Quattro mesi dopo, Paganese e Salernitana si ritrovano una contro l'altra a campi invertiti, come anche la classifica che, viste le ambizioni dichiarate alla vigilia del campionato, non accontenta nessuna delle due. Quattro mesi come ventotto anni. Da tanto i granata non si presentano al "Torre" per sfidare gli azzurri in versione campionato. Erano i mitici anni ottanta con la Paganese che ben figurava nell'allora C1 e la Salernitana che come sempre partiva con i favori dei pronostici per poi perdere l'obiettivo, la serie B, per strada. Dalla gara d'andata è cambiato tutto, sia sotto il profilo tecnico delle due squadre che sotto quello ambientale. L'antica, presunta, amicizia s'è andata a farsi benedire all'"Arechi" dopo quarantacinque minuti togliendo definitivamente quell'imbarazzo che aleggiava tra le due tifoserie, modificando di netto lo scenario sia interno ai gruppi ultras paganesi che quello esterno per quel che riguarda l'attuale atmosfera che regna alla vigilia di questa gara di ritorno. In città non c'è aria di derby, quella frizzante che si respira alla vigilia di queste partite dal sapore particolare ma c'è invece un'aria cupa che si sposa con il cielo di questi giorni. Nella tifoseria c'è più la preoccupazione per la classifica, con la Paganese fanalino di coda che contro la Salernitana si gioca gran parte di fiducia per il prosieguo del campionato con un unico risultato da perseguire: la vittoria. Dipinto così il derby numero quattordici della storia appare a tinte fosche ma si sa i derbies hanno sempre un risvolto particolare che mischia storie e personaggi con destini incrociati ed anche questo, aldilà della classifica, non sfugge a questa casistica. Basterebbe prendere in considerazione il solo Capuano per creare su questa partita un romanzo. Lui salernitano che non è riuscito mai a guidare la squadra della sua città, sogno giustamente mai nascosto, che si ritrova gli amati colori contro, in una stagione sino a questo momento avara di soddisfazione. Immagino soltanto come avrà caricato a mille la squadra per togliersi comunque lo sfizio e qualche sassolino dalle scarpe nella settimana del suo quarantaseiesimo compleanno. Nessuna vittoria fino a questo momento nelle undici uscite sulla panchina azzurra e l'occasione, per riprendere la scalata salvezza, cade a fagiolo. Ma i destini incrociati di questo derby non si esauriscono qui. Basta pensare a Luca Fusco, dieci anni a guidare la difesa granata, salernitano purosangue, "il capitano", ripudiato dalla sua tifoseria ed ora ecco che il calcio così crudele ti da la seconda chance e via altri sassolini dalle scarpe. A completare l'amarcord è giunto, giusto in tempo, Emanuele Ferraro, bomber degli ultimi anni esaltanti dell'era Lombardi con il quale però a fine rapporto ci fu il classico braccio di ferro prima del divorzio ed il classico gol dell'ex auspicabile. Settimana e gara probabilmente sentita e particolare per il paganese Rino Iuliano, portiere della Salernitana, che sicuramente vivrà notti insonne al solo pensiero di scendere in campo nello stadio della sua città contro la squadra del cuore. Come l'emozione di Andrea Tricarico che ritorna a Pagani dove ha vinto un campionato e grazie a quella strepitosa annata ha trovato la B a Salerno. Bastano queste storie, questi destini incrociati, per riaccendere un derby spento in città ma dove il fuoco cova sotto la cenere di queste emozioni.
Peppe Nocera per Paganese.it