La retrocessione è una ferita aperta in casa Paganese, sia in ambito societario determinando la pausa di riflessione del presidente Trapani ma anche sul versante tecnico, con l’allenatore Capuano che - a mente fredda - cerca i suoi perché. "Sono a lutto, non riesco ancora a capacitarmi anche se sono orgoglioso di questa squadra fatta in fretta e furia a gennaio e che è riuscita a recuperare tanti punti. Purtroppo, siamo caduti sul più bello quando eravamo ad un passo dal traguardo e nei play-out chiunque fosse stato l’avversario, l’avremmo superato". Sono giorni trascorsi in famiglia per il tecnico salernitano. "Non è facile riprendersi da una botta del genere anche, se gli applausi al termine della partita ed all’uscita dallo stadio me li porterò sempre nel mio cuore, come tutta la dirigenza azzurra e l’intero staff. Domenica ho visto gente piangere, roba da brividi che aumenta la rabbia per quel che non è stato".
Dalle emozioni personali all’analisi tecnica, il passo è breve. "La Paganese ha vissuto due momenti: quello iniziale di Palumbo, con una squadra che per come era stata strutturata non si sarebbe mai salvata, e quello dopo il mercato di gennaio. Da quel frangente, infatti, dovevamo correre a 200 all’ora senza sbagliare nulla. Noi, purtroppo, siamo scivolati sul secondo tempo con lo Spezia". Inevitabile la chiusura sul futuro della Paganese. "Conoscendo il presidente, penso che non lasci ora. E’ presto ma credo che ripartirá costruendo una grande squadra pronta alla risalita con o senza di me". Infine, conferma il concetto espresso domenica: "Sono molto legato alla famiglia Trapani e se dovesse chiamarmi, sarei pronto ad accettare l’invito per riportare subito la Paganese dove merita". Intanto, la societá è stata multata di 750 euro per alcuni petardi esplosi durante la gara col Sud Tirol.
La Città di Salerno - Peppe Nocera