25.9.23

La classifica dopo la terza giornata.



Giovani, sbarazzini e con un calcio d’avanguardia.

DI NINO RUGGIERO

Ci sono squadre che vengono costruite ogni anno per vincere e poi non vincono. Ci sono invece altre squadre che, senza clamori mediatici e favori del pronostico, si affermano, fanno parlare di sé e vincono pure.

Ci sono due tipi di aspettative. La numero uno è quella della piazza importante con dichiarate ambizioni di primato. In questo caso è chiaro come il sole che la tifoseria si aspetta sin da subito risultati concreti. “Quest’anno andiamo alla grande e non abbiamo badato a spese. Compriamo questo, prendiamo quest’altro che ha vinto tot campionati di categoria, mandiamo via chi lo scorso anno non ha reso per quello che è costato. Abbiamo un allenatore che ha vinto dovunque è stato“. Ci sono tutti gli ingredienti per vincere? Manca qualcosa? Sì, mancano le vittorie che tardano ad arrivare. La squadra balbetta, gioca a sprazzi; gli attaccanti falliscono gol che sembrano facili facili da realizzare. Allora cosa non va?

Il secondo tipo di aspettativa, la numero due, quella che ci interessa più da vicino, è rappresentata da una piazza che viene da anni di delusioni sportive e che ha dovuto, giocoforza, fare i conti con il bilancio societario. In questi casi, con budget limitati, si deve puntare su giovani e su calciatori che cercano il riscatto sportivo. Anni di delusioni portano a una malcelata accettazione della realtà da parte della tifoseria. Tutto quello che viene è ritenuto guadagnato.

Ci vorrebbe uno psicologo per sbrogliare il complicato discorso sulla mente umana. Quanto giocano le pressioni di una piazza su una squadra costruita per vincere? Probabilmente tanto, forse troppo. Rimedi? non si sa.

Pressione zero per una squadra come l’attuale Paganese affidata nelle mani esperte di Massimo Agovino. Tre partite, disputate rispettivamente contro Barletta, Nardò e Matera, hanno consegnato alla città una squadra giovane e sbarazzina al punto giusto; una squadra che gioca un calcio d’avanguardia e che fa strabuzzare gli occhi quando cala i suoi assi migliori sul tappeto verde. Non ci poteva essere una risposta migliore da parte della squadra azzurro-stellata che con prestazioni di buon livello sta confermando che nel calcio non sempre vince chi spende di più.

La massima però non deve essere presa per oro colato. Nel caso della Paganese, c’è tempo per valutare le potenzialità della squadra, il suo carattere e le sue risposte nel periodo lungo. Non è solo una questione di valori tecnico-tattici. Non bastano tre partite per fare grande una squadra. Allo stesso tempo, però, è il caso di salutare con legittimo orgoglio una banda di ragazzi che ha fatto fare pace con il calcio a tanti tifosi e appassionati che a fine gara con il Matera hanno avuto apprezzamenti che non si sentivano da anni.

Sogni e speranze non possono essere messe in gabbia, sia ben chiaro, ma bisogna procedere per gradi e tenere i piedi ben saldi per terra. Intanto complimentiamoci con Accardi e Agovino che hanno saputo scegliere elementi di buona qualità. Non era facile farlo – ecco il discorso delle aspettative – con pochi mezzi a disposizione. E oggi vediamo in campo una squadra ben equilibrata, sicura del fatto suo e che sembra giocare a occhi chiusi come un attore che si presenta sfrontato sul proscenio perché conosce a menadito la parte da recitare.

Della partita con il Matera vi dico solo che la squadra ha risposto alle aspettative. Se volete saperne di più sulle prestazioni dei singoli vi rimando alle pagelle.

Credo che nessuno sia in grado di anticipare il futuro. Resta la consapevolezza di poter dire che la squadra è in grado – in linea potenziale – di incidere tanto nel discorso complessivo di un campionato che annovera squadre di assoluto valore tecnico.
Agovino ci va cauto, e fa bene. Gli è stata chiesta la salvezza e lui giustamente conta i punti che mancano in tale ottica. Per altri obiettivi, ci vorranno conferme che arriveranno nelle prossime settimane, prima da Gallipoli e poi dall’incontro in casa con il Manfredonia.

Intanto una buona notizia: da domenica Agovino potrà nuovamente disporre di Faiello che ha scontato le tre settimane di squalifica. Un’arma in più per la squadra che potrà contare su un calciatore di assoluto valore. Non per niente gli è stata affidata la fascia di capitano.

da paganesegraffiti.it

La Paganese vista da...Nocera! - La bella gioventù di Mister Agovino.

Dopo il Barletta, cade anche il Matera e così la "piccola", riferendomi alla statura media dei calciatori, Paganese batte un'altra "grande" del campionato. Alzi la mano chi, alla stesura dei calendari, quest'estate avrebbe scommesso un euro sulla possibilità che gli azzurri di Agovino avessero, dopo tre giornate, sette punti in classifica, che potevano essere addirittura nove. Ovviamente mi ci metto anch'io tra gli scettici, soprattutto dopo aver visto all'opera la squadra nell'amichevole di Pompei. Non ebbi una buona impressione, tranne qualche spunto, contro una formazione d'eccellenza, anche se di rango, con gli azzurri che soffrirono pareggiando nel finale. Ora non salgo sul carro dei vincitori ma ammiro i vincitori!

Eravamo tutti consapevoli delle difficoltà del girone e non conoscendo appieno le potenzialità della squadra, eravamo in attesa delle prime prove ufficiali. Ma avevo una speranza, riposta verso la scelta del tecnico, di categoria, e da sempre additato come uno che "fa giocare bene le sue squadre". Dopo tre giornate di campionato ed una di coppa Italia, aldilà dei sette punti che possono arrivare anche per casualità o fortuna, questa squadra è bella da vedere. 

