C'è stato uno spiacevole refuso tipografico su "Cronache del mezzogiorno" in edicola l'altroieri. Invece del nuovo articolo a firma di Nino Ruggiero è stato pubblicato quello della scorsa settimana. Lo trascriviamo testualmente a beneficio di tutti coloro che seguono le sorti della Paganese calcio.
Quella di Manfredonia è senza ombra di dubbio una brutta pagina, una delle più brutte di questo campionato. Brutta soprattutto perché segue un periodo di legittime speranze alimentate da prestazioni quantomeno incoraggianti, se non proprio ottimali. Sulla gara se ne sono sentite di cotte e di crude; resta il fatto – grave, anzi gravissimo – che la squadra ha toppato proprio nella partita in cui un po’ tutti si attendevano una conferma del buon momento attraversato. Colpe o non colpe, bisogna girare subito, immediatamente, la brutta pagina e pensare alle gare che restano da disputare. Qualcosa si è mosso nello scacchiere della squadra; a Fanasca e a Marino, primi acquisti della campagna di gennaio, sono state aggiunte tre pedine che dovrebbero assicurare alla squadra più stabilità e soprattutto più ricambi. Tra questi Enzo Fusco, considerato giocatore universale ma che ha innate nel suo dna le doti di organizzatore del gioco. Il giocatore, arrivato tramite prestito dalla Salernitana, è atleta di grandi potenzialità; ha piedi buoni, ha spiccata personalità, sa rendersi utile sia nella fase difensiva, sia in quella di organizzazione del gioco. A Salerno, Enzo Fusco non ha trovato molto spazio, soprattutto nel ruolo che preferisce e dove si è fatto sempre apprezzare, vale a dire nei compiti di catalizzatore del gioco. E’ stato sempre impiegato ai margini della manovra in un ruolo improprio per le sue innate caratteristiche; caratteristiche che investono anche una forte personalità e che - è bene dirlo subito, a scanso di equivoci – o si hanno o non si hanno. In giro pare che non tutti siano convinti della bontà del suo ingaggio, più d’uno avrebbe preferito un regista classico di centrocampo; un elemento di grande esperienza in grado di dare il la alle manovre offensive della squadra anche da fermo. Credo che tutte le squadre vorrebbero un elemento del genere, specie quelle già ben formate con un organigramma completo bisognevole solo di un pizzico di qualità in più. Il discorso a Pagani invece investe il complessivo assetto del centrocampo, non scordiamocelo: un centrocampo che fino a questo momento ha saputo dare il meglio di se stesso solo nella fase difensiva per innate caratteristiche dei suoi componenti. Fusco, in possesso di una buona tecnica individuale e di indiscutibile esperienza maturata anche in serie B con l’Avellino, può essere il primo anello di una catena che potrebbe prevedere - ed anzi è auspicabile - anche un assetto qualitativamente diverso dall’attuale composizione del centrocampo. Ecco: il giocatore dovrà costituire un punto di riferimento costante ed affidabile nell’organizzazione del gioco; anche se non è un regista conclamato, al momento è l’unico in grado di dare geometria alle manovre di offesa della squadra, l’unico che da subito può prendere la squadra per mano e proporsi come riferimento di qualità in un reparto che non ha mai brillato nella precisione e nella continuità della manovra. Poi ci sono i giovani dell’Udinese, questi Osso e Hodza che si sono già ben presentati nell’allenamento infrasettimanale e che sicuramente hanno doti tecniche di rilievo. I due potranno rispettivamente costituire valide alternative ai vari Fanasca e Cantoro, soprattutto perché quest’ultimo – sulla scorta delle ultime deludenti prestazioni - sembra solo un lontano parente del giocatore ammirato e lodato nella prima parte del campionato. L’argentino sembrava soffrire la presenza di Perna al centro dell’attacco; adesso, nuovamente portato al centro dell’attacco, con la partenza del centravanti napoletano non ha più alibi. Così come non ha più alibi l’allenatore Chiappini, chiamato a far quadrare il cerchio adesso che la rosa della squadra ha sicuramente acquistato in qualità. Gli stimoli ci sono tutti anche se la classifica è peggiorata in virtù della sciagurata prestazione in terra di Puglia. Stavolta – è auspicabile – contro il Monza non si giocherà solo con lanci lunghi di Criaco e De Giosa che partono dalla difesa a cercare l’irrefrenabile Scarpa sulla fascia sinistra. Stavolta la squadra dovrebbe offrire anche una parvenza, sia pure non definitiva, di squadra ben organizzata, capace di proporre una decente manovra offensiva che non vada solo ed esclusivamente a parare nei prevedibili ed ormai scontati lanci a scavalcare il centrocampo. Se così sarà, e ce lo auguriamo tutti, vedremo finalmente un’altra Paganese. Prosit!
NINO RUGGIERO - Cronache del Mezzogiorno