18.9.08
Il beneventano Vincenzo Melillo :«Al Santa Colomba mi piacerebbe dimostrare quanto valgo».
La prima volta da ex, un’emozione da vivere e da raccontare per Vincenzo Melillo, nato alle falde della Dormiente e cresciuto con la maglia giallorossa sulle spalle.
E’ una gara ricca di significati per il sannita, davanti agli occhi di amici e parenti, tutti rigorosamente beneventani, indosserà le vesti del ‘nemico’.
“Giocare contro la propria città – confessa l’estremo difensore azzurro stellato - ha un certo fascino, lì sono nato, lì ho mosso i miei primi passi nel mondo del calcio, lì vive la mia famiglia, quindi non posso rinnegare un attaccamento morboso con quell’ambiente. Prima che uscissero i gironi io ho sperato ardentemente che finissimo a giocare nello stesso campionato ed ora mi sembra un sogno”.
Come mai? Solitamente chi ha un legame forte con la propria terra spera di non affrontarla…
“No. Io vorrei dimostrare ai miei concittadini il mio valore, dove sono arrivato. Per me sarà un’esperienza indimenticabile, scommetto che nel tunnel che porta al campo mi torneranno tutte le immagini più belle del mio passato da stregone”.
Partirai titolare?
“Non ne ho proprio idea. Io sto bene e naturalmente vorrei essere nell’undici che calcherà il rettangolo verde. Fino ad ora sono stato utilizzato soprattutto in Coppa, quindi le mie speranze sono ben poche”.
Potresti farti avanti col mister…
“Non sono il tipo che chiede una cosa del genere. D’accordo è la mia città, ma rispetto le scelte del tecnico. Lui sa che sono di Benevento, se lo riterrà opportuno mi schiererà e se ciò dovesse accadere io ce la metterò tutta per farmi trovare preparato, per non deluderlo”.
La tua avventura nel mondo del pallone è iniziata proprio qui, poi il destino ti ha portato su altre sponde.
“Sono stato con la squadra della strega fino ai quattordici anni, poi mi sono trasferito ad Empoli dove ho fatto tutta la trafila delle giovanili guadagnando anche qualche convocazione in serie A come terzo portiere, per poi giungere a Pagani, avendo toccato anche Borgomanero, Poggibonsi e Castelnuovo”.
Hai attraversato quasi tutti i campionati.
“Sono stato abbastanza fortunato. Il mio obiettivo è puntare sempre più in alto. Dalla mia ho la giovane età, ho solo ventidue anni, ma so di avere ancora tanta strada da percorrere. Il mio è stato un ritorno alla Paganese, già tre anni fa qui vinsi il campionato”.
Sugli spalti avrai una tifoseria d’eccezione: la famiglia al gran completo.
“Per la verità loro mi seguono molto spesso. C’è mio padre, Giustino (anche lui portiere di buon livello in gioventù, preparatore dei pipelet del Benevento qualche anno fa, ora nello staff tecnico dell’Atletico) che è il mio più accanito sostenitore, se ho realizzato uno dei miei sogni, entrare a far parte del mondo del pallone, lo devo solo a lui. Del loro appoggio sono certo, ma i mie amici non si lasceranno condizionare, tiferanno Benevento…”.
Ora però presentaci la Paganese.
“Abbiamo un mister molto preparato, Capuano, che predilige il gioco palla a terra. Il nostro modulo di gioco prevede un centrocampo molto folto a cinque ed una difesa a tre. La rosa è composta da tantissimi giovani interessanti. Dopo un avvio di stagione decisamente in sordina con grosse difficoltà riscontrate nella fase conclusiva, abbiamo trovato il giusto assetto. Secondo me siamo una discreta squadra che può puntare a disputare un campionato tranquillo”.
E sul futuro?
“Il mio sogno è tornare a Benevento. L’ho detto poc’anzi, il mio motto è puntare sempre in alto, e Benevento è una piazza che potrebbe offrirmi quello che cerco”.
Allora, in bocca al lupo…
“Crepi il lupo…”
da Il Sannio Quotidiano