Il Matera come il Barletta ha dovuto così rimandare ancora, a futuri impegni a Pagani, la possibilità di espugnare il Torre, non sfatando quel tabù di 53 anni in cui ha raccolto sette sconfitte e sei pareggi. Il Matera, come il Barletta, ha subito la partenza a razzo di Langella, già rimpianto ad Angri, e compagni che sin dalle prime battute hanno sciorinato un gran calcio fatto di tagli, verticalizzazioni ed inserimenti delle mezz' ali che hanno consentito a Coquin di portare la Paganese in vantaggio. Se poi nel momento di maggior pressione ad inizio secondo tempo, una ripartenza mette in condizione Orefice di ubriacare il malcapitato Cipolletta, ancora sotto shock, ed infilare, dopo averlo superato, il portiere del Matera è naturale che scatti la standing ovation. Applausi per un gruppo di ragazzi che stanno facendo stropicciare gli occhi al pubblico paganese che da tempo non vedeva giocare così bene la propria squadra. Per questo non bisogna andare troppo indietro nel tempo e fermarsi già all'anno scorso. 

Come sempre, la difesa regge l'urto nei momenti delicati della gara grazie alla crescita costante di Galateofiore e di Esposito con il jolly De Feo che non fa più notizia. Questa bella gioventù è rappresentata dalla sorpresa Porzio e Ianniello, per parlare di 2005, che con le dovute proporzioni sembra ricordare la banda di sconosciuti che costituirono il Foggia di Zemanlandia una trentina d'anni fa. Che con i vari Signori-Baiano-Rambauti eccellenti terminali di un 4-3-3 delle meraviglie incantò in quel periodo l'Italia del pallone.  

Troppi complimenti? No! Tutti meritati per quello che ha fatto vedere questa Paganese ed il suo tecnico. Ora però come ogni vittoria va archiviata da domani. C'è una salvezza da conquistare ed altri punti da mettere in cassaforte preparando al meglio la trasferta in casa del Gallipoli.

Peppe Nocera - paganesemania.it

Foto Paganese Calcio

La Paganese vince e convince, Matera surclassato (Paganese-Matera 4-1)

Vince e convince la Paganese che al "Marcello Torre" supera con un netto quattro a uno il Matera. Una gara messa in discesa poco dopo il quarto di gioco dal solito Coquin e praticamente mai in discussione, se non per i primissimi minuti della ripresa, prima del due a zero di Orefice. Dopodiché accademia pura con il numero 10 azzurrostellato che triplica dagli undici metri prima del poker di Del Gesso. Solo in pieno recupero il gol del Matera. 

Agovino conferma per 9/11 l'undici di sette giorni fa col Nardò. In attacco torna ad indossare la maglia da titolare Mancino, dopo aver risolto il fastidio alla spalla, mentre in difesa esordio dal 1' per il 2005 Ianniello, preferito a Semonella, sull'out destro della difesa con De Feo dirottato sul versante opposto. 

Parte bene la Paganese che, nonostante il campo pesante per la pioggia caduta pochi minuti prima del fischio iniziale, fin dalle prime battute cerca di indirizzare la gara sul proprio binario mediante la solita costruzione dal basso ed il pressing alto nel recupero palla. Ed è proprio partendo dal basso e palla a terra che al 19' la Paganese passa: filtrante in profondità di Mancino a premiare la sovrapposizione di Ianniello sulla destra, cross basso al centro area del 2005 che trova il tapin vincente di Coquin per l'uno a zero. La reazione del Matera arriva dopo appena tre minuti con Russo che da calcio piazzato colpisce l'incrocio dei pali. Dopodichè nonostante la maggiore pressione degli ospiti, Pinestro non corre pericoli fino al 45'. 

Pericoli che, invece, arrivano in rapida successione ad inizio ripresa: prima Delvino (3') di testa sugli sviluppi di un angolo manda a lato e poi Lucas (6') che, servito dalla destra da Agnello, indisturbato da ottima posizione manda incredibilmente sopra la traversa. Gol sbagliato, gol subito ed all'8' la Paganese raddoppia: Langella è caparbio nel recuperare palla a centrocampo per poi imbeccare in profondità Orefice che, scattato sul filo del fuorigioco, salta Della Pina in uscita ed insacca il 2-0. Al quarto d'ora il Matera si rende nuovamente pericolosa su calcio piazzato con Ferrara che di testa colpisce il palo prima di capitolare pochi minuti dopo. Mancino recupera palla sulla trequarti, uno-due con De Feo in un'insolita proiezione offensiva sulla destra, con l'esterno azzurrostellato atterrato poi in piena area. Dal dischetto Orefice è glaciale per il tre a zero. Sulle ali dell'entusiasmo la Paganese cala il poker: Porzio pesca Del Gesso che si infila tra le maglie della difesa avversaria per il 4-0. In pieno recupero, dopo un palo colpito da Russo (40'), il Matera accorcia le distanze con Ferrara su calcio di rigore. 

Finisce cosò 4-1 e con la standing ovation del "Marcello Torre" per questa giovane ma convincente Paganese! 

