Ero partito per Pagani con in tasca un sogno: quello di vincere ancora in una lontana trasferta e di riaprire il nostro campionato. Inguaribile ottimista? Forse. Alla fine del primo tempo però eravamo effettivamente di nuovo a -4 dai play off, forti dell’ennesima conferma del rallentamento di Foligno e Padova e caricati dalla speranza dei match casalinghi contro Venezia e Foggia. Dal punto di vista psicologico è più facile rincorrere quando “nessuno ci crede più”. L’Italia ha vinto due Mondiali proprio così, sfruttando lo scetticismo generale che ha allentato le pressioni. Ed anche la nostra rimonta sul Lumezzane del ’96 era nata nelle medesime condizioni, tutti consideravamo il primo posto “sfumato” già a fine gennaio,non c’erano più attese di sorta.
E’ andata come è andata ed il sogno si è trasformato nell’ennesimo rimpianto di una stagione che probabilmente verrà ricordata come quella delle occasioni perdute.
Il primo tempo è stato molto equilibrato. Una grossa occasione per parte eppoi il nostro gol, in pieno recupero. Su Amore è stato fischiato un fallo probabilmente inutile perché l’azzurro (seppur sbilanciato) aveva ancora il pallone. I padroni di casa si sono distratti e il Novara li ha infilati (salvo diverse indicazioni, non servono ulteriori fischi per riprendere il gioco).
Qui è cambiato il vento della direzione arbitrale. La Paganese ha protestato a lungo, Paolo Esposito (il n.13) si è fatto espellere dalla panchina caricando il pubblico che urlava “Venduto, Venduto”. Il signor Andolfatto è rientrato in campo molto meno ben disposto nei confronti dei nostri giocatori. In cuor suo temeva di aver fatto un torto alla squadra di casa… e non poteva essere sereno come nel primo tempo...
L’arbitro però non ha condizionato la mezzora iniziale della ripresa. Avremmo comunque potuto raddoppiare, ma Lorenzini (tacco) è stato sfortunato (traversa) e Botticella è stato molto bravo sulla punizione di Maggiolini. Anche la Paganese ha avuto almeno un paio di belle occasioni attorno al quarto d’ora. Col passare dei minuti però la pressione dei padroni di casa sembrava essersi attenuata, il Novara pareva padrone della partita contro un avversario un po’ scoraggiato. L’uscita di Cantoro aveva forse finito con il favorirci.
Poi è successo il patatrac, il gol del pareggio. Un episodio che vorrei rivedere alla tv prima di esprimere giudizi. Allo stadio, sinceramente, non ho avuto l’impressione del fallo, ma chi era in campo giura il contrario.
Subito dopo siamo rimasti in dieci, eppoi in nove (l’arbitro ha ammonito Lorenzini senza ricordarsi di averlo appena ammonito). A questo punto non avevamo più nulla da chiedere alla gara, dovevamo solo portare a casa la pelle, in qualche maniera. E’ così è stato.
Tutti gli azzurri hanno dato il massimo dal punto di vista dell’impegno. Ludi ha giocato una stupenda partita da centrale, Evola ha dimostrato ancora una volta di essere estremamente affidabile nell’arco dei novanta minuti. Peccato per il gol preso da Berti che ha rovinato la sua miglior partita in azzurro. Sulla palla gol capitata a Scarpa è stato bravissimo a rimanere in piedi fino all’ultimo portando all’errore l’ex bomber dell’Andria.
Nel complesso è un Novara che col passare delle domeniche sta diventando sempre più simile al Novara immaginato da Bellotto. Una squadra che comincia a concedere poco in difesa (almeno in 11 contro 11) che non ha una manovra corale lineare ed armonica come nei giorni migliori dell’era Discepoli, ma che davanti le occasioni in una maniera o nell’altra le crea sempre. Se ci pensate, dal momento del cambio di allenatore in poi Rubino ha sempre avuto almeno un paio di nitide palle gol a partita… E di solito almeno una la mette… In certe partite dell’era Discepoli facevamo girare palla molto bene (ricordate Venezia?) ma faticavamo tremendamente a liberare l’uomo davanti al portiere.
E’chiaro che un cambio in corsa in questi termini porta a qualche scompenso. Questa rosa era stata costruita quasi per intero per giocare con il 4-4-2 di Discepoli e fa dispiacere vedere certi giocatori di nome e di classe in panchina. Però è davvero difficile subentrare a gennaio e dare un gioco diverso alla squadra. Bisogna dare soprattutto stabilità e motivazioni. E’ quello che hanno fatto Frosio, Vallongo e Di Chiara, i tre cambi più azzeccati a stagione in corso che io ricordi. E quello che sta cercando di fare Bellotto con un ruolino in termini di punti che lascia parecchi rimpianti, ma che è sicuramente migliore di quello dell’ultimo Novara di Discepoli.
Ora non bisogna mollare. Considerare la stagione chiusa anzitempo può portare ai rischi corsi l’anno passato di questi tempi. Bisogna continuare a rincorrere… quantomeno per evitare di essere rincorsi… Anche perché dietro stanno cominciando a vincere e ci sono squadre che tecnicamente non valgono certamente la zona play out. A me la gara d’andata con il Venezia non è ancora andata giù. Quel gol annullato ingiustamente e quell’altro incassato in mischia allo scadere hanno rappresentato l’inizio delle nostre disgrazie sportive. Riprendiamoci sabato quello che ci spetta, poi faremo nuovamente i conti…. Forza Novara sempre!
Massimo Barbero