Ci sono momenti in un campionato in cui ti gira tutto storto, produci una serie innumerevole di azioni e non ne concretizzi una. Ci sono momenti in cui vai oltre le tue possibilità, oltre le tue potenzialità ma porti a casa meno del previsto. A questo punto, dopo aver visto e commentato il derby con la Salernitana, l'asticella dell'ottimismo, abbassatosi nell'ultimo periodo, è aumentata. Non può andare sempre così, non possiamo trovare sulla nostra strada altri tredici Buffon della serie C come Facchin del Pavia o Caglioni della Salernitana a negarci l'impossibile. In campo una sola squadra: la Paganese. Quadrata, combattiva, non solo muscoli per intenderci ma anche tante belle giocate partorite dai piedi di Gatti, dai polmoni di Vicedomini e dalle ficcanti intuizioni di Lepore che a questo punto, dopo la terza esibizione, ha conquistato il posto da titolare soffiandolo a Triarico. Ora la Paganese è una squadra. E' questa la considerazione in tutta la sua completezza che mi porta ad essere più ottimista di prima. E' vero, se non vinci queste partite con tante occasioni e quando sei superiore in lungo e largo all'avversario, significa che l'anno è maledetto ma bisogna pensare diversamente. C'è la squadra per andare a Monza, Como e Crema e giocarsela per vincerle. La Paganese, ripeto, ha un solo avversario da combattere: il tempo, che scorre come le giornate e non si riesce a sbloccare. La supremazia è stata totale con un fisiologico calo solo nella seconda parte quando Gatti ha tirato il fiato. Buona la prima in azzurro di Ferraro, sarebbe stata ottima se solo Caglioni non si fosse risvegliato dal letargo, nel quale è caduto negli ultimi anni, proprio a Pagani. La Salernitana? Non pervenuta, come la dirigenza al seguito, un fatto strano per una società del suo blasone in questa categoria. Atteggiamento da squadra venuta sul terreno del fanalino di coda con il solo intento di non prenderle, troppo poco. Come l'ultima delle pericolanti, con l'unico tiro scoccato nello specchio della porta al novantesimo. A volte le soddisfazioni non arrivano solo dai tre punti ma anche dalle prestazioni e Capuano può stare tranquillo che qualche sassolino i suoi ragazzi, pur non vincendo, glielo hanno fatto togliere dalle scarpe. Bel calcio per sessanta-settanta minuti. E' mancato solo il gol per rendere onore ad una prestazione da incorniciare per gli azzurri. Ora è il momento di non mollare per costruire su questi presupposti l'ennesima ricorsa salvezza. Chapeau Capuano. Chapeau per la Paganese che, dopo le figuracce del girone d'andata, s'è riconciliata con il suo pubblico riscaldandolo nel gelo del "Torre" in un pomeriggio in cui le forze dell'ordine si sono infreddolite vista l'assenza di lavoro. Ne escono ridimensionati, sotto tutti i punti di vista, i granata che si sono aggrappati al punticino come un gattino bagnato alla propria copertina. Dalla serie "C'era una volta la Salernitana".
Peppe Nocera per Paganese.it