31.8.07
Ultimora: esonerato l'allenatore del Venezia Corradini.
L’avventura di Giancarlo Corradini sulla panchina del Venezia è durata poco più di due mesi. Tanto è bastato alla dirigenza arancioneroverde per fare marcia indietro e decidere di esonerare il tecnico di Sassuolo dopo il pesante ko interno contro la Cremonese. Una decisione che, al di là delle dichiarazioni di facciata, non arriva come il classico fulmine a ciel sereno. Alcune scelte tecniche di Corradini avevano lasciato infatti perplessi, e la sconfitta al debutto in campionato non ha fatto altro che acuire il divario fra le vedute della dirigenza lagunare e quelle dell’ex secondo allenatore della Juventus.
Una scelta, sofferta a quanto fanno sapere Ugo e Arrigo Poletti, resasi necessaria per dare una scossa all’ambiente, ma soprattutto per incanalare nella direzione giusta una stagione iniziata non come preventivato. A Corradini sono state fatali alcune scelte tattiche nel giorno del debutto, come il cambio di una punta (Moro) per un difensore rinunciando di fatto ad attaccare e quella di passare ad una difesa a cinque praticamente mai sperimentata dai lagunari; ma soprattutto non sono piaciute alla dirigenza alcune dichiarazioni del tecnico, apparso a volte troppo rinunciatario, ribadendo continuamente la sua poca conoscenza della categoria e la necessità di avere del tempo per prendere confidenza con l’organico e gli avversari. Tempo che il Venezia, che punta senza misteri a una stagione da protagonista, non può concedergli, pur riconoscendo la bontà dell’uomo Corradini. Un professionista serio, preparato ma soprattutto umile, sensazione che il tecnico di Sassuolo ha dato a tutti gli addetti ai lavori, dimostrandosi sempre disponibile, pacato e pronto al dialogo.
Probabilmente un uomo troppo “buono” che ha pagato, al di là delle scelte tecnico-tattiche che comunque fanno parte del gioco dell’allenatore, la sua inesperienza da allenatore ufficiale. Aver lavorato sei anni come secondo alla Juve dei vari Lippi, Capello e Deschamps non è sinonimo di garanzia, perché avere direttamente in mano una squadra comporta altre prerogative, altre difficoltà. Tutta una serie di paletti che Corradini ha provato ad aggirare dal giorno della sua presentazione del 26 giugno a Tessera, quando ammise candidamente di non conoscere la categoria, i giocatori a disposizione e gli avversari, e che avrebbe visionato 25 cassette della stagione precedente per farsi un’idea. Quelle cassette non sono bastate, e in ritiro a Cavalese già qualcuno ha iniziato a storcere il naso, anche se il gruppo ha sempre lavorato in maniera professionale sostenendo il tecnico. E risuona come profetica la dichiarazione di domenica scora al “Penzo” dopo il ko con la Cremonese: “Ho letto la partita così, è andata male e mi prendo tutte le mie responsabilità”.
Responsabilità che già domenica sera, in una cena fra i dirigenti, sono venute al pettine, con un partito per concedere tempo al tecnico, apprezzato comunque da tutti come uomo, e uno invece che voleva la scossa. Ha vinto quest’ultimo, se vittoria è il termine giusto. Perché quello che conta è il bene del Venezia e la stagione non si può certo dire iniziata nel migliore dei modi, con una sconfitta in casa, la “grana” rinnovi contrattuali e ora l’esonero del tecnico. Ora inizia il toto-allenatore, anche se la piazza non offre molto. Fare voli pindarici è inutile (Mazzone), e puntare su un tecnico in corsa è sempre rischioso (Gianfranco Motta, Giovanni Pagliari, Bruno Tedino). Intanto sabato a Sesto ci sarà Favaretto, ma la mente corre subito a due anni fa col cambio Manzo-Di Costanzo. Incrociamo le dita.
Giacomo Garbisa
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