26.9.18

La classifica dopo la terza giornata.


Come la mettiamo? Il commento di Nino Ruggiero su Siracusa-Paganese 3-1.


Nella foto, tratta da Eleven Sports, il gol realizzato da Della Corte allo scadere del tempo.

Fate finta di non aver sentito le dichiarazioni finali di Fusco nel dopo partita con il Siracusa. Se siete stati a Siracusa, o se avete guardato la partita sulla piattaforma di Eleven Sports, starete più in pace con quello che avete visto con i vostri occhi. Avete visto bene, con gli occhi di chi ama i colori della propria squadra ma sa anche riconoscere che il tifo a tutti i costi è una cosa, mentre la realtà è un’altra.Per quelli che invece hanno avuto solo spifferi di notizie sulla partita e hanno avuto contezza di un freddo e deludente risultato, va detto subito che la Paganese non è stata quella disastrosa vista in casa contro il Rende, ma non è stata nemmeno la squadra che si attendeva di vedere all’opera per un riscatto immediato.

La partita di Siracusa doveva chiarire tanti dubbi emersi nella prima al “Marcello Torre”. Ne ha chiarito ben pochi. La squadra azzurro-stellata è parsa ancora una volta fragile nella fase difensiva e non ha potuto contare nemmeno sulla solita buona prova di Galli, chiaramente in giornata negativa.
Sette gol incassati in due gare pesano come un macigno nell’economia di una squadra che deve salvarsi. Le squadre che lottano per un traguardo di minima hanno bisogno di avere una propria identità; possono anche avere manchevolezze in attacco, per quello che riguarda la fase offensiva, ma in difesa devono farsi rispettare. E la Paganese, proprio in difesa, lascia parecchio a desiderare…
Qualche nota positiva è venuta dalla prestazione gagliarda di Gaeta nella zona di centrocampo e da qualche spunto di classe di Fornito, autore, tra l’altro, del passaggio che ha messo Della Morte solo davanti al portiere aretuseo sul risultato di uno a zero. Nel calcio, con i “se” e con i “ma” non si va da nessuna parte; resta il fatto, però, che proprio il gol mancato avrebbe potuto indirizzare diversamente la partita. Ma siamo nel campo dell’immaginario e della fantasia che agli appassionati di una squadra di calcio non manca mai.

Di certo a Siracusa si è vista una Paganese con poca personalità e che deve recitare il “mea culpa” per quello che non è stata in grado di esprimere. Detto per inciso, alcuni giovani che compongono la squadra avranno sicuramente un futuro perché la sostanza c’è; ma dovranno maturare le esperienze che di solito si acquisiscono giocando in un torneo impegnativo. I giovani – è storia vecchia – devono avere guide importanti in campo; modelli a cui ispirarsi. La sola qualità tecnica non basta per emergere e per portare benefici alla squadra che li schiera. Prendete, ad esempio, la Juventus B che milita nel girone A della serie C: anche domenica ne ha preso tre di palloni pur avendo in squadra giovani di sicuro avvenire che però mancano di punti di riferimento che di solito vengono costituiti da elementi esperti e navigati.

Non conosco i piani della società azzurro-stellata per quello che riguarda un eventuale rafforzamento della squadra, e non so nemmeno se Fusco sia contento della “rosa” che ha a disposizione; ma il solo fatto che quest’ultimo, a fine partita, abbia manifestato compiacimento per la prova dei suoi ragazzi, mi lascia molto perplesso.

Nessun appunto, sia chiaro, per quello che riguarda l’impegno e l’abnegazione messo in campo dai ragazzi in maglia azzurro stellata; ma sul rendimento e sull’efficienza ci andrei cauto. Anzi dovrebbe essere lo stesso Fusco ad analizzare – cercando di risolverli – i problemi difensivi di cui la squadra soffre oltre ogni comprensibile misura.

E domenica arriva al “Marcello Torre” anche una rivale di sempre: la Juve Stabia, che ha un organico di prim’ordine.

C’è un brivido che percorre la schiena di coloro i quali sono rimasti fedeli alla “stella”; e non è il vento di tramontana che da qualche giorno imperversa in questa valle di lacrime…

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com

La Paganese vista da...Nocera! - Un film horror già visto.

