2.12.09

Il novembre nero del Perugia.

Processo al Grifo: Benevento l’ultima tappa di un mese terribile. Urge un rimedio a questa emorragia. Cinque punti in 5 gare: tra le big dei due gironi peggio solo il Pescara.

La fredda pioggia di novembre. Il grigio di novembre. Di un autunno che diventa inverno, giorno dopo giorno. E che, dunque, da grigio passa a nero.
Nero come l’umore, nero come una classifica che non ha più gli orizzonti azzurro limpidi dell’alta quota, nero come la sconfitta. Anzi, le sconfitte. Nero come la rabbia e l’impotenza di una tifoseria, che dopo l’ultima sconfitta di lunedì sera a Benevento sotto il diluvio dell’ultimo giorno di novembre ora, beh, ha paura di vedersi sfilare via un altro anno di sogni.
Nero, dunque e infine, come il mese del Perugia. E meno male che quello di novembre storicamente e statisticamente per il Grifo è periodo di vacche grasse. Quest’anno il raccolto è stato magro, magrissimo. Cinque punti in altrettante partite, ed uno scivolamento in classifica che potrebbe diventare alquanto dannoso. E che tra le big dei due gironi vede superiore solo quello del Pescara del traballante Cuccureddu, con appena 3 punti nello stesso lasso di tempo.
In soldoni, ad un rapido sguardo a questa porzione di campionato si vede che nel raggruppamento biancorosso Benevento e Varese hanno fatto 12 punti; Novara 11; Cremonese 8; Arezzo e Lumezzane 7. Sul versante adriatico invece abbiamo i 10 punti del Verona; 9 di Ternana e Ravenna; 8 per la Reggiana; 7 a testa per Cosenza e Rimini; 6 il Portogruaro e appunto 3 gli abruzzesi.
Cosa è successo? La storia è semplice e complessa al tempo stesso: dopo e nonostante l’immeritato ko di Novara (26 ottobre) il Perugia se ne stava al quinto posto con 17 punti, a sette lunghezze dai piemontesi capolisti ma ad appena cinque dalla Cremonese seconda, due dall’Arezzo terzo ed uno dal Varese quarto. In realtà si sarebbe dovuto togliere una lunghezza per ciascuna delle distanze in questione, dal momento che il Grifo era stato già penalizzato di un punto per gli F-24 pagati con ritardo nel corso dell’estate.
Insomma, sicuramente non uno splendore ma altrettanto sicuramente una classifica dignitosa, oltretutto “rammaricata” dai due pari trasformatisi in altrettante sconfitte decisamente immeritate con le due battistrada del campionato. Poi che succede? Succede che arriva novembre, arriva la trasferta di Lumezzane persa in maniera allucinante (al 90’ e dopo aver giocato tutto il secondo tempo con un uomo in più) e qualcosa inevitabilmente si rompe.
Perchè il Perugia, complice anche il comunque discreto pari contro l’Arezzo della settimana dopo, comincia appunto a scivolare in classifica; perchè Covarelli dopo le dichiarazioni di grande stima e fiducia in Pagliari del periodo “maggio-giugno-luglio-agosto-settembre” ricomincia di fatto a pensarla come in quello “ottobre-febbraio” 2008, e cioè che il tecnico non lo convince nè lo ha mai convinto. Tutto ciò succede a cavallo tra Lumezzane ed Arezzo, anche se il presidente “sbotta” dopo il derby, così come succede (ma lo si saprà qualche tempo dopo) che Sandro Marcaccio si dice «disponibile» ad interrompere il proprio contratto col Grifo, assumendo (eccessivamente) su di sé tutte le colpe di una situazione diventata «non soddisfacente» per società e tifosi.
Succede che va via Pagliari, succede che si sta dieci giorni a capire se Piero Braglia può allenare o no (e non potrà, visto che indipendentemente da tesseramento e/o contratti firmati è andato già in panchina col Taranto) e che alla fine Covarelli decida di andare avanti con Zaffaroni. L’unico, alla fine, veramente incolpevole in una situazione che probabilmente è più grande di lui ma che cerca di governare con grande impegno.
Ecco, la fine della storia dal titolo “Il novembre nero del Perugia” la si ha a Benevento. Con errori incredibili da parte del reparto difensivo, ed una partita “regalata” con tre gol agli avversari nonostante il Grifo fino al gol del 3-1 se la sia giocata anche non male. Quindi: una vittoria, due pareggi e due sconfitte. Ergo: urge trovare soluzione immediata a tale “emorragia” di punti e risultati. Come? A società e Zaffaroni l’ardua sentenza.
Intanto, anche se si è passati a dicembre, continua a piovere. Già, perchè Paponi è alle prese con uno stiramento ai gemelli e la cosa non è breve; perchè Zoppetti ha il naso rotto dopo la botta rimediata a Benevento e perchè Raimondi è un mistero: lo stanno curando, ma lui non guarisce da questa infiammazione al piede. E la difesa, purtroppo per il Grifo, ha dimostrato che non può fare a meno di lui.

MICHELE MILLETTI - Il Messaggero