IL TABELLINO 

MARCATORI: pt 19' Coquin; st 8' e 22' Orefice, 27' Del Gesso, 46' su rig. Ferrara 

PAGANESE (4-3-3): Pinestro; Ianniello (42' st Semonella), Galeotafiore (33' st De Franco), G. Esposito, De Feo; Del Gesso, Langella, Coquin (30' st Setola); Mancino (25' st Iannone), Orefice (35' st Trezza), Porzio. A disp. S. Esposito, Trezza, Caruso, Rocca, Perulli. All. Agovino 

MATERA (3-5-2): Della Pina; Pellegrini, Cipolletta, Delvino; Porro (1' st Gningue), Maltese (41' Cirio), Agnello, Lucas (28' st Carlucci)  Russo; Ferrara, Prado (28' st Di Palma). A disp. Paparella, Montanino, Macanthony, Persia, De Gennaro All. Panarelli 

ARBITRO: Fabio Franzò di Siracusa (Riccobene - Anile)
NOTE: Spettatori 1500 circa. Ammoniti: Russo, Galeotafiore, Cipoletta. Rec. pt 3'; st 4' 

da paganesemania.it

19.9.23

Siamo uomini o caporali?

DI NINO RUGGIERO

Inizio con una premessa indispensabile per capire a fondo come funzionano le cose tra i dilettanti.

Si sapeva da tempo che il Nardò non aveva lo stadio di casa a norma. Lo sapevano bene soprattutto i dirigenti della squadra pugliese che addirittura non avevano nemmeno presentato la domanda di ripescaggio della squadra in serie C pur avendo vinto la finale play-off contro la Cavese. Cosa voglio dire? Semplice: quelli che si dovevano muovere in tempo per assicurare la normale presenza del pubblico in una normale partita di calcio qual era Nardò-Paganese, pure su un terreno di città relativamente vicina (Matino), hanno dormito il sonno dei giusti. Addirittura, fino al giorno precedente l’incontro, non è stato possibile sapere come si sarebbe svolta la gara e con quale cornice di pubblico.

Provvedimenti restrittivi in tema di partecipazione a una gara di calcio sono previsti per calamità naturali, sommosse, scioperi nazionali, precedenti critici tra tifoserie, non certo per una normalissima partita di calcio da disputare su un terreno di gioco segnalato alla Lega e quindi – ragionevolmente – stimato e autorizzato come agibile. Da dove viene fuori, allora, il provvedimento di chiusura per la tifoseria paganese comunicato solo nella tarda giornata di sabato? Misteri. Ci chiediamo: è normale questo tipo di procedura? Il buon Totò, in proposito, si sarebbe interrogato: siamo uomini o caporali? Meglio poi non toccare proprio il tasto della trasmissione in diretta della partita… lasciamo perdere!

Calcio giocato. La Paganese ha confermato le buone impressioni destate nella prima di campionato. Contro il Nardò, che è una signora squadra, i ragazzi di Massimo Agovino hanno giocato una più che buona partita. Fedele a una massima che funziona ancora nel calcio (squadra che vince non si cambia), l’allenatore della Paganese ha ripresentato la stessa formazione della scorsa settimana, con la sola variante di Iannone al posto di Mancino ancora alle prese con una botta rimediata alla spalla. La squadra ha interpretato bene il copione della gara ed è riuscita a imbrigliare la manovra di centrocampo degli avversari grazie anche a una invidiabile condizione fisica.

Bene la difesa imperniata sul duo centrale Esposito-Galeotafiore, bene anche anche i due difensori laterali De Feo e Semonella. Quest’ultimo ha sofferto le accelerate del suo avversario di fascia ma non si è mai arreso. Credo che sia stato sostituito a inizio ripresa solo per soppesare le qualità difensive del neo arrivato Ianniello nel momento del bisogno.

A centrocampo, Langella ha dettato legge; si è schierato anche a protezione della difesa, ma ha anche orchestrato la costruzione del gioco con lanci illuminanti. Gli altri due che formano la cerniera di centrocampo, Del Gesso e Coquin, hanno recitato bene la loro parte. Sempre più in palla proprio Coquin nel momento in cui bisognava premere il piede sull’acceleratore per mettere in difficoltà la difesa avversaria. Stavolta per il francesino è mancato l’appuntamento con il gol ma i suoi inserimenti in avanti hanno sempre portato scompiglio nella difesa avversaria. In avanti la manovra si è sviluppata ancora una volta in verticale e Orefice è stato una vera faina quando ha intercettato, all’inizio del secondo tempo, un delizioso invito di Porzio e ha fatto secco il portiere pugliese.
Poi, per la verità, una volta arrivati al vantaggio, la squadra ha pensato soprattutto a difenderlo. Lo ha fatto bene, soprattutto quando è entrato De Franco a portare i suoi centimetri sui palloni alti, e non è stata nemmeno fortunata quando è incappata in un autentico infortunio difensivo, che è costato il pareggio, quando mancavano pochi minuti alla fine. Protagonista il portiere Pinestro, invero sfortunato all’ennesima potenza; dopo aver intercettato a mani aperte un autentico siluro scagliato da buoni trenta metri si è trovato sulla ribattuta il pallone letteralmente addosso senza poter intervenire. Un’autorete da “mai dire gol”; capita, nel calcio non bisogna mai meravigliarsi di niente…

Conclusioni. Il pareggio lascia l’amaro in bocca per come è arrivato ma non si può nemmeno dire che il Nardò abbia rubato alcunchè. La Paganese sta crescendo e probabilmente crescerà ancora adesso che Agovino ha più carte da giocare a disposizione. È importante, però, non snaturare il gioco espresso fino a questo momento cercando di mettere quanta più benzina possibile nelle gambe. C’è bisogno di più continuità in assoluto, e non è facile perché in campo ci sono pur sempre gli avversari.
È un calcio dispendioso quello voluto da Agovino, ma assicura equilibrio tattico ed equidistanza tra i reparti. Ecco, proprio un calcio d’avanguardia; tutti (quasi) avanti e tutti (quasi) indietro, a seconda di chi ha il possesso del pallone. Per attuarlo ci vogliono garretti sani accompagnati da tanta determinazione e personalità. Le premesse per un buon campionato pare ci siano tutte. Ma ogni domenica ci sarà la prova del nove. La prossima in casa con il Matera.

da paganesegraffiti.it

18.9.23

La Paganese vista da...Nocera! - Io sto con Pinestro: forza Mario!

