10.9.07
Paganese-Manfredonia 1-1: il commento tecnico di Nino Ruggiero.
PAGANI - Poteva finire con una vittoria risicata e forse poco meritata, ma è finita con un pareggio che se accontenta il Manfredonia, di certo non soddisfa la Paganese che a soli quarantacinque secondi dalla fine, dopo sei minuti di recupero decretati dall'arbitro, si è sentita defraudata di una vittoria che sembrava sul punto di essere colta.
Ma il calcio è questo: oggi vinci al novantesimo e passa, domani perdi quando sembra che la vittoria sia tua. Di certo bisogna dire che ancora una volta la Paganese non ha entusiasmato; non solo non ha entusiasmato ma non ha nemmeno giocato una gara accettabile dal punto di vista tecnico-tattico ed atletico. La svolta che ci si attendeva non si è avuta. Contro un Manfredonia che ha iniziato in sordina, ben coperto a centrocampo ed in difesa, la squadra di casa si presenta con la novità di Scarpa schierato sulla fascia sinistra dell'attacco. Ma è a centrocampo che - ancora una volta - il cerchio non quadra; Cossu e Campolattano appaiono subito in inferiorità numerica nei confronti dell'avversaria che schiera nella stessa zona di campo tre elementi peraltro estremamente aggressivi e rapidi nei movimenti. E fosse solo questo! Sulla fascia destra Franzese non spinge come nelle intenzioni del tecnico e la manovra risulta farraginosa e prevedibile. Di conseguenza ben pochi sono i palloni serviti in avanti. Scarpa sulla fascia sinistra di competenza è come al solito irrefrenabile quando parte palla al piede; ma gli spazi gli si restringono subito. Oramai lo conoscono tutti in categoria; conoscono le sue caratteristiche e gli piantano addosso due, anche tre elementi. Il diversivo dovrebbe essere rappresentato da Cantoro e Taua. Ma mentre il primo, possente, irruento, determinato sembra combattere una battaglia personale e di prestigio con i due centrali del Manfredonia, il secondo, Taua, arranca paurosamente senza riuscire mai a diventare pericoloso. Le cose migliorano nella seconda parte della gara, almeno inizialmente, quando Cosco decide di dare maggiore consistenza al centrocampo spostando Franzese dalla fascia destra al centro a sostegno di Campolattano che poverino vede arrivare avversari da tutte le parti. Sono passi diversi quelli delle due squadre in campo. La Paganese gioca al piccolo trotto, con ritmi sincopati che mal si addicono ad una squadra che deve giocare innanzitutto per salvarsi; il Manfredonia ha ritmi sudamericani con calciatori che non si fermano mai e che menano una danza impressionante. Sono svelti e rapidi i giocatori pugliesi, brevilinei e scattanti in avanti con due attaccanti, Cossu e Sau, che sembrano avere l'argento vivo addosso. Pur tuttavia la Paganese, compassata ma vogliosa di arrivare al successo in virtù di una grinta che non è direttamente proporzionale all'attuale condizione fisica, riesce con una autentica magìa di Franzese (sassata imprendibile scagliata da buoni venticinque metri) a passare in vantaggio proprio all'inizio della ripresa. Potrebbe essere quella che in gergo viene definita come un'iniezione di fiducia per la squadra, bisognevole di punti in classifica, ma non è così. Man mano il Manfredonia prende coraggio e si rende conto che in definitiva la squadra che ha davanti è alla sua portata. E' il momento di Botticella che si erge a protagonista in almeno tre occasioni meritando ampiamente la palma di migliore in campo da dividere con Gioffrè. Poi sul finale, allo scadere dei sei minuti di recupero decretati dall'arbitro, il Manfredonia vede concretizzarsi la sua spinta offensiva con un gran gol di Sau scoccato dal limite dell'area deviato di un niente da De Giosa. Niente da fare nell'occasione per il bravissimo Botticella. Sul "Marcello Torre" cala un silenzio tombale. E' finita male un'altra partita, la gente resta muta ed attonita sugli spalti. Nessuno ha voglia di andare via. Vogliono tutti un colpevole, anche quelli che appena un minuto prima avevano assaporato il dolce profumo della prima vittoria. Quando la vittoria tarda a venire, c'è sempre un motivo. Lo sanno anche i dirigenti, Raffaele Trapani in testa. Il difficile è riuscire a stabilire il perchè.
Nino Ruggiero - Cronache del Mezzogiorno