20.1.10

Caso Ibekwe: comunicato Street Urchins 1984: l'altra campana.

Il polverone sollevato dal caso montato dal calciatore Ibekwe con la colpevole complicità di giornalisti distratti ci induce ad intervenire sull’accaduto, soprattutto per respingere con forza e sdegno le accuse piovuteci addosso da più parti. Tutto è cominciato durante il secondo tempo della partita di domenica quando all’ennesimo gol fallito dalla Paganese, segnatamente da Ibekwe, si è alzato un coro di disapprovazione dalla Curva Nord e dall’intero stadio. A questo coro il calciatore, disinteressandosi della gara, ha risposto con un plateale ed inqualificabile gestaccio rivolto alla curva e non soddisfatto, sostando sotto la stessa, ha continuato con isterici atteggiamenti e di nervosismo verso gli Ultras. A fine gara poi, in piena malafede, nel tentativo di precostituirsi un alibi che giustificasse il suo indegno comportamento, dichiarava di essere stato oggetto di cori razzisti e di “buu”da parte degli Ultras. Puntualmente le accuse di Ibekwe sono diventate l’argomento principale della trasmissioni televisive e dei giornali che pur avendo, si presume, inviati al “Marcello Torre” che avrebbero dovuto riportare fedelmente l’accaduto hanno dato massimo risalto alla notizia titolando e raccontando la storia della curva razzista e manifestando solidarietà al calciatore.

TUTTO CIO’ E’ SEMPLICEMENTE DISGUSTOSO. La storia che è stata raccontata è fasulla preparata dal calciatore colpevolmente cavalcata dai giornalisti sempre pronti ad ergersi a censori di comportamenti altrui, forse perché oggi è di moda parlare o meglio sparlare degli Ultras dipigendoli come razzisti. Questa accusa infamante ci indigna perché la storia, da tutti voi raccontata non ci appartiene. Non è nella nostra mente, nel nostro stile di vita etichettare una persona in base al colore della pelle. Noi da Ultras destinatari delle vostre etichette quasi sempre negative costruite attraverso ciò che sentite raccontare sugli Ultras.

A VOCE ALTA diciamo che il IL RAZZISMO NON FA PARTE DEL NOSTRO PATRIMONIO GENETICO DI ULTRAS E DI CITTADINI trattati allo stadio come pericolosi criminali da sorvegliare e, peggio ancora, come appestati da evitare vietando trasferte, chiudendo gli stadi o imponendo schedature di massa. Ci chiediamo come mai di questo razzismo non ne parla alcun giornale o trasmissione televisiva, forse perché non fa notizia, non fa notizia una trasferta vietata a chi fa della fede calcistica una ragione di vita. Il razzismo non ha dimora nella nostra mentalità, lo dice la nostra storia che non ci ha mai visto legati ad un ideale politico che sfoci in atteggiamenti di razzismo. Lo conferma il nostro stile, la nostra immagine perché MAI LA CURVA NORD E’ STATA MEGAFONO DI CORI RAZZISTI, mai gli ultras paganesi si sono resi protagonisti di questi atteggiamenti. Testimoni di queste nostre parole, che non sono storia raccontata ma quotidianamente vissuta, possono essere coloro che domenicalmente frequentano il “Marcello Torre” a cominciare da giornalisti ed addetti ai lavori finendo con gli spettatori, prima fra tutti quelli di domenica. Sfidiamo chiunque a sostenere il contrario di ciò che affermiamo.

Grave e reiterato è, invece, il comportamento del calciatore peraltro già recidivo perché protagonista di analoghi atteggiamenti in altre occasioni, comportamento che a noi è apparso indegno della maglia che indossa e, soprattutto, irrispettoso nei riguardi della città che lo ha fatto uomo trasformandolo in idolo. A chi, invece, chi accusa di essere la causa di tutti i mali rispondiamo con un perentorio: BASTA anche questa storia che si ripropone nei momenti più difficili è falsa e pretestuosa . La realtà, invece, evidentemente un’altra, nel bene e nel male gli Ultras sono gli unici sempre presenti in qualsiasi categoria, regione d’Italia, posizione in classifica, situazione economica. Gli Ultras sono gli unici a sostenere sempre e comunque la maglia macinando chilometri per rappresentare la città portando a testa lata il nome di PAGANI in giro per l’Italia. Tutto ciò merita rispetto da parte di chi indossa la nostra maglia, tifa per la nostra squadra, scrive delle nostre cose , valuta i nostri comportamenti.