Peccato! È la prima espressione di getto che ho proferito al triplice fischio del signor Vailati di Crema che ha sancito il pareggio col Nardò

Un pareggio, se vogliamo, giusto per quanto visto in campo ma ingiusto per come è maturato quando mancavano pochissimi minuti allo scadere. Va sottolineato, infatti, come la formazione di mister Ragno abbia tenuto costantemente sotto pressione la Paganese che dal canto suo ha retto con attenzione agli attacchi di Ferreira e compagni. 

Un punto che ci consente così di salire a quota 4 dopo due giornate di campionato, non male sopratutto dopo aver visto chi erano le avversarie delle prime due giornate. Anche a Matino è stata confermata la qualità dei vari Langella ed Orefice autore del gol, dopo una bella azione manovrata sull'asse Coquin-Porzio, blindato sino a tre minuti dal termine. 

Togliamoci subito il dente: io sto con Mario Pinestro! Spero che il portiere azzurrostellato in questa settimana non venga bersagliato da sterili e poco costruttive critiche sul suo maldestro e sfortunato intervento che ha determinato il pareggio del Nardò. A dir la verità, anzi, sui social ho letto gran parte di commenti di incoraggiamento e di solidarietà proprio in favore del numero azzurro che, ricordiamo, è pur sempre un diciannovenne. Domenica scorsa è stato autore di una partita attenta e scrupolosa dando sicurezza alla retroguardia sotto il fuoco di Schelotto e compagni sopratutto nel forcing finale dei barlettani. 

Attaccare il ragazzo ora sarebbe come sparare sulla croce rossa. Non si potrebbe fare errore più grande! Sicuramente all'interno dello spogliatoio ha ricevuto quell'abbraccio di conforto come si fa con un figlio che ha commesso un errore. Servirà a farlo crescere e capire dove, eventualmente, abbia commesso l'errore. Domenica sicuramente sarà al suo posto, a difesa dei pali azzurri, contro il Matera e mi meraviglierei del contrario. 

Avrei preferito che quel gran bolide di Addae si fosse incastonato all'incrocio dei pali. Invece, la gran parata di Pinestro ha fatto impennare la sfera che nel ricadere ha trovato impreparato il portiere della Paganese che s'è visto sbattere la palla sul ginocchio per poi carambolare in rete. Poteva avere un tempo di reazione migliore quando s'è rialzato? Poteva essere più lesto nell'afferrare la palla? Con i se ed i ma non si fa la storia, si costruiscono gli alibi. La frittata ormai è stata fatta ed ora posso solo immaginare il suo stato d'animo. 

Quindi, caro Pinestro mi auguro che oggi, nel giorno di riposo, tu possa anche guardarlo e riguardarlo per cercare di capire dove potevi far meglio ma da domani, alla ripresa degli allenamenti, sarai più determinato di prima. Proprio come l'anno scorso quando hai saputo reagire dopo l'infortunio con De Felice con la Palmese. Reazione che ti portò a Sorrento a neutralizzare un rigore come avevi fatto in precedenza anche a Caserta. Allora ti dico con tutto il cuore: forza Pinestro!  

Peppe Nocera - paganesemania.it

foto Massimo Coribello

Mister Agovino: "Pari giusto, ma che rammarico così".

"In tutta onestà posso dire che il pari è il risultato più giusto ma resta il rammarico per come è maturato - esordisce così Massimo Agovino nella conferenza stampa post gara - Abbiamo preso gol proprio nel momento in cui eravamo passati a 5 dando maggiore ordine al reparto difensivo visto che loro ci provavano con quei lanci lunghi al centro. Sul gol siamo stati sfortunati, Pinestro ha fatto una gran parata, poi nel rialzarsi ha fatto autogol. Peccato ma nel calcio sono cose che succedono"

Il tecnico azzurrostellato passa poi all'analisi dei novanta minuti in cui la Paganese ha lasciato più gioco agli avversari senza, però, correre particolari pericoli. "Nel primo tempo la squadra ha giocato proprio come l'avevamo preparata in settimana, li andavamo a prendere costantemente alti senza riuscire a fargli prendere le misure. Poi nella ripresa, dopo il gol, ci siamo abbassati un pò troppo.  Pensavo che avremmo continuato sulla falsariga del primo tempo con un pressing alto per poi sfruttare gli spazi in ripartenza ma non ci siamo più riusciti anche per merito dell'avversario. Un avversario forte, di qualità e ben allenato da Ragno. Lo conosce bene, è il primo punto che conquisto contro di lui".

Quattro punti in due gare contro avversari costruiti per le zone alte della classifica. Agovino non può che essere soddisfatto. "Ad inizio campionato ci davano già per spacciati. Col Barletta non doveva esserci gara così come oggi qua col Nardò. Ho un gruppo di ragazzi fantastici, non so cosa possiamo fare in questo campionato ma come ho promesso ai tifosi suderemo la maglia sempre fino alla fine!"

da paganesemania.it

Un errore di Pinestro costringe al pari (Nardò-Paganese 1-1)

Un errore di Pinestro a tre minuti dal termine nega la seconda vittoria consecutiva alla Paganese che si vede così costretta al pari col Nardò. Uno a uno il risultato finale al "Via del mare" di Matino al termine di una gara giocata con intelligenza e sbloccata ad inizio ripresa col gol di Orefice

Agovino conferma in toto la compagine di sette giorni fa col Barletta eccezion fatta per l'inserimento dal 1' di Iannone in attacco al posto di Mancino, lasciato a casa per precauzione dopo un problemino alla spalla. 

