Schietto e sincero come quando entra in scivolata sul centravanti avversario: parliamo dello stopper della Paganese Luca Fusco che TuttoLegaPro.com ha intervistato in esclusiva per capire da vicino i motivi che hanno riportato in auge la compagine azzurrostellata, reduce da sette risultati utili consecutivi nei quali non ha subito neppure una rete. Una striscia di risultati straordinaria per una compagine che solamente due mesi fa era distante sei punti dal penultimo posto e che ora, invece grazie ad una rimonta pazzesca, può cullare addirittura il sogno di centrare la quart'ultima posizione che significherebbe fattore campo favorevole negli spareggi Playout.
Partiamo dal tuo arrivo a Pagani a stagione in corso, com'è andata la trattativa?
"Dopo la retrocessione in Prima Divisione con la Salernitana ho capito che il mio ciclo in granata si era concluso. In estate, però, sono rimasto disoccupato, nonostante sì abbia ricevuto diverse offerte che però ho declinato volendo rimanere vicino a casa per stare con i miei due bambini. Quando a metà novembre si è prospettata l'ipotesi di venire a Pagani ho accettato immediatamente con entusiasmo e a distanza di qualche mese devo dire che è stata la scelta giusta".
Dopo un pessimo girone d'andata, ora siete la squadra più in forma del momento. Come avete fatto a rilanciarvi così clamorosamente?
"I fattori sono molteplici: innanzitutto è stato bravo il mister nell'assemblare la squadra, perchè come saprai non sempre acquistare tanti giocatori validi a gennaio coincide con una svolta, anzi molto spesso i nuovi non riescono ad amalgamarsi e rimangono avulsi dal resto della squadra. Invece noi abbiamo costruito un gruppo solidissimo che lavora con voglia ed entusiasmo e finalmente i risultati si vedono. Essere tornati così prepotentemente in corsa per la salvezza è già un mezzo miracolo sportivo, visto che eravamo a sei-sette punti dalla penultima e addirittura potremmo finire terz'ultimi o quart'ultimi".
Vedendo la marcia inarrestabile che state compiendo adesso, aumentano i rimpianti per la prima parte di campionato...
"Senza essere immodesti ritengo che la nostra squadra abbia qualità importanti e diversi elementi che conoscono bene la categoria, dunque se fossimo stati questi dall'inizio, probabilmente avremmo potuto ambire al ruolo di guastafeste del campionato. Potevamo essere un outsider e in grado di giocarsela per le posizioni della griglia Playoff".
Che obiettivo vi siete posti per questo finale di stagione?
"Vogliamo sfruttare le ultime tre giornate per arrivare il più in alto possibile. Sinceramente il nostro sogno sarebbe quello di finire quart'ultimo in modo da garantirci il fattore campo nei Playout. Qualora ci riuscissimo, l'impresa fatta nel girone di ritorno, varrebbe come la vittoria di un campionato, visto come eravamo messi pochi mesi fa".
C'è una squadra in particolare che temi in vista dei Playout?
"I Playout sono gare secche, perciò i valori del campionato si annullano e a contare maggiormente sono la determinazione e la condizione atletica. Ora come ora è difficile dire se sia più insidiosa una squadra piuttosto che un'altra, sicuramente chiunque ci troveremo di fronte non potremo sbagliare".
Quali sono le tue ambizioni personali invece?
"Qui a Pagani mi trovo benissimo, siamo un gruppo stupendo e molto affiatato e in questa stagione ho ritrovato entusiasmo e voglia di divertirmi. Alle spalle abbiamo una società seria e ci sono tutti gli ingredienti per toglierci parecchie soddisfazioni. Chiaramente alla mia età di soddisfazioni me ne sono tolte molte, collezionando quasi 300 presenze in Serie B e una quarantina in A, inoltre l'essere stato il capitano della squadra della mia città (Salernitana ndr) in cui ho militato per 9 anni è una gioia che rimarrà per sempre indelebile nella mia carriera".
Senza dimenticare le cinque promozioni...
"Questi sono traguardi che ti godi di più a fine carriera, adesso la quotidianità del campo ti assorbe completamente, però certamente rimangono ricordi meravigliosi. Vincere due campionati e arrivare in A con la Salernitana è stato stupendo, ma altrettanto fantastico è stato centrare la promozione nella massima serie, dopo oltre cinquant'anni con il Messina. E poi vincere in una piazza storica e gloriosa come quella genoana rimane un'emozione splendida".
In Lega Pro si trovi a duellare con tanti giovani attaccanti: ci fai il nome di qualcuno che ti ha colpito o messo particolarmente in difficoltà?
"Ci sono tanti ottimi giovani in Prima Divisione ed il merito è anche delle nuove regole sugli Under che di fatto incoraggiano le società a puntare sui giovani talenti, favorendone cosi la crescita, a differenza di quello che accadeva ai miei tempi dove queste possibilità erano inferiori. Qui a Pagani abbiamo tanti giovani interessanti che se continuano il processo di crescita intrapreso sinora, potranno ottenere grandi risultati a testimonianza di come la Lega Pro sia il serbatoio dal quale attingere per il futuro del calcio italiano".
In chiusura, hai giocato con tanti grandi giocatori: qual'è stato il compagno più forte che hai avuto?
"Bella domanda, ma è difficile stilare una classifica. Diciamo che sono stato fortunato, perchè ho sempre avuto compagni di squadra di alto livello: se penso alla Salernitana ho giocato con attaccanti formidabili come Di Vaio, Di Michele, a centrocampo c'era Rino Gattuso. A Messina invece avevo Storari che attualmente è il miglior portiere in circolazione, davanti bomber implacabili come Amoruso e Zampagna...davvero è difficile fare una gerarchia, sono tutti fortissimi".
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