Con le visite mediche effettuate nel pomeriggio di ieri, è partita virtualmente la nuova stagione della Paganese. Le novità di giornata sono state essenzialmente due, la prima riguarda la riconferma a sorpresa del difensore Sasà Astarita, almeno qualcosa e qualcuno s’è salvato della difesa meno perforata dell’anno scorso - troppo poco però, che meritatamente s’è guadagnato il rinnovo dopo il buon campionato appena archiviato. La seconda è la convocazione, in prova, di un attaccante argentino Tartalo, classe ’88, che dovrà convincere il tecnico Palumbo, dopo le 21 presenze e 4 reti realizzate lo scorso campionato in serie D tra Lupa Frascati e Sanvitese, delle sue capacità di punta centrale. Non conoscendo il giovanotto di belle speranze mi auguro che la società punti anche e soprattutto su un elemento di maggior esperienza e fiuto del gol per risolvere l’atavico problema delle realizzazioni. E’ una Paganese incompleta per ora quella che stamattina ha salutato idealmente Pagani dal "Marcello Torre". Una Paganese che per il momento non ha catturato le fantasie dei tifosi, né gli entusiasmi a raccogliere il loro pensiero. Troppo presto per giudicare, come ho già ripetuto in precedenza, e solo il campo di gioco sarà il giudice supremo. Certo che a questa squadra manca ancora qualcosa e non qualcosina, nonostante i 18 convocati che in realtà sono 16 se si considera Scarpa pronto a far le valige e Tartalo in prova che al momento è un'incognita. Dicevamo che manca qualcosa come un altro difensore centrale, due centrocampisti di cui uno titolare ed una punta di spessore, tutti di categoria visto che in rosa di calciatori che hanno militato in Prima Divisione si contano in una sola mano. Troppo poco per una squadra che deve raggiungere l’obiettivo della salvezza. I giovani si sa sono un’arma a doppio taglio, con l’euforia dei primi risultati ti possono far volare, in caso contrario non ti salva nessuno, vedi il Manfredonia di due anni fa. Quella che si appresta a lavorare nella quiete di Acquasanta Terme è una squadra che è nata seguendo un ”progetto giovane“ forse esagerato, che se va a buon fine può essere un’ottima dote per la società ma c’è anche l’altro risvolto della medaglia che non voglio nemmeno immaginare. Come dicevano i latini la verità sta sempre nel mezzo ed il mezzo a questa squadra, ovvero il giusto mix, non c’è. E’ forse una preoccupazione eccessiva la mia e sicuramente lo è, non sono un tecnico né un dirigente e certamente la società e mister Palumbo hanno valutato attentamente queste scelte, ponderandole attentamente soppesando i pro ed i contro. Ritengo che a questo punto diventi decisivo per il mercato della Paganese l’affare Scarpa per giungere, o monetizzando o in contropartite tecniche, a calciatori che facciano fare il salto di qualità all’organico in termini d’esperienza soprattutto adeguati per la categoria. Va benissimo il progetto giovani anche in chiave d’investimento per il futuro di una società media come la Paganese, che deve doverosamente guardare al bilancio, a patto che attorno alla linea verde s’inseriscano quei 4-5 calciatori che guidano il gruppo nei momenti cupi che non mancano mai o che siano d’esempio come lo sono stati nella passata stagione i vari Taccola, Caracciolo, Tisci, De Giosa, Antonio Esposito.
Peppe Nocera per Paganese.it