È un primo tempo avaro di emozioni quello che va in scena in Puglia con la Paganese che lascia gioco al Nardò rischiando comunque poco. Le uniche occasioni arrivano al quarto d'ora quando Ferreira pesca Dambros sul secondo palo ma da buona posizione manda alto ed al 43' con lo stesso Ferreira che dal limite manda di poco a lato. Dall'altro canto la Paganese cerca di far male verticilizzando velocemente una volta recuperata palla ma sbaglia l'ultimo passaggio nei 20 metri finali. 

Non sbaglia, però, ad inizio ripresa quando trova il gol del vantaggio. Porzio è caparbio nel trovare l'inserimento in area della destra, palla al centro per Orefice che controlla e supera Viola con un colpo alla futsal.
Una volta in vantaggio, la Paganese disputa, come era avvenuto nella prima frazione, una gara ordinata e con intelligenza, forse abbassando un po troppo il baricentro ma comunque senza  correre praticamente nessun pericolo. Proprio quando la gara sembrava terminata, il Nardò a tre minuti dal termine perviene al pari. Su una respinta corta della difesa, Addae chiama Pinestro, fino a quel momento impeccabile, ad una gran respinta. Con la palla inpennatasi il numero uno azzurrostellato, però, manca clamorosamente la presa alta realizzando un'incredibile autorete. 

Termina così con un buon punto contro una squadra che ambisce alle zone altissime della classifica ma che lascia comunque l'amaro in bocca per come è maturato. 

IL TABELLINO

MARCATORI: st 3' Orefice, 42' aut. Pinestro

NARDO’ (3-5-2): Viola; De Giorgi (23' st Melillo), Lanzolla, Gennari, Russo; Rossi (40' st Milli), Addae, Ciannamea (27' st Ceccarini); Ferreira (30' st Dammacco), Dambros. A disp.: Furnari, Urquiza, Mariani, Guadalupi, Stragapede. All.: Nicola Ragno

PAGANESE (4-3-3): Pinestro; De Feo (13' st De Franco), Galeotafiore, G. Esposito, Semonella; Del Gesso, Langella, Coquin (36' st Setola); Iannone (20' st Trezza), Orefice (25' st Sorgente), Porzio. A disp.: S. Esposito, Celentano, De Gennaro, Ianniello, Rocca. All.: Massimo Agovino.

ARBITRO: Gianmarco Vailati di Crema (Guidi - Palumbo)

NOTE: Gara disputata in campo neutro a Matino. Ammoniti: G. Esposito, Sorgente, Ceccarini. Rec: pt 1'; st 6'

da paganesemania.it

 

12.9.23

Come nelle favole (La Paganese vista da...Nocera!)

A distanza di tre anni caro popolo azzurrostellato, che avevate la bontà di seguire questa rubrica, vi ritrovo. Ogni lunedì spazierò, a modo mio, nell'approfondire i meandri della gara della Paganese attraverso varie sfaccettature. Non poteva esserci ritorno migliore sulle pagine di Paganesemania, coinciso con una bellissima e meritata vittoria degli azzurrostellati contro il forte Barletta, candidato alla vittoria finale. 

Come sempre vi parlerò a cuore aperto e chi ha vissuto con me questi mesi da quel infausto 7 maggio sa bene quanto abbia sofferto. A Tivoli sono morto calcisticamente. Ieri, come nelle favole, sono resuscitato riallacciando ancora il cordone ombelicale che mi lega alla Paganese. Il calcio, come la vita, lo fanno gli uomini con i loro sentimenti e le loro azioni e ieri la tifoseria e la Paganese hanno emozionato per novanta minuti. Non sembrava di essere alla prima giornata di un campionato di Serie D, dopo un'estate tribolata dove s'è rischiato di veder svanire tutto, ma a quella di serie C dopo una campagna acquisti da sogno. Mentre da Cava a Nocera, da S.Marzano ad Angri si sventolavano ai quattro venti acquisti faraonici, quella che per 16 stagioni è stata il faro per le altre realtà dell'Agro era diventato il brutto anatroccolo. Nessun credito, nessuna speranza, acquisti con il contagocce di giovani di belle speranze. 

Ecco il girone: quello più ostico e subito il calendario a gettar tutti nello sconforto con alla prima giornata il Barletta di Schelotto che deve vincere il campionato. Lo scetticismo dilagante di quest'estate, e non poteva essere altrimenti dopo le due delusioni di Andria e Tivoli, ha fatto però cementare inaspettatamente l'orgoglio e l'identità di un popolo con la sua squadra. Questo ho visto ieri  al Marcello Torre. 

Come se la sconfitta di Tivoli avesse lasciato un conto aperto tra tifoseria e squadra. Quella vittoria strozzata in gola tra i presenti in terra laziale e quellii a Pagani davanti al maxischermo ieri, idealmente, è stata ritrovata con tutte le sue emozioni. La Curva Nord è stata semplicemente spettacolare. Piena, zeppa, orgogliosamente al fianco dei propri calciatori che hanno sfoderato una prestazione superba con un'ora di calcio spettacolare, viste le premesse e l'avversario. Da applausi! Ma tutto lo stadio ha creato un'atmosfera che s'era vissuta poche volte negli ultimi anni avvalorata, ripeto, dal contesto e dagli obiettivi. 

I Paganesi e la Paganese ieri hanno fatto pace come l'ho fatta anch'io. Ora sì! E chi poteva far fare pace a questi due innamorati? Un francese, quel francese di nome Mathieu Coquin. E' stato l'incubo ricorrente in tutte le notti di quest'estate per i tifosi della stella. Anche il mio! Ma il calcio è strano e quando la società ne ha annunciato il suo ingaggio sembrava uno scherzo, uno scherzo del destino, anche di cattivo gusto per qualcuno. A mente fredda e ragionando con razionalità lui a Tivoli ha fatto solo ed esclusivamente il suo dovere. Benissimo! Ma il tifoso di calcio non è razionale altrimenti seguirebbe il tennis. 

