Una delle commedie di Eduardo, forse la meno famosa, “Ogni anno punto e a capo”, da un po’ di tempo a questa parte, diciamo in questa annata calcistica, sembra accompagnare come “leit motiv”, o se preferite, come colonna sonora le prestazioni della Paganese. Solo che – a differenza del titolo della citata commedia – non è ogni anno che si è punto e a capo, ma addirittura ogni settimana. Quando si pensa che la squadra abbia finalmente trovato la giusta ricetta per risalire la classifica – come capitato dopo la mini-serie di vittorie conseguite in casa contro Foligno, Legnano, Cavese e Lecco – ecco che, patapuffete!, arriva l’inaspettata batosta di Manfredonia, seguita a ruota dalla sconfitta più bruciante del campionato contro la Pro Sesto. Due gare importanti, quasi due scontri diretti perduti malamente. Poi, domenica scorsa, una grande prova, forse - e senza forse - la più bella del campionato contro la Cremonese. Nell’ambiente adesso, proprio alla luce della bella esibizione sfoderata contro i primi della classe, si spera che la squadra possa finalmente aver trovato il bandolo della matassa; che ritrovi, come domenica scorsa, “l’animus pugnandi” e che soprattutto non abbiano più a ripetersi prestazioni insulse e vuote come quella di Manfredonia. La commedia di Eduardo citata in apertura è stata già recitata parecchie volte e la stagione teatrale può andare benissimo oltre. Anzi, si deve passare oltre. Forse non è nemmeno vero – come si dice negli ambienti sportivi - che Chiappini abbia trovato per caso il regista che la squadra cercava; potrebbe anche essere. Purtroppo, le circostanze in materia non parlano in favore dell’allenatore che in qualche circostanza – specie dopo i vari forfait di Capolattano e Marinucci Palermo – avrebbe potuto valutare la possibilità di dare spazio a Muwana, oggi giustamente sugli altari. Il giocatore di colore domenica scorsa, una volta impiegato al centro del campo, ha dato prova di una intelligenza tattica non comune e di una impensabile abilità di palleggio. I saggi della nostra terra hanno sempre trovato le parole giuste per descrivere un evento; i detti antichi sbagliano poche volte. Uno di questi recita proprio così, in dialetto, ma ve lo ripropongo in traduzione: “cade il muro, s’aggiusta la strada” – si diceva e forse ancora si dice. Vuoi vedere, allora, che è proprio così? Che cioè la squalifica di due importanti giocatori di centrocampo, vale a dire di Cossu e di Fusco, può aver consentito a Chiappini di trovare per strada il centrocampista cercato inutilmente in tutto il cosiddetto mercato di riparazione? Adesso, sia ben chiaro, non bisogna neppure caricare di responsabilità esclusive un calciatore come Muwana fino a questo momento poco utilizzato. Ma dopo una prestazione convincente ed autorevole come quella di domenica scorsa, Chiappini ha innanzitutto il dovere morale di non intaccare gli equilibri tattici tanto faticosamente ottenuti. Il che non significa affatto bocciatura per due elementi come Cossu e Fusco; il primo, tatticamente molto disciplinato ancorché grande recuperatore di palloni vaganti sulla tre quarti; il secondo, dalla buona tecnica di base, con grande esperienza maturata in categoria, in grado certamente di dare una valida mano alla squadra nel finale di campionato. La considerazione che va fatta in questo particolare momento è lapalissiana: l’allenatore, cosa mai successa fino a questo momento, ha la possibilità di scegliere e deve cercare di non sbagliare. In precedenza poteva giustamente - e discretamente, essendo soprattutto vicino alle esigenze della società – lamentare una rosa ristretta di atleti a disposizione. Adesso non più, se è vero – come è vero – che la squadra può permettersi teoricamente di avere in panchina atleti come Cossu, come Fusco e come Cantoro. In tutte queste considerazioni va inquadrata la partita di Padova, una gara che la squadra non vuole e non deve perdere. Per farlo però Muwana e compagni dovranno giocare all’altezza della gara sciorinata domenica scorsa; dovranno mettere in campo la stessa voglia di arrivare al risultato, la stessa velocità di esecuzione, la stessa rapidità di manovra che ha messo in crisi l’organizzazione difensiva della Cremonese. Il tutto senza sbilanciarsi eccessivamente per arrivare al risultato a tutti i costi. Equilibrio ci vuole nel calcio, sempre. Ci vogliono le giuste equidistanze fra i reparti, ci vuole spregiudicatezza al tempo giusto, condita da una enorme saggezza tattica. Il giusto mix lo dovrà trasmettere negli spogliatoi l’allenatore Chiappini; in campo ci penserà un atleta come Criaco, vera colonna portante dell’assetto difensivo, altro giocatore sempre più determinante; trascinatore instancabile della squadra anche quando esce dalla sua area palla al piede. Un vero esempio di serietà per tutti.
NINO RUGGIERO