13.12.07

Paganese-Pro Patria 0-0: il commento di Nino Ruggiero (Cronache del Mezzogiorno).

IL MOTO PERPETUO DI GUARRO
Ci sono qualità che non potranno mai essere rimproverate agli attuali componenti della rosa della Paganese: impegno, serietà di intenti, abnegazione, agonismo sfrenato, voglia di emergere. spirito di sacrificio. E basta, perchè altrimenti rischierei di ripetermi: l'importante è che ci siamo capiti. Questi benedetti ragazzi in maglia azzurro-stellata hanno capito da tempo - specie dopo l'arrivo del serafico Chiappini - che la squadra nel suo complesso ha mezzi tecnici limitati: soprattutto se gli stessi vengono confrontati con calciatori che hanno calcato per anni i campi della massima serie e della serie cadetta.
Loro, i nostri, poveretti, ma si fa per dire ovviamente, sono onesti calciatori di provincia, adusi alla lotta, atleti che mai hanno figurato in squadre di grande spessore. E sanno che bisogna pedalare, fortissimamente pedalare se vogliono rimanere in sella. Con l'impegno, con la voglia di non soccombere, con la grinta che si ritrovano devono, domenica dopo domenica, conquistarsi prima un posto in squadra e poi cercare di arrivare al risultato di minima programmato. Poco importa se contro la Pro Patria è mancata la vittoria e non sono riusciti a ripetere la brillante prova sciorinata contro la Cavese quindici giorni fa. Non sempre, purtroppo, le ciambelle riescono con il buco. Sono calciatori che avrebbero fatto la felicità di un De Amicis tanto sono commoventi quando si schierano su un campo di calcio. Prendete Guarro. Lo scorso anno, in serie C2, non riusciva a conquistarsi un posto fisso in prima squadra. Era ritenuto non all'altezza in linea tecnico-tattica di altri atleti che ostentavano un pedigree di tutto rispetto. Quest'anno, probabilmente proprio a causa di una rosa ristretta, Guarro si è conquistato, in virtù di un impegno mai disatteso, un posto quasi fisso in prima squadra. Non è un'aquila, questo Guarro, intendiamoci; ma è uno che non si ferma mai, è un moto perpetuo. Gioca in difesa, a centrocampo, in attacco e sempre con lo stesso impegno, con la stessa abnegazione. La qualità? Beh! se avesse anche qualità, allora sarebbe da categoria superiore. Oggi, ancora di più rispetto ad altre gare, l'ex stabiese ha dovuto dare fondo a tutte le sue risorse. Avanti ed indietro senza fermarsi mai, un vero moto perpetuo sulle orme una volta di Castellazzi, con il quale sembrava avere un vecchio conto in sospeso, una volta su Dalla Bona. Poi, nel secondo tempo, ha creduto, presuntuosamente, di essere diventato Maradona e se ne è andato palla al piede fino al limite dell'area avversaria ignorando i compagni che si erano liberati ed attendevano un passaggio che non c'è stato. Tiratina d'orecchi d'obbligo e Chiappini, quasi a volerlo castigare per l'eccessivo narcisismo mostrato, lo ha tirato fuori preferendogli sul finale Taua.
E' importante però che il giocatore sia diventato una buona pedina nel gioco della squadra; che sappia giostrare così come gli chiede Chiappini a sostegno della difesa e - soprattutto - di Scarpa che sulla fascia sinistra non può spremersi troppo nella fase difensiva per non rischiare di arrivare spompato in area di rigore avversaria.

Nino Ruggiero