Con una settimana di ritardo ritorno a "Vedere La Paganese da Nocera" e non è un bel vedere. E' un film horror già visto, purtroppo, che si ripete come un sequel. Sinceramente - e lo dico con estrema tranquillità - non mi sorprendo più di tanto ma il ruolo mi obbliga a commentare qualcosa che sta diventando anche noioso e che ha portato allo smarrimento della passione di molti, compresa la mia. In questo film s'inseriscono tre attori principali: la società, la squadra e la tifoseria.

LA SOCIETA': La mia non meraviglia parte da lontano, da una chiacchierata che ebbi con il presidente Trapani, circa un anno fa quando, alla luce di un avvio di stagione simile, riflettavamo sullo stato delle cose in casa Paganese. Gli dissi che ormai non aveva più senso fare calcio in questo modo, pur apprezzando gli sforzi e la riconoscenza per quello che stava facendo da quindici anni, sottolineando l'impossibilità di un cambiamento di rotta e quindi di obiettivi. Cari amici, tifosi della Paganese, mettettevi e mettiamoci tutti, l'anima in pace: questo passa il convento e questo passerà sempre con l'attuale società. La mia non è una critica, anzi, è solo la constatazione reale delle forze che sorreggono questa squadra. Non dimentico un passaggio dello stesso presidente nella conferenza stampa dello scorso gennaio, quando annunciando le difficoltà che attraversava la società nel portare avanti le sorti della squadra disse: "Se riuscirà a salvarsi la Paganese e non usciranno nuovi acquirenti, resterò al comando ma sarà sempre più difficile, restando così le cose, conservare la categoria". E allora? Di cosa ci lamentiamo? Parliamo tanto per farlo. Il presente ed il futuro della Paganese saranno sempre questi se non peggio - diciamolo chiaramente - perchè non ci sono possibilità di cambiare le carte in tavola con questa proprietà. Solo con un cambio al vertice, che non ci sarà, e forze economiche fresche, che non ci sono, si potrebbe immaginare una nuova struttura societaria con dei progetti nuovi e più ambiziosi, forse. In caso contrario, per chi vuole, bisogna accontentarsi di ciò.