Come nelle favole colui che ha segnato il destino della Paganese azzerando le speranze del ritorno in serie C ha lanciato un primo segnale di riappacificazione a Santa Maria di Castellabate, realizzando la rete della prima vittoria ufficiale stagionale in Coppa Italia. Troppo poco. Allora la saetta francese ha pensato che era giunto il momento di farlo dinanzi ai suoi nuovi tifosi, quelli che aveva trafitto il cuore in una domenica di maggio, la nuova "Corea" per la Paganese e realizzare il gol vittoria contro il Barletta, dopo una perfetta triangolazione con Orefice.Tutti in piedi anche per lui ed il paganese purosangue De Feo. Come nelle favole il cerchio s'è chiuso da Tivoli a Pagani nel segno di Coquin. E poi come racconta la storia anche i precedenti erano contro i pugliesi mai vittoriosi a Pagani e forse Schelotto questo avrà detto ai suoi tifosi, sotto la curva a fine gara, per giustificare la sconfitta.  

Puntualizziamo. E' solo la prima partita, siamo all'inizio ed il cammmino verso la salvezza è lungo ed insidioso,  ma se queste sono le premesse siamo più fiduciosi. Ieri però i paganesi hanno visto una squadra armonica, capace anche di essere lucida negli inevitabili ultimi minuti di gara quando il Barletta, per inerzia, è andato all'arrembaggio. Hanno visto una squadra che sapeva cosa fare in campo, contro una formazione lenta e compassata ma soprattutto senza idee. Sono i primi tre punti ma ieri, cosa più  importante, i tifosi sono tornati a casa con le mani spellate dagli applausi ed orgogliosi della loro squadra del cuore.

Peppe Nocera - paganesemania.it

Foto: Prospero Scolpini

11.9.23

La fisarmonica di Agovino.

DI NINO RUGGIERO

Comincia bene il cammino della Paganese in campionato. Contro un Barletta che non ha badato a spese per allestire una squadra di assoluto valore tecnico, la giovane compagine azzurro stellata, affidata alle cure di Massimo Agovino, è andata al di là di ogni più rosea aspettativa. Vittoria preziosa, forse striminzita nel punteggio, ma che non può minimamente essere messa in discussione per quello che la squadra ha mostrato di saper fare soprattutto nella prima frazione di gioco, durante la quale ha inequivocabilmente messo in serio imbarazzo l’assetto tattico della squadra pugliese.

Gran bel lavoro quello dell’allenatore della Paganese, che ha il merito di aver messo su una squadra equilibrata e solida nel suo assetto tattico. La sua intuizione lo ha portato ad affidarsi a De Feo, giovane elemento locale, per sostituire Faiello, beniamino del pubblico, incappato nella fase finale dello scorso campionato in tre giornate di squalifica. Ebbene, proprio De Feo, alla fine è risultato uno dei migliori e ha saputo interpretare egregiamente, al di là delle aspettative, lo spartito tattico che Agovino aveva preparato per lui a tavolino.

Con De Feo, sulla fascia destra, si è sbizzarrito ancora una volta una delle liete sorprese di questo inizio campionato: Mancino. Che banda, quella preparata da Agovino, con Orefice e Porzio – centrocampisti aggiunti – pronti ad infilarsi negli spazi come veri e propri moschiglioni impazziti.

Una banda diretta dall’onnipresente Langella, pilastro indiscutibile dell’architrave tattica, coadiuvato da Del Gesso e da Coquin nella zona centrale del campo, proprio nella zona dove si vincono le partite. Una banda che contro il Barletta, nel primo tempo, è riuscita a interpretare il moto perpetuo del calcio; il gioco a fisarmonica che non dà riferimenti: tutti dietro e tutti avanti a seconda del possesso del pallone. Questi atleti, battezzati come “universali”, costituiscono al momento la forza di una squadra come la Paganese che deve costantemente guardare al bilancio societario.

Che gioco attua la nuova Paganese? Non amo parlare di numeri. Questi benedetti numeri mi danno sempre l’impressione di schieramenti statici, da scrivania o da lavagna; il calcio non può essere paragonato a una partita a scacchi o a dama. I numeri ti fanno scordare che sul campo ci si danna l’anima, che si va avanti e indietro; sono numeri che fanno a pugni con l’aspetto dinamico e agonistico di una partita di calcio. Dico solo che una difesa schierata a quattro, per un principio di ordine tattico, mi sembra la migliore soluzione per una squadra che deve soprattutto essere equilibrata e non scompensata.

Devo dire, a onor del vero, che la Paganese vista all’opera contro il Barletta è sembrata ben diversa da quella dello scorso anno. Ha sicuramente qualche elemento in meno in fatto di classe, esperienza e mestiere ma è sembrata bene organizzata e disposta in campo; con elementi che sanno fare di tutto: sanno difendere, sanno accorciare sugli avversari in possesso di palla, sanno smarcarsi e correre senza palla, sanno cambiare gioco con sventagliate sulle due fasce per mettere in crisi gli apparati difensivi degli avversari di turno.

L’allenatore Agovino è un furbo di tre cotte, oltre a essere un buon stratega. Si è reso conto del materiale umano a disposizione e si è inventato un attacco con tre attaccanti agili e sguscianti che danno pochi punti di riferimento ai difensori centrali delle squadre avversarie. Lo ha fatto a Santa Maria di Castellabate in Coppa Italia e lo ha fatto contro il Barletta. La mossa ha spiazzato soprattutto l’allenatore Ginestra, costretto a cambiare qualcosa nella sua difesa in corso d’opera.

