Se domenica scorsa, dopo l'incredibile sconfitta interna con lo Spezia, dal paradiso eravamo scivolati in purgatorio, da ieri, dopo la sconfitta di Gubbio e la vittoria del Sudtirol (prima vittoria del girone di ritorno), si comincia ad avvertire il caldo delle fiamme dell'inferno della Seconda Divisione. Non sono pessimista, di più. La classifica l'ho rivoltata come un calzino come avviene da quattro anni. Ormai a Pagani, seguendo la Paganese, siamo abituati più a fare calcoli che a parlare di tecnica e di tattica. Senza fare troppi giri di parole s'è fatta dura, anzi durissima. Dopo la trasferta di Como sembrava tutto in discesa con due gare casalinghe su tre e con quattro punti di vantaggio sul fanalino di coda il Monza. Il colpo di coda l'ha fatto proprio la formazione brianzola che abbiamo mantenuto in vita proprio noi nella trasferta del "Brianteo" di qualche mese fa lasciandola aggrappata alla carrozza della Paganese e non staccandola definitivamente con una vittoria decisiva da ottenere nelle condizioni più favorevoli createsi. Acqua passata come il suicidio tattico di domenica scorsa con tutti all'attacco senza logica, anche su un calcio d'angolo a nostro favore. Anche questa considerazione è acqua passata. Il presente è nero e domenica prossima c'è l'ultima chiamata per il campionato di Prima Divisione che passa attraverso due condizioni imprescindibili. La prima. Bisogna battere il Sudtirol obbligatoriamente per due a zero o con due gol di scarto. Seconda condizione. Il Monza non deve pareggiare altrimenti a quota 32 con Sudtirol e Monza andiamo giù noi. Non bisogna inoltre dimenticare che dovremo fare a meno degli squalificati Fusco, Vicedomini e Tortori. Alzi la mano chi ci crede ancora. Io! Ci credo non per le condizioni sopra citate ma perché mi affido alla sentenza esecutiva di primo grado della Commissione Disciplinare che mercoledì prossimo sentenzierà in merito all'illecito sportivo ascritto al Ravenna. Se ci sarà la condanna alla retrocessione all'ultimo posto ci giocheremo i play-out altrimenti come dice Capuano siamo quasi ai cipressi.
Peppe Nocera per Paganese.it