«LA SENTENZA era già scritta, senza peraltro uno straccio di prova». La reazione del presidente Gianni Fabbri è stata secca. Giorgio Buffone è stato ritenuto responsabile di tentato illecito. Ai tre anni di squalifica per il dirigente giallorosso, si sono aggiunti i sette punti di penalizzazione per la squadra, scivolata in zona playout: «Ci aspettavamo il proscioglimento, e invece il giudice ha confermato le richieste del procuratore». Ieri pomeriggio il patron del Ravenna è salito a Glorie, sede degli allenamenti, per informare la squadra delle decisioni e delle sanzioni appena comunicate della Disciplinare: «Ho trovato i giocatori visibilmente contrariati e abbacchiati. Non ho idea su come, e con quale spirito, la squadra affronterà la partita di domenica a Monza. Rabbia o delusione? Non lo so. E’ vero che teoricamente siamo ancora in corsa per la salvezza diretta, ma di sicuro siamo condannati ai playout perché non credo che la Reggiana vada a Pavia per giocare la partita».
Anche l’avvocato Eduardo Chiacchio ha dovuto incassare il boccone amaro dopo l’ottimismo manifestato mercoledì sera: «Le risultanze dibattimentali deponevano effettivamente per un proscioglimento di Buffone. Ma la cosa più grave è che, di fatto, si è creato un precedente molto pericoloso nella giustizia sportiva. È stata infatti premiata la strategia dell’unico accusatore, ovvero Pisacane, che mirava a stanare la vittima, cioè Buffone. E quando uso la parola ‘stanare’, faccio un riferimento letterale al verbale di interrogatorio. Con questo mi sembra di avere detto tutto».
IL MONDO istituzionale ravennate ha reagito fermamente. Il sindaco Fabrizio Matteucci ha dato enfasi alla propria posizione, ripetendo tre volte la stessa frase: «Sarò a tutte le partite del Ravenna a fare il tifo». Il vice sindaco Giannantonio Mingozzi ha invece articolato il proprio pensiero: «Abbiamo conquistato la salvezza sul campo e adesso, purtroppo, è la squadra a dover pagare. Pur essendo convinto dell’estraneità di Buffone alle accuse addebitategli, è chiaro che la squadra non c’entra assolutamente e, da un punto di vista sportivo, non è giusto essere messi nella condizione di doverci salvare due volte. Sarò sempre al fianco del Ravenna, in tutte le iniziative che deciderà di assumere, ma la prima cosa che mi auguro è che si renda merito alla squadra per il campionato giocato sul campo e si rispetti questo risultato almeno in appello. Storicamente abbiamo sempre combattuto contro tutti, non solo sul campo, perché a molti siamo stati scomodi e indigesti. Sono convinto che sapremo superare anche queste difficoltà: intanto però difendiamo la squadra, il presidente e i risultati conseguiti, perché meritano il massimo rispetto».
MASSIMO Matteucci, da tifoso e da presidente della Cmc, storico main sponsor del Ravenna, ha commentato in maniera realista: «È una botta durissima che non fa bene alla città, non fa bene al calcio, non fa bene al nostro movimento sportivo e non fa bene neppure agli sponsor. C’è un altro grado di giudizio: siamo garantisti e aspettiamo con fiducia. Certo, si tratta di una brutta tegola per la squadra e per il suo direttore sportivo. Conosco Buffone da tempo e lo stimo. La pena mi sembra pesantissima, soprattutto se consideriamo che la sentenza è stata costruita su condizioni indiziarie. Tre anni di qualifica per una telefonata mi sembrano francamente troppi».
Roberto Romin - ilrestodelcarlino.it