28.11.07

Hellas, contro la Paganese ancora una figuraccia (da L'Arena di Verona).



Luca Mantovani

Affonda l’Hellas di Arvedi. Il Conte assiste senza battere ciglio all’ennesima figuraccia di una squadra senz’anima e senza identità, costruita «alla Pastorello». Solo un obiettivo: il portafoglio del padrone senza pensare al cuore e alla passione della gente.
Anche ieri sera sono arrivati in diecimila a sfidare il freddo e la nebbia per spingere i gialloblù fuori dalle sabbie mobili. Poteva essere la partita della svolta, Comazzi e compagni giocavano contro la Paganese, la squadra che divideva con loro l’ultima piazza della classifica. Il Verona doveva vincere per lasciare i campani in fondo all’abisso e riagganciare il treno che portava alla salvezza. È arrivata un’altra delusione, ancora uno zero a zero che non regala speranze per il futuro. La gara prende una brutta piega fin dai primi minuti. Davide Pellegrini deve rinunciare a Iovine squalificato e a Mancinelli infortunato ma ripropone uomini e schemi che già si erano visti sotto la gestione Colomba. Rafael in porta, linea difensiva a quattro (Martinelli e Morabito sulle fasce, Comazzi e Sibilano al centro), due mediani come Herzan e Corrent, Morante in avanti con Ferrarese, Cissè e Cossu a sostegno.
Il trottolino sardo viene mandato in campo al posto di Greco che non ha ancora recuperato al cento per cento, il giovane africano è già in palla dopo le fatiche con la nazionale del suo Paese e viene gettato subito nella mischia alle spalle di Morante. Pronti, via. Tutti si aspettano il Verona all’arrembaggio ma si capisce subito che non è serata. I riflettori del Bentegodi e i fari delle telecamere non riscaldano un Verona che gioca al piccolo trotto. Una ragnatela di passaggi in mezzo al campo, qualche azione personale, assoluta mancanze di idee dalla difesa all’attacco. Solo Cissè presenta un paio di accelerazioni che mettono in crisi la difesa avversaria, arrivano gli applausi della gente ma i compagni di squadra non seguono la strada tracciata dal baby attaccante. La Paganese fa il compitino, si difende con ordine, Chiappini piazza Cossu davanti alla difesa, lascia il solo Perna in avanti e fa retrocedere anche i due esterni sulla linea dei centrocampisti. Uno schieramento prudente e agile, il progetto è buono ma si tratta pur sempre di un bunker. Purtroppo il Verona non ha le armi per abbatterlo. Il primo pericolo, vero, per Botticella arriva al 39’. Ferrarese se ne va a sinistra, perfetto il cross in area, Cossu prova la botta al volo, Botticella para. Finisce il tempo e piovono i fischi. Pellegrini si fa sentire negli spogliatoi, i gialloblù tornano in campo con l’intenzione di portare a casa i tre punti.
In tre minuti costruiscono tre azioni da gol importanti, clamorosa quella che può sfruttare Corrent dopo uno scambio con Morante. La costruzione è buona, la conclusione da dimenticare, il sinistro si spegne alla sinistra di Botticella.
Il Verona capisce che i campani non sono poi così forti, insegue la vittoria e spinge sull’acceleratore. Al 13’ Cossu batte una bella punizione dalla trequarti, Comazzi anticipa tutti di testa, Botticella respinge come può, Sibilano e Morante sono lì ma non trovano il tempo giusto per battere a rete. Pellegrini ci crede, toglie Cossu e getta nella mischia Greco.
La Paganese vacilla, i gialloblù provano a sfondare sulle fasce, cercano di dare continuità alla manovra offensiva, Ferrarese da una parte e Greco dall’altra diventano imprendibile. Serve un po’ di concretezza in più, soprattutto in area avversaria. Il tocco giusto al momento giusto.
Anche perchè, intorno alla mezz’ora, solo Rafael evita la beffa ai gialloblù mettendo in angolo una botta di Cantoro dal limite. Un campanello d’allarme per il Verona che riparte in attacco. Un minuto dopo Greco scambia con Martinelli e va al tiro ma il suo sinistro è fuori di poco. Al 39’ l’azione che potrebbe cambiare la partita. Splendida accelerazione di Ferrarese sulla sinistra - ricordate il gol che l’anno scorso portò alla vittoria nel derby con il Vicenza? - e traversone perfetto in mezzo. Questa volta al centro dell’area non c’è Akagunduz ma Morante. Colpo di testa dall’alto in basso, a due passi dalla porta, a portiere battuto. La palla si alza e vola sopra la traversa. Dalla Curva si alza il coro «buffone buffone», Pellegrini toglie l’attaccante gialloblù per evitare guai peggiori. Resta il tempo per un altro cross di Martinelli dalla destra, la palla attraversa tutta la porta, Cissè non arriva. Il cartellino rosso a Ferrarese, in pieno recupero, rende la notte ancora più buia

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