Davide Faraon, poderoso portiere di Vittorio Veneto al suo battesimo con la maglia della Paganese. Il ragazzo ha tanta voglia di recitare una parte importante nel prossimo campionato. Una stagione che lo vedrà, finalmente, quale primo referente della difesa dei pali. Lui proviene da Taranto dove ha trascorso un triennale con poche soddisfazioni. Piazza prestigiosa certo, ma le ventidue presenze accumulate nell’arco di tre campionati certamente non ha saziato la sua ambizione: “Per me comincia una nuova fase della carriera, gli altri anni li ho trascorsi da gregario” La grinta non manca, le qualità atletiche nemmeno. E le sue motivazioni vanno di pari passo con lo spirito battagliero che ne hanno contraddistinto questo inizio di ritiro.
La Paganese ha chiamato e lui non ha avuto alcuna remora nell’accettare la sfida. Una sfida decisiva? “Non posso fallire. La Paganese è una delle società che fa della serietà una delle sue prerogative, proprio per questo voglio dare il massimo per ripagare la fiducia concessami”. L’eterno secondo ormai ha scalato la scala gerarchica e s’è ritrovato prima scelta nel discorso tecnico. Ha cominciato a Padova dove ventenne ha fatto il secondo di Cano; Pinna e Barasso gli altri due colleghi (rivali) nell’esperienza di Taranto: “Nel mio primissimo anno con il Padova ero il secondo di Cano, una gran portiere che mi ha dato tanto. A Taranto dinanzi a me c’erano prima Pinna e poi Barasso. Lì ho giocato meno di quanto mi aspettassi ma ho avuto qualche problema. Sono stato messo anche fuori rosa”
Una storia non finita bene a Taranto. Capitolo chiuso, il nuovo comincia con il racconto con le novità in casa Paganese: “E’ un gruppo giovane, poi c’è Palumbo sulla panchina che è una garanzia, un maestro nelle cure dei particolari. A chi mi ispiro? Fontana è sempre stato un punto di riferimento per me”
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