Dietro i numeri, sette anni di perfezionamento tattico: due gol appena incassati con la "nuova" squadra, quella completata a gennaio ad immagine e somiglianza del tecnico. Dal derby con la Salernitana in poi la Paganese è diventata di roccia, prendendosi finanche il lusso di giocare con tre punte rischiando il minimo. "Contate i tiri verso il nostro specchio della porta nell’ultimo mese e mezzo: probabilmente non arriviamo neppure a cinque". Capuano s’inorgoglisce di un rendimento difensivo superbo, chi segue dal principio la carriera del tecnico salernitano non si meraviglia affatto. Perché dopo essersi legato per anni al rombo di centrocampo e ad una linea difensiva a quattro, Capuano ha partorito il cambio strutturale nella stagione 2003-04. Ereditò da Sciannimanico un Sora allo sbando, con valori tecnici di gran lunga inferiori alla media di quel campionato e comprese che per risalire la china bisognava innanzitutto registrare la fase difensiva: esordì con uno 0-0 di prestigio contro il titanico Foggia di Pasquale Marino ed in ventotto giornate conquistò ben 39 punti (salvezza diretta di conseguenza) con appena 29 gol al passivo. La svolta nel cambio di modulo, nel passaggio ad una linea difensiva più coperta, con tre centrali ad assicurare copertura. Gli interpreti di allora erano Taccola, Mandelli e Cianfarani, ma al di lá degli uomini il 3-4-3 (o 3-5-2 in diversi casi) è diventato un marchio di fabbrica per Capuano ed una garanzia di soliditá per la retroguardia.
Un indizio è poco, tre indizi fanno la prova. E dopo Sora, Capuano ha costruito altre due superbe stagioni lavorando sugli equilibri della fase difensiva. La prima a Castellammare di Stabia nel 2006-07 con una squadra nata dalla partnership con Vito Giordano e diventata di ferro (Mariniello, Rinaldi e Terracciano i tre del blocco arretrato) nonostante le risorse societarie ridotte all’osso: il piazzamento finale fu prestigioso (settimo posto con ben 53 punti), il rendimento difensivo semplicemente perfetto. Appena 27 gol incassati: meglio fece solo il Foggia grandi firme prima guidato da Cuoghi poi da D’Adderio (25 reti subite).
Il vero capolavoro che ha esaltato le capacitá tattiche di Capuano è stato compiuto, però, proprio a Pagani, appena due stagioni fa. Salvezza diretta conquistata senza attaccanti di razza, con una mediana solida ed una difesa che inizialmente apriva a mille perplessitá: il quasi quarantenne Taccola al centro, Astarita e Chiavaro (entrambi prelevati dalla serie D) ai suoi lati.
Eppure quella Paganese concluse il campionato senza subire un solo gol nelle ultime quattro partite, incassandone soltanto 29 in 34 partite per conquistare il premio di difesa più solida: addirittura meno perforata rispetto al super-Gallipoli di Giannini, che chiuse con 32 gol al passivo. C’è poco da meravigliarsi, allora, se adesso gli attacchi avversari fanno solo il solletico alla Paganese, se nelle ultime cinque giornate Ginestra ha subìto appena due gol, se la retroguardia (solitamente composta da Urbano, Fusco e Radi con Ingrosso e Cuomo alternative di lusso) guida la grande riscossa. Un bunker così dona tranquillitá e sicurezza per i prossimi difficili impegni e gli eventuali play out. Far gol a Capuano è un’impresa e dietro i numeri c’è una filosofia raffinata negli ultimi sette anni, che va oltre gli interpreti chiamati in causa.
La Città di Salerno - da Tuttolegapro.com