29.5.08

Il capitano Corti: il Lecco in C2? E' colpa nostra (La Provincia di Lecco).



LECCO - Il capitano, il giorno dopo l'assedio Ultras. Daniele Corti è dispiaciuto di quanto accaduto ma non riesce a stigmatizzare il comportamento dei tifosi: «Sinceramente capisco i tifosi. Certo mi aspettavo di avere un confronto con loro visto che sono venuti dappertutto ma la Polizia ci ha consigliato di non uscire. Io avrei cercato il dialogo? Ripeto, li capisco, però ormai siamo retrocessi e anche se andavo a parlare, cosa avrei potuto dire. Le balle stanno a zero, visto quel che è successo. Hanno i loro giusti motivi per averci aspettato fuori?».
Quali colpe secondo il capitano sono ascrivibili unicamente alla squadra? «Sicuramente abbiamo pagato i tanti errori commessi in campo. Appena sbagliavamo pagavamo subito e sicuramente non siamo mai stati forti nel reagire alle vicissitudini che ci capitavano. C'è stata poca reazione, ma non so spiegarne il motivo preciso. Certamente, non può esserci stata un'unica causa per questo disastro che è la retrocessione. Come squadra, però, ci prendiamo le nostre responsabilità: siamo stati noi a retrocedere».
Quello che Corti non può e non vuole dire è che la squadra non ha gradito molto lo scaricabarile del dopo retrocessione. Un solo colpevole: lo spogliatoio. Ma su questo, ripetiamo, Corti non parla. Cerchiamo di dissipare almeno alcuni veleni del dopo Pagani. È vero che lo spogliatoio bluceleste era spaccato tra chi voleva la salvezza e chi non si è fatto a pezzi per ottenerla?
«Non era assolutamente spaccato. Sicuramente lo spogliatoio non è quasi mai bellissimo quando vinci, figurati quando perdi. Però non c'era nessuno che remava contro, domenica scorsa. Non voglio nemmeno pensarlo. Se anche ci fosse stato qualcuno che non voleva rimanere in questa squadra, retrocedere è una bruttissima cosa per chiunque. Non solo per il proprio curriculum di giocatore, ma soprattutto per l'orgoglio personale. Poi per far salvare chi, la Paganese?».
Un capitolo a parte: i campani, pur battendo il Lecco 2 a 0, sono sembrati tecnicamente del tutto alla portata del Lecco. Anche se sono, al pari, sembrati molto più squadra: «Il mio rammarico più grosso dopo la gara di domenica è stato questo: la Paganese doveva essere quantomeno alla nostra portata. E in casa nostra non mi era sembrata così tanto squadra, come dite, rispetto a noi. Eppure hanno vinto loro».
Una retrocessione evitabile: «Direi di sì. Tutto era evitabile, ma prima dei play-out che restano sempre un terno al lotto».
E il futuro? «Non so. Sento parlare di ripescaggi, di altre cose. Posso parlare a livello personale: ho il contratto, ma devo vedere quali siano le intenzioni della società; di sicuro non voglio rimanere in un posto dove non mi vogliono. Nessuno ha urlato contro di me, l'altro giorno, ma resto sempre un retrocesso: se l'anno prossimo a Lecco sbagliassi mezza partita, sarei sempre quello che è stato capace di finire in C2. Non so, ripeto: ci devo pensare bene. Certo, per come sono fatto ho voglia di dimostrare di non aver meritato la retrocessione».

Marcello Villani