Fabio, dopo otto anni sei ritornato a calcare i terreni infuocati della C o meglio della Prima Divisione. Cambio di denominazione a parte, come li hai trovati ?
"Più o meno uguali, sempre campi difficili dove ognuno in casa cerca di rendere al massimo la vita difficile agli avversari. Sappiamo che il fattore campo, sopratutto nel girone B, è abbastanza importante anche se devo dire che quest'anno è tutto un po' falsato dalle restrizioni, derby che vengono fatti a porte chiuse oppure trasferte che vengono vietate. Da un lato salvaguardano l'ordine pubblico però dall'altro fanno sì che le partite diventino un po' anomale. Me lo ricordavo chiaramente in modo diverso perchè dieci anni fa non c'erano questi problemi, andavi su tutti i campi e trovavi spettatori ovunque e di conseguenza un po' diverso da quel punto di vista. Invece a livello tecnico credo che è sempre un campionato di valore con squadre forti, giocatori interessanti quindi la differenza grossa è quella. Rispetto a dieci anni fa vai a giocare in stadi a porte chiuse o dove i tuoi tifosi non ti possono seguire".
Esperienze in C ad Arezzo e Varese, poi la B, la A e la Nazionale. Come giudichi la tua carriera sinora ?
"Non ho nessun tipo di rimpianto, sono orgoglioso e soddisfatto di quello che ho fatto. Sono arrivato a giocare in Nazionale ma facendo la gavetta, partendo dalla C2, poi C1 e B giocando in tutte le categorie e dimostrando il mio valore. Il fatto di essermi tolto delle soddisfazioni in serie A e vestire la maglia della Nazionale per me è un grande motivo di orgoglio. Nel passato più recente l'hanno fatta da padrone gli infortuni quindi mi hanno condizionato, ho avuto parecchi problemi alle ginocchia e di conseguenza il rendimento è calato di molto. Sopratutto la continuità con la quale sono riuscito ad andare in campo e dimostrare è stata sempre meno e di conseguenza ho pagato. Tutt'ora qualche fastidio me lo crea, però quando vado a rileggere tutta la mia carriera, se penso che sono partito dai dilettanti e sono arrivato ad indossare la maglia della Nazionale e togliermi delle soddisfazione in A, non posso che essere soddisfatto e orgoglioso".
Aldilà dell'età contano sopratutto lo spirito e le motivazioni. Cosa ti ha spinto ad accettare la serie C ?
"Mi ha spinto la voglia di rilanciarmi e di mettermi in discussione, giocare con continuità perchè comunque avevo capito che a Brescia non avrei avuto la possibilità perchè non ho fatto altri tipi di scelte. Pescara mi sembrava l'opportunità ideale, mi era stato illustrato un progetto importante, poi chiaramente si è verificato tutt'altro ma quello l'ho scoperto dopo. Il rammarico e la delusione per come stanno andando le cose a livello societario è tanto perchè non me lo aspettavo io, non mi era stato preventivato e credo che neppure se lo aspettavano tutti quanti. Però purtroppo la situazione al momento è questa e in più anche quest'anno ho avuto qualche problemino al ginocchio che mi ha dato fastidio e non mi ha permesso di giocare con continuità. Infatti, ho saltato delle partite, spero di rientrare domenica ma ancora non lo so. Sto meglio, ma ho iniziato ad allenarmi con la squadra solo oggi (ieri ndr), dovrò valutare bene giorno per giorno come risponde il ginocchio riprendendo i carichi normali di lavoro".
Hai rimpianti per la scelta fatta considerando gli attuali problemi societari ?
"Delusione più che rimpianti perchè sono cose che scopri dopo. Rimpianti no perchè comunque credo di essere venuto in una piazza importante, una città bellissima quindi il rimpianto se avessi sbagliato la scelta sotto quel punto di vista. Invece sotto questo punto di vista, Pescara è il massimo perchè è una piazza con grande passione. C'è delusione per quello che pensavo che fosse ed invece non era e non è stato. Che Pescara mi attirasse come piazza perchè è importante lo ribadisco anche adesso e per quello che non ho sbagliato la scelta. Ho sbagliato magari a credere in quello che mi è stato detto".
Campionato più difficile del previsto o sono stati i problemi societari ad aver influito sul rendimento della squadra ?
"Il campionato è difficile, su quello non ci piove, ci sono ottime squadre. Però è anche vero che quando ti trovi tutte le settimane a non poter mai parlare di calcio ed allenarti pensando alla partita ma devi sempre pensare ad altre cose, pensare a dove e come allenarti, a millecinquecento cose ma mai pensare alla gara è dura. Credo che questa squadra stia facendo benissimo non bene, ripeto in certe situazioni, non sto qui ad elencarle, che solo noi sappiamo e viviamo, è veramente difficile per un allenatore costruire qualcosa e anche per la squadra rendere. Fino ad oggi la squadra ha fatto tutto quello che era nelle possibilità, la classifica non è il massimo che si possa avere però credo che sia dignitosa vista la situazione. Andiamo avanti per questa strada sperando che prima o poi, in un modo o in un altro, conosciamo il nostro vero destino, come si suol dire di che morte dobbiamo morire".
Con Arezzo, Crotone e Gallipoli già in fuga, quali sono a questo punto gli obiettivi ?
"Nella nostra situazione l'obiettivo è, settimana per settimana, cercare di preparare al meglio la partita che viene. Purtroppo non siamo nella condizione di poter fare progetti a lungo termine perchè viviamo veramente una situazione dove giorno per giorno, settimana per settimana, conosciamo cose nuove oppure dobbiamo andare a scoprire determinate situazioni. Ripeto il nostro obiettivo è sempre la partita che viene, in questo caso quella con la Paganese, poi vedremo quel che sarà. I conti li potremo fare solo alla fine perchè la nostra è una situazione talmente anomala che parlare di obiettivi è assolutamente secondario. E' chiaro che le brutte figure non piace a nessuno farle e quindi in ogni partita, come è stato dimostrato, andremo in campo sempre per dare tutto, fare il meglio e rendere la vita difficile a tutti perchè crediamo di avere dei valori, se all'inizio questa squadra era stata accreditata per fare buone cose non credo fosse per caso. Poi la situazione è diventata diversa da quella che invece doveva essere però il valore di questa squadra è buono e aldilà di tutto penso che se un giorno troverà un minimo di tranquillità e di certezze possa ancora fare bene. Però è troppo legato a tanti punti interrogativi che noi viviamo".
La Paganese è reduce da tre vittorie consecutive, il Pescara è obbligato alla vittoria per scalare posizioni in classifica. Che gara sarà ?
"Sarà una gara per noi difficile come tutte. La Paganese sicuramente sta bene, è in salute, credo che sia anche una buona squadra vedendo i risultati che sta facendo quindi per noi sarà una partita difficile. E' chiaro, però, che noi in casa stiamo facendo molto bene, abbiamo vinto tutte le partite, tranne il pareggio con il Lanciano, quindi vogliamo proseguire su quello di buono che, secondo me, stiamo facendo in questa serie di risultati positivi pur sapendo che incontriamo un avversario che in questo momento va molto bene ed è in salute".
Gianluca Russo - paganese.it