28.2.08
Miggiano prepara una Paganese d’attacco. Già a Foligno con il 4-3-3 (Il Mattino).
FILIPPO ZENNA Pagani.Tredici sedute di allenamento (di cui tre già dirette: una martedì, due nella giornata di ieri) ed un'idea rivoluzionaria: trasformare la Paganese, precedentemente troppo prudente, in una squadra garibaldina, votata ad un calcio molto più offensivo di quello finora praticato prima con Cosco poi con Chiappini. Roberto Miggiano, terzo allenatore ad insediarsi sulla panchina azzurrostellata, lavorerà su uno spregiudicato 3-4-3 che adotterà probabilmente già a Foligno, alla ripresa del campionato: «La sosta in tal senso - confessa il direttore generale Cosimo D'Eboli - capita a pennello perché favorisce una conoscenza più profonda delle caratteristiche dei singoli e del gruppo appena ereditato. Miggiano c'ha idee tattiche diverse, è abituato a giocare con un 3-4-3 o all'occorrenza con un 3-5-2: credo ci siano tutte le condizioni per il cambio di modulo». Che esalterebbe lo spirito offensivo tanto di Francesco Scarpa quanto di Fanasca, Osso e Cantoro, una volta ristabilitosi del tutto. È in vena di confessioni Cosimo D'Eboli quando conferma che «Miggiano ha trovato una squadra un po' spenta, demotivata, adagiata. Ecco perché, al di là del discorso puramente tattico, si concentrerà molto sul lavoro psicologico. Va risollevato l'umore del gruppo, va iniettata fiducia per affrontare le prossime nove partite come autentici spareggi». Gli stessi che al termine della stagione regolare finiranno probabilmente per coinvolgere la Paganese: «La speranza è l'ultima a morire, ma - continua lo scaltro D'Eboli - siamo a undici punti dalla salvezza diretta ed il campionato ormai volge al termine. L'obiettivo attuale è combattere partita dopo partita e guadagnare magari una posizione migliore all'interno della griglia play-out, di puntare al quartultimo o al quintultimo posto e godere dei favori che concede un miglior piazzamento in classifica». Il giorno dopo l'insediamento di Miggiano, il direttore generale della Paganese spiega anche i motivi della sua scelta: «Non abbiamo pensato al classico allenatore di grido preferendo un tecnico motivato e giovane insieme al quale gettare già le basi per la prossima stagione. Miggiano ha lavorato molto bene nel settore giovanile del Lecce e con lui intendiamo svoltare, aprire un ciclo nuovo che si sposi con la linea aziendalistica della società. La classe imprenditoriale non ha risposto alle sollecitazioni del presidente Trapani ed è giusto per il bene della società ragionare in questi termini, programmare con intelligenza senza fare salti mortali».