso di arrivare a calciatori di spessore.

Ma anche in questo ci sarebbe tanto da dire, in quanto le poche risorse disponibili probabilmente andavano spese meglio. Ci si è affidati, purtroppo, al presunto fiuto di improbabili talent scout in tema di allestimento della squadra, fidando poi nella buona sorte e nel lavoro del proprio allenatore. Ma gli allenatori, si sa, non fanno miracoli. E non è il solito detto di poi; lo si sapeva da tempo che bisognava costruire una squadra tosta, sia pure solo per salvarsi.

Una volta, le squadre si costruivano dalle basi, un po’ come si fa con i palazzi. Prima le fondamenta, per dare sostanza alla squadra e per essere certi di poter contare su qualcosa di solido e affidabile. Lo facevano e lo fanno ancora tutte le squadre che hanno un progetto; ancora di più, se possibile, lo fanno le squadre che hanno programmi di minima e che già sanno di dover affrontare avversarie che non si pongono limiti di spesa e che hanno il portafoglio a mantice.

Oggi è la difesa, o, come si dice adesso, la fase difensiva della Paganese che lascia interdetti. Intendiamoci, a scanso di equivoci, i ragazzi schierati hanno la sola colpa di non essere ancora pronti e di aver bisogno di maturare esperienze. Ma non si possono affidare le importanti chiavi di una difesa a un manipolo di ragazzi pieni solo di buona volontà. Tanto di cappello alla bravura degli avversari quando vanno in gol con azioni irresistibili. Ma i gol incassati domenica contro la Juve Stabia suonano come atto di accusa sul reparto che, nei momenti di pressione offensiva avversaria, non riesce a disimpegnarsi con mestiere e autorevolezza. Del resto, dieci gol incassati in tre partite rendono meglio, più delle parole, l’idea della fragilità difensiva di cui la squadra soffre.

Nel calcio, quando un reparto, che dovrebbe dare certezze, barcolla, è tutta la squadra nel suo insieme che ne soffre. Qualcuno, più esigente, a ragione, starà pensando anche ad altre disfunzioni di carattere tecnico-tattiche emerse nelle tre gare disputate: ma è chiaro che quando mancano le basi da cui partire, quando mancano certezze difensive, altri problemi (che pure ci sono) vengono in sottordine.
Allora, che si può fare per cercare di raddrizzare la baracca?

Il rimedio ovvio c’è: ci vorrebbe qualche rinforzo, qualche svincolato di buona caratura, tra l’altro pure pronto per la bisogna. Con il materiale umano a disposizione, Fusco, mischiando le carte in un modo o in un altro, non potrà compiere miracoli; a lui addebito la sola colpa – nella fase iniziale di contrattazione – di non aver richiesto un paio di elementi di spessore in difesa, lui che è stato un difensore centrale di categoria superiore.

Il presidente Trapani e i suoi amici, se vogliono sperare di mantenere la categoria, devono pensare a un ulteriore sacrificio economico.

In caso contrario, bisogna solo sperare nelle improbabili qualità taumaturgiche del povero Luca Fusco e in qualche disavventura amministrativa delle squadre avversarie, tipo Matera e Reggina, che incorreranno nei fulmini della Lega per non aver prestato a tempo la dovuta fideiussione.
Ma possiamo stare a questo, per sperare nella salvezza?

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com

1.10.18

La Paganese vista da...Nocera! - C'è un momento per dire basta.

E' difficile scrivere e commentare - anche perchè c'è ben poco da commentare - un'altra sconfitta della Paganese, la terza consecutiva, la quinta considerando anche le due di Coppa Italia. Mister Fusco cambia modulo e qualche uomo, passando dal 4-3-3, marchio di fabbrica, al 3-5-2 ma non cambia il risultato: si continua a perdere e a prendere troppi gol, già dieci in tre partite, ben sette nelle due gare casalinghe. E' una squadra che ha giovani con dei limiti ed over sbiaditi, come ha dimostrato la gara con le vespe. Voler caricare però tutte le responsabilità e le colpe di questo disastroso avvio di campionato - una routine negli ultimi anni - sulla testa di allenatore e calciatori sarebbe ingiusto. C'è un momento per dire basta e solo mister Fusco saprà, se si proseguirà su questa strada, quando quel momento sia giusto certificarlo. Come sempre c'è una gerarchia di responsabilità che parte dal presidente in giù. E il vertice societario secondo me ha delle responsabilità strutturali che partono da lontano: la mia è sempre la stessa domanda che mi faccio e faccio a voi: "Perchè si continua a fare calcio in questo modo?" Mi sembra che questa domanda la feci al presidente Trapani già un anno fa e la risposta fu: "Ho promesso che con me la Paganese non fallirà mai!". Ma questo a cui stiamo assistendo non è forse un fallimento? Io penso di sì. Un fallimento del progetto tecnico ma soprattutto di quello passionale che ha portato alla fuga dal Torre, una dispersione di un migliaio di spettatori e di forze economiche e sponsor.

