22.4.08
Hellas: indenni dall’inferno di Pagani (da L'Arena di Verona)
Luca Mantovani
PAGANI (SALERNO)
Pellegrini aveva chiesto una partita da uomini veri. I gialloblù lo hanno ascoltato. Il Verona torna da Pagani con un punto ma l’obiettivo dei play out adesso è più vicino. All’inizio del campionato nessuno avrebbe immaginato una situazione così a tre giornate dalla fine: Verona penultimo in classifica e Paganese all’ultimo posto con la necessità di battere l’Hellas per alimentare la speranza e restare in C1. Invece la storia di questo pazzo torneo ha regalato delusioni in serie a Rafael e compagni. E non serve a nulla elencare la storia e la tradizione dell’Hellas, la classe e la qualità dei giocatori gialloblù per ottenere la vittoria a tavolino.
Al «Marcello Torre» di Pagani bisogna lottare dal primo all’ultimo minuto per strappare un risultato positivo. Davanti a un pubblico infuocato che ha chiamato la città a raccolta per fermare l’invasore del Nord. «Lo scaligero deve affondare», si legge sui manifesti che tappezzano le vie che portano allo stadio. «Massacriamoli», scrivono i tifosi sullo striscione che domina la curva azzurrostellata. C’è da dire, però, che all’interno dell’impianto regna il fair play: la vera sfida si gioca in campo ma negli spogliatoi, nei sottopassaggi, in tribuna e in sala stampa c’è grande rispetto. «Un’accoglienza impeccabile», ammette il diesse Riccardo Prisciantelli. «Grazie alla collaborazione dei dirigenti della Paganese, dei carabinieri di Pagani e degli agenti della Digos veronese che ci hanno seguito in Campania».
Paure ambientali da dimenticare appena si entra in campo. Bisogna giocarsela: non ci sono giustificazioni. La Paganese parte subito forte, il Verona controlla. Pellegrini manda in campo una formazione ormai collaudata a centrocampo e in attacco, rivede il reparto arretrato con Comazzi e Di Bari sulle fasce, Sibilano e Orfei in mezzo. Il tecnico della Paganese risponde con uno schieramento insolito. Cantoro è l’unica punta, Scarpa e Fanasca giocano a sostegno, Muwana e Fusco sono i registi centrali, Marino e Giovanni Esposito vanno e vengono sulle fasce ma si trovano spesso all’altezza dei tre centrali (Di Giosa, Lopez e Pasquale Esposito) per irrobustire la difesa. Strano per una squadra che deve cercare la vittoria a tutti i costi. Ma i padroni di casa non cercano mai la manovra: palla lunga sulle punte e poi via, a lottare su tocchi e rimpalli.
Il Verona non si fa prendere dalla frenesia. Controlla, rallenta i ritmi e riparte con buone geometrie. Fanno quello che possono viste anche le condizione del campo. In effetti la Paganese spinge ma l’Hellas costruisce due o tre azioni pericolose con Garzon, Cissè e Corrent. Al 25’ arriva l’occasione buona per i gialloblù. Cissè per Stamilla, tocco indietro per Garzon, destro di prima intenzione, palla che sbatte sul palo a Botticella battuto. La Paganese accusa il colpo e arretra il raggio d’azione, Bellavista e Garzon prendono in mano le redini del centrocampo, Zeytulaev e Cissè mandano in tilt il sistema difensivo azzurrostellato. Solo al 37’ arriva il primo lampo della Paganese: cross in area, palla a Fusco, botta a colpo sicuro. Ma Rafael fa il miracolo e devia in angolo.
Eh no, coì non va. Il Verona riparte e allo scadere del primo tempo arriva il gol del vantaggio. Azione insistita in area tra Zeytulaev e Cissè, De Giosa «liscia», Stamilla fulmina Botticella e l’arbitro manda tutti nello spogliatoio. All’inizio della ripresa la Paganese prova a mettere un po’ di pressione ai gialloblù: Scarpa e Fanasca si fanno rispettare sulle fasce ed il Verona non trova più la forza di reagire. Pellegrini cambia Cissè con Minetti per sfruttare la sua velocità negli spazi, ma la mossa non porta risultati concreti. Al quarto d’ora l’arbitro ammonisce per la seconda volta Zeytulaev, reo di perdere tempo. Rosso all’attaccante uzbeko e Verona in dieci. La Paganese torna a crederci, Miggiano manda in campo altre due punte e prova un inedito 4-2-4. L’Hellas si difende con ordine e si appoggia a Stamilla quando deve far ripartire l’azione. L’effetto è tanta confusione sulle trequarti ma il taccuino resta vuoto.
Alla mezz’ora il secondo lampo della Paganese. Ma stavolta è decisivo. Errore difensivo del Verona, Marino pesca Scarpa in area e Garzon lo mette a terra: l’arbitro indica il dischetto. Rigore impeccabile di Scarpa e palla in fondo al sacco. Manca ancora un quarto d’ora alla fine: potrebbe succedere ancora di tutto. Ma la Paganese ha troppa paura di perdere e non vuole rischiare nulla, l’Hellas non ha più la forza per cercare la vittoria. Finisce uno a uno, la speranza è ancora viva.