Nel primo tempo, Mancino, Orefice e soprattutto Coquin sembravano tanti “moschiglioni” impazziti, che con il loro moto perpetuo e con un pressing asfissiante impedivano agli avversari di prendere il sopravvento nella zona centrale del campo. E non è tutto: gli stessi Mancino, Orefice e Coquin erano prontissimi a ripartire per fare male alla difesa avversaria, forti anche della presenza di Langella, autorevole gestore del gioco, sempre più elemento fondamentale in cabina di regia.

Mi sento di dire che sulla vivacità, sull’universalità tattica dei calciatori citati, Agovino potrà costruire le sue fortune da allenatore. Solo che le partite durano oggi 90 e più minuti e la Paganese del secondo tempo ha dovuto interpretare un copione diverso; quello della squadra che deve difendersi dagli attacchi avversari. Lo ha fatto bene, per la verità, ma spesso è andata in affanno perché in campo ci sono pur sempre avversari che non hanno lesinato per allestire squadre competitive. Su questo aspetto, Agovino dovrà trovare le opportune contromisure tattiche.

Per il momento godiamoci una bella vittoria e andiamo cauti con i giudizi positivi. Come una rondine non fa primavera, così una vittoria non fa grande una squadra.

Importante era cominciare bene, anche per una questione di autostima. E la Paganese lo ha fatto bene.

da paganesegraffiti.com

Paganese-Barletta 1-0: rassegna stampa (da paganesegraffiti.it)




Tre punti di carattere, decide Coquin (Paganese-Barletta 1-0).

Inizia nel miglior modo possibile la nuova stagione della Paganese che in un "Marcello Torre" ribollente di passione supera il più quotato Barletta. Uno a zero il risultato finale in virtù delle rete in avvio di gara di Coquin con gli azzurrostellati poi bravi soprattutto nella ripresa a serrare i ranghi mostrando tanto carattere e personalità. 

Agovino conferma per 9/11 l'undici di Santa Maria di Castellabbate. Le novità sono rappresentate dal ritorno tra i pali di Pinestro e l'inserimento di De Feo nell'inedita posizione di terzino destro per sostituire lo squalificato Faiello. In attacco con Orefice e Mancino c'è il 2005 Porzio. 

Parte subito forte e con aggressività la Paganese che dimostra fin dalle prime battute la sua idea di gara con un continuo e costante pressing alto. Ed è proprio da una palla caparbiamente recuperata sulla trequarti da Coquin che nasce il gol dell'uno a zero. Il centrocampista si invola verso l'area avversaria, scambio delizioso al limite con Orefice, per poi battere Sapri con preciso destro. Gli azzurrostellati continuano ad attaccare rendendosi anche pericolosi al 22' con De Feo che chiama l'estremo difensore pugliese alla deviazione in angolo. 

Dalla ripresa vien fuori tutto un altro Barletta con Ginestra che aveva corso già ai ripari poco dopo la mezzora inserendo Rizzo al posto di Sepe. I pugliesi si rendono pericolosi in ben quattro occasioni in poco più di 5 minuti. Si parte al 6' con Pinestro che smanacca in angolo la punizione di Marconato; sul corner successivo Lacassia di testa manda di poco a lato. Stessa sorte cinque minuti più tardi(11'): Marsili da calcio piazzato chiama Pinestro alla deviazione in angolo; dal corner Di Piazza in acrobazia manda la sfera di poco alta. 

Dopo i pericoli sventati, la Paganese riesce a 'riprendere le misure' ai pugliesi concedendo poco o nulla fino al triplice fischio. La troupe di Agovino serra i ranghi cercando di far male in ripartenza mostrando quel carattere e anche quel pizzico di malizia, nonostante la giovane età della rosa, necessario per portare a casa i primi tre punti della stagione. 

IL TABELLINO 

MARCATORE: pt 11' Coquin 

PAGANESE (4-3-3): Pinestro, De Feo (45' st De Franco), Esposito, Galeotafiore, Semonella (6'st Ianniello); Del Gesso, Langella, Coquin; Mancino (1'st Iannone), Orefice (23' st Sorgente), Porzio (43' st  Celentano). A disp.: Esposito, Trezza, Parisi. All.: Agovino 

BARLETTA (3-5-2): Sapri, Milella, Lacassia, Sepe (33′ pt Rizzo); Schelotto, Marconato (23' st Cafagna), Marsili, Padovano, Venanzio (17' st Sfrecola); Ngom (16' st Russo), Di Piazza (23' st Caputo). A disp.: Guido, De Marino, Bramati, Fornaro. All.: Ginestra.

ARBITRO: Alessandro Colelli di Ostia Lido (Brizzi - Pancani)

NOTE: Spettatori 1800 circa. Ammoniti: Orefice, Semonella, Del Gesso, Pinestro, Langella (P), Lacassia, Ngom (B). Angoli: 3-6. Rec. pt 2', st 5'

da paganesemania.it

5.9.23

Ecco il calendario! Avvio in salita, subito Barletta e Nardò.

È un avvio di campionato tutto in salita quello che affronterà la Paganese dopo l'ufficializzazione dei calendari di serie D. È pur vero che prima o poi bisogna affrontarle tutte ma la squadra di Agovino nelle prime tre giornate dovrà vedersela con compagini costruite per vincere o quantomeno per la zona alta della classifica. 

Si partirà da domenica quando al Torre arriverà il Barletta del ds Pavarese che non ha badato a spese nella costruzione della rosa. Il colpo da 90 è l'ex serie A di Atalanta e Inter Ezequiel Schelotto. Alla seconda gli azzurostellati, invece, saranno ospiti del Nardò di mister Ragno, riconfermato dopo la vittoria dei Playoff, ai danni della Cavese, lo scorso anno. Sette giorni dopo match interno col Matera. 