Ieri, prendendo il mio solito posto a destra della tribuna, non ho visto due miei amici che da sempre hanno sofferto e gioito, per la formazione azzurra. La loro assenza ha fatto rumore tra coloro che li conoscono e ciò deve far riflettere molto. La squadra di calcio è qualcosa che ti coinvolge, come tutte le passioni, ma da anni la Paganese non trasmette più queste senzazioni: è come una vecchia lampadina che è andata in tilt ma che poi, durante un playout, si riaccende improvvisamente per poi tornare nella sua condizione iniziale. Una squadra di calcio deve farti trepidare, poi perde, a volte vince, ma queste emozioni a Pagani da tempo non si vivono più. "Così non è più calcio, non è più la Paganese", mi hanno detto questi due innamorati della casacca azzurra che per la prima volta, negli ultimi quarant'anni e passa, hanno disertato il Torre che era il loro porto d'emozione domenicale. Penso che l'amore del presidente Trapani verso questa sua creatura si stia trasformando in un boomerang, allontanandolo dalla realtà. A volte le decisioni dastriche sono le più dolorose ma anche le più giuste. Forse se al termine del campionato scorso avesse lasciato la società, dopo averla ancora una volta condotta alla salvezza, ci sarebbe stata una presa di coscienza generale del problema solo accennato a gennaio del 2018 in quella famosa conferenza stampa. Dopo quella conferenza stampa, in cui la società annunciava le difficoltà della gestione di una società in serie C, si doveva aver il pugno fermo pensando al distacco. Così non è stato e si va avanti con un progetto inadeguato e che non porta a soluzioni. Così si mortifica la propria passione e l'amore dei tifosi verso questa maglia, umiliata e maltrattata ogni settimana dalle formazioni avversarie, che si sta trascinando mediocremente verso un futuro ancora più incerto che ha un'unica certezza nel presente: l'ultima posizione a zero punti in classifica.

Peppe Nocera
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Anche la Juve Stabia passeggia al Torre (1-3).


Altra sconfitta pesante, altri orrori difensivi. Il Torre si conferma terra di conquista per la Juve Stabia che, dopo quaranta minuti sostanzialmente equilibrati, indirizza la partita in meno di due minuti approfittando di una dormita della squadra azzurrostellata. Canotto nella ripresa arrotonda (già a 10 gol subiti la formazione di Fusco dopo tre giornate), Parigi accorcia quando è già troppo tardi. Sabato, a Potenza, c'è già una prima sfida cruciale contro l'altra formazione a secco di successi.

Fusco stravolge la Paganese, dopo le due sconfitte di fila e adotta il 3-5-2, in cui le novità sono Diop e Cappiello, che è il terminale offensivo di un attacco completato da Cesaretti. Gli azzurrostellati ci mettono grinta e determinazione, in alcuni situazioni rinunciano anche a costruire la manovra da dietro quando non è necessario. Qualche ripartenza poteva essere sfruttata meglio da Cappiello e Cesaretti, ma la formazione di casa dimostra di essere in partita. La Juve Stabia, da grande squadra qual è, attende il momento giusto, cresce col passare dei minuti e poco prima dell'intervallo piazza l'uno-due che tramortisce la Paganese. In meno di due minuti, i gialloblù si portano sul doppio vantaggio. Prima è Mezavilla, sugli sviluppi di un angolo, a battere Galli. Poi è Canotto, dopo un errore sul calcio d'inizio, ad involarsi verso l'area e superare il portiere azzurrostellato in diagonale. 

Ad inizio ripresa subito una novità per la Paganese. Fusco getta nella mischia Della Morte, elemento con caratteristiche offensive, per provare a rientrare in partita. Ma se non fosse per la punizione telefonata di Cesaretti, per Branduani sarebbe stato un pomeriggio di tranquillità. La Juve Stabia gestisce il doppio vantaggio e affonda il colpo al 26', sull'asse Carlini-Canotto. Azione costruita sulla destra, l'ex Frosinone inventa per l'esterno offensivo che supera Galli e firma la sua doppietta personale. In pieno recupero, tanto bello quanto inutile il gol di Giacomo Parigi, che non rende neppure meno amara la sconfitta.

MARCATORI: pt 42' Mezavilla, 43' Canotto; st 26' Canotto, 48' Parigi

PAGANESE (3-5-2): Galli; Diop, Piana, Acampora; Tazza, Fornito, Sapone (28' st Alberti), Scarpa (28' st Nacci), Della Corte (1' st Della Morte); Cappiello (1' st Parigi), Cesaretti. A disp.: Cappa, Santopadre, Gaeta, Garofalo, Carotenuto, Gori, Longo, Gargiulo. All.: Fusco

JUVE STABIA (4-3-3): Branduani; Vitiello, Troest, Marzorati, Allievi; Mezavilla (42' st Lionetti), Calò, Carlini (33' st El Ouazni); Di Roberto (27' pt Elia, 33' st Sinani), Paponi, Canotto (42' st Stallone=. A disp.: Venditti, Cotticelli, Schiavi, Vicente, Castellano, Dumancic, Aktaou. All.: Caserta

ARBITRO: Meleleo di Casarano (Falco-Palermo)

NOTE: spettatori 600 circa. Ammoniti: Cappiello, Mezavilla, Troest, Sapone. Recupero: pt 2’; st 3’. 

Danilo Sorrentino
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