Eran tredici, eran giovani (in tanti) e tutt’altro che forti quando misero piede tre settimane fa nel ritiro ormai storico di Acquasanta Terme. Una ventina di giorni dopo sono più di venti, con malizia da vendere ed un tasso complessivo di qualitá ed esperienza più che discreto. La Paganese che saluta le Marche (ieri mattina risveglio muscolare e ritorno in sede: oggi giornata libera, domani ripresa al “Torre”) s’avvicina al campionato con tante certezze e poche incognite: di sicuro, molto più tosta, completa e tecnica rispetto alla passata stagione. E la dimostrazione s’è avuta tanto nell’amichevole di Norcia contro l’Ascoli (in maniera particolare nel primo tempo) quanto nel triangolare di Grottammare: le verifiche ultime, prima che il campionato decolli, saranno l’Aversa Normanna (domenica alle 20.30) e l’Avellino (mercoledì al “Partenio”), ma la sensazione è che, per struttura difensiva e potenza offensiva, le sofferenze della scorsa stagione saranno solo un lontano ricordo.
Nell’opera di "bilancio", tracciato dopo tre settimane di lavoro, vengon fuori poche pochissime crepe (presto anche la porta sará solidifata: probabile tesseramento per Virgili). A voler schematizzare il "cosa non va" è semplicemente una questione temporanea, il "cosa va" coinvolge invece un po’ tutti i reparti ed abbraccia l’intera sfera gestionale.
Cosa non va. Il ritmo. Non che manchi, beninteso, ma è ancora lontano dagli standard di super aggressività richiesti da Palumbo. Il motivo è semplice, semplicissimo: la squadra è stata tirata su a scaglioni, il baluardo difensivo Cuomo ha sostenuto appena una seduta d’allenamento, Panini s’è aggregato da pochi giorni e deve seguire una tabella specifica di recupero dopo l’operazione al menisco. Gli stessi Tedesco e Triarico hanno una decina di giorni di ritardo rispetto al gruppo che tira dall’inizio. Ecco perché è una questione temporanea: per i primi di settembre tutti saranno al 70-80% della condizione e la Paganese potrá seguire l’iter per cui è stata programmata (salvezza tranquilla) ed i ritmi indiavolati che pretende l’allenatore di Venosa nel suo 4-2-3-1 di corsa e ripartenze rapide.
Cosa va. A paragonare la nuova Paganese con la vecchia la differenza è lampante. Innanzitutto in attacco: per la prima volta Palumbo ha un attaccante vero. Non più il macchinoso Zarineh, ma l’esplosivo Tedesco, cannoniere del Marcianise nella passata stagione. C’è poi il talentuoso Tortori ad illuminare negli ultimi sedici metri e non vanno sottovalutate la duttilitá del giovane Triarico e la fame di Roberto Magliocco, centravanti a caccia dell’etichetta smarrita del bomber. Funziona benissimo anche la difesa con Cuomo, Martinelli e Giovanni Esposito al centro ed i jolly Panini ed Ingrosso a completare con Sciannamè la batteria arretrata.
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