LA SQUADRA: "Quanto spendi così appendi" dice un vecchio detto (anche se a leggere i risultati della Casertana pure questo detto non sussiste). In generale, se una squadra per tre quarti è costituita da giovani di belle speranze senza un minimo d'esperienza di categoria, è logico che hai di queste partenze. Anche la squadra, su cui leggo commenti duri e forse a volte ingenerosi, ha colpe sino ad un certo punto in quanto le colpe partono sempre dal portafogli che si mette a disposizione del ds di turno. Poi si può disquisire sulla progettualità, che alla Paganese in quindici anni non c'è mai stata, gravissima colpa di questa società, ed allora si va avanti alla giornata con i giovani da valorizzare di cui da un anno all'altro non ricordo nemmeno più i nomi visto il viavai, tra ritiro e ribaltoni di mercato. Se si deve puntare sui giovani si punti su giovani di proprietà, come mi diceva un mio amico malato di Paganese che non so se domenica vedrò in tribuna dato il suo totale scoramento verso i colori azzurri come tanti, per creare una base. I numeri come sempre non smentiscono e questa Paganese è partita anche peggio di quella dello scorso anno che alla seconda giornata, aveva già sostituito un allenatore, ma dopo la sconfitta interna con il Bisceglie aveva espugnato il San Vito-Marulla di Cosenza. L'avvio è sconfortante. Due partite di Coppa Italia e due di campionato: quattro sconfitte, con dieci gol subiti e tre realizzati, di cui un rigore e due da altrettanti difensori. Siamo all'inizio, la squadra e l'allenatore sono nuovi ma i problemi sono quelli dell'anno scorso se non aumentati. La difesa, dai numeri che emergono in queste prime due gare di campionato, fa tremare i polsi e non poteva essere altrimenti dato che è un reparto costituito dalle riserve della passata stagione (Tazza e Acampora) più Della Corte e Piana, una difesa che lo scorso anno fu la seconda peggiore di tutto il campionato. Mi auguro che Acampora diventi il nuovo Maldini e la società monetizzi con una sua cessione, Tazza il nuovo Bergomi, Della Corte il nuovo Maldini e Piana segua le orme di Nesta ma al momento imbarchiamo acqua come in un colabrodo. A centrocampo aspettiamo di vedere, forse un giorno, Musacci, per ora è stato solo avvistato in infermeria. In attacco se Della Morte, solo a due centimetri, dalla porta prende il portiere, pur essendo giovane, significa che abbiamo problemi anche lì. Dunque se si beccano gol a grappoli e gli attaccanti non segnano forse siamo sulla cattiva strada. Con il tecnico Luca Fusco sinceramente - forse avrò visto un'altra partita - non mi trovo d'accordo con l'analisi del post gara. Ha fatto i complimenti alla squadra, forse per non demoralizzarli, ma il credo calcistico che sta inculcando, seppur con un'idea di base, per ora è poco produttivo ed alla fine le partite, come dice la storia del calcio, le vincono chi fa un gol più dell'avversario. E' un gioco fatto di tocchi e tocchetti fine a sè stesso. Sicuramente avrà visto sviluppare meglio la manovra rispetto alla gara con il Rende, da ciò i complimenti, ma questo Siracusa non è il Rende. La squadra svolge il compitino che ha imparato ma non punge, una manovra elementare che si riduce a far girar palla e che poi s'arena ai sedici metri dove manca qualità. Quella che c'è viene spedita in panchina, Scarpa, con lo stesso tecnico che si contraddice quando prima fa menzione della poco esperienza in campo con tanti under poi lascia fuori uno dei pochi elementi di qualità della squadra. Con mister Fusco, che stimo per la caparbietà e la voglia di emergere lavorando sodo, mi trovo in disaccordo per la seconda gara consecutiva nella valutazione di alcune situazioni tattiche. Dovrà avere spalle larghe per incassare critiche che già piovono sui social e qualcuno invoca già le dimissioni ed è il prezzo da pagare per chi fa questo mestiere in una situazione così difficile. Non arriveranno nè le dimissioni, nè tantomeno ingiusti esoneri repentini perchè entrambi le parti sanno cosa hanno messo a disposizione l'uno dell'altro e si andrà avanti sperando un po' nelle disgrazie altrui e nel vento che possa cambiare.

LA TIFOSERIA: Anche quest'anno sono sicuro che vincerà sulle altre componenti del giocattolo azzurrostellato per distacco. Encomiabile la rappresentanza in curva al De Simone di Siracusa in un giorno infrasettimanale, non smettendo mai di cantare ed incitare la maglia azzurra. Anche quest'anno ci sarà da soffrire, ingoiare bocconi amari ma loro saranno al loro posto chiedendo solo impegno e sudore per la maglia. All'altra parte, quella che si dispera sui social, dico che è tutto inutile. Scusate il mio essere cinico e distaccato sull'argomento nell'individuare di chi sono le colpe: della squadra che è scarsa o dell'allenatore che non doveva accettare l'incarico, della società che non compra i calciatori ed avrà le sue ragioni, semplicemente non li può comprare, perchè di anno in anno vedo sempre le stesse discussioni. Stasera quasi volevo fare copia e incolla con un articolo che ho scritto un anno fa di questi tempi: non avrei perso tempo, si dicevano le stesse cose. Quelli invece che non seguono più la Paganese...li capisco. E' uno spettacolo di basso livello, ma io non riesco a non seguirla. Nonostante tutto, è sempre la Paganese. Forse sbiadita, più piccina, cenerentola già da stasera del girone C della serie C. Ma è sempre la mia Paganese
  
Peppe Nocera
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25.9.18

Altro che reazione... a Siracusa arriva un'altra batosta per la Paganese (3-1).


La Paganese che cercava il riscatto, dopo la debacle casalinga con il Rende, subisce un'altra batosta. Fusco voleva una prova importante, ma è rimasto deluso come i circa trenta sostenitori che si sono sobbarcati una delle trasferte più lunghe del campionato. La squadra azzurrostellata ha giochicchiato, ha provato il palleggio ma è stata inconsistente in zona gol. E se a questo ci si aggiungono disattenzioni difensive generali il mix diventa letale. Il Siracusa, squadra cinica ma tutt'altro che trascendentale, ha ringraziato e, dopo aver trovato il vantaggio dopo dieci minuti, ha atteso l'ultimo quarto d'ora per piazzare il colpo del ko con Federico Vazquez. Della Corte, al 90', ha accorciato inutilmente le distanze. 

