Nel girone di ritorno nessuno ha fatto meglio della formazione di Galderisi
FOGGIA - Lassù, solitario in cima alla classifica del girone di ritorno con la bellezza di 16 punti. Nessuno, in queste prime sette giornate ha fatto meglio del lanciatissimo Foggia: un pareggio, una sconfitta e cinque vittorie di cui le ultime tre targate Galderisi. Viaggiando con il piede a tavoletta, la squadra rossonera sta tenendo una media di due punti e qualcosa a partita, che l’ha portata a sole due lunghezze dal quinto posto occupato dal Padova. Dovesse continuare a mantenere questa media nelle restanti dieci tappe, di punti ne prenderebbe 20 e chiuderebbe la regular season a quota 57, dove i play off sono una certezza matematica.
GRANDE RECUPERO - Davvero straordinario il recupero di cui si sta rendendo protagonista il Foggia. Sedici punti in sette partite, ne aveva racimolati appena 21 nell’intero girone d’andata. Ad onor del vero i primi segnali di un’inversione di tendenza (almeno dal punto di vista dei risultati) si erano intravisti già con Campilongo: un pari, due vittorie e una sconfitta preceduta dal successo con la Ternana al giro di boa.
Ma il decisivo cambio di rotta c’è stato con l’arrivo del taumaturgo Galderisi. Il quale aveva trovato uno spogliatoio in cui si respirava un’aria pesante per le molte frizioni provocate da Sasà Campilongo, tecnico bravo e preparato, ma che ha gestito malissimo i rapporti con almeno una dozzina di giocatori che per sua stessa ammissione non lo seguivano più. Sicchè la prima intelligente mossa di Nanu è stata quella di risolvere i problemi di convivenza nello spogliatoio, ridando serenità, fiducia e importanza a tutti. Gioco e vittorie sono stati una conseguenza logica.
SPRINT A TUTTA BIRRA Dunque, arrampicata dopo arrampicata come faceva il mitico Mesner, in questi primi sette turni (gli ultimi quattro vittoriosi) il Foggia ha scalato la classifica facendo più punti di tutti e riducendo da -6 a -2 il distacco dal quinto vagone utile per i play off. «Calma, ragazzi. Abbiamo fatto tanto, ma non abbiamo fatto ancora niente», ripete Galderisi come un vecchio 45 giri scheggiato.
L’allenatore fa bene a versare acqua sul fuoco dell’entusiasmo, ma la piazza è pronta a scommettere forte sugli spareggi. E si capisce. Questo Foggia gerovitalizzato e ben organizzato, pratico e concreto e persino cinico quanto basta, promette uno sprint alla Fausto Coppi nelle ultime dieci tappe, di cui quattro allo Zaccheria con due scontri diretti con Foligno e Padova.
Un Foggia chiamato subito a confermare il suo stato di grazia nella doppia trasferta di Pagani e Verona, contro squadre in cerca di punti salvezza. Due partite difficili, d’accordo, ma che il Foggia può far sue se le affronta con lo stesso piglio con cui aveva vinto a Cittadella e poi battuto il Venezia. O no?
Antonio Troisi - Corriere dello Sport