A distanza di quattro giorni dal derby di Salerno è ancora viva l'amarezza per quello che è successo all'Arechi, ma quello che continuo a ripetermi mi fa ancor più rabbia perché era tutto incredibilmente evitabile. Una sola considerazione è lampante a tutti ma non lo è stato per chi ha organizzato dal punto di vista logistico l'ordine pubblico allo stadio. Era tanto difficile, aldilà dell'affidabilità concessa ai tifosi sulla tranquillità dell'evento che comunque non andava mai sottovalutata, posizionare duemila paganesi in uno stadio da trentamila posti anziché in un settore in cui c'erano anche i salernitani in Curva Nord, da sempre destinata agli ospiti? Tutto quello che è successo dopo, dalle intimidazioni, già prima della gara, di un gruppo di salernitani presenti nel settore distinti e fortunatamente sedato dal buon senso di tutti, all'aggressione del barista, che a sua volta anziché rivolgersi alle forze dell'ordine ha pensato bene di chiamare alla resa dei conti i tifosi granata provenienti anche dalla Curva Sud le cui porte magicamente si sono aperte, non sarebbe successo. Il tutto sino alla vile carica dei supporters granata sulle famiglie, sulle ragazze e sui genitori con figli, addirittura qualcuno costretto a rinchiudersi nel bagagliaio delle auto per sfuggire alla follia collettiva, e per chiudere con la pioggia di candeggina piovuta sui tifosi azzurri dai distinti superiori. Le forze dell'ordine si son fidate, anche perché da Pagani s'era partiti con lo spirito di assoluta tranquillità con intere famiglie, ragazze, bambini consci che ci si recava in una città, calcisticamente parlando, "amica". A Salerno, invece, già covava qualcosa di diverso, tutto premeditato, a sentire le testimonianze di chi ha vissuto quei momenti terribili, costretti ad andare via e proteggere i propri cari. Come si dice è meglio confrontarsi con un nemico dichiarato che con un falso amico e così è successo a Salerno. Comunque la frittata è fatta, la pessima figura in diretta tv è stata la ciliegina sulla torta e su quella sottile amicizia esistente, che da tempo scricchiolava, tra salernitani e paganesi, è stata posta la parola fine. Capitolo incidenti chiuso e meno male che si son contati solo quattro feriti e non il morto grazie anche alla maturità dei paganesi che non hanno risposto alle ripetute cariche in quel settore divenuto ben presto una trappola. Paganesi, guardiamo avanti come sempre ha saputo fare il nostro popolo con la speranza che chi ha macchiato il derby venga espulso dagli stadi per sempre. Altro che tessera del tifoso che, come ha dimostrato il derby dell'Arechi, è inutile in gare senza restrizioni, anzi crea incidenti negli altri settori com'è successo in Cavese-Cosenza o Brindisi-Avellino. Ora, però, parliamo di calcio.
La Paganese esce dall'Arechi con due certezze. La prima è che la squadra c'è, l'ha dimostrato sul campo con un'ora di buon calcio fatto di velocità, di trame di gioco ed organizzazione tattica. La seconda è che le manca un difensore sinistro di ruolo come ancora una volta ha dimostrato anche il gol realizzato da Murolo. Se Esposito, come ripeto da inizio campionato, non è considerato da Palumbo esterno sinistro, se non in casi eccezionali, Sciannamè invece non ha nel suo dna di calciatore attitudini difensive e di copertura, meglio nella spinta da esterno di centrocampo. Soluzioni. O si lavora sul ragazzo per fargli capire le movenze da difensore o si corra ai ripari perché il problema nell'undici di base è sempre lo stesso. A questo punto, in quel ruolo, meglio schierare Esposito che, ripeto, è nato calcisticamente difensore sinistro ed è giunto a Pagani tre anni fa come esterno mancino, anche se Palumbo non lo ritiene tale. Cancellare la sconfitta immeritata di Salerno è semplice. Occorrerà una prova come sempre gagliarda con l'Alessandria sperando di ritrovare anche un Tedesco diverso dall'Arechi, capace di finalizzare il gran lavoro della squadra e sfruttare le iniziative di Lepri, miglior in campo lunedì sera, e Triarico.
Peppe Nocera per Paganese.it