E' un pasticcio di Galli ed Acampora a spianare subito la strada al Siracusa. Sull'angolo di Rizzo i due si ostacolano a vicenda, lasciando la porta sguarnita per Catania che in girata porta in vantaggio la formazione siciliana. L'inizio è da horror, visto che la Paganese cestina anche l'occasione che ha per pareggiare subito. La retroguardia aretusea valuta male i tempi d'attuazione della tattica del fuorigioco, Fornito inventa per Della Morte che però calcia debole e male addosso a Messina. Un errore incredibile per il giovane ex Pro Vercelli, apparso fra i più in ombra dei suoi a dimostrazione di una catena di destra che si attiva poco e male. Cesaretti è un predicatore nel deserto in una Paganese che prova a gestire il possesso palla ma è piena di lacune e priva di idee dalla metà campo in su. Il Siracusa non fa nulla per legittimare il vantaggio, sebbene al 24' sfiori il raddoppio con Vazquez che dalla distanza colpisce il palo. 

Qualcosa di diverso, almeno nello spirito, si intravede nel secondo tempo anche se c'è poco costrutto nella manovra della Paganese. Il Siracusa continua ad amministrare e si affida ai calci piazzati per provare ad arrotondare il risultato: al quarto d'ora Turati di testa sfiora il palo. Le prime mosse di Fusco sono gli ingressi in campo di Scarpa e Cappiello, che non producono comunque cambiamenti. L'ex attaccante della Gelbison protesta per un presunto fallo subito in area di rigore, sul capovolgimento di fronte Galli chiude lo specchio a Catania. Il gol è comunque nell'aria per il Siracusa, tanto che arriva dopo appena due minuti: Vazquez, dopo un errore in uscita di Acampora, da distanza siderale s'inventa una conclusione che non dà scampo al portiere azzurrostellato. L'attaccante argentino, a dieci dalla fine, trova anche il tris dal dischetto, spiazzando Galli che poco prima aveva atterrato Catania, sfuggito alla marcatura di Piana. Vale solo per le statistiche il gol all'inizio del recupero di Della Corte. In due partite due gol fatti, a firma dei terzini. Anche questo la dice lunga sulle potenzialità offensive della Paganese

IL TABELLINO

MARCATORI: pt 11' Catania; st 27' e 34' rig. Vazquez, 45' Della Corte

SIRACUSA (3-4-2-1): Messina; Di Sabatino, Turati, Orlando (36' st Bertolo); Del Col, Palermo (36' st Mustacciolo), Tuninetti, Daffara; Catania (35' st Celeste), Rizzo (12' st Gio. Fricano); Vazquez. A disp.: Gomis, Genovese, Boncaldo, M. Diop, Mattei, Da Silva, Gia. Fricano, Fruci. All.: Raciti-Pagana

PAGANESE (4-3-3): Galli; Tazza, Piana (42' st I. Diop), Acampora, Della Corte; Fornito, Sapone, Gaeta (22' st Scarpa); Della Morte (46' st Verdicchio), Parigi (22' st Cappiello), Cesaretti. A disp.: Cappa, Santopadre, Nacci, Punzi, Garofalo, Carotenuto, Alberti, Longo. All.: Fusco

ARBITRO: Donda di Cormons (Segat-Lazzaroni)

NOTE: spettatori 1500 circa. Ammoniti: Piana. Angoli 4-4. Recupero pt 0', st 4'

Danilo Sorrentino
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18.9.18

Paganese-Rende 1-4: il commento di Nino Ruggiero.


Riprendere a scrivere di Paganese, dopo l’estate: è una parola!

Ci provo, anche perché, sollecitato da più di un amico – fedele lettore delle mie note sportive – che risiede fuori dalla nostra città, non posso tirarmi indietro. Scrivo da anni immemorabili di calcio, soprattutto della Paganese; fin dal campionato 1965-65 quando la squadra annoverava tra le sue fila grandi calciatori come il difensore Elio Grappone, il centrocampista Osvaldo Mancuso e il centravanti Italo Tramontano. Ho vissuto anni intensi come cronista, testimone oculare di tante promozioni e – ahimè! – anche di qualche inevitabile momento negativo della compagine azzurro-stellata.

