1.10.09

Tra l'incudine e il martello.

Proprio non me l'aspettavo una prestazione così incolore e scialba da parte della Paganese. Contro la Pro Patria forte sulla carta, ma scarsa sul campo, gli azzurrostellati sono riusciti nella rara impresa di non inquadrare mai lo specchio della porta avversaria per tutti i novanta minuti. E al di là delle assenze di attaccanti, c'è da sottolineare la totale mancanza di gioco o di impostazione dello stesso. Considerazione che mi porta a credere che alla Paganese manchino, oltre all'attaccante che fa gol, anche il centrocampista che, bene o male, pensi a come farlo fare il golletto. Debbo rivelare che domenica sera ero intenzionato a scrivere di una squadra da rifare daccapo, ma a ben vedere qualche calciatore da salvare esiste, oltre a ringraziare Melillo per essere ritornato. Però la conclusione a cui sono arrivato dopo la gara con i bustocchi è che vi sono diversi calciatori inadeguati per la categoria e, seppur condividendo la filosofia gestionale di Trapani, non posso pensare che non vi sia nulla di meglio sulla fascia sinistra di quello che stiamo vedendo in campo. Sciannamè nonostante provenga dal settore giovanile dell'Empoli sembra aver perso le qualità di un centrocampista offensivo esterno, Marzocchi non credo abbia il passo e la determinazione per giocare in una categoria così difficile da interpretare. Mi fermo saltando osservazioni sui portieri ed altri calciatori della rosa. Mi duole invece ascoltare il Presidente Trapani che rimanda al mittente critiche legittime. Che con lui la Paganese abbia ritrovato una categoria importantissima è cosa che lo colloca tra coloro che nella storia della squadra hanno compiuto qualcosa di significativo, ma nello stesso tempo non lo salva dalle disapprovazioni quando le cose non vanno per il meglio. Usiamo un facile termine di paragone: se costruissimo una casa, abbellendola ogni anno, dandole un aspetto sempre migliore, arriveremmo ad un momento che perfezionamenti non ne potremmo fare più; a quel punto potremmo solamente mantenere quello che abbiamo facendo i lavori necessari per conservarla in efficienza, fino al momento in cui si dovrà decidere di una completa ristrutturazione che dia alla casa uno splendore nuovo. Certo l'alternativa sarebbe quella di lasciarla andare in malora, ma credo che un bene comune vada salvaguardato sempre e comunque.

Carlo Avallone per paganese.it