17.9.09

Tra l'incudine e il martello: momenti di riflessione.

Non siamo Amici io e il Presidente Trapani, ma ci conosciamo e penso ci stimiamo, quantomeno ci troviamo simpatici in quelle poche occasioni in cui ci troviamo di fronte e parliamo. Ho avuto la fortuna e l'ansia di essere per sei mesi Presidente della Paganese e so che cosa possano significare tante parole e tanti atteggiamenti di un Presidente della Paganese. In questi anni, e ripeto, non per grandi frequentazioni, ma per un fatto di "pelle", ho capito molto di Raffaele Trapani (senza presunzione e chiaramente non tutto), tanto da aspettarmi tante sue mosse e dichiarazioni. Il meglio di se però il Presidente della Paganese me lo ha sempre espresso attraverso gli sguardi e le battute che spesso ci siamo scambiati incontrandoci per strada, quando sei in macchina e non ti puoi fermare, e allora le espressioni, un saluto piuttosto che un sorriso, o una faccia corrucciata ti raccontano tanto dell'andamento della stagione. Un preambolo lungo per dire che ho incrociato il Presidente Trapani che passeggiava con altre persone e per la prima volta l'ho visto imprecare per qualche errore di valutazione che era stato fatto ed abbassare lo sguardo senza sorrisi, corrucciamenti o battutine, uno sguardo tirato, di chi sa di dover raddrizzare una stagione e di doverlo fare in tempi strettissimi. I primi innesti Melillo, Monticciolo, Bacis, Marzocchi e Panini non sembrano calciatori in grado di fare cambiare volto ad una squadra e, mi permetto di dire, né Tisci, né Botticella avrebbero potuto fare chissà cosa. Piuttosto mi sembra poco credibile che la società, e quindi anche D'Eboli, abbiano lasciato carta bianca a Palumbo e siano rimasti noncuranti di tutto sino al 31 Agosto, giorno di chiusura del mercato. Per questo sta nascendo una piccola preoccupazione circa l'andamento di questa stagione, e non credo che essere realisti voglia significare fare il gufo o augurarsi che la Paganese retroceda. Purtroppo l'evidenza e cioè la partita con il Figline, ha messo ancora più a nudo l'estrema pochezza della Paganese come squadra e mi duole dirlo anche come calciatori. Tranne Melillo, che meritava ampiamente la su chance in serie B, non vedo calciatori che possano lasciare la loro impronta nel campionato azzurrostellato. Urge qualche idea nuova per scuotere e dare una fisionomia alla squadra. Pensabene dovrebbe avere nel suo cognome, ma spero anche nella testa, qualche idea rivoluzionaria che modifichi l'andamento della stagione, oppure il duo Trapani - D'Eboli dovrebbe stupirci con nuovi effetti speciali, o ancora dovremmo augurarci, come espresso altre volte, l'ennesimo miracolo. O ancora, semplicemente, ammettere che la festa è finita.

Carlo Avallone per Paganese.it