Provo a scrivere dell’attuale Paganese, dopo aver a lungo rimuginato, e rivisto, più che altro mentalmente come in un film di orrore, le immagini eloquenti di una partita senza storia. Brutta Paganese, anzi bruttissima, al di là di ogni pessimistica previsione della vigilia.
Della gara, l’unica nota positiva da riportare è la dimostrazione del tifo organizzato in curva che non ha lesinato il proprio incoraggiamento alla squadra fino all’ultimo minuto.

Il Rende è sembrato squadra di altra categoria, tanto evidente è stata fin dai primi minuti di gioco la differenza di ritmo di gioco messo in mostra dalla squadra calabrese nei confronti di un gioco compassato ed esitante dei ragazzi in maglia azzurro-stellata. Erano talmente assatanati i calciatori del Rende che per una buona mezzora, oltre ai calci d’angolo collezionati in serie, in campo si sono visti solo loro. Non è una esagerazione; per oltre trenta minuti la Paganese non è stata in grado di sviluppare una sola azione di gioco che sia una, non dico in area di rigore avversaria, ma nemmeno di centrocampo. Lo dico per inciso, a quelli della mia generazione: avete presente un giradischi, di quelli che si usavano una volta per far suonare dischi in vinile? Il “suono” sviluppato dalla manovre del Rende era a “78 giri”, mentre quella della Paganese era uno stanco “33 giri”.

Giornata storta? Impatto traumatico con la realtà? Non lo so. So solo che il Rende è una squadra di categoria, allestita per rimanere in serie C e che Francesco Modesto è al suo primo anno da allenatore. Questo per dire subito – a scansi di equivoci – che un allenatore se è bravo lo è sempre, a prescindere dalle esperienze maturate.

Piuttosto qualche considerazione di ordine tecnico/tattico sull’attuale Paganese va fatta. Partiamo dal fatto, incontrovertibile, che la società deve fare i conti con un bilancio sempre difficile da far quadrare. Questo va tenuto sempre presente perché sarebbe facile e qualunquistico affermare che la squadra ha bisogno di essere rinforzata. Sappiamo tutti che in serie C ci sono società che hanno il portafoglio a mantice, così come sappiamo – e dovremmo sempre tenerlo a mente – che la Paganese non può e non deve fare il passo più lungo della gamba. Però una cosa va detta e l’ho sempre sostenuto: una squadra che si rispetti – a prescindere dalle mire – deve avere una sua ossatura di base. Deve cioè avere quei quattro/cinque elementi di esperienza, già collaudati, in grado di dare sostanza e nerbo alla squadra, anche nei momenti critici. Se si escludono Scarpa, Cesaretti e Musacci (che nessuno ha visto ancora all’opera), non mi pare che la squadra possa vantare una spina dorsale di affidamento.

La mia impressione, da quello che ho visto domenica sera, è che vada urgentemente sistemata la fase difensiva perché è la difesa che, alla prima uscita, ha denotato incertezze paurose priva com’è stata anche di un efficace filtro a centrocampo. Il Rende ha giocato la sua onesta partita, anche se è sembrata una squadra di marziani; c’erano giocatori che sgusciavano da tutte le parti, come anguille impazzite alla vigilia di Natale. Una buona squadra senz’altro, ma nemmeno può essere considerata come una delle migliori del campionato. Allora – come diceva il buon Armando Curcio in una delle sue riuscite commedie, tra altro interpretata Peppino De Filippo – “I casi sono due”: vale a dire o è il Rende che è una grande squadra o è la Paganese che è ancora alla ricerca di una sua identità. Per quello che ci riguarda da vicino, la commedia potrebbe anche avere un terzo caso: che cioè siamo solo all’inizio e che Fusco deve prendere maggiore consapevolezza sulle qualità degli uomini a sua diposizione.

Voglio sperare che sia così.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com

17.9.18

Top & Flop di Paganese-Rende.

