17.3.08

Paganese senza tifosi, salvezza sempre più difficile.



RAFFAELE CONSIGLIO Pagani. Nella domenica che doveva essere della riscossa la Paganese stecca ancora in casa, questa volta contro il Novara. Una distrazione assurda ha condizionato un match che doveva e poteva essere sfruttato diversamente. Adesso, grazie alla vittoria contro la Pro Patria, il Verona ha annullato il gap e proprio con la Paganese i veneti si dividono l'ultima piazza della classifica generale. La situazione ora è grave anche se non disperata ma ormai a sette giornate dal termine del torneo bisogna guardare in faccia alla realtà. Bisogna evitare di finire il campionato in ultima posizione altrimenti la retrocessione in C2 sarà diretta. La Paganese acquista domenica dopo domenica sempre più le sembianze di una squadra abbandonata al suo destino. Nemmeno mille paganti per un incontro delicato di terza serie la dicono tutta sul momento negativo del club azzurrostellato. Molti si chiedono dove è finita la gente che nel match di finale contro la Reggiana lo scorso anno trascinò Scarpa e compagni verso la conquista di una storica promozione? Lello Del Forno è deluso per il pareggio ma non si da per sconfitto. «Peccato per non aver saputo conquistare la vittoria. Quest'anno tutte le cose ci girano male. E' un anno che deve passare alla svelta, la gente ormai è sfiduciata e non crede più in questa salvezza, anche se io sono convinto che alla fine ci salveremo». Deluso anche Luigi Rippa, tifoso settantenne che segue la Paganese dal lontano 1949. «Quello che sto vedendo quest'anno non mi è mai capitato di vederlo. Non capisco perché si voglia far passare il calcio per una disciplina difficile quando per vincere bisogna buttare semplicemente il pallone in porta. Nel calcio moderno gli allenatori devono complicare sempre il tutto. Il calcio di un tempo era migliore sotto tutti i punti di vista. Speriamo che alla fine ci salveremo con i play out». Nel dopo partita pizzico di delusione per il risultato anche per l'attaccante Fanasca tra i migliori in campo. «Volevamo vincere ma non ci siamo riusciti. Ci gira tutto storto ed ogni episodio va contro di noi. Gli avversari si inventano il tiro della domenica e ci fanno gol mentre noi per segnare dobbiamo sudare le proverbiali sette camice. Peccato per quel mio tiro sul finale che ha incocciato il piede di Osso. In questo momento però dobbiamo stringere i denti e restare concentrati perché mancano ancora sette giornate e tutto può ancora succedere. E' vero il Verona ci ha raggiunto ma io ho sempre sostenuto che prima o poi il Verona sarebbe risalito. Secondo me dobbiamo fare la corsa principalmente sul Manfredonia. Ci sono in palio 21 punti e credo che il nostro calendario sia più agevole».