22.11.07
Paganese-Bari: quella sfida che valeva la serie B (da Il Mattino).
GREGORIO DI MICCO Poco più di trent'anni. Tanto è trascorso da quella domenica di fuoco al vecchio stadio comunale, teatro della sfida Paganese-Bari, trentunesima giornata di campionato in serie C. Era il 17 aprile del 1977, solo otto giornate alla fine. La Paganese, matricola del campionato, aveva strabiliato un pò tutti. In squadra campioncini come l’attaccante Oscar Tacchi, il possente Di Giaimo, l’estroso Iannucci. In porta Salvatore Fiore, svezzato nel vivaio del Napoli. E ancora: il roccioso Leccese in difesa e l’esile ma talentuoso Albano a centrocampo, attuale magazziniere del Napoli. In panchina un tecnico in grande ascesa, Gennaro Rambone, oggi furibondo opinionista delle tv private napoletane. Presidente onorario il banchiere Attilio De Pascale, monumento del calcio locale, presidente operativo Marcello Torre, l'avvocato ucciso dalla camorra, sindaco di Pagani e vice presidente della Provincia. Fino a quel 17 aprile la Paganese aveva avuto un passo da leader. Solo qualche sconfitta, tante vittorie, numerosi pareggi. La settimana prima un’importante vittoria a Cosenza (3-1 sul campo, poi trasformata in vittoria a tavolino per le intemperanze dei tifosi locali). Il Bari era allenato da Giacomino Losi, vecchia bandiera della Roma e della Nazionale, difensore tarchiato ma di ferro. Allo stadio, prima della gara, distribuzione gratuita del settimanale «Alè Paganese», diretto da Nino Ruggiero. Tutto di colore azzurro. Sulla prima pagina un titolo significativo: «Non Bari...amo più». I pugliesi si presentavano in campo con un vantaggio di cinque punti. Tanti. Allora la vittoria ne valeva solo due. Arbitro Longhi di Roma, poi approdato in serie A negli anni ottanta. All'inizio la partita è equilibrata. Al 22' Albano batte una punizione mandando la sfera a parabola nei pressi della porta: il portiere barese Ferioli esce e respinge a mani aperte. Dalla mischia spunta Zanin e segna. L’arbitro annulla per precedente fallo di Grassi. Il primo tempo si avvia stancamente alla fine. Si è già oltre il 45'. La Paganese ottiene un calcio di punizione che Di Giaimo batte da fondo campo: palla a parabola, Taccchi anticipa tutti di testa e beffa i difensori pugliesi. Lo stadio libera un urlo che arriva al cielo. Tutta Pagani è pervasa da un grido possente. Il gol è arrivato nella case attraverso le emittenti private. I giocatori del Bari protestano con l'arbitro. Recupero troppo lungo, dicono. In tribuna la festa è guidata da Enzo Berri, simpatico presentatore napoletano, scopritore di talenti musicali tra cui anche Nino D’Angelo. Il calcio è una passione di famiglia. Il fratello Cosimo è presidente del Secondigliano. Nella ripresa il Bari tenta di arrivare al pari ma le sue sortite sono sterili. Al 15' Penzo, attaccante corpulento, micidiale di testa, su passaggio di Materazzi, attuale allenatore del Bari, padre di Marco, il difensore dell'Inter e della Nazionale, costringe Fiore in tuffo per salvare la porta. Nel prosieguo della gara una punizione cross che sorprende Ferioli. Il raddoppio sembra cosa fatta ma Consonni libera sulla linea di porta. E si arriva alla fine. Esplode la gioia dei paganesi, in campo e fuori. Gli azzurrostellati sono ora a soli tre punti dalla vetta. Rambone si catapulta verso i giocatori per ringraziarli ed elogiarli. Il pubblico applaude ed intona cori di festa. Pagani vive un miracolo. La B è vicina. Un tifoso più sognatore degli altri scrive sul muro della tribuna: «L’anno prossimo ce la vediamo con il Milan». I rossoneri in serie A balbettano nelle zone pericolose della classifica, rischiano la retrocessione pur avendo campioni come Rivera, Albertosi e Bigon. La domenica dopo un altro successo degli azzurri, stavolta sulla Salernitana (2-1), con reti di Stabile e Grassi. Il sogno continua. Ma sette giorni dopo arriva la scoppola. Netta sconfitta a Matera (2-0). Il Bari vince e si riporta a cinque punti di vantaggio. A cinque giornate dalla fine è un distacco praticamente incolmabile. Il campionato termina di lì a qualche settimana con gli azzurri al secondo posto, a quota 48, sei punti dietro la capolista. Il sogno della B è sfumato, mai più la Paganese avrà a portata di mano un'impresa così esaltante. Ma quella domenica di trent'anni fa è rimasta nei cuori e nel ricordo dell’intera città. Sicuramente la pagina più prestigiosa ed indimenticabile della storia azzurrostellata.