Si è chiusa poco fa la sfida del "Torre" tra Paganese e Rende, valida per la 1^ giornata del Girone C: 1-4 il finale.
Un primo tempo dove il Rende mette subito in chiaro il dominio che dura circa una mezz'ora, a cospetto di una Paganese che non perviene per i primi trenta minuti, ma è brava poi a sfruttare l'unica disattenzione ospite: al 32', infatti, Sapone recupera un prezioso pallone e serve Fornito che apre verso Scarpa bravo a vedere in gioco Tazza che con un piatto destro mette la sfera sotto la traversa: difesa biancorossa immobile. Cresce un minimo la truppa di casa, ma è il Rende che chiude in avanti, non sazio dei due gol: dopo un avvio in pressing fatto di continui calci d'angolo, al 13' Awua conquista una punizione, con Franco che va alla battuta e con il destro a fil di palo indovina l'angolino, mentre al 20' una grande triangolazione tra il centrocampista nigeriano e Giannotti è propizia proprio per Awua, che batte Galli in scivolata.
La ripresa, nella sostanza, inizia al 9', quando Giannotti dalla destra mette in moto Rossini con un tiro-cross sul quale Galli con una provvidenziale parata di istinto devia il pallone in angolo. Si ripete al 12' chiudendo la strada a Franco, ma il portiere azzurrostellato niente può al 15' quando Vivacqua mette in moto Blaze bravo a vedere Rossini che non fallisce il tap in da pochi passi: e la Paganese sparisce di nuovo dal campo. Il Rende ha invece in più di una circostanza l'occasione del vantaggio, ma c'è dell'imprecisione sotto porta, anche se il poker non manca e arriva al 35': parte in contropiede Vivacqua, che si porta quasi sul fondo da dove mette in mezzo per Rossini, che, a porta sguarnita e lasciato solo da tutta la retroguardia locale, coglie prima la traversa, ma sulla ribattuta di testa non sbaglia. E la partita è chiusa. 

Ecco i migliori e i peggiori del match:

TOP

Nessuno tra le fila della Paganese:
Galli qualche miracolo lo compie, e Scarpa fa valere l'esperienza e la tattica, ma il tutto solo in alcuni frangenti. Del resto della squadra, salvo rarissimi spunti, ci si accorge più che altro perché in campo effettivamente ci sono 22 uomini (arbitro escluso) con due mute da gioco diverse: considerando che undici biancorossi sono quelli del Rende, è scontato che i restanti, tutti azzurri, siano i campani. NON PERVENUTI

Awua (Rende): il centrocampo biancorosso è il reparto che brilla maggiormente, e tra tutti spicca il giovane nigeriano, alla sua terza gara tra i professionisti. L'impatto che ha sul match, al di là del gol, è devastante, perché è bravo nei contrasti, ha senso della posizione e dello sviluppo del gioco, oltre che ottima visuale del campo: buone triangolazioni lo dimostrano. ALTO IMPATTO

FLOP

I primi 30' del primo tempo (Paganese)
: la prova dei campani è da rivedere per intero, non ha offerto alcun prezioso spunto ma solo difetti sui quali lavorare duramente, ma la prima mezz'ora di gioco è la parte peggiore del tutto, la più emblematica: semplice da definire, la squadra di Fusco si dimentica di essere in campo, proprio non pervenuta. Niente da segnalare sul fronte azzurrostellato, se non l'atroce sofferenza sul pressing asfissiante degli ospiti. MOLTO MALE

Nessuno tra le fila del Rende: indubbio merito degli uomini di mister Modesto, ben collaudati e assestati in tutti i reparti, ma del suo lo mette pure la Paganese, che spiana il terreno a una squadra comunque già naturalmente ostica e determinata. Difficile definire meriti di uno e demeriti dell'altro, a ogno modo i biancorossi sono tutti promossi. BENE LA PRIMA!

Da www.tuttoc.com

Paganese-Rende 1-4: comincia nel peggiore dei modi il campionato azzurrostellato.