Sono 3 i turni infrasettimanali in programma che la Paganese giocherà sempre al "Marcello Torre": mercoledì 1° novembre arriverà la Fidelis Andria mentre in occasione degli anticipi per le festività natalizie (20 dicembre) e pasquali (28 marzo) il Fasano e il Gravina. 

Il primo derby campano è in programma all'ottava giornata (29 ottobre) con la Paganese di scena a Vallo della Lucania contro la Gelbison. Con la Palmese si giocherà alla decima mentre con Angri e Santa Maria rispettivamente alla 15esima e 16esima.

Nel giorno dei festeggiamenti della Madonna delle Galline (7 aprile) gli azzurrostellati giocheranno a Martina mentre sempre in Puglia a Fasano si chiuderà la regular season (5 maggio)

da paganesemania.it



4.9.23

Stagione 2023/2024: Coppa Italia e dintorni.

DI NINO RUGGIERO

Si gioca sul serio; niente più allenamenti congiunti.

Prima di Coppa Italia a Santa Maria di Castellabate, su un campo civettuolo, un gioiellino, modellato a misura d’uomo, a un tiro di schioppo da un mare cristallino che di questi tempi ancora invita a tuffi e nuotate.

È calcio vero, subito. La squadra di casa, che nel corso degli anni ha preso la denominazione di Polisportiva Cilento, parte a tutto gas. La Paganese viene presa d’infilata soprattutto sulla sua fascia sinistra da uno scatenato Coulibaly, bravo a interpretare sia la fase di contenimento che quella di proposizione del gioco. Su quella fascia operano Porzio e Semonella, due under che hanno buoni numeri ma che hanno difficoltà a frenarlo. La partenza dei padroni di casa è rabbiosa; dall’altro lato del campo, sulla destra dello schieramento difensivo la Paganese sembra più protetta perché Faiello riesce a interpretare bene il ruolo che Agovino ha ritagliato per lui. Eppure il gol della Polisportiva Cilento arriva proprio su quella fascia. Langella perde il controllo del pallone su un’incursione di Gassama, freccia impazzita dell’attacco locale, e non c’è tempo per tentare un recupero disperato. Gassama vola, entra in area e, sull’uscita del giovane Esposito, insacca con un preciso rasoterra.

L’inizio promette poco per una Paganese che sembra subire l’irruenza dei padroni di casa. Ma c’è tempo per mettere bene in tavola le carte che si hanno in mano. Cresce bene l’intesa del duo centrale difensivo composto da Galatafiore ed Esposito che stringono per bene le maglie per concedere meno spazio allo stesso Gassama che è il più ispirato tra gli attaccanti avversari. Faiello comincia a giostrare anche a centrocampo e riesce a fare da spalla a Langella che è il più ispirato in fase di costruzione del gioco. Man mano che passano i minuti la Paganese dà la sensazione di poter controllare la partita e di essere in grado di raddrizzare le sorti dell’incontro. E il pareggio arriva su calcio di rigore sacrosanto decretato dall’arbitro su atterramento di Coquin. Freddo, glaciale, dal dischetto Orefice non perdona: portiere da una parte e pallone dall’altra.

Nel secondo tempo, il risultato non si sblocca anche se la Paganese sembra avere una marcia in più grazie al progressivo miglioramento della sua manovra. Poi, quando le squadre sembrano rassegnate a dover disputare la lotteria dei calci di rigori, arriva l’ennesima perla di Coquin che, dal limite, con un rasoterra chirurgico infila la porta avversaria.

Considerazioni. Al primo, vero impatto con la categoria la Paganese si è ben comportata. La squadra ha denotato buona personalità. In porta la scelta è ristretta tra Pinestro (2004) ed Esposito (2005) e nel contesto l’impressione è che giochi molto … l’anno di costruzione! La difesa dovrebbe avere una sua identità con l’arrivo di Celentano, ma Semonella è tutt’altro che bocciato perché è uno che tratta bene il pallone e deve solo migliorare in fase difensiva. Galeotafiore ed Esposito crescono in intesa e adesso hanno anche De Franco alle spalle che è una vecchia volpe delle aree di rigore.

A centrocampo le cose migliori si sono viste quando Faiello si è sganciato dalla difesa e ha dato velocità e incursione a un reparto molto compassato. Langella si è confermato uomo d’ordine dal lancio illuminante; con lui hanno collaborato a turno Del Gesso e Mancino. Quest’ultimo non si è limitato a svolgere il suo ruolo di attaccante di destra ma si è fatto valere anche in fase di interdizione quando le esigenze tattiche lo hanno richiesto.

Ruolo atipico quello di Coquin che preferisce probabilmente stazionare nel trio di centrocampo ma che è dirompente e irrefrenabile quando vola negli spazi che gli si aprono davanti in contropiede. L’attacco è tutto da scoprire. Orefice, al momento unica punta di ruolo, gioca al centro ma si vede che preferirebbe operare da seconda punta. Aspettiamo di vedere all’opera sia Sorgente che Iannone. Per loro c’è tempo di carburare e di mettere benzina nelle gambe.

Il livello delle squadre nel prossimo campionato sarà pari o superiore di poco a quello visto nella gara con la Polisportiva Cilento. La Paganese può recitare un ruolo importante, non di primo piano, ma di possibile outsider, soprattutto ora che ha acquisito le prestazioni di De Franco in difesa, di Celentano sulla fascia destra e di Iannone e Sorgente in attacco.

L’allenatore Agovino adesso ha più possibilità di scegliere anche se dovrà pensare a sostituire adeguatamente Faiello che, come è noto, avrà da scontare tre giornate di squalifica.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.it