Una sconfitta umiliante all'esordio per la Paganese. Il Rende passeggia al Torre e asfalta gli azzurrostellati per 4-1. Illusorio il 2-1 di Tazza siglato alla mezz'ora dopo il doppio vantaggio firmato da Franco e Awua. Nella ripresa la doppietta di Rossini ha permesso ai biancorossi di dilagare. Davvero scialba la prova degli azzurrostellati, contro una squadra apparsa più in palla, tatticamente e fisicamente.
Le buone sensazioni avute nella pre-season (almeno in termini di idee) vengono subito sgretolate da un avvio di partita tutt'altro che convincente per la Paganese. Il Rende ha il predominio della partita, arriva prima su tutti i palloni, ci mette più grinta e in scioltezza si presenta a più riprese in area di rigore azzurrostellata. Dopo venti minuti la gara sembra già indirizzata. La punizione di Franco dal limite e l'inserimento di Awua sono coltellate nella difesa della Paganese, apparsa in difficoltà. La squadra di Fusco stenta a costruire azioni degne di nota, anche a causa della fragilità di Sapone in cabina di regia e l'assenza di Cesaretti in attacco si vede eccome. Dal nulla, però, emerge il gol della speranza della Paganese, che porta la firma di Tazza. Palla persa in uscita dai biancorossi, Fornito inventa per Scarpa che confeziona l'assist per il terzino, tutto solo sul secondo palo. 

La ripresa si apre con una ghiotta chance per i biancorossi calabresi, con Galli che si supera su Rossini mentre non può nulla poco più tardi sul tap-in dell'attaccante del Rende. Galli salva ancora in un paio di occasioni la formazione azzurrostellata, che capitola definitivamente al 35' ancora sotto il colpo di Rossini che, dopo aver colpito la traversa, ribadisce a porta sguarnita. Tutte le mosse di Fusco sono state vane, ci sarà da lavorare in questi dieci giorni prima del ritorno in campo col Siracusa

IL TABELLINO

MARCATORI: pt 13' Franco (R), 20' Awua (R), 32' Tazza (P); st 15' e 35' Rossini (R)

PAGANESE (4-3-3): Galli; Tazza (19' st Carotenuto), Piana, Acampora (36' st Diop), Della Corte; Fornito, Sapone, Nacci (16' st Gaeta); Della Morte (36' st Verdicchio), Parigi (19' st Alberti), Scarpa. A disp.: Cappa, Santopadre, Cappiello, Punzi, Garofalo, Amadio, Longo. All.: Fusco

RENDE (3-4-3): Savelloni; Germinio, Minelli, Sabato; Godano (28' st Viteritti), Franco (40' st Cipolla), Awua, Blaze; Giannotti (38' st Gigliotti), Rossini (39' st Actis Goretta), Vivacqua. A disp.: Palermo, Borsellini, Maddaloni, Sanzone, Di Giorno, Laaribi. All.: Modesto

ARBITRO: Chindemi di Viterbo (Fontemurato - Salama)

NOTE: spettatori 800 circa. Ammoniti: Sapone, Franco. Angoli 0-9. Recupero pt 1', st 5'
Danilo Sorrentino

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13.9.18

Riparte il campionato: esordio al Torre con il Rende. Nel primo trimestre si giocherà di sabato.

Sarà il Rende la prima avversaria della Paganese. Così è stato stabilito questa mattina in Lega, dove sono stati composti i calendari in seguito alla sentenza del Coni di ieri che ha confermato la Serie B a 19 squadre. Gli azzurrostellati, inseriti nel girone C che sarà a 19 (l'unico dispari della terza serie), debutteranno contro i calabresi nel prossimo fine settimana. Il giorno indicato dalla Lega è mercoledì 19 settembre ma le società possono anche decidere di anticipare a domenica, lunedì o martedì. Bisognerà comunicarlo entro domani alle 12.

La Paganese osserverà il proprio turno di riposo alla seconda giornata, per poi disputare la prima sfida in trasferta nel primo turno infrasettimanale a Siracusa martedì 25. La domenica successiva ci sarà il primo derby stagionale, in casa con la Juve Stabia, mentre gli altri due ci saranno alla 12esima e alla 13esima giornata, rispettivamente con la Cavese e con la Casertana. Ultima giornata (andata il 26 dicembre in trasferta, il ritorno il 5 maggio in casa) con la Viterbese.
Confermata anche per quest'anno l'alternanza fra i gironi. Il girone C giocherà di sabato da settembre a novembre, con orari d'inizio alle 14.30, 16.30, 18.30 e 20.30; di domenica nei restanti mesi (alle 16.30 o 20.30 da dicembre a febbraio, alle 14.30 o alle 18.30 da marzo a maggio).

